Discorsi su argomenti vari |
1 - Esposizione al Salmo 23 fatta ai battezzandi che lo studieranno a memoria
2 - Solo perché riscattato dal Cristo, l'uomo può intonare la lode del salmo
3 - Il pascolo dei cristiani dove Cristo è pastore
4 - Quali le vie della giustizia, da cui non dobbiamo deviare
5 - Cristo ci accompagna nel cammino, purché non ci scostiamo dalla retta via
6 - Come accostarci con fiducia alla mensa del Signore
7 - La misericordia di Dio ci previene e ci segue
8 - Cristo accompagna alla casa del Padre quelli che credono e perseverano
In nome del Signore, o carissimi, vi consegniamo il Salmo che dovete imparare a memoria per il Battesimo che bramate ricevere, e dobbiamo anche interpretarvene il significato profondo, chiedendo alla grazia divina di illuminarcelo.
Tema specifico del Salmo è il riscatto del genere umano dalla sua caduta, e la dottrina della Chiesa unitamente ai suoi misteri.
Ponete ora il vostro cuore in ascolto nel silenzio in modo da offrire con la vostra attenzione piena il solco adatto ad accogliere il seme della parola: il terreno assetato, quando avrà ricevuto il seme e quando a suo tempo il sangue di Cristo l'avrà irrorato inebriandolo, germinerà facendo crescere alta la spiga, e sarà abbondante la messe.
Il Signore mi guida e nulla mi manca: ( Sal 23,1 ) è un alto inizio di lode, o miei carissimi.
Dire: Il Signore mi guida rinsalda la nostra fiducia nella protezione che riceviamo; dire: e nulla mi manca consolida i beni infiniti di grazia che sono nostra ricca sostanza di vita.
Ma chiediamoci chi pronuncia questa lode e cerchiamo di capirne la misura e la qualità.
La pronuncia proprio quell'uomo che, mentre scendeva da Gerusalemme a Gerico, si imbatté nei briganti.
La pronuncia colui che, spogliato della dignità della sua prima origine, giaceva senza forze, nudo a terra sul telo della sepoltura.
E ancora, lo dice chi, come rivelò l'annuncio della Legge e dei Profeti, dopo aver tentato di rialzarsi con le proprie forze, crollò per il dolore della sua ferita e ricadde con più grave caduta nella stessa condizione in cui era prostrato: infatti dice l'Apostolo: la Legge non ha portato nulla alla perfezione. ( Eb 7,19 )
All'uomo che giaceva in tale condizione portò aiuto il nostro Samaritano, cioè Gesù, che i Giudei chiamarono Samaritano, che significa custode; egli che, mosso da misericordia, passava per quella via - cioè si era incarnato per morire, lui giusto, per i nostri peccati -, sollevò da terra l'uomo giacente, lo caricò sul suo asino.
Quando l'uomo se ne andava come pecora errante, egli lo prese sulle sue spalle e lo riportò nel paradiso da cui era caduto, ricomponendo così il numero perfetto ( Lc 10,30-35 ) di cento, il gregge completo.
Dice infatti il profeta: Egli ha preso su di sé i nostri peccati, si è addossato i nostri dolori. ( Is 53,4 )
Dunque tu, uomo che sei portato sul giumento della misericordia, sei portato sulle spalle del Signore che ti ama, e sei conosciuto, amato dal tuo creatore e Signore, e lo conosci, lo ami a tua volta, proclama ormai: Il Signore è mia guida.
Non potresti certamente dichiararlo se fossi ancora steso a terra, se non fossi stato risollevato dal Signore.
Il suo guidarti è un portarti.
E quando tu dici: Il Signore mi guida, riconosci di non avere in te nulla di tuo proprio che ti faccia porre in te stesso la fiducia.
Sta' dunque attento a non vantarti di meriti tuoi, perché non ne avevi affatto quando venne il Signore a risollevarti.
Egli ti trovò nudo, non vestito, piagato, non sano, giacente, non eretto, vagante nell'errore, non sul cammino del ritorno.
Bada quindi di non vantarti, guardatene bene: lui che ebbe pietà di te e ti risollevò da terra mezzo morto, ora continua a portarti sulle sue spalle, se ti mantieni umile, mentre se ti vanti, ti fa cadere.
Così, camminando nel timore e nella rettitudine, dopo aver detto: Il Signore è mia guida, aggiungerai con fiducia: e nulla mi mancherà.
Infatti è scritto: Nulla manca a coloro che lo temono, ( Sal 84,13 ) e ancora: Il Signore non priva dei suoi beni chi cammina con rettitudine. ( Sal 34,10 )
Per riconoscere bene che nulla ti mancherà, aggiungi il versetto seguente: Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. ( Sal 23,2 )
Tu uomo, devi riconoscere che cosa eri, dove eri, a chi eri sottoposto: eri pecora smarrita, eri in luogo deserto e arido, ti nutrivi di spine e sterpi, eri affidato a un mercenario che al sopraggiungere del lupo non ti proteggeva.
