Esposizione dei Salmi |
Tutte le cose che ha predetto il Signore nostro Gesù Cristo, in parte le conosciamo come compiute, e in parte le speriamo future; tutte comunque si compiranno, poiché tali cose ha detto la Verità, e come con fedeltà le dice, così altrettanta fedeltà esige da noi.
Colui che crede, si allieterà per le cose avvenire; chi non crede sarà confuso da ciò che accadrà.
Accadranno tuttavia tali cose sia che gli uomini lo vogliano, sia che non lo vogliano, sia che lo credano, sia che non lo credano, come dice l'Apostolo: Se lo rinnegheremo, anche Lui ci rinnegherà; se non crediamo egli resta fedele, poiché non può rinnegare se stesso. ( 2 Tm 2, 12.13 )
Più di tutto il resto comunque, fratelli, ricordatevi questa breve sentenza, tenete a mente ciò che dianzi abbiamo tutti ascoltato dal Vangelo: Colui che avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo. ( Mt 10,22; Mt 24,13 )
Già i nostri padri furono trascinati in giudizio, e dissero le loro ragioni di fronte ai nemici che amavano, offrirono loro di che correggersi per quanto poterono e li amarono per quel che ne furono capaci; e versato fu il sangue innocente, e da quel sangue, come da una seminagione fatta in tutto il mondo, è spuntata la messe della Chiesa.
Ma è seguito il tempo degli scandali e dell'inganno e delle tentazioni, ad opera di coloro che dicono: Ecco Cristo è qui, ecco è là. ( Mt 24,23 )
Il nostro nemico allora fu il leone, quando apertamente incrudeliva; ora è il dragone, perché occultamente insidia.
Ma quello di cui fu detto: Calpesterai il leone e il dragone, ( Sal 91,13 ) poiché noi siamo il suo Corpo e le sue membra, come con i piedi dei nostri padri calpestò il leone che apertamente incrudeliva e trascinava i martiri alla passione, così ora calpesterà il dragone, affinché non ci insidi.
L'Apostolo, invitandoci a stare in guardia contro questo dragone, dice: Vi ho fidanzati per darvi, vergine casta, ad un uomo solo, a Cristo, ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così anche le vostre menti devino dalla castità che è in Cristo. ( 2 Cor 11, 2.3 )
Orbene, questo antico serpente adultero cerca di corrompere non la verginità della carne, ma quella del cuore.
E come l'uomo adultero si allieta nel suo delitto, quando corrompe la carne, così anche il diavolo si rallegra quando corrompe la mente.
E come era necessaria ai nostri padri la pazienza contro il leone, così a noi è necessaria la vigilanza contro il dragone.
Dunque mai cessa per la Chiesa la persecuzione, sia da parte del leone, sia da parte del dragone; e più è da temere quando inganna, che quando incrudelisce.
A quel tempo costringeva i cristiani a rinnegare Cristo; mentre in questa epoca insegna ai cristiani a negarlo; allora costringeva, oggi insegna.
Allora usava violenze, oggi inganni; allora appariva ruggente, oggi appare sfuggente e difficilmente in aperto errore.
È chiaro in qual modo allora obbligava i cristiani a rinnegare Cristo: li si costringeva infatti a rinnegarlo, e, confessando il Cristo, erano incoronati.
Ora invece insegna a negare Cristo; e per questo trae in inganno, perché, chi riceve tale insegnamento, quasi non si accorge di allontanarsi da Cristo.
Che cosa dicono infatti ora gli eretici al cristiano cattolico? Vieni, sii cristiano.
Per questo chi avrà ascoltato la confessione di fede del fedele cristiano, non oserà ribattezzarlo; quando invece avrà udito che non è tale, allora gli darà il battesimo, come se quello già non lo avesse; così si comporterà come se non ne avesse colpa, poiché agisce secondo le sue parole.
Ti chiedo, o eretico, perché ti consideri esente da colpa?
Che cosa odo in queste parole? perché tu non neghi, ed egli nega?
Sei forse esente da colpa perché, essendo cristiano, fai insegnando ciò che faceva il pagano minacciando?
E che fai? Gli togli forse ciò che ha, poiché ha negato ciò che possiede?
Non fai in modo che non lo abbia, ma che lo possieda a suo castigo: quel che egli ha, ha.
Quel battesimo è stato impresso come un carattere: ornava il soldato, denunzia il disertore.
Che fai dunque? Imponi Cristo sopra Cristo.
Se tu fossi semplice, non duplicheresti Cristo.
Infine, ti chiedo, ti sei scordato che Cristo è la pietra, e che la pietra che i costruttori rifiutarono, è divenuta la pietra angolare? ( Sal 118,22; Mt 21,42; 1 Pt 2, 4.7 )
Se dunque la pietra è Cristo, e vuoi imporre Cristo sopra Cristo, ti è sfuggito quanto hai udito nel Vangelo, e cioè che non resterà pietra su pietra? ( Mt 24,2 )
Ma tanto è forte la giuntura della carità che, sebbene molte pietre viventi concorrano alla struttura del tempio di Dio, esse diventano una sola pietra.
Tu invece ti sei disgiunto, ritrai dalla costruzione, chiami alla rovina; ed abbondano e non hanno tregua queste insidie; noi vediamo, e sopportiamo e tentiamo, per quanto possiamo, di reprimerle, discutendo, convincendo, trattando, minacciando, tuttavia sempre amando.
E mentre noi tutto questo compiamo, essi insistono nel male, ed il cuore nostro viene meno per la morte dei fratelli, e mentre si addolora per quelli che stanno fuori e teme per quelli che stanno dentro, a causa delle molteplici angustie e incessanti tentazioni di cui abbonda questa vita, che cosa dobbiamo fare?
Quando abbonda l'iniquità, infatti, ne nasce una sorta di torpore per la carità; poiché ha abbondato l'iniquità, si raggela la carità di molti.
E che faremo, se non ciò che segue, ammesso che ne siamo in grado, con l'aiuto del Signore: Chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo? ( Mt 12,13 )
2 - [vv 2.3.] Diciamo dunque quel che dice questo salmo: Fiducioso ho sperato nel Signore.
Fiducioso ho sperato, non in un qualsiasi uomo che promette e che può ingannare e ingannarsi, non in un qualsiasi uomo che consola, che può venir meno per la sua tristezza prima di riuscire a consolarmi.
Mi consoli il fratello uomo quando è triste con me; insieme gemiamo, insieme piangiamo, insieme preghiamo, insieme speriamo: in chi, se non nel Signore che non viene meno alla promessa ma solo la differisce?
La manifesterà certamente, la manifesterà, perché già molte cose ha manifestato; e non dovremmo avere alcun dubbio riguardo alla veridicità di Dio, anche se fino ad ora non avesse mostrato nulla.
Ecco, supponiamo che abbia promesso tutto, e non abbia dato ancora nulla: è ben capace di promettere, restituirà fedelmente; tu sii unicamente un pio esattore e, anche se sei piccolo, anche se sei debole, esigi la misericordia.
Non vedi che i teneri agnelli battono con la testa alle mammelle della madre, per essere saziati con il latte?
Fiducioso - dice - ho sperato nel Signore.
Ed egli che ha fatto? Forse si è allontanato da te, ti ha disprezzato mentre speravi, o magari non ti ha visto?
Certamente non è così. E allora? E si volse a me ed ha esaudito la mia supplica.
Mi ha guardato e ha esaudito.
Ecco che non invano hai sperato: su di te sono i suoi occhi, chinati verso di te sono i suoi orecchi.
Infatti gli occhi del Signore sui giusti e le sue orecchie intente alle loro preghiere. ( Sal 34,16 )
Ma come, quando facevi il male, quando lo bestemmiavi, non ti vedeva? non udiva?
E come è che nel salmo stesso è detto: Ma il volto del Signore è sopra coloro che operano il male? Perché?
Affinché si perda dalla terra la loro memoria. ( Sal 34,17 )
Ne consegue che, quando eri malvagio, ti guardava, ma non ti prestava attenzione.
Quindi a colui che fiducioso ha sperato nel Signore, non è bastato dire: Mi ha guardato, ma ha detto: Si è rivolto a me, cioè consolando mi ha guardato, per giovarmi.
E come si è rivolto? Ed ha esaudito la mia supplica.
Ed in che cosa ti ha assistito? che ha fatto per te?
E mi ha tratto dall'abisso della miseria e dalla melma del fango; e ha stabilito sulla pietra i miei piedi e ha guidato i miei passi.
Ed ha posto nella mia bocca un cantico nuovo, un inno al nostro Dio.
Ti ha dato grandi beni, ed ancora è debitore; ma colui al quale già sono stati retribuiti questi beni, stia certo degli altri, poiché deve credere prima di ricevere qualcosa.
Con queste cose stesse il Signore nostro ci ha convinti che è fedele nelle promesse, e splendido nel donare.
Cosa ha fatto dunque ora? Mi ha tratto dall'abisso della miseria.
Che cos'è l'abisso della miseria? È l'abisso dell'iniquità, proveniente dalle concupiscenze carnali.
Questo significa: e dalla melma del fango.
Donde ti ha tratto? Da un abisso.
Donde in un altro salmo gridavi: Dagli abissi a te ho gridato, o Signore. ( Sal 130,1 )
E coloro che gridano dall'abisso, non sono completamente in fondo all'abisso, perché il grido stesso porta in alto.
Altri sono nel più profondo dell'abisso, perché neppure si accorgono di essere così in basso.
