Esposizione dei Salmi |
Siano rese grazie al chicco di grano che ha voluto morire e moltiplicarsi! ( Gv 12,25 )
Siano rese grazie all'unico Figlio di Dio, il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, che si è degnato di subire la nostra morte per farci degni della sua vita.
Ecco, un tempo egli era solo, finché non passò: proprio come è detto nel salmo: Io sono solo finché non passo. ( Sal 141,10 )
Tuttavia, quel grano, allora così solo, aveva in sé una grande fecondità, tale da diventare moltitudine.
E, veramente, quanti sono i chicchi di grano che ne hanno imitata la passione e per i quali noi esultiamo ogni volta che celebriamo il giorno natalizio dei martiri!
Molte sono le sue membra, tutte unite sotto l'unico capo, che è lo stesso nostro Salvatore, nel vincolo della carità e della pace.
È una realtà di cui voi avete inteso parlare moltissime volte e, quindi, ben conoscete.
Sì, tutte insieme esse formano un uomo solo e il più delle volte la voce che si ascolta nei salmi è la loro voce: voce come di un sol uomo.
Uno grida a nome di tutti, perché nell'unico Cristo tutti sono uno solo.
Ascoltiamo, dunque, perché i martiri hanno sofferto e perché hanno corso gravi pericoli tra le grandi tempeste dell'odio di questo mondo.
E non dico tanto delle sofferenze del corpo, che prima o poi avrebbero dovuto abbandonare, quanto dei pericoli per la stessa fede.
Essi, infatti, se fossero venuti meno o avessero ceduto di fronte ai gravissimi dolori delle persecuzioni o si fossero lasciati sedurre dall'amore per questa vita, avrebbero perduto ciò che Dio aveva loro promesso.
Il Signore però interveniva a togliere ogni timore dal loro cuore, e ciò non soltanto con la parola ma anche con l'esempio.
Con la parola, dicendo: Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; ( Mt 10,28 ) con l'esempio, facendo lui stesso per primo ciò che ordinava con la parola.
Egli, di fatto, non volle evitare la mano di coloro che lo frustavano, né gli schiaffi di coloro che lo colpivano, né la saliva di coloro che lo coprivano di sputi, né la corona di coloro che gli ponevano sulla testa le spine, né la croce di coloro che lo uccidevano.
Non volle evitare niente di tutto questo ( egli che per se stesso non ne aveva affatto bisogno ), per amore di coloro ai quali tutto questo era necessario.
Volle, cioè, fare di se stesso la medicina per gli ammalati.
Hanno, dunque, sofferto i martiri; e, se non li avesse soccorsi di continuo colui che diceva: Ecco, io sono con voi fino alla consumazione del mondo, ( Mt 28,20 ) certamente sarebbero venuti meno.
In questo salmo risuona, dunque, la voce di persone sofferenti; e perciò anche la voce dei martiri, angustiati e afflitti in mezzo alle sofferenze, ma sempre fiduciosi nel loro capo.
Ascoltiamoli, e parliamo con loro con l'affetto del cuore, anche se non ci troviamo nelle loro stesse condizioni.
Essi, infatti, sono già stati incoronati, mentre noi corriamo ancora dei rischi.
E, quanto alle persecuzioni, quelle che subiamo noi non sono identiche a quelle da cui essi furono oppressi, ma sono, forse, anche peggiori: costretti a vivere, come siamo, in mezzo all'enormità di scandali di ogni genere.
I nostri tempi, infatti, ne traboccano e frequentissimo dovrebbe echeggiare quel Guai che il Signore ebbe a gridare.
Guai al mondo per gli scandali! ( Mt 18,7 )
E, poiché ha abbondato l'iniquità, si raggela la carità di molti. ( Mt 24,12 )
Pensiamo a quel santo che fu Lot: il quale non era sottoposto da alcuno a persecuzioni corporali nella città di Sodoma, né alcuno gli aveva ordinato di non abitarvi.
La persecuzione che subiva erano le malvagie azioni dei sodomiti. ( Gen 19 )
Ebbene, ormai Cristo già siede in cielo ed è già stato glorificato; ormai i re piegano il loro capo al suo giogo e sulla loro fronte è apposto il segno di lui.