Ora invece sei stato cercato dal vero pastore che, per il suo amore, ti ha caricato sulle sue spalle, ti ha riportato all'ovile che è la casa del Signore, la Chiesa: qui Cristo è tuo pastore e qui sono riunite a dimorare insieme le pecore.
Questo pastore non è come il mercenario sotto il quale stavi quando ti travagliava la tua miseria e tu dovevi temere il lupo.
La misura della cura che ha di te il buon pastore, te la dà il fatto che per te ha dato la sua vita.
Lui stesso nel Vangelo dichiara: Il buon pastore è pronto a dare la vita per le sue pecore. ( Gv 10,11 )
E lui lo ha fatto: offrì se stesso al lupo che ti minacciava, lasciandosi uccidere per te.
Ora dunque il gregge dimora sicuro nell'ovile, senza bisogno di altri che chiudano e aprano la porta del recinto: Cristo è il pastore ed è la porta, è insieme anche il pascolo e colui che lo fornisce: Io sono la porta delle pecore - dichiara -.
Chi entra attraverso me sarà salvo.
Potrà entrare e uscire e trovare cibo. ( Gv 10,9 )
I pascoli che il buon pastore ha preparato per te e dove ti ha collocato a pascerti, non sono quelli verdeggianti di erbe miste dolci e amare, i quali ora ci sono, ora no, a seconda della vicenda delle stagioni.
É tuo pascolo la parola di Dio, e i suoi comandi sono i dolci campi dove pascerti.
Quei pascoli aveva assaporato colui che cantava a Dio: Quanto sono dolci al mio palato le tue parole, più del miele per la mia bocca. ( Sal 119,103 )
E sempre riferendosi a questi pascoli, ma rivolgendosi alle pecore del Signore dice: Gustate e vedete quanto è buono il Signore. ( Sal 34,9 )
Leggi dunque il decalogo dell'Antico Testamento: Non uccidere, Non rubare, Non pronunciare falsa testimonianza, ( Es 20,13-16 ) e quel che segue; leggi la lode che il Nuovo Testamento fa dei precetti: Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i miti perché erediteranno la terra ( Mt 5,3-4 ) e quel che segue, e ancora molti passi simili, trasmessi dai Profeti e dagli Apostoli.
Si riferisce a questi pascoli il Pastore quando esclama rivolto alle pecore: Procurate il cibo che non perisce: ( Gv 6,27 ) esso non perisce perché la parola di Dio resta in eterno; la parola del Signore è tuo cibo, anzi non solo cibo ma anche bevanda.
Così egli dice rivolgendosi attraverso il profeta al popolo antico: Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora sete. ( Sir 24,20 )
E riferendosi direttamente a se stesso: La mia carne è vero cibo, il mio sangue è vera bevanda. ( Gv 6,56 )
Questi pascoli si trovano vicini all'acqua che ricrea, e pascoli e acqua hanno un unico spazio entro la Chiesa cattolica nella quale trovi il tuo pascolo nei comandamenti di vita e la fonte da cui zampilla l'acqua per la vita eterna, a cui attingerai per esserne rinnovato quando sarai battezzato in Cristo.
Quest'acqua deve irrigare i tuoi pascoli perché tu possa crescere: solo il battesimo di Cristo fa produrre i loro frutti ai comandamenti e ci fa nutrire di essi fino a saziarcene.
Dopo che l'acqua della rinascita battesimale ti avrà reso idoneo a gustare il sapore dei dolci pascoli, allora capirai e esclamerai con gioia: Mi ha convertito a sé, mi ha guidato per il giusto cammino per amore del suo nome. ( Sal 23,3 )
Il diavolo aveva sconvolto la tua anima con il peccato e l'aveva allontanata da Dio; Dio Padre per mezzo di Cristo ti ha ricondotto a sé, non per meriti che tu avessi acquistato verso di lui, ma per amore del suo nome.
E una volta illuminato e convertito, divenuto credente, rinato dall'acqua, nutrito nei pascoli divini, dirai: Mi ha convertito a sé: è una proclamazione di lode che puoi fare con vanto, se conservi immutata la consapevolezza che la puoi fare non per un tuo merito, ma per il suo nome.
E ascolta da colui che ti guida, quale sia il giusto cammino sul quale ti ha posto: Quanto è larga la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione …, stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita. ( Mt 7,13-14 )
Breve e vantaggioso è ogni cammino retto.