Così sono coloro che superbamente disprezzano, non coloro che piamente pregano, che piangendo gridano; ma quelli di cui la Scrittura in un altro passo dice: Il peccatore, quando sarà pervenuto nell'abisso del male, disprezza. ( Pr 18,3 )
Colui al quale pare poco essere peccatore, e che non solo non confessa i suoi peccati, ma li difende, è in un abisso ben più profondo.
Chi invece dal profondo ha gridato, già ha levato il capo dal fondo dell'abisso per gridare: è stato udito, è stato tratto fuori dall'abisso della miseria e dalla melma del fango.
Ormai ha la fede, che non aveva; ha la speranza, senza la quale viveva; cammina in Cristo, lui che errava nel diavolo.
Dice perciò: Ha posto sulla pietra i miei piedi e ha guidato i miei passi.
Ma la pietra era Cristo. ( 1 Cor 10,4 )
Pur se siamo sulla pietra, siano pure guidati i nostri passi, abbiamo tuttavia ancora bisogno di camminare, per pervenire a qualcosa.
Paolo apostolo, infatti, già posto sulla pietra, quando già i suoi piedi erano indirizzati, che cosa diceva?
Non che io abbia già conseguito, o sia già divenuto perfetto; fratelli, noti credo di aver afferrato. ( Fil 3,12.13 )
Quale dono ti è stato concesso, se nulla hai conseguito?
E perché rendi grazie, dicendo: Ma ho trovato misericordia? ( 1 Tm 1,13 )
Perché sono indirizzati i suoi piedi, poiché già cammina sulla pietra.
Che aggiunge infatti? Ma una cosa, dimenticando le cose che stanno dietro le spalle. ( Fil 3,13 )
Che cosa è che sta dietro? L'abisso della miseria.
E che significa dietro? Il pantano del fango, le concupiscenze carnali, le tenebre dei male.
Dimenticando le cose che stanno dietro le spalle, proteso verso quelle che stanno avanti.
Non direbbe di essere proteso se già vi fosse giunto.
L'animo infatti si protende nel desiderio della cosa bramata, non nella gioia della cosa ottenuta.
Proteso verso quelle che stanno avanti - dice - perseguo la palma della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù. ( Fil 3,13.14 )
Correva, inseguiva la palma.
E in un altro passo, ormai prossimo alla palma, dice: Ho terminato la corsa. ( 2 Tm 4,7 )
Quando dunque diceva: perseguo la palma della sublime vocazione, ( Fil 3,14 ) poiché i suoi piedi erano già indirizzati sulla pietra, camminava ormai sulla buona strada; aveva di che rendere grazie, aveva di che chiedere, ringraziando per le cose ottenute, e chiedendo quelle dovute.
Per quali cose ricevute? Il perdono dei peccati, l'illuminazione della fede, la forza della
speranza, la fiamma della
carità.
E perché considerava ancora il Signore suo debitore?
Per quel che resta - dice - è pronta per me la corona della giustizia.
Ancora dunque qualcosa mi è dovuto.
Che cosa è dovuto? La corona di giustizia, che il Signore mi darà in quel giorno, giusto giudice. ( 2 Tm 4,8 )
Dapprima è Padre amoroso per trarci dall'abisso della miseria, per perdonare i peccati, per liberare dalla melma del fango; poi è giusto giudice, che retribuisce quel che ha promesso a colui che bene ha camminato, ed al quale all'inizio ha dato di che bene camminare.
Retribuirà dunque il giusto giudice: ma a chi? Chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo. ( Mt 10,22; Mt 24,13 )
Ha posto nella mia bocca un cantico nuovo.
Quale cantico nuovo? Un inno al nostro Dio.
Forse recitavi inni agli dèi stranieri, inni vecchi; poiché era il vecchio uomo che li diceva, non il nuovo; divenga uomo nuovo e dica il cantico nuovo; rinnovato, ami le cose nuove nelle quali è divenuto nuovo.
Infatti, chi è più antico di Dio, che è prima di ogni cosa, e senza fine e senza inizio?
Ma si è fatto nuovo per te che ritorni, poiché allontanandoti ti eri fatto vecchio, e avevi detto: Sono invecchiato fra tutti i miei nemici. ( Sal 6,8 )
Diciamo dunque un inno al nostro Dio, e lo stesso inno ci libera.
Perché lodando invocherò il Signore, e sarò salvato dai miei nemici. ( Sal 18,4 )
L'inno è infatti un cantico di lode.
Invoca lodando, non offendendo.
Quando invochi Dio perché opprima il tuo nemico, allorché vuoi godere per il male altrui e per questo invochi Dio, lo fai complice della tua malvagità.
Se lo chiami a parte della malvagità, non invochi lodando, ma offendendo.
Consideri infatti Dio quale sei tu.
Per questo altrove ti è detto: Questo hai fatto, e ho taciuto; hai creduto una cosa iniqua: che fossi simile a te. ( Sal 50,21 )
Ebbene invoca lodando il Signore; non crederlo simile a te, se vuoi essere simile a Lui.
Siate infatti perfetti come il Padre vostro, che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui malvagi, e fa piovere su giusti e ingiusti. ( Mt 5,48 )
Loda dunque così il Signore, in modo da non desiderare il male dei tuoi nemici.
E quanto debbo desiderar loro di bene? chiedi. Quanto ne desideri per te.
Non debbono infatti ricevere del tuo per divenire buoni, e neppure quanto ad essi è dato, a te è tolto.
Il tuo nemico, è nemico perché è malvagio; divenga buono e sarà amico, e sarà compagno; e sarà fratello, se vorrai possedere insieme con lui ciò che amavi.
Ebbene, invoca lodando, canta l'inno al tuo Dio.
Dice: il sacrificio della lode mi glorificherà. ( Sal 50,23 )
E come? sarà maggiore la gloria di Dio perché tu lo glorifichi? oppure aggiungiamo gloria a Dio, quando gli diciamo: Ti glorifico, o mio Dio? oppure Lo rendiamo più santo, quando diciamo: Ti benedico, o mio Dio?
Egli, quando ci benedice, ci fa più santi, ci fa più felici; quando ci glorifica ci fa più gloriosi, più onorati; e quando noi Lo glorifichiamo, gioviamo a noi stessi, non a Lui.
In qual modo infatti Lo glorifichiamo? Chiamandolo glorioso, non rendendolo tale.
E dopo aver detto: Il sacrificio della lode mi glorificherà, affinché tu non creda di dare qualcosa a Dio offrendogli il sacrificio della lode, continua: Ed ivi è la via, ove mostrerò a lui la mia salvezza. ( Sal 50,23 )
Vedi dunque che lodare Dio gioverà a te, non a Dio.
Lodi Dio? Cammina sulla via. Offendi Dio? Hai perduto la via.
Ed ha posto nella mia bocca un cantico nuovo, un inno al nostro Dio.
Forse qualcuno chiederà chi sia la persona che parla in questo salmo.
Ve lo dirò in breve: è Cristo.
Ma come sapete, fratelli, e spesso va ripetuto, Cristo talvolta parla in se stesso, cioè quale nostro Capo; Egli è infatti il Salvatore del Corpo, il nostro Capo, il Figlio di Dio nato dalla Vergine, che ha sofferto per noi, che risuscita per giustificarci, che siede alla destra di Dio per intercedere per noi, e che retribuirà ogni cosa nel Giudizio, il bene ai buoni, il male ai malvagi.
Questo nostro Capo si è degnato farsi Capo del Corpo, assumendo da noi la carne nella quale morire per noi; è questa carne ha per noi risuscitato onde offrire a noi, in quella risurrezione della carne, un esempio, per farci apprendere a sperare ciò in cui non speravamo, per farci porre il piede sulla pietra e camminare in Cristo.
Parla dunque talvolta come nostro Capo, e tal'altra parla a nome nostro, cioè a nome delle sue membra; infatti anche quando disse: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ( Mt 25,35 ) parlava nelle sue membra, non in sé.
E quando disse: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 ) il Capo gridava per conto delle membra; e tuttavia non disse: Perché perseguiti le mie membra, ma: perché mi perseguiti?
Se dunque Egli stesso in noi soffre, anche noi, in lui, saremo incoronati.
Questa è la carità di Cristo. Che cosa si può paragonare ad essa?
Ha posto nella nostra bocca l'inno di questa carità, e dice questo in persona delle sue membra.
Vedranno i giusti e avranno timore, e spereranno nel Signore.
Vedranno i giusti. Quali giusti? I fedeli; perché il giusto vive della fede. ( Ab 2,4; Rm 1,17 )
C'è infatti quest'ordine nella Chiesa: alcuni precedono, altri seguono; e coloro che vengono prima danno esempio a quelli che seguono, e quelli che vengono dopo imitano quelli che li precedono.
Ma quelli che si offrono come esempio a quelli che seguono, non seguono nessuno?
Se non seguono nessuno, erreranno.
Seguono dunque anche essi qualcuno, cioè Cristo stesso.
I migliori della Chiesa, coloro che più non hanno alcun uomo da imitare perché tutti li hanno superati nel loro progresso, hanno ancora il Cristo, da seguire sino alla fine.
Vedete questi gradi ordinati da Paolo apostolo, che dice: Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo. ( 1 Cor 4,16 )
Coloro dunque i cui piedi già sono indirizzati sulla pietra, siano di modello ai fedeli: Ma sii modello - dice - ai fedeli. ( 1 Tm 4,12 )
Gli stessi fedeli, sono i giusti i quali, osservando coloro che li precedono nel bene, li seguono imitandoli.
In qual modo li seguono? Vedranno i giusti e avranno timore.