Non resta più nessuno, ormai, che osi insultare apertamente i cristiani; e tuttavia soffriamo ancora in mezzo ai suoni e ai canti.
Ci sono ancora i nemici dei martiri; e, poiché non possono perseguitarli con le parole e con la spada, li perseguitano con i loro cattivi costumi.
E volesse il cielo che avessimo a rammaricarci solo dei pagani!
Ci sarebbe, almeno, una certa consolazione!
Si potrebbe sperare, cioè, che, quando saranno segnati ( loro che non portano ancora il segno della croce di Cristo ), cesseranno di folleggiare frenati dall'autorità del Salvatore.
Purtroppo, invece, ci tocca vedere, anche fra coloro che portano sulla loro fronte il segno di Cristo, gente che sulla stessa fronte porta il marchio della propria dissolutezza: gente che, nei giorni festivi o nelle solennità dei martiri, non esulta cristianamente ma insulta al nome cristiano.
Tra tutte queste cose noi gemiamo, ed esse costituiscono la nostra persecuzione, sempre che ci sia in noi la carità che dice: Chi si ammala, e io non mi ammalo?
Chi è scandalizzato, e io non brucio? ( 2 Cor 11,29 )
Nessun servo di Dio è, dunque, esente dalla persecuzione; ed è vero quanto dice l'Apostolo: Tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo soffriranno persecuzioni. ( 2 Tm 3,12 )
Vedrai perché, vedrai in qual modo.
Fatto sta che il diavolo ha un duplice aspetto.
È leone per la sua violenza; e un dragone per le insidie.
Se minaccia da leone, è nemico; se insidia da serpente, è nemico.
Quando saremo sicuri? Ecco, ammesso anche che tutto il mondo diventi cristiano, si farà forse cristiano anche il diavolo?
Egli non cesserà, dunque, né di tentare né di tendere insidie.
È stato frenato come con catene ed è stato rinchiuso nel cuore degli empi, sicché non può infierire contro la Chiesa né fare tutto quello che vorrebbe.
Fremono i denti degli empi contro la dignità della Chiesa e la pace dei cristiani; e, poiché non possono infierire con la violenza, eccoli organizzare danze indecorose, eccoli uscire in bestemmie e insozzare tutto con la lussuria, e così guastare le anime dei cristiani, dato che non è loro concesso lederne i corpi.
Gridiamo, dunque, tutti ad una sola voce queste parole: O Dio, accorri in mio aiuto!
In questo mondo, infatti, noi abbiamo sempre bisogno del suo soccorso.
Quando sarà che non ne avremo più bisogno?
Frattanto, posti come siamo in mezzo alle tribolazioni, diciamo a gran voce: O Dio, accorri in mio aiuto!
Siano confusi e temano coloro che cercano la mia vita. È Cristo che parla.
Parli il capo o il corpo, è sempre lui che parla: colui che disse: Perché mi perseguiti? ( At 9,4 )
Colui che disse: Ciò che avete fatto a uno di questi miei piccoli lo avete fatto a me. ( Mt 25,40 )
Vi è nota la voce di quest'uomo: dell'uomo tutto intero, del capo e del corpo.
Non occorre parlarne tutte le volte, perché è ben conosciuta.
Dice: Siano confusi e temano coloro che cercano la mia vita.
In un altro salmo dice: Mi volgevo a destra e guardavo, e non c'era chi mi conoscesse; ogni scampo era perduto per me, e non c'era chi cercasse la mia vita. ( Sal 142,5 )
Là, parlando dei persecutori, dice che non c'era nessuno che cercasse la sua vita; qui, al contrario, dice: Siano confusi e temano coloro che cercano la mia vita.
Si doleva perché nessuno lo cercava al fine di imitarlo; gemeva perché lo cercavano per opprimerlo.
Tu cerchi la vita del giusto, sia quando pensi d'imitarlo, che quando pensi di ucciderlo.
Poiché in due modi si cerca la vita dell'uomo giusto, e di ognuno di questi modi si parla in questi due salmi.