La via per la quale Dio ti ha comandato di andare per giungere al regno dei cieli, non passa per le delizie, le ricchezze d'oro e d'argento, gli ornamenti di gioielli e le vesti preziose, gli onori della nobiltà mondana, la superbia di tutta la sapienza dei filosofi.
Tutte queste cose e altri simili beni terreni, che vengono usati male da coloro che li ricevono per un uso buono, costituiscono per essi quella via larga, spaziosa, percorsa con la sola speranza delle cose visibili, la quale, quando siano privati di questa vita, li conduce non già al compimento di quella speranza che non nutrirono in vita, ma alla perdizione.
Dormirono il loro sonno gli uomini della ricchezza e si sono trovati senza nulla in mano. ( Sal 76,6 )
Dio vuole che tu percorra il cammino di giustizia che è quello della misericordia e della verità, poiché tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia. ( Sal 23,1 )
Egli vuole che tu lasci da parte la via larga, spaziosa e che percorra il cammino stretto e rapido che passa attraverso fame sete nudità digiuno umiliazione povertà pazienza, e attraverso il disprezzo delle cose terrene, sostenuto però dalla speranza promessa. Se vuoi conoscere chiaramente il vantaggio del cammino che intendi percorrere, ascolta: Ama il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutto il tuo animo, e: Ama il tuo prossimo come te stesso.
Tutta la legge di Mosè e l'insegnamento dei Profeti dipendono da questi due comandamenti. ( Mt 22,37-40 )
Se ti sta a cuore di raggiungere il regno dei cieli, per arrivarvi rapidamente cammina su queste due vie: ad esse fanno capo tutte le altre ed esse formano insieme un'unica via; una volta giunto alla meta godrai la gioia di aver portato a termine il cammino intero alacremente e senza fatica.
Queste dunque le vie che devi percorrere, mantenendo fermi i tuoi passi tra le insidie del diavolo che infuria, per poter cantare con animo sicuro a Dio: Anche se andassi nel fitto dell'ombra di morte, non temerei alcun male perché tu sei con me. ( Sal 23,4 )
Ombra di morte è detta la via del peccato, quella su cui il diavolo, disgregatore e aggressore, tende le reti dei suoi inganni a coloro che procedono rettamente.
É detta ombra perché le tenebre non hanno nulla in comune con la luce: l'Apostolo ci insegna a ripudiare le opere che sono proprie dell'ombra del peccato, dicendo: Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente come in pieno giorno, non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. ( Rm 13,12-13 )
Finché dunque resti in questa vita, tu cammini in mezzo a vizi e afflizioni terrene che sono ombra di morte, ma nel tuo cuore deve brillare Cristo che accende la nostra lampada con la luce dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo: allora, davvero non avrai paura di nulla, avendo lui stesso con te.
Egli dice attraverso la voce del profeta: Non ti lascerò né ti abbandonerò; ( Gs 1,5 ) e ancora, nel Vangelo dice: Ecco io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo. ( Mt 28,20 )
Egli è buon custode di te.
É al tuo fianco il Signore tuo Dio: bada a non staccarti da colui che ti guida, per una tua presunzione, la quale ti farebbe restare abbandonato nell'ombra di morte.
Quando avvertirai che il nemico, in questa nostra ombra di morte, ti attacca con le sue insidie e cerca di arrestarti con la paura, prendi la verga della disciplina di vita e appòggiati con fiducia al bastone della misericordia: brillerà in tuo aiuto il sole di giustizia che è Cristo, e tu potrai dire con tutta verità: La tua verga e il tuo bastone mi danno sicurezza. ( Sal 23,4 )
La verga infatti serve a governare i superbi, come è scritto nel secondo Salmo con riferimento al Cristo: Li reggerai con verga di ferro, e li frantumerai come vasi di argilla. ( Sal 2,9 )
E il bastone sostiene chi è debole e stanco.
Non dimenticare dunque la verga che punisce e infrena, e non vantarti con superbia quando sei ricolmo dei beni che sono dono di Dio, e non mormorare contro di lui perché irato non ti spezzi nella tua superbia come vaso di argilla.
Non dimenticare neanche il sostegno del bastone fidandoti troppo della tua forza; non dire: Io sono santo, non posso inciampare.
Nella nostra debolezza noi siamo esposti a molte cadute, e non bastano a reggerci sicuri le opere sante che compiamo qui su questa terra, che ancora produce spine e rovi.
Il nostro debole corpo non possiede la purezza della vita gloriosa, e finché non ritorni alla terra da cui fu tratto, non può stare saldo in piedi se non sorretto dal bastone della grazia divina.
Sia quando procedi tranquillo nel Signore, sia quando sei agitato dalla tempesta delle passioni, tu devi appoggiarti totalmente al bastone della misericordia di Dio.