Vedranno e avranno timore di seguire le vie del male, mentre vedono che alcuni dei migliori già hanno scelto le vie del bene; e dicono nell'animo ( come sono soliti dire i viandanti guardando gli altri che procedono sicuri di sé sulla via, mentre essi sono ancora incerti e vacillano per la via ove vanno ), dicono, ripeto: Non invano costoro vanno per di qua, dato che vogliono andare dove vogliamo andare anche noi; e perché vanno per di qua con tanta sicurezza, se non perché è pericoloso andare per altro cammino?
Dunque, vedranno i giusti e avranno timore.
Vedono qui la via stretta, vedono là la via larga; qui vedono pochi viandanti, là ne vedono molti. ( Mt 7,13.14 )
Ma se sei giusto, non voler contare il numero ma pesane il valore: usa una bilancia giusta, non ingannatrice, dato che sei stato chiamato giusto: Vedranno i giusti e avranno timore, è stato detto di te.
Non contare dunque le folle degli uomini che procedono sulla via larga, che domani riempiranno il circo celebrando con grida il natale della città, disonorando la città stessa con la loro vita malvagia.
Non badare a questi: sono molti e chi li conterà?
Pochi invece procedono per la via stretta.
Prendi, ripeto, una bilancia, e pesa: vedi quanta paglia metterai sul piatto contro pochissimo grano.
Questo facciano i giusti fedeli che seguono.
E che cosa faranno quelli che precedono?
Non insuperbiscano, non si inorgogliscano, non ingannino quelli che li seguono.
In qual modo possono ingannare coloro che li seguono?
Promettendo loro la salvezza in se stessi.
Che debbono fare dunque quelli che vengono dietro?
Vedranno i giusti e avranno timore, e spereranno nel Signore, non in coloro dai quali sono preceduti; ma guardando quelli che li precedono certamente li seguono e li imitano, ma perché sanno da Chi hanno ricevuto i predecessori per precederli, ed in Lui sperano.
Sebbene, dunque, imitino questi, tuttavia ripongono la loro speranza in Colui dal quale anche questi hanno ricevuto di che essere quali sono.
Vedranno i giusti e avranno timore, e spereranno nel Signore; così in un altro salmo: Ho levato i miei occhi verso i monti, intendiamo nei monti i luminosi e grandi uomini spirituali della Chiesa, grandi per la loro saldezza, non per la loro superbia.
Per loro mezzo tutta la Scrittura è stata a noi tramandata: sono i Profeti, gli Evangelisti, i buoni dottori: verso costoro ho levato i miei occhi ai monti donde mi verrà l'aiuto.
E perché tu non creda che si tratti di un aiuto umano, aggiunge: Il mio aiuto è dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra. ( Sal 121,1.2 )
Vedranno i giusti, e avranno timore, e spereranno nel Signore.
Orsù, coloro che vogliono sperare nel Signore, coloro che vedono e temono, si guardino dal camminare per le vie del male, per le vie larghe; scelgano la via stretta, dove già sopra la pietra sono diretti i passi di alcuni, ed ascoltino subito quel che devono fare: Beato l'uomo la cui speranza è il nome del Signore e non si è volto alle vanità e alle follie menzognere.
Ecco dove tu volevi andare, ecco la folla della via larga: non invano essa conduce all'anfiteatro, non invano essa conduce alla morte.
Mortale è la via larga; la sua larghezza è piacevole nel tempo, la sua fine è angusta in eterno.
Ma le folle strepitano, le folle si affrettano, le folle schiamazzano, le folle si accalcano.
Non imitarle, non seguirle; sono vanità, menzognere follie.
Sia il Signore Dio tuo la tua speranza; non sperare qualcosa dal Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza.
Molti infatti sperano da Dio il denaro, molti sperano da Dio onori caduchi e perituri, insomma da Dio sperano qualcosa al di fuori di Lui; ma tu cerca lo stesso tuo Dio; anzi, disprezzando ogni altra cosa, tendi a Lui; dimenticando le altre cose ricordati di Lui; lasciando indietro tutto, protenditi verso di Lui.
Certamente Egli corregge chi si distoglie da Lui, Egli guida chi è retto, Egli conduce; sia la tua speranza Egli che guida e conduce.
Dove guida e dove conduce l'avarizia terrena?
Cercavi proprietà, desideravi possedere terre, allontanavi i vicini; allontanati costoro, ti trovavi da presso altri vicini; e tanto eccedevi nella cupidigia fino a pervenire [ con le tue proprietà ] sino alla riva del mare; giunto alla riva, desideri le isole; impadronito della terra, forse vuoi prendere il cielo.
Abbandona tutti questi amori: più bello è Colui che ha fatto il cielo e la terra.
Beato l'uomo la cui speranza è il nome del Signore e non si è volto alle vanità e alle follie menzognere.
Donde sono menzognere le follie? La follia è menzognera, la salute è verace.
Ti inganni se credi buono ciò che vedi; non sei sano, sei reso pazzo dalla eccessiva febbre; non è vero ciò che ami.
Lodi l'auriga, gridi al suo passaggio, impazzisci per lui.
È vanità, è una follia menzognera.
Non c'è, dici, niente di meglio, niente di più dilettevole di lui.
Che faccio per chi è febbricitante? Se in voi c'è misericordia, pregate per chi è in tali condizioni.
Perché anche lo stesso medico spesso si abbandona alla disperazione e si volge a coloro che si aggirano in lacrime per la casa, e che pendono dalle sue labbra per ascoltare la sua diagnosi sull'ammalato in pericolo di vita; il medico è indeciso, vede di non poter promettere niente di buono, ma non si sente di dare un cattivo giudizio, per non spaventarli, e certamente allora se ne esce con questa mite sentenza: Il buon Dio può tutto, pregate per lui.
Chi riuscirò a convincere di questi pazzi? Chi mi ascolterà?
Chi di loro non ci chiamerà disgraziati?
Perché non siamo impazziti insieme con loro, credono che noi abbiamo perduto molti e diversi piaceri, nei quali essi impazziscono, e non si avvedono che sono mendaci.
Quando gli porgo un uovo non lo vuole, se gli tendo il calice della salute ne è nauseato; come potrò ristorarlo quando lo incontro?
Lo esorto a nutrirsi, perché non venga meno dall'inedia e ritrovi la salute; ma egli mi mostra i pugni, vuol incrudelire contro il medico.
E se percuote, sia amato; e se ingiuria, non sia abbandonato; ricupererà la ragione e renderà grazie.
Quanti qui si conoscono, si vedono scambievolmente, e parlano di sé nella Chiesa di Dio; nel seno della santa Chiesa applicano le loro opere, già buone, alla Parola di Dio, ai doveri e ai servigi della carità, per rafforzare il gregge di Cristo e non allontanarsi dalla Chiesa, vedendosi e parlandosi scambievolmente l'uno dell'altro.
Ma chi è questo amante del circo? chi è questo amatore e fanatico di quel gladiatore, di quell'istrione?
Ecco parla di un altro, ed egli di se stesso.
Queste cose sono sicure, sicuramente di esse godiamo.
Ma se ci rallegriamo in esse, non disperiamo delle altre.
Preghiamo per quelli, fratelli carissimi; così cresce il numero dei santi, da parte del numero che era degli empi.
E non si è volto alle vanità e alle follie menzognere.
Quello ha vinto, ha montato quel tale cavallo, si proclama e vuole quasi essere divino? si atteggia a divinità perdendo la fonte della divinità; e ogni momento parla, e sempre sbaglia.
Perché? Perché menzognere sono le follie.
Ma perché di tanto in tanto si verificano le cose che dicono?
Per trascinare i pazzi, affinché, amando in esse l'apparenza della verità, cadano nel tranello della menzogna; si volgano indietro, le abbandonino, se ne liberino.
Se erano nostre membra, siano mortificate: Mortificate - dice - le vostre membra che stanno sulla terra. ( Col 3,5 )
La nostra speranza sia il nostro Dio.
Colui che ha fatto tutte le cose, è migliore di tutte le cose; Colui che ha fatto le cose belle, è più bello di tutti; più forte di tutti è Colui che ha creato i forti; più grande Chi ha fatto le cose grandi; qualunque cosa tu ami, Egli sarà il tuo amore.
Impara ad amare il Creatore nella creatura, l'artefice nelle cose che ha fatto, se non vuoi essere prigioniero di ciò che da Lui è stato fatto, e se non vuoi perdere Colui dal quale anche tu sei stato fatto.
Dunque: Beato l'uomo la cui speranza è il nome del Signore e non si è volto alle vanità e alle follie menzognere.
Forse ci dirà, colui che, colpito da queste parole del salmo, vuole essere corretto, e che è stato colto dal timore della giustizia della fede e vuole quindi cominciare a camminare per la via stretta, forse - ripeto - ci dirà: Non camminerò a lungo se non vedrò niente.
Che faremo, fratelli? Lo abbandoneremo senza fargli vedere niente? Morirà, non resisterà, non ci seguirà.
Che faremo dunque? Offriamogli spettacoli al posto degli spettacoli.
E quali spettacoli daremo al cristiano che vogliamo distogliere da quegli altri spettacoli?
Rendo grazie al Signore Dio nostro: il prossimo verso del salmo ci mostra quali spettacoli dobbiamo offrire e presentare agli spettatori che desiderano assistere a una rappresentazione.
Ecco, è stato distolto dal circo, dal teatro, dall'anfiteatro, cerca qualcosa da vedere, lo richiede; non abbandoniamolo senza spettacoli.
Che gli daremo in cambio di quelli?
Ascolta le parole che seguono: Molte sono le meraviglie che tu hai fatto, o Signore Dio mio.