Nell'uno si duole perché non c'è persona che cerchi la sua vita per imitarne le sofferenze; nell'altro, cioè in questo, dice: Siano confusi e temano coloro che cercano la mia vita.
Cercano la vita di lui, ma non certo per averne due.
Non la cercano, infatti, a quel modo come il ladrone cerca l'abito del viandante: egli lo uccide proprio per spogliarlo e impadronirsi del suo abito.
Al contrario, chi perseguita una persona e la uccide, le toglie la vita, ma non per vestirsene.
Essi cercano, dunque, la mia vita: mi vogliono uccidere.
Che cosa auguri a costoro? Siano confusi e provino timore.
Ma dove sono le parole che hai ascoltate dal tuo Signore: Amate i vostri nemici; beneficate coloro che vi odiano, e pregate per quelli che vi perseguitano? ( Mt 4,4 )
Ecco: tu soffri persecuzioni e maledici coloro che te le infliggono.
Come puoi dire che imiti le pene sofferte per primo dal tuo Signore mentre, inchiodato alla croce, diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno? ( Lc 23,34 )
Il martire risponde a chi pone queste domande e dice: Mi proponi l'esempio del Signore che dice: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
Riconosci in tali parole anche la mia voce, affinché diventi anche la tua.
Che cosa ho detto a proposito dei miei nemici? Siano confusi e provino timore.
Una tale vendetta s'è già compiuta sui nemici dei martiri.
Saulo, colui che perseguitava Stefano, è stato confuso e ha provato timore.
Desiderava la strage, cercava i cristiani per catturarli e ucciderli; ha udito dal cielo la voce: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
È stato confuso e gettato a terra: e si è levato per obbedire, lui che ardeva dal desiderio della persecuzione. ( At 7,57; At 9,1-6 )
Questo, dunque, desiderano i martiri per i loro nemici: che siano confusi e provino timore.
Finché, infatti, non sono confusi né temono, necessariamente difendono le loro azioni.
Credono di essere dei superuomini perché catturano, perché incatenano, colpiscono, uccidono, tripudiano, insultano.
Siano, finalmente, confusi di tutte le loro azioni e ne provino timore.
Se sono confusi, si convertono anche: poiché non possono convertirsi se prima non sono confusi né temono.
Desideriamo, dunque, tutto questo per i nostri nemici; desideriamolo sereni.
Ecco, io l'ho già detto, ma vorrei ripeterlo insieme con voi: tutti coloro che oggi tripudiano e schiamazzano e insultano i martiri, siano confusi e temano!, sicché, finalmente, entro queste pareti, battano confusi i loro petti.
Si volgano indietro e si vergognino coloro che pensano di farmi del male.
In un primo tempo si dovettero subire le violenze dei persecutori; ora ci è rimasta da tollerare la malvagità di coloro che occultamente tramano il male.
Nella Chiesa vari sono i periodi di persecuzione che si susseguono l'uno all'altro.
La Chiesa fu presa d'assalto, quando i re scatenavano le persecuzioni; e, poiché era stato predetto che i re avrebbero perseguitato ma poi avrebbero creduto, compiutasi la prima cosa, ne è seguita l'altra.
E anche questa seconda è ormai un fatto compiuto: i re hanno creduto; alla Chiesa è stata concessa la pace; anzi, la Chiesa stessa ha cominciato a trovarsi al sommo della sua dignità anche in questa terra, anche in questa vita.
La rabbia dei persecutori, tuttavia, non viene meno; solo che hanno rivolto la loro violenza a trame interiori.
In questi pensieri, come in un abisso, sta il diavolo incatenato; ( Ap 20,2 ) freme, e non balza fuori.
Fu scritto, infatti, a proposito di questi tempi della Chiesa, che il peccatore vedrà e si adirerà.
E che cosa farà? Forse ciò che ha fatto prima? Cattura, incatena, percuoti!
Non fa nulla di questo. E che cosa fa allora? Digrigna i suoi denti e si consuma. ( Sal 112,10 )
Contro di essi sembra che si adiri il martire; eppure il martire prega per loro.
Come ha desiderato il bene di coloro a proposito dei quali diceva: Siano confusi ed abbiano timore coloro che cercano la mia vita, così anche ora desidera il bene di quelli dei quali dice: Si volgano indietro e si vergognino coloro che pensano di farmi del male.