Quando appoggiato a esso, ti pascerai dei doni dello Spirito, gusterai con gioia la dolcezza del Signore e potrai dire davvero con il salmista: Hai imbandito davanti a me una mensa sotto gli occhi di quelli che mi perseguitano.
Hai cosparso di olio il mio capo: quanto è bello il calice inebriante che tu riempi. ( Sal 23,5 )
Questo canto innalza su tutta la terra la Chiesa intera che si appoggia al bastone della grazia: lo proclama di contro agli eretici, Giudei e Gentili, che le danno tribolazione con il loro disprezzo, e lo proclama cercando la sua gloria in Dio, non in se stessa.
La tavola imbandita che dà gaudio, alla quale allude l'altro versetto, è la passione del Cristo che sulla tavola della croce si offrì per noi in sacrificio a Dio Padre, facendo così dono alla Chiesa del banchetto della vita nel quale egli ci sazia con il suo corpo, ci inebria con il suo sangue.
Da questa mensa la Chiesa attinge cibo e vita sotto gli occhi di quelli che la perseguitano, ed esulta avendo posto la speranza della vita eterna in Cristo suo Signore, il quale la unse in abbondanza con l'olio di letizia per mezzo dello Spirito Santo.
Per questa mensa l'Apostolo rimproverava i Corinzi che prendevano parte ai banchetti offerti agli idoli: Non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. ( 1 Cor 10,20-21 )
Quando dunque la grazia divina, che vivamente desiderate ricevere, vi avrà accompagnato alla mensa del banchetto spirituale, in questo avrete la conoscenza della verità, e ciascuno di voi allora, esultando e rendendo grazie, potrà dire consapevolmente, con fiducia: E la tua misericordia mi accompagnerà tutti i giorni della mia vita. ( Sal 23,6 )
Il gran conforto della divina presenza ti accompagna; ti segue la misericordia di Dio a causa, evidentemente, della tua miseria, della tua debolezza.
Ma prima, volendo indicarti il cammino della vita eterna ti previene, cioè ti precede e, come è detto in un altro Salmo: Il mio Dio, la sua misericordia mi verrà incontro. ( Sal 59,11 )
La sua misericordia ti precede guidandoti nel cammino che ignori, ti richiama a Dio quando ti sei fatto lontano da Dio, ti attira a sé mentre sei schiavo del peccato, per farti persona libera, perché non vada errando ma cammini sulla via retta tutti i giorni della tua vita.
E anche ti segue, difendendoti alle spalle perché non ti insidi al calcagno il serpente, il diavolo che ti è nemico, e non ti faccia cadere: infatti è proprio del brigante quando vuol uccidere, assalire di fronte o aggredire alle spalle.
Per questo la misericordia di Dio cammina davanti e dietro a te perché tu proceda nel mezzo, sicuro e tranquillo, tutti i giorni della tua vita.
Poni dunque la tua speranza e la tua gloria non in te stesso, ma nella misericordia di Dio che ti previene e ti segue: sei stato prevenuto quando eri peccatore, per essere salvato, e non sei stato trovato giusto, così che ti possa vantare di essere piaciuto a Dio.
Considera poi dove tu vieni condotto, se non abbandoni colui che ti guida.
Non vieni accompagnato nel campo della miseria mondana dove tra spine e rovi tu debba procurarti il pane con fatica e sudore; né tra i pericoli del mare dove svolgere il commercio, inseguendo incerti guadagni su fragile barca, con il rischio di naufragare, come capitò a molti, presi dalla tensione del guadagno.
Tu vieni condotto alla dimora di Dio, e non come ospite temporaneo che se ne deve poi allontanare, ma come abitante, per restarvi a dimorare.
Infatti il Salmo prosegue: per abitare nella casa del Signore per lunghissimi anni. ( Sal 23,6 )
Questa casa del Signore è il Paradiso, i lunghi giorni sono la vita eterna: colà non patirai né fame né sete, non ti farà soffrire la calura di giorno e di notte nell'estate, o il freddo e le bufere nell'inverno.
Non hanno luogo là tristezza o dolore; ti renderà invece beato sempre la compagnia dei santi, e con loro godrai e vivrai esultando nella lode del Signore per tutti i secoli dei secoli.
In un altro Salmo si dice: Beato chi abita la tua casa: ti loderà per sempre. ( Sal 84,5 )
Questa la speranza della nostra fede, o cari.
Voi vi siete presentati a fare la professione di fede nel Signore: affrettatevi, adoperatevi a far vostro quello che dichiarate di credere, mettendolo in pratica nella vita.
Voi diventate cristiani non per la vita presente, ma per la futura che lo stesso Cristo Signore vi dona, se credete e perseverate nella fedeltà a lui che vive e regna con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo nei secoli dei secoli.
Amen.
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