Vedeva le grandi cose degli uomini, intenda le meraviglie di Dio.
Il Signore ha fatto molte cose mirabili: a queste volga il suo sguardo.
Perché hanno perso valore per lui?
Loda l'auriga che regge quattro cavalli che corrono senza cadere e senza farsi male: forse il Signore non ha compiuto miracoli spirituali di tal genere?
Regga la lussuria, regga la ignavia, regga l'ingiustizia, regga l'imprudenza, movimenti questi che troppo disciolti generano i vizi, li regga e li sottometta a se stesso, tenga le briglie e non sia da essi trascinato via; li guidi dove vuole, non sia portato dove non vuole.
Lodava l'auriga e sarà lodato come auriga; gridava affinché l'auriga fosse rivestito dell'abito del trionfo, sarà invece lui rivestito dell'immortalità.
Questi doni, questi spettacoli, organizza Dio.
Chiama dal Cielo: Vi guardo; combattete, vi aiuterò; vincete, vi incoronerò.
Molte cose mirabili tu hai fatto, o Signore Dio mio; e nei tuoi pensieri non c'è chi ti assomigli.
Ora guarda l'istrione.
L'uomo infatti con grande sforzo ha imparato a camminare sulla fune, e mentre è in equilibrio, tiene te sospeso.
Guarda ora l'impresario di più grandi spettacoli.
Costui ha imparato a camminare sulla fune, riuscirà forse a camminare sul mare?
Dimentica il tuo teatro, osserva il nostro Pietro, che non è un funambolo ma, se così posso dire, un mariambolo.
Cammina anche tu, non su quelle acque su cui, per simboleggiare un'altra cosa, camminò Pietro, ma su altre acque, poiché questo secolo è un mare: un mare che ha la sua nociva amarezza, ha l'ondeggiare delle tribolazioni, le tempeste delle tentazioni; ha nel suo seno uomini che, come i pesci, godono del male altrui e a vicenda si divorano; qui cammina, calca questo mare.
Vuoi guardare, sii tu lo spettacolo.
Non venir meno, guarda colui che ti precede e dice: Siamo divenuti spettacolo per questo mondo, per gli angeli e per gli uomini. ( 1 Cor 4,9 )
Calca il mare, se non vuoi essere sommerso dal mare.
Ma non andrai, non camminerai sul mare, se prima non te lo avrà ordinato Colui che per primo ha camminato sul mare.
Così dice infatti Pietro: Se sei tu, comandami di venire a te sulle acque.
E poiché era Lui, ha udito la richiesta, ha soddisfatto il desiderio, ha chiamato colui che camminava, ha sollevato colui che stava per essere sommerso. ( Mt 14,28-31 )
Queste meraviglie ha fatto il Signore, guardale; e la fede sia l'occhio dello spettatore.
E fa' anche tu altrettanto; perché anche se i venti soffieranno, anche se i flutti ruggiranno, e l'umana fragilità ti spingerà a qualche timore per la tua salvezza, hai Chi chiamare e dire: Signore, perisco!
Non ti lascia perire colui che ti ha ordinato di camminare.
Poiché ormai cammini sulla pietra, non aver paura in mare; se tu non poggiassi sulla pietra affonderesti nel mare, perché è appunto su tale pietra che si deve camminare, perché essa non è sommersa dal mare.
10 - Considera le meraviglie di Dio.
Ho annunziato ed ho parlato e si moltiplicarono oltre ogni numero.
C'è un numero e c'è un soprannumero.
Il numero è fisso e si riferisce alla Gerusalemme celeste.
Il Signore conosce i suoi, ( 2 Tm 2,19 ) i cristiani timorati, i cristiani fedeli, i cristiani che osservano i comandamenti, che camminano per le vie di Dio, che si astengono dai peccati, e che, se sono caduti, lo confessano; costoro fanno parte del numero.
Ma sono forse i soli? Ve ne sono anche in soprannumero.
Infatti, anche se ora sono pochi, pochi a paragone della moltitudine delle grandi folle; con tutto ciò, pur riempiendo le folle le chiese, stipandole fino alle pareti, schiacciandosi i fedeli l'un l'altro fin quasi a restar soffocati nella calca; tuttavia, fra essi stessi, se c'è un premio in palio, si corre all'anfiteatro; questi sono in soprannumero.
Ma noi così ci esprimiamo affinché siano nel numero; poiché non sono presenti non ci odono, ma lo ascoltino da voi, quando sarete usciti.
Ho annunziato - dice - e ho parlato.
È Cristo che parla; è Lui che ha annunziato quale nostro Capo, ed ha annunziato nelle sue membra, ha mandato i suoi messaggeri, ha mandato gli Apostoli: in tutta la terra è giunta la loro voce, e fino ai confini della terra le loro parole. ( Sal 19,5 )
Moltissimi fedeli si riuniscono, grandi folle accorrono, ma molti sono veramente convertiti, altri no; e sono in minor numero i veramente convertiti, più numerosi sono invece gli altri; perché si sono moltiplicati oltre il numero.
11 - [v 7.] Ho annunziato ed ho detto, e si sono moltiplicati oltre il numero.
Il sacrificio e l'offerta non hai voluto.
Queste sono le cose meravigliose di Dio, sono i pensieri di Dio; uguali a questi non ve ne sono; cioè attirato da questi lo spettatore si allontani dalle curiosità mondane e cerchi con noi queste cose migliori e più fruttuose, di cui si rallegrerà quando le avrà trovate; e tanto se ne rallegrerà da non temere la sconfitta della persona amata.
Chi infatti ama l'auriga, è disposto a ricevere insulti per la sconfitta di quello.
Quando invece l'auriga vince, egli stesso è incoronato.
È forse incoronato anche il povero che a lui grida?
Se vince, è incoronato l'auriga; se perde è insultato chi l'acclama.
Perché accetti rimproveri per conto di colui con il quale non dividi la veste?
Ben altro accade nei nostri spettacoli.
Certamente tutti corrono - ha detto Paolo apostolo, in quello stadio, in quello spettacolo - ma uno solo tuttavia riceve il premio; ( 1 Cor 9,24 ) gli altri se ne vanno sconfitti.
Ed hanno perseverato nella corsa; ma uno solo riceve l'applauso, restano a mani vuote gli altri che pure come lui hanno faticato.
Non così accade qui.
Tutti coloro che corrono corrano con perseveranza, tutti ricevono il plauso; e quello che è giunto per primo aspetta per essere incoronato insieme con l'ultimo.
È la carità, non la cupidigia che governa questa gara; tutti correndo si amano a vicenda, e l'amore stesso è la corsa.
Il sacrificio e l'offerta non hai voluto, dice il salmo a Dio.
Gli antichi infatti, quando ancora preannunziavano in immagine il vero sacrificio che i fedeli conoscono, celebravano in allegorie le future realtà; molti lo sapevano, ma la maggior parte lo ignorava.
I profeti e i santi patriarchi sapevano che cosa celebravano; ma tutta la restante folla degl'ingiusti era tanto carnale, che con le celebrazioni figurava soltanto i sacrifici successivi; e accadde che, abrogato quel primo sacrificio, furono tolti gli olocausti degli arieti, dei caproni, dei vitelli e di tutte le altre vittime; Dio più non li volle.
Perché non li ha più voluti? Perché prima li aveva voluti?
Perché essi erano tutti come le parole di colui che promette; e le parole che promettono, quando si dà ciò che promettono, non vengono più dette.
Uno, infatti, promette finché non dà; quando ha dato, le sue parole cambiano.
Non continua a dire: Darò, per ciò che sino ad allora prometteva di dare; ma dice: Ho dato. Cambia il verbo.
Perché dunque prima gli era gradita quella parola, e perché poi l'ha mutata?
Perché tale parola era adatta al tempo, e, in quel momento, gli era gradita.
Quando significava una promessa allora era detta; ma quando fu dato ciò che era stato promesso, furono annullate le parole che promettevano, e sono state date le parole che adempiono tale promessa.
Così quei sacrifici, quasi parole della promessa, sono spariti.
E che cosa è stato dato per adempiere la promessa?
È stato dato il corpo che voi conoscete, ma che non tutti conoscono; e, voi tutti che lo conoscete, voglia il cielo che non lo conosciate a vostra condanna.
Vedete dunque perché è stato detto: Cristo è il Signore nostro, che ora parla nelle sue membra, ed ora parla nella sua persona.
Dice: Il sacrificio e l'offerta non hai voluto.
Che significa? Siamo stati dunque noi abbandonati in questo tempo senza sacrificio? Certo no.
Mi hai formato un corpo. Non hai voluto i sacrifici per formare questo, mentre li volevi prima che fosse formato.
La realizzazione delle promesse rese inutili le parole che promettono.
Infatti se ancora esse promettessero, significherebbe che non è compiuto ciò che esse promettono.
Le promesse erano espresse con taluni segni; sono stati tolti i segni della promessa, perché ormai si è manifestata la verità promessa.
Siamo in questo corpo, siamo partecipi che questo corpo, conosciamo ciò che riceviamo; e voi che non lo conoscete ancora, lo conoscerete, e quando avrete appreso, voglia il cielo che non riceviate quel corpo per vostra condanna.
Infatti chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve la sua condanna. ( 1 Cor 11,29 )
Il corpo è stato formato per noi, perfezioniamoci noi nel corpo.
Il sacrificio e l'offerta non hai voluto, ma mi hai formato un corpo.
Non hai chiesto olocausti per la colpa; allora io ho detto: Ecco, vengo.
Dobbiamo forse spiegare le parole: Il sacrificio e l'offerta non hai voluto, ma mi hai formato un corpo?