Perché? Perché non vadano avanti, ma seguano.
Chi, infatti, critica la religione cristiana e vuol vivere secondo la sua idea vuole in certo qual modo precedere Cristo.
Come se Cristo abbia sbagliato a comportarsi da debole e infermo, quando volle o, meglio, si ridusse in condizione di soffrire per mano dei giudei: mentre lui, uomo intelligente e saggio, avrebbe evitato tutte queste cose.
Si sarebbe sottratto alla morte, mentendo anche ingiustamente, pur di non morire, e uccidendo la sua anima purché vivesse il corpo.
Costui crede di essere una persona, di cervello, un gran saggio.
Precede il Cristo e osa rimproverarlo come se fosse a lui superiore.
Creda, invece, in Cristo e lo segua.
Infatti, ciò che ora qui si augura ai persecutori che macchinano il male, lo disse il Signore stesso a Pietro, quando, a un certo momento, costui volle precedere il Signore.
Parlava infatti, il Salvatore, della sua passione - di quella passione che, se egli non avesse subita, noi non saremmo salvi - e Pietro, che poco prima aveva confessato che il Signore era il Figlio di Dio ( ed in seguito a tale confessione era stato chiamato Pietra, sopra la quale sarebbe stata edificata la Chiesa ) subito dopo, mentre il Signore parlava della sua imminente passione, disse: Non sia mai, Signore! Dio te ne liberi! Questo non accadrà.
Poco prima il Signore gli aveva risposto: Beato te, Simone figlio di Iona, perché non te lo ha rivelato la carne e il sangue ma il Padre mio che è nei cieli! ( Mt 16,17 )
Ora invece gli dice: Va' dietro a me, Satana!
Che significano le parole: Va' dietro a me? Significano: Seguimi!
Tu mi vuoi precedere, mi vuoi dare un consiglio.
È meglio che tu segua il mio consiglio. Cioè: Va' dietro; va' dietro a me.
Trattiene colui che vuol passare avanti e gl'impone d'andare dietro; e lo chiama, anzi, Satana perché vuole precedere il Signore.
Poco prima lo aveva detto beato; ora lo chiama Satana.
Perché poco prima lo aveva detto beato? Perché non te lo ha rivelato - gli aveva detto - la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli.
E perché ora lo chiama Satana? Perché non nutri, dice, pensieri di Dio, ma quelli degli uomini. ( Mt 16,16-23 )
Orbene, noi che vogliamo rettamente celebrare il giorno natalizio dei martiri, desideriamo imitare i martiri.
Non cerchiamo di precederli né vogliamo crederci più saggi di loro, perché evitiamo di soffrire per la giustizia e per la fede, mentre essi non evitarono tali sofferenze.
Concludendo, coloro che pensano di fare il male e alimentano nella lussuria i loro cuori, costoro si volgano indietro e si vergognino.
Ascoltino le parole che in tempi a noi più vicini avrebbe dette l'Apostolo: Ma, quale frutto avete tratto da quelle cose delle quali ora arrossite? ( Rm 6,21 )
Che cosa segue? Si volgano subito indietro, rossi di vergogna, coloro che mi dicono: Bravo! Bravo!
Due sono le specie dei persecutori: quelli che insultano e quelli che adulano.
Fa più danno la lingua dell'adulatore, che non la mano dell'assassino; e la Scrittura dà a una tale lingua il nome di fornace.
Parlando della persecuzione, dice infatti: Come oro nella fornace li ha provati ( si riferisce ai martiri uccisi ) e come vittima del sacrificio li ha accolti. ( Sap 3,6 )
Ascolta come non diversa è anche la lingua degli adulatori.
L'argento e l'oro - dice - sono messi alla prova dal fuoco; l'uomo, invece, è messo alla prova dalla bocca di coloro che lo lodano. ( Pr 27,21 )
Fuoco quello e fuoco questo. Da ambedue è necessario che tu esca incolume.
Chi ti oltraggia ti fa a pezzi; sei frantumato nella fornace come un vaso di argilla.