Non hai chiesto olocausti per la colpa; che invece prima chiedeva.
Allora ho detto: Ecco, vengo.
È tempo che venga ciò che era stato promesso, poiché sono state annullate le promesse.
Fratelli miei, considerate che le promesse sono state compiute.
Mi dia ora la gente giudaica un sacerdote.
Dove sono i loro sacrifici? Certuni sono caduti in disuso, altri sono stati soppressi.
Avremmo forse potuto criticarli allora?
Ora li condanniamo: perché se vuoi compierli ora, sono fuori tempo, sono inopportuni, più non convengono.
Ancora prometti ciò che già hai ricevuto.
È rimasto loro qualcosa da celebrare, perché non rimanessero senza alcun segno.
Infatti Caino, il fratello maggiore, che uccise il fratello minore, ricevette un segno perché nessuno lo uccidesse, come sta scritto nel Genesi: Dio dette a Caino un segno affinché nessuno lo uccidesse. ( Gen 4,15 )
Per questo anche la gente giudaica sopravvive.
Tutte le genti soggette alla legge romana, accettarono tale legge, e parteciparono alle superstizioni; poi, per la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, hanno cominciato a separarsi; quella gente invece è rimasta con il suo segno, con il segno della circoncisione, con il simbolo degli azzimi; Caino non è stato ucciso: non è stato ucciso, reca ancora il suo segno.
È stato maledetto dalla terra, che aprì la sua bocca per ricevere dalla mano di lui il sangue del suo fratello.
Perché egli versò il sangue, non lo raccolse; egli versò il sangue e una terra straniera lo raccolse, e da quella terra che aprì la sua bocca ed accolse quel sangue, Caino è stato maledetto; e quella medesima terra che con la sua bocca raccolse quel sangue è la Chiesa.
Da questa Chiesa egli è stato maledetto. E quel sangue grida dalla terra verso di me.
Di questa terra ha detto infatti il Signore: La voce del sangue del tuo fratello grida verso di me dalla terra. ( Gen 4,10 )
Grida, dice, verso di me dalla terra.
Grida verso il Signore; ma sordo è colui che ha versato il sangue, perché non lo beve.
Costoro sono appunto così, come Caino con il suo segno.
I sacrifici che in quel segno si celebravano, sono stati aboliti; e ciò che loro è rimasto del segno di Caino, ormai si è compiuto, ma essi non lo sanno.
Uccidono l'agnello, mangiano gli azzimi: Cristo nostra Pasqua è stato immolato. ( 1 Cor 5,7 )
Ecco riconosco l'agnello ucciso, perché Cristo è stato immolato.
Che dire degli azzimi? Pertanto - dice l'Apostolo - celebriamo il giorno di festa non nel vecchio lievito, e neppure nel lievito della malizia e della malvagità ( mostrando che cosa sia vecchio, cioè la farina, che, vecchia, inacidisce ) ma negli azzimi della sincerità e della verità. ( 1 Cor 5,8 )
Sono rimasti nell'ombra, non possono sopportare il sole della gloria; noi invece siamo ormai nella luce, abbiamo il corpo di Cristo, possediamo il sangue di Cristo.
Se abbiamo la nuova vita, cantiamo il cantico nuovo, l'inno al nostro Dio.
Non hai chiesto olocausti per la colpa, allora io ho detto: Ecco, vengo.
14 - [v 9.] In testa al libro è scritto di me, affinché io faccia la tua volontà: Dio mio, l'ho voluto e la tua legge è in mezzo al mio cuore.
Ecco si è volto alle membra, ecco che egli stesso ha fatto la volontà del Padre.
Ma all'inizio di quale libro è scritto di lui? Forse in testa a questo libro dei salmi.
Perché dunque cercare lontano, o indagare in altri libri?
Ecco che in testa a questo libro dei salmi sta scritto: Beato l'uomo che non va dietro al consiglio degli empi e sulla via dei peccatori non si ferma, e non si è seduto alla cattedra della pestilenza, ma nella legge del Signore rimane fissa la sua volontà.
Ossia: Dio mio, l'ho voluto, e la tua legge è in mezzo al mio cuore; cioè: e nella legge di lui mediterà giorno e notte. ( Sal 1,1.2 )
Bene ho annunziato la tua giustizia nella grande Chiesa.
Parla alle sue membra, esorta a fare ciò che ha fatto.
Egli ha annunziato, annunziamo anche noi; egli ha sofferto, soffriamo con lui; è stato glorificato, saremo con lui glorificati.
Ho annunziato la tua giustizia nella grande Chiesa.
Quanto grande? Grande come tutta la terra.
Quanto grande? Grande come tutte le nazioni.
E perché in tutte le nazioni? Perché è il seme di Abramo, nel quale saranno benedette tutte le genti. ( Gen 12,3; Gen 22,18 )
Perché tutte le genti? Perché in tutta la terra si è diffusa la loro voce. ( Sal 19,5 )
Nella grande Chiesa. Ecco non terrò chiuse le mie labbra, tu lo sai, Signore.
Le mie labbra parlano, non ho vietato loro di parlare.
Dicono qualcosa le mie labbra alle orecchie degli uomini, ma tu hai conosciuto il mio cuore.
Le mie labbra non terrò chiuse, Signore, tu l'hai saputo.
Una cosa ascolta l'uomo, un'altra conosce Dio.
Non sia l'annunzio soltanto nelle labbra, perché non si dica di noi: Fate ciò che vi dicono, ma non fate ciò che fanno. ( Mt 23,3 )
Dello stesso popolo, che loda Dio con le labbra ma non con il cuore, è detto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. ( Is 29,13 )
Parla dunque con le labbra, ma avvicinati con il cuore.
Perché con il cuore si crede per la giustizia, mentre con la bocca si confessa per la salvezza. ( Rm 10,10 )
Così era quel ladrone, appeso alla croce con il Signore, e che riconobbe il Signore sulla croce.
Gli altri non lo riconobbero mentre compiva i miracoli, egli lo riconobbe mentre era inchiodato alla croce.
Era trafitto in tutte le sue membra; le mani erano fissate con chiodi, i piedi erano pure inchiodati, tutto il corpo era disteso sulla croce; quel corpo non era libero nelle sue membra, erano liberi soltanto la lingua e il cuore; con il cuore credette e con la bocca confessò la sua fede.
Ricordati di me - disse - o Signore, quando sarai nel tuo Regno.
Credeva che la sua salvezza fosse molto lontana; ed era contento di riceverla anche dopo lungo tempo; sperava nella salvezza lontana, e neppure di un giorno essa fu rinviata.
Disse: Ricordati di me quando sarai nel tuo Regno; ed egli gli rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso.
Oggi - dice - sarai con me in paradiso. ( Lc 23,42.43 )
Il paradiso possiede alberi felici: oggi sei con me sull'albero della croce, oggi sarai con me sull'albero della salvezza.
Ecco, non terrò chiuse le mie labbra, Signore, tu lo sai.
Dice così affinché non si creda con il cuore e non si vieti alle labbra di annunziare ciò che si crede, per timore.
Vi sono infatti dei cristiani che hanno la fede nel cuore, anche se sono in mezzo a pagani malvagi, miserabili cittadini, sordidi, infedeli, incapaci, pronti all'insulto se essi cominceranno a proclamare di essere cristiani; hanno pertanto in cuore la fede ma temono di confessarla con le labbra, vietano alle loro labbra di dire ciò che sanno, di far sapere ciò che hanno dentro.
Ma il Signore li rimprovera: Chi si sarà vergognato di me al cospetto degli uomini, io mi vergognerò di lui al cospetto dei Padre mio, ( Mc 8,38 ) cioè non lo riconoscerò; perché si è vergognato di confessare la sua fede in me dinanzi agli uomini, io non lo riconoscerò dinanzi al Padre mio.
Dicano dunque le labbra quanto c'è nel cuore; così sarà vinto il timore.
Abbia il cuore ciò che dicono le labbra; e così si combatte la simulazione.
Talvolta infatti per il timore non osi dire ciò che sai, ciò in cui credi; tal'altra simulando dici ciò che non hai nel cuore.
Le tue labbra siano d'accordo con il tuo cuore.
Dato che cerchi pace da Dio, sia in pace con te il tuo cuore; non vi sia lite tra la tua bocca e il tuo cuore.
Ecco non terrò chiuse le mie labbra, o Signore, tu lo sai.
In qual modo lo sai? e che cosa sa il Signore? Legge nel cuore, dove l'uomo non vede.
Per questo anche l'uomo dice: ho creduto.
Ecco possiede il cuore, là dove Dio vede: non tenga chiuse le sue labbra.
Non le terrà. E cosa dice? Per questo ho parlato.
E perché ha detto ciò che ha creduto, cercando che cosa restituire al Signore in cambio di tutte le cose che il Signore gli ha donato, aggiunge: Prenderò il calice della salvezza, e invocherò il nome del Signore.
Non si è spaventato sentendo il Signore dire: Potete bere il calice che io berrò? ( Mt 20,22 )
Confessa dunque con le labbra ciò che aveva nel cuore, e perviene così alla Passione.
E poiché è giunto alla Passione, che fa contro di lui il nemico?
Preziosa al cospetto del Signore è la morte dei Suoi giusti. ( Sal 116,10.15 )
Proprio la morte con cui i pagani hanno incrudelito contro di noi, è oggi per noi motivo di sollievo.
Celebriamo infatti il natale dei martiri, proponiamo a noi stessi l'esempio dei martiri, consideriamo la loro fede, il modo con cui furono scoperti e trascinati, e come siano rimasti fermi dinanzi ai giudici.
Nella Chiesa Cattolica, senza alcuna simulazione, stretti dal vincolo dell'unità, hanno confessato Cristo; come membri hanno desiderato di seguire il capo che li aveva preceduti.
Ma che cosa hanno desiderato? Hanno desiderato essere pazienti nei supplizi, fedeli nella confessione, sinceri nelle loro parole.
Scagliavano infatti contro coloro che li interrogavano le frecce di Dio, e li ferivano irritandoli; molti li ferivano in modo salutare.
Tutto questo noi consideriamo; osserviamo attentamente, e desideriamo imitare.
Questi sono gli spettacoli cristiani, questo dall'alto vede Dio, a questo ci esorta, a questo ci spinge; per questi combattimenti mette in palio i premi e li dona.
Ecco non terrò chiuse le mie labbra.
Guardati dall'aver timore e dal vietare alle tue labbra di parlare.
Signore, tu lo sai che nel cuore c'è ciò che le labbra pronunziano.
17 - [v 11.] La mia giustizia non ho nascosto nel mio cuore.
Che significa la mia giustizia? La mia fede: perché il giusto vive di fede. ( Ab 2,4; Rm 1,17 )
Ad esempio, chiedeva minacciando il persecutore, quando un tempo era loro lecito: Chi sei? pagano o cristiano? Sono cristiano.
Questa è la sua giustizia; ha creduto, vive della fede.
Non ha nascosto nel suo cuore la sua giustizia.
Non ha detto tra sé: Certamente credo in Cristo, ma a questo persecutore che incrudelisce contro di me e mi minaccia non dirò ciò che credo; il mio Dio sa che cosa credo nel mio cuore, egli sa bene che non rinunzio a lui.
Ecco, tu dici di avere tutto questo nel cuore; e che cosa hai sulle labbra?
Dici forse: non sono cristiano? Le tue labbra allora rendono testimonianza contro il tuo cuore.
La mia giustizia non ho nascosto nel mio cuore.
Ho detto la tua verità e la tua salvezza.
Ho detto il tuo Cristo, cioè ho detto la tua verità e la tua salvezza.
Perché Cristo è la verità? Dice: Io sono la verità. ( Gv 14,6 )
Perché Cristo è la sua salvezza? Simeone riconobbe il fanciullo nelle mani della madre nel tempio e disse: Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. ( Lc 2,30 )
Il vecchio riconobbe il fanciullo, divenuto fanciullo nel fanciullo, rinnovato dalla fede.
Aveva avuto il responso e lo disse: il Signore gli aveva detto che non sarebbe uscito da questa vita prima di vedere la salvezza di Dio.
È bene mostrare agli uomini questa salvezza di Dio.
Grideranno: Mostraci, Signore, la tua misericordia e dacci la tua salvezza. ( Sal 85,8 )
Ma la salvezza di Dio è in tutte le genti; infatti, dopo aver detto in un certo passo: Dio abbia compassione di noi, ci benedica, illumini il suo volto su di noi, affinché conosciamo in terra la tua via, aggiunge: In tutte le genti la tua salvezza. ( Sal 67,2.3 )
Dapprima ha detto: affinché conosciamo in terra la tua via, poi ha così proseguito: In tutte le genti la tua salvezza.
È come se gli avessero detto: Qual è la via che desideri conoscere?
Gli uomini vengono alla via, forse che la via viene agli uomini?
La nostra via è venuta agli uomini, ha trovato gli sperduti, ha chiamato a sé quelli che erano fuori strada.
In me, dice, camminate, e non errerete: Io sono la via, la verità, la vita. ( Gv 14,6 )
Non dire: Dov'è la via di Dio? in quale contrada andrò? quale monte salirò? in quali pianure indagherò?
Cerchi la via di Dio? La salvezza di Dio è la via di Dio, ed essa è dovunque, perché in tutte le genti è la tua salvezza.
Ho detto la tua verità e la tua salvezza.
Non ho nascosto la tua misericordia e la tua verità alla grande assemblea.
In tale assemblea siamo, in questo corpo saremo contati anche noi, non celiamo dunque la misericordia del Signore e la sua verità.
Vuoi ascoltare la misericordia del Signore? Allontanati dai peccati, egli ti perdonerà i peccati.
Vuoi ascoltare la verità del Signore? Conserva la giustizia, e la giustizia sarà incoronata.
Ora infatti ti è annunziata la misericordia, poi ti sarà resa manifesta la verità.
Dio infatti non è sì misericordioso da essere ingiusto; e neppure è tanto giusto da non essere misericordioso.
Ti sembra poca la misericordia?
Non ti imputerà tutte le colpe antiche: hai vissuto male sino ad oggi, sei ancora vivo: ebbene, cerca oggi di viver bene e non terrai nascosta questa misericordia.
Se tale è la misericordia: qual'è la verità?
Tutte le genti saranno riunite dinanzi a lui, ed egli le dividerà come il pastore divide le pecore dai caproni; pone le pecore a destra e i caproni a sinistra.
Che dice alle pecore? Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il Regno che è stato preparato per voi.
Ed ai caproni? Andate nel fuoco eterno. ( Mt 25,32.34.41 )
Ivi non c'è più posto per la penitenza.
Poiché hai disprezzato la misericordia sentirai il peso della verità; ma se non hai disprezzato la misericordia, godrai nella verità.
Ma tu, o Signore, non allontanerai da me le tue misericordie.
Volge lo sguardo alle membra ferite.
Poiché non ho celato la tua misericordia e la tua verità alla grande assemblea, cioè alla Chiesa unita di tutto il mondo, volgi lo sguardo alle membra ferite, guarda i peccatori e i colpevoli, e non allontanare le tue misericordie.
La tua misericordia e la tua verità mi hanno sempre accolto.
Non avrei osato convertirmi se non fossi stato sicuro del perdono; non continuerei a perseverare se non fossi certo della promessa.
La tua misericordia e la tua verità mi hanno sempre accolto.
Attendo perché sei buono, attendo perché sei giusto: amo il buono, temo il giusto.
L'amore ed il timore mi conducono; perché la tua misericordia e la tua verità mi hanno sempre accolto.
Perché esse accolgono, e non si deve distogliere gli occhi da esse?
Perché mi hanno circondato sciagure senza numero.
Chi conta i peccati? Chi numera le ingiustizie altrui e le proprie?
Sotto questo enorme peso gemeva colui che diceva: Dai miei peccati segreti purificami, Signore, e quelli degli estranei risparmia al tuo servo. ( Sal 19,13.14 )
Come fossero state poche le nostre colpe, ci vengono imposte anche le altrui; temo per me, temo per il fratello buono, sopporto il fratello malvagio; sotto questo peso che cosa saremmo se cessasse la misericordia di Dio?
Ma tu, Signore, non ti allontanare; stammi vicino.
A chi sta vicino il Signore? A coloro che hanno il cuore contrito. ( Sal 34,19 )
Sta lontano dai superbi, vicino agli umili.
Eccelso è infatti il Signore, e guarda gli umili.
Ma non credano di potersi nascondere dinanzi ai suoi occhi i superbi; da lontano riconosce chi si insuperbisce. ( Sal 138,6 )
Riconosceva da lontano quel fariseo che si vantava, e da vicino soccorreva il pubblicano che si confessava peccatore. ( Lc 18,11 )
Quello vantava i suoi meriti e nascondeva le sue ferite; questi non vantava i meriti, e mostrava le ferite.
Era venuto dal medico, sapeva di essere ammalato, sapeva che doveva essere guarito; non osava levare gli occhi al cielo, si percuoteva il petto; non perdonava a se stesso, per essere da lui perdonato; riconosceva le sue colpe, perché gli fossero rimesse; si puniva perché lui lo liberasse.
Tali sono queste parole; ascoltiamole piamente, e piamente amiamo; con il cuore, con la bocca, con tutte le nostre midolla pronunziamole.
Nessuno si creda giusto; vive colui che parla; vive, e voglia il cielo che viva!
Ancora vive qui, ancora vive con la morte; e se lo spirito è vita per la giustizia, il corpo per altro è morto a cagione del peccato. ( Rm 8,10 )
E il corpo che si corrompe appesantisce l'anima, e la terrena dimora deprime l'intelligenza che pensa molte cose. ( Sap 9,15 )
Spetta dunque a te gridare, ti conviene gemere, confessare, non esaltarti, non vantarti, non gloriarti dei tuoi meriti; perché, anche se hai qualcosa di cui esser lieto, che cosa hai che tu non abbia ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )
Perché mi hanno circondato sciagure senza numero.
Le mie ingiustizie mi hanno sopraffatto, e non ho più potuto vedere.
Qualcosa c'è che vediamo; che cosa ci schiaccia tanto da non farci vedere?
Non è forse l'ingiustizia? Forse un umore travolgente, forse una sorta di fumo, di polvere, qualcosa che ti è stato gettato addosso premeva il tuo occhio in modo che tu non potevi veder questa luce; e non potevi perciò sollevare il tuo occhio ferito verso questa luce; potrai forse levare il cuore ferito verso Dio?
Non devi prima guarire per poter vedere? Ma non ti mostri superbo, quando dici: Prima voglio vedere, e poi crederò?
Chi dice così? Chi sta per vedere dice: Che io veda, e così crederò?
Sto per mostrare la luce, o, meglio è la luce stessa che vuol mostrarsi.
A chi? Non può mostrarsi al cieco, perché non vede.
Perché non vede? Perché il suo occhio è schiacciato da tanti peccati.
Che dice infatti? Le mie ingiustizie mi hanno sopraffatto, e non ho più potuto vedere.