La parola [ di Dio ] ti aveva plasmato; poi è sopraggiunta la prova della tribolazione.
È necessario, infatti, che ciò che era stato plasmato, venga anche cotto.
Se il vaso era stato ben plasmato, ben venga il fuoco! Servirà per indurirlo.
Per questo il salmista diceva nella sofferenza: È inaridita come terracotta la mia forza. ( Sal 22,16 )
Cioè, la sofferenza e la fornace della tribolazione lo avevano reso più forte.
Per contro, se sei lodato dagli adulatori e da spiriti cortigiani, e tu acconsenti alle loro parole, è come se tu comprassi l'olio ma non lo portassi con te, sull'esempio di quelle cinque vergini sciocche; ( Mt 25,3 ) e allora sarà la bocca di coloro che ti lodano la fornace dove tu andrai in frantumi.
È vero che noi non possiamo vivere senza questi ostacoli, tuttavia è necessario che li affrontiamo e ne sappiamo uscire.
Affrontiamo pure le offese dei malvagi e dei perversi; ascoltiamo anche le blandizie degli adulatori.
Usciamone, però, subito. Preghiamo colui del quale è detto: Custodisca il Signore la tua entrata e la tua uscita, ( Sal 121,8 ) affinché, entrato integro nella prova, ne esca altrettanto integro.
Dice infatti anche l'Apostolo: Dio è fedele!
Egli non consente che voi siate tentati al di sopra di quanto potete sopportare.
Ecco l'entrata. Non ha detto che non sarete tentati.
Infatti chi non è tentato, non è messo alla prova, e chi non è messo alla prova non progredisce.
Che cosa, dunque, ha desiderato? Dio è fedele, e non consente che voi siate tentati al di sopra di quanto potete sopportare.
Ecco l'entrata; ascolta anche l'uscita: Ma con la tentazione vi darà anche modo di uscirne, affinché possiate sostenerla. ( 1 Cor 10,13 )
Ebbene: Si volgano subito indietro, rossi di vergogna, coloro che mi dicono: Bravo! Bravo!
Perché lodano me? Lodino Dio.
Chi sono io da essere lodato in me stesso? Che cosa ho fatto io? Che cosa ho che non abbia ricevuto?
Dice l'Apostolo: Se lo hai ricevuto, perché ti glori come se non lo avessi ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )
Pertanto si volgano subito indietro svergognati coloro che mi dicono: Bravo! bravo!
Con tal olio si è ingrassata la testa degli eretici, ( Sal 141,5 ) quando loro dicono: " Io sono, io sono! ", mentre noi per loro diciamo: " Tu, o Signore ".
Hanno preso per sé quel: Bravo! bravo! Hanno seguito il Bravo! bravo!, e sono divenuti guide cieche dei loro ciechi seguaci. ( Mt 15,14 )
Con apertissime parole questo canto lo si rivolge a Donato: " Bravo! bravo! guida buona, duce magnifico! "
Ed egli non ha risposto: Si volgano subito indietro, e si vergognino coloro che mi dicono: Bravo! Bravo!
E neppure ha voluto correggerli, in modo che dicessero a Cristo: Guida buona, duce magnifico!
Viceversa l'Apostolo, temendo il Bravo degli uomini, per essere veramente lodato in Cristo, non volle che fossero tributate a lui le lodi dovute a Cristo; ed a coloro che dicevano: Io sono di Paolo, rispose con libertà cristiana: Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? oppure siete stati battezzati nel nome di Paolo? ( 1 Cor 1,12.13 )
Dicano, dunque, i martiri, anche quando sono perseguitati dagli adulatori: Si volgano subito indietro, rossi di vergogna, coloro che mi dicono: Bravo! Bravo!
Ormai tutti si voltano indietro e arrossiscono, tanto coloro che cercano la mia vita, quanto coloro che pensano di farmi del male, e anche coloro che, con perversa e simulata benevolenza, vogliono lisciare a parole colui che feriscono.
Orbene, quando tutti costoro si saranno voltati indietro e saranno confusi, che cosa accadrà?
Gioiscano e si rallegrino in te. Non in me, non in questo o in quello.
Si rallegrino piuttosto in colui nel quale coloro che erano tenebre sono divenuti luce.
Gioiscano e si rallegrino in te tutti coloro che ti cercano.
Una cosa è cercare Dio; un'altra è cercare l'uomo.
Si rallegrino coloro che ti cercano.
Non avranno, dunque, da rallegrarsi coloro che cercano se medesimi, coloro che tu per primo hai cercati, prima che essi cercassero te.
Quella pecora non cercava ancora il pastore; se ne era andata dal gregge.
E il pastore scese a lei, la cercò e la riportò a casa sulle sue spalle. ( Lc 15,4.5 )
O pecora, tu ora lo cerchi. E potrà non curarsi di te, lui che per primo ti ha cercata, quando tu lo disprezzavi e non lo cercavi?
Comincia, finalmente, a cercare colui che per primo ti ha cercata e ti ha riportata sulle sue spalle.
Fa' quanto ti dice: Quelle che sono mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono. ( Gv 10,3 )
Se cerchi davvero colui che per primo ti ha cercata e vuoi diventare una sua pecora, ascolta la voce del tuo pastore e seguilo.
Poni mente alle cose che egli ti fa conoscere di se medesimo e del suo corpo, affinché tu non cada in errore nei suoi confronti e nei confronti della Chiesa.
Che nessuno ti dica che è Cristo colui che non è Cristo; o che è la Chiesa colei che non lo è.
Molti hanno detto che Cristo non aveva la carne, e che non è risorto nel suo corpo.
Non seguire la loro voce! Ascolta la voce del pastore stesso, che si è rivestito della carne per ricercare la carne che si era perduta.
Dopo risorto, diceva: Toccate e guardate! Lo spirito non ha carne né ossa, come vedete che io ho. ( Lc 24,39 )
Si mostrava a te; segui la sua voce.
E ti mostrava anche la Chiesa, affinché nessuno avesse a ingannarti col nome di Chiesa.
Era necessario, diceva, che Cristo soffrisse e risorgesse dai morti il terzo giorno e che fosse in suo nome predicata la penitenza e la remissione dei peccati tra tutte le genti, incominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,46.47 )
Ecco la voce del tuo pastore: non seguire la voce degli altri! ( Gv 10,5 )
Non avrai timore del ladro, se avrai seguito la voce del pastore.
Ma come la seguirai? La seguirai se non dirai a nessun uomo, come se suo fosse il merito: Bravo, bravo!
E se non starai neppure, ad ascoltare infatuato le sue parole, in modo che la tua testa non si unga con l'olio del peccatore. ( Sal 141,5 )
Gioiscano e si rallegrino in te tutti coloro che ti cercano, e dicano.
Che cosa debbono dire coloro che esultano? Sempre sia magnificato il Signore.
Questo dicano coloro che gioiscono e cercano te.
Che cosa? Dicano: Sempre sia magnificato il Signore! coloro che amano la tua salvezza.
Non soltanto: Sia magnificato il Signore, ma sia magnificato sempre.
Ecco: tu eri nell'errore, volgevi le spalle a lui, e lui ti ha chiamato. Sia lodato il Signore!
Ecco: egli ti ha ispirato la confessione dei tuoi peccati, e tu hai confessato; Dio ti ha dato il perdono.
Sia lodato il Signore! Ormai hai cominciato a vivere con giustizia; penso che ormai sarebbe quasi giusto che anche tu ricevessi la lode.
Infatti, quando ti chiamava di fra mezzo all'errore, doveva essere lodato il Signore; e quando a te pentito e confesso perdonava i peccati, doveva essere lodato il Signore; ma ora che, ascoltando le sue parole, tu hai cominciato a progredire e sei stato giustificato e sei giunto a un certo grado di virtù, sarebbe giusto che anche tu in qualche modo fossi elogiato.
Dicano: Sia sempre lodato il Signore! Sei peccatore? Sia lodato, affinché ti chiami.
Confessi le tue cattive azioni? Sia lodato, affinché ti perdoni.
Vivi ormai da uomo giusto? Sia lodato, affinché ti sostenga.
Perseveri sino alla fine? Sia lodato, affinché ti glorifichi.
Sì, sempre sia lodato il Signore! Dicano questo i giusti; dicano questo coloro che lo cercano.
Chiunque non dice così non lo cerca. Ecco: Sia magnificato il Signore!
Gioiscano e si rallegrino tutti coloro che lo cercano, e dicano: Sempre sia magnificato il Signore! coloro che amano la salvezza di lui.
La loro salvezza deriva, infatti, da lui: non da loro stessi.
La salvezza del Signore Dio nostro è il Salvatore e Signore nostro Gesù Cristo.
Chiunque ama il Salvatore, confessa di essere stato guarito; chiunque confessa di essere stato guarito, confessa di essere stato prima ammalato.
Dicano, dunque: Sempre sia magnificato il Signore! coloro che amano la tua salvezza.
Non la loro propria salvezza, come se si salvassero da se medesimi.
Non la salvezza dell'uomo, come se fossero salvati dall'uomo.
Sta scritto: Non riponete fiducia nei principi e nei figli degli uomini, nei quali non c'è salvezza. ( Sal 146,2.3 )
Perché? Perché del Signore è la salvezza, e sopra il tuo popolo la tua benedizione. ( Sal 3,9 )
Ebbene, sempre sia magnificato il Signore! Chi dice così? Coloro che amano la tua salvezza.
Ecco: Sia magnificato il Signore! E tu? In nessun tempo e in nessun luogo dovrai essere lodato?
Se sono qualcosa, lo sono in lui, non in me stesso.
Per cui, se è vero che, tutto quello che sono, lo sono in lui, lui dev'essere glorificato, non io.
Ma tu, allora, che cosa sei? Io sono misero e povero.
Egli è ricco, egli è nell'abbondanza, egli non ha bisogno di alcuno.
Ecco la mia luce; ecco donde sono illuminato; ecco perché grido: Tu illuminerai la mia lampada, Signore; Dio mio, tu illuminerai le mie tenebre. ( Sal 18,29 )
Il Signore libera i prigionieri; il Signore rialza i caduti.
Il Signore acceca i sapienti; il Signore custodisce i suoi fedeli. ( Sal 146,7 )
Ma tu che cosa sei? Io sono misero e povero.
Io sono come un orfano; la mia anima è come una vedova abbandonata e lasciata sola.
Io chiedo aiuto; sempre confesso la mia debolezza. Io sono misero e povero.
Mi sono stati perdonati i peccati; già ho cominciato ad osservare i comandamenti di Dio; tuttavia ancora sono misero e povero.
Perché ancora misero e povero? Perché vedo un'altra legge nelle mie membra che si oppone alla legge del mio spirito. ( Rm 7,23 )
Perché misero e povero? Perché: Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia. ( Mt 5,6 )
Ancora ho fame, ancora ho sete: la mia sazietà è differita, la mia fame non è ancora estinta.
Io sono misero e povero. O Dio, aiutami!
Come aveva cominciato: O Dio, accorri in mio aiuto, così finisce: O Dio, aiutami!
Si dice che Lazzaro significhi " aiutato "; e il senso quadra benissimo.
Eccolo là, infatti, quel povero, sollevato nel seno di Abramo! ( Lc 16,22 )
Egli è l'immagine della Chiesa di Dio, la quale sempre deve confessare di aver bisogno di aiuto.
È la verità, è l'autentica pietà. Ho detto al Signore: Tu sei il mio Dio.
Perché? Perché non hai bisogno delle mie sostanze. ( Sal 16,2 )
Egli non ha bisogno di noi, mentre noi abbiamo bisogno di lui: per questo egli è veramente " il signore ".
Tu infatti, nei riguardi del tuo servo, non ne sei veramente il padrone: ambedue siete uomini, ambedue avete bisogno di Dio.
Che se tu pensi che il tuo servo ha bisogno di te, perché tu gli dai il pane, anche tu hai bisogno del tuo servo, affinché ti aiuti nel tuo lavoro: ambedue avete bisogno l'uno dell'altro.
Perciò nessuno di voi è veramente padrone e nessuno di voi è veramente servo.
Ascolta il vero " signore ", del quale anche tu sei servo! Ho detto al Signore: Tu sei il mio Dio.
Perché tu sei " signore