Siano rimosse dunque le mie ingiustizie, siano rimessi i miei peccati, sia tolto il peso dall'occhio, sia risanato ciò che è ferito, si adoperi a tale scopo un precetto cauterizzante come il collirio.
Prima compi ciò che ti è comandato: risana il cuore, purificalo, ama il tuo nemico. ( Mt 5,44; Lc 6,27.35 )
E chi ama il suo nemico? Questo è l'ordine del medico; è un precetto amaro, ma salutare.
Che farò? dice. Ti si costringe a, questo, perché tu possa essere risanato.
Ed aggiunge: Il precetto non sarà pesante per chi è guarito: chi è guarito, con diletto amerà il suo nemico; cerca di farlo anche tu per esser risanato.
Sii forte, persevera, nelle tribolazioni, nelle angustie, nelle tentazioni; è la mano del medico, non del ladrone.
Ecco - continua - accolti i comandamenti, ricevuta la fede, dapprima come tu comandi sanerò il cuore, come mi hai detto: risanato e purificato il cuore che cosa vedrò?
Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. ( Mt 5,8 )
Ora - egli dice - non posso far questo.
Le mie ingiustizie mi hanno sopraffatto, e non ho più potuto vedere.
Si sono moltiplicate più dei capelli del mio capo.
Indica con l'immagine dei capelli del capo un numero enorme.
Chi ha mai contato i capelli del suo capo?
E molto meno si possono contare i peccati, il cui numero eccede quello dei capelli.
Appaiono piccoli, ma sono molti.
Hai evitato i peccati gravi; non commetti più adulterio, non commetti omicidi, non rubi le cose altrui, non bestemmi, non dici falsa testimonianza; questi sono i peccati giganti.
Hai evitato i peccati gravi ma dei piccoli che fai?
Non ti fanno paura? Hai tolto di mezzo i giganti, stai attento a non essere sommerso dalla sabbia.
Si sono moltiplicati più dei capelli del mio capo.
23 - [vv 13.14.] E il mio cuore mi ha abbandonato.
Che c'è da stupirsi se il tuo cuore è stato abbandonato dal tuo Dio, quando ha abbandonato se stesso?
Che significa il mio cuore mi ha abbandonato? Significa che il mio cuore non è capace di conoscere se stesso.
Ha detto: Il mio cuore mi ha abbandonato; cioè: Col mio cuore voglio vedere il Signore, e non posso per la folla dei miei peccati; ma questo è ancora poco, perché il mio cuore non riesce neppure a capire se stesso.
Nessuno si conosce, nessuno presuma troppo di sé.
Forse Pietro comprendeva nel suo cuore il suo cuore stesso, allorché disse: Sarò con te fino alla morte? ( Mt 26,35 )
Nel suo cuore c'era una falsa presunzione, ma in fondo si celava un reale timore; e quindi non si poteva conoscere.
Il cuore malato si teneva nascosto, ma era manifesto al medico.
Ciò che di tal cuore fu preannunziato, si è realizzato.
Dio conosceva in lui ciò che egli stesso in se medesimo non conosceva; perché il suo cuore lo aveva abbandonato, il suo cuore era celato al suo cuore.
E il mio cuore mi ha abbandonato.
E allora? Che cosa gridiamo? che cosa diciamo? Ti piaccia, o Signore, liberarmi.
È come se dicesse: Se vuoi, mi puoi mondare. ( Mt 8,2 )
Ti piaccia liberarmi, o Signore, guardami ed aiutami.
Le membra sono pentite, le membra sono doloranti, gridano sotto i ferri del medico, ma sperano.
Signore, volgiti a darmi aiuto.
24 - [v 15.] Siano confusi e svergognati coloro che cercano di togliermi la vita.
Infatti in un altro passo fa questa accusa, e dice: Guardavo a destra, e vedevo, e non c'era chi si curasse della mia vita; ( Sal 142,5 ) ossia non c'era chi mi imitava.
Cristo così parla nella Passione: Guardavo a destra, cioè non verso gli empi Giudei, ma alla sua stessa destra, cioè verso gli Apostoli: E non c'era chi si curasse della mia vita.
Tanto non c'era nessuno che si curasse della mia vita, che colui che troppo aveva presunto di sé, finì col rinnegarmi. ( Mt 26,70 )
Ma poiché in due modi l'uomo può interessarsi o per trarre vantaggio, o per perseguitare, così qui parla degli altri che cercano la sua vita, e chiede che essi siano confusi e svergognati.
Ma affinché tu non intenda che costoro sono gli stessi di cui si lamenta perché non s'interessano della sua vita per imitarlo, dice che questi se ne interessano per togliergliela ( cioè cercano di farmi morire ) e aggiunge: Siano confusi e svergognati.
In verità molti si sono interessati della sua vita e sono stati confusi e svergognati; s'interessarono del la sua vita e quando parve loro bene gliela tolsero.
Ma egli aveva il potere di dare la sua vita ed aveva il potere di riprenderla. ( Gv 10,18 )
Si sono dunque rallegrati quando l'ha data, e sono stati confusi quando l'ha ripresa.
Siano confusi ed insieme svergognati, coloro che cercano di togliermi la vita.
Siano respinti indietro e storditi, coloro che vogliono la mia rovina.
Siano respinti indietro. Non intendiamo queste parole in senso cattivo.
Egli augura loro del bene; è la voce di colui che disse dalla croce: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )
Perché dunque dice loro di tornare indietro?
Perché coloro che erano superbi, cadendo indietro, sono divenuti umili e possono risorgere.
Quando vanno avanti, vogliono precedere il Signore, vogliono essere migliori del Signore; se invece rimangono dietro riconoscono che egli è il migliore, che è il primo, mentre essi sono inferiori, in modo che egli precede ed essi seguono.
Per questo il Signore rimproverò Pietro che gridava un cattivo consiglio.
Il Signore si apprestava ad affrontare la Passione per la nostra salvezza, e parlava delle cose che avrebbero accompagnata la Passione; e Pietro disse: Non sia mai, Signore; sii benigno con te, questo non accadrà.
Voleva precedere il Signore e dare un consiglio al Maestro.
Ma il Signore, per impedirgli di precederlo ed obbligarlo a seguirlo, disse: Va' indietro, satana. ( Mt 16,22.23 )
Per questo, disse in sostanza, sei satana, perché vuoi precedere colui che devi seguire; ma se andrai indietro e lo seguirai, non sarai più satana.
E che sarà? Su questa pietra edificherò la mia Chiesa. ( Mt 16,18 )
Siano respinti indietro e storditi coloro che vogliono la mia rovina.
Sono malvagi, anche quando benedicono, perché maledicono nel loro cuore.
Tu dici ad un tale: Sii cristiano. Sii tu cristiano, risponde.
Ha detto una buona cosa, non è da imputargli ciò che ha detto, ma l'animo con cui lo ha detto.
Allo stesso modo fu imputato ai Giudei, quando quel cieco nato risanato dal Signore, che essi insultavano e ingiuriavano, disse loro: Volete anche voi essere suoi discepoli? ed essi lo maledissero.
Dice infatti l'evangelista: Lo maledissero dicendogli: Sii tu discepolo di lui. ( Gv 9,27.28 )
Essi lo maledivano, e il Signore lo benedisse; fece di lui ciò che essi dicevano, ma quelli ripagò per la loro maledizione.
Siano respinti indietro e storditi, coloro che vogliono la mia rovina.
Ma vi sono alcuni niente affatto buoni, che vogliono il bene ed anche da essi dobbiamo guardarci.
Perché come quelli maledicono, pur dicendo buone parole, ma con cattivo animo, così molti finiscono col volere il nostro male, ma con animo buono.
Mi spiego. Colui che ti avrà detto: Sii tu cristiano, ti dice una buona cosa, ma con animo malvagio; chi invece ti dirà: Nessuno è migliore di te, anche riferendosi a tue cattive azioni, dato che il peccatore è lodato nei desideri della sua anima e colui che fa il male è lodato, ( Sal 11,3 ) loda il tuo male.
Come quello diceva il tuo bene maledicendo, questo parla del tuo male con lode: fuggi l'uno e l'altro di questi due nemici, guardati da ambedue.
Quello incrudelisce, questo blandisce; ambedue sono malvagi.
Quello è facile all'ira, questo è subdolo nella sua lode, quello rimprovera, questo loda, ma quello è nemico nel rimprovero e questo è ingannatore nella lode.
Guardati da ambedue, prega per difenderti dall'uno e dall'altro.
Quegli stesso che pregò: Siano respinti indietro e storditi, coloro che vogliono la mia rovina; si rivolse ad un altro genere di maldicente ingannatore, e di falso benedicente: Ricevano tosto l'ignominia che meritano, coloro che mi dicono: bene, bene.
Lodano falsamente, dicendo: Sei un grande uomo, un uomo buono, un letterato, un uomo dotto, ma perché sei cristiano?
Lodano quelle qualità nelle quali non vuoi essere lodato, ma ti rimproverano ciò di cui sei felice.
Ma se, per avventura, tu dici: Che cosa lodi in me, il fatto che sono buono o che sono giusto?
Se pensi questo di me, è Cristo che mi ha fatto tale, e quindi loda lui.1
Ma egli ribatte: Non sia mai, non voglio ingiuriarti, tu ti sei fatto così da solo.
Siano confusi coloro che mi dicono: bene, bene.
E che cosa segue? Gioiscano e si rallegrino tutti coloro che ti cercano, Signore.
Coloro che non cercano me, ma te; che non dicono a me: bravo, bravo, ma vedono che in te io mi glorio, se ho qualcosa di cui gloriarmi.
Perché chi si gloria, si glori nel Signore. ( 1 Cor 1,31 )
Gioiscano e si rallegrino tutti coloro che ti cercano, Signore, e dicano sempre: Sia magnificato il Signore.
Perché, anche se da peccatore diventi giusto, da' gloria a colui che giustifica l'empio. ( Rm 4,5 )
Se è peccatore lodi colui che chiama al perdono; se già cammina sulla via della giustizia, lodi colui che chiama alla corona.
Sempre sia magnificato il Signore, da coloro che amano la tua salvezza.
Ma io, del quale essi volevano la rovina, ma io, la cui vita essi cercavano per togliermela.
E, volgendoti ad un altro genere di uomini, ma io, cui essi dicevano: bene, bene, sono misero e povero.
Non c'è in me niente degno di lode.
Strappi il mio sacco, mi copra con la sua stola.
Perché non più io vivo, ma vive in me Cristo. ( Gal 2,20 )
Se Cristo vive in te, e tutto quanto hai di bene è di Cristo, tutto ciò che avrai è di Cristo; e tu che sei per te stesso?
Io sono misero e povero.
Io non sono ricco perché non sono superbo.
Ricco era colui che diceva: Ti ringrazio, Signore, perché non sono come gli altri uomini; povero invece era il pubblicano, che diceva: Signore, sii benevolo con me peccatore. ( Lc 18,11.13 )
Quello ruttava per la sua sazietà, questo piangeva per la fame.
Sono misero e povero. E che farai, o misero e povero? Chiedi l'elemosina dinanzi alla porta di Dio; bussa, ti sarà aperto.
Ma io sono misero e povero; il Signore avrà cura di me.
Manifesta al Signore il tuo affanno, e spera in lui, ed egli farà. ( Sal 55,23 )
Di che cosa ti preoccuperai? per che cosa ti affannerai? Chi ti ha fatto si prenda cura di te.
Chi ebbe cura di te prima che tu esistessi, non si curerà di te, quando ormai sei ciò che egli ha voluto tu fossi?
Perché ormai sei fedele, già cammini sulla via della giustizia.
Non avrà dunque cura di te colui che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti? ( Mt 5,45 ) trascurerà, abbandonerà, lascerà solo te che sei già giusto e vivi della fede? ( Rm 1,17 )
Al contrario egli ti benefica, ti aiuta, ti dà qui ciò che ti è necessario, ti difende dalle avversità.
Facendoti doni ti consola affinché tu perseveri, togliendoteli ti corregge affinché tu non perisca; il Signore ha cura di te, stai tranquillo.
Ti sostiene colui che ti ha fatto, non cadere dalla mano del tuo creatore; se cadrai dalla mano del tuo artefice ti spezzerai.
La buona volontà ti aiuta a rimanere nelle mani di Colui che ti ha creato.
Di': il mio Dio lo vuole; Egli mi reggerà, egli mi sosterrà.
Abbandonati a lui; non credere che ci sia il vuoto, quasi che tu dovessi precipitare; non t'immaginare una cosa di questo genere.
Egli ha detto: Io riempio il cielo e la terra. ( Ger 23,24 )
Mai egli ti mancherà; non mancargli tu, non mancare a te stesso. Il Signore ha cura di me.
Mio soccorso e mio protettore sei tu; Dio mio, non tarderai.
Invoca, implora, teme di venir meno: Non tarderai, dice.
Che significa non tarderai? Se non fossero stati abbreviati questi giorni, nessuna carne si salverebbe, ( Mt 24,22 ) abbiamo letto ora a proposito dei giorni delle tribolazioni.
Infatti quasi fosse un solo uomo prega Dio il corpo di Cristo, le membra di Cristo ovunque diffuse, come fosse un solo povero, un solo mendicante.
Perché anche quel povero, quel ricco divenuto povero di cui parla l'Apostolo dicendo: Essendo ricco si è fatto povero, affinché vi arricchiate nella sua povertà, ( 2 Cor 8,9 ) arricchisce i veri poveri, rende poveri i falsi ricchi.
Grida verso di lui: Dai confini della terra t'invoco, mentre si scoraggia l'anima mia. ( Sal 61,3 )
Verranno i giorni delle tribolazioni, e di quelle ancora più dure; verranno, come dice la Scrittura; e quanto più trascorrono i giorni, tanto più si accrescono le tribolazioni.
Nessuno prometta a se stesso quanto non promette il Vangelo.
Fratelli miei, vi scongiuro, leggete attentamente le nostre Scritture, osservate se in qualcosa vi hanno ingannato, se una cosa hanno detto ed è accaduto alcunché di diverso da quanto esse hanno detto; è necessario infatti che accada tutto quanto fino alla fine, così come esse hanno detto.
Le nostre Scritture non ci promettono in questo secolo altro che tribolazioni, sofferenze, angustie, dolori crescenti, tentazioni in gran numero.
Prepariamoci a tutto questo, se non vogliamo venir meno perché siamo impreparati.
Guai alle donne incinte e che allattano, ( Mt 24,19 ) avete ora udito.
Sono come le donne incinte coloro che si gonfiano nella speranza, mentre come quelle che allattano sono coloro che già hanno ottenuto quanto desideravano.
In effetti la donna incinta si gonfia nella speranza del figlio, ma non vede ancora il figlio; quella che già allatta, abbraccia ormai quanto sperava.
Facciamo un paragone, a titolo di esempio: Come è bella questa villa del mio vicino!
Oh, se fosse mia, se potessi unirla alla mia e fare di questa e di quella una sola proprietà!
Anche l'avarizia ama l'unità; e ciò che ama in sé è buono, ma non riconosce come si deve amare.
Ecco, desidera la villa del prossimo; ma questo vicino è ricco, non è povero, dispone di onori, di potenza, e magari tu devi piuttosto aver timore della sua potenza, anziché sperare di ottenere qualcosa della sua proprietà.
Ma senza speranza l'anima non concepisce, e non è incinta.
Se invece il vicino è povero, o si trova in ristrettezze tanto che è possibile che venda, oppure è possibile fargli pressioni per costringerlo a vendere, l'occhio gli sta addosso, e spera di ottenere la villa; ecco che l'anima resta pregna di quella speranza, spera di potersi impadronire della villa e della proprietà del vicino povero.
E quando questo povero si trova in difficoltà, viene dal suo vicino ricco, che magari è solito ossequiare, cui mostra deferenza alzandosi quando passa, e che saluta chinando il capo, e gli dice: Dammi del denaro, ti scongiuro, sono pressato da un creditore.
E quello replica: Non ho ora denaro tra le mani.
Ma se il povero volesse vendere, ne avrebbe.
Conosciamo queste cose; tra noi c'è stato chi così ha agito, auguriamoci che non ce ne siano più.
Forse che siamo vissuti ieri ed oggi non viviamo?
È tempo di correggerci, non ancora è stata operata la divisione, in cui gli uni saranno posti a destra e gli altri a sinistra; ( Mt 25,33 ) non siamo ancora all'inferno, dove fu quel ricco assetato e che bramava una goccia d'acqua; ( Lc 16,22 ) accorgiamoci di come viviamo, e correggiamoci.
Non speriamo le cose altrui; impregnati gonfiamoci di speranza finché non giungeremo a quelle cose, raggiunte le quali saremo baciati come figli.
Guai alle donne incinte e che allattano in quei giorni, dice.
Dobbiamo mutare il nostro cuore, dobbiamo sollevarlo in alto, non dobbiamo abitare qui con il cuore; malvagia è questa contrada.
Ci basti ciò che qui è necessario alla carne; non ci venga quanto non è necessario; basti al giorno la sua malizia, ( Mt 6,34 ) in alto abitiamo con il cuore.
Se siete risorti con Cristo, dice ai fedeli l'Apostolo, ai fedeli che ricevono il corpo e il sangue del Signore, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo siede alla destra di Dio; cercate le cose di lassù, non quelle che stanno sulla terra.
Perché siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. ( Col 3,1-3 )
Non è manifesto infatti ciò che vi è stato promesso; già è pronto, ma voi non lo vedete.
Vuoi essere pregno, qui devi impregnarti, e questa stessa sia la tua speranza; sicuro sarà il tuo parto, non sarà un aborto, e neppure una nascita temporale; abbraccerai ciò che in eterno partorirai.
Così dice Isaia: Abbiamo concepito e partorito lo spirito della salvezza. ( Is 26,18 )
È dunque celato, e non ci è dato ora, ma ci sarà dato.
Fratelli miei, quante cose ci sono state date, e chi può contarle, come dice la Scrittura?
Ivi sta scritto della Chiesa, e vediamo che è così; vi si parla degli idoli che più non saranno, e vediamo che più non sono; si dice che i Giudei perderanno il loro regno e lo hanno perduto; vi si narra delle eresie future, e sono apparse; vi si narra del giorno del Giudizio, del premio dei buoni e della condanna dei malvagi: in ogni cosa abbiamo trovato che Dio è fedele; verrà meno alla fedeltà e ci ingannerà alla fine?
Il Signore avrà cura di me.
Mio soccorso e mio protettore tu sei; Dio mio, non tarderai.
Se non fossero stati ridotti quei giorni, nessuna carne si salverebbe; ma a cagione degli eletti saranno abbreviati. ( Mt 24,22 )
Quei giorni saranno di tribolazione, ma non saranno tanto lunghi come ci si attende.
Presto passeranno; e la pace che verrà non passerà.
Anche se lungo, il male deve essere sopportato, in vista del bene senza fine.
Indice |
1 | Tertull. Apol. 3, 1 2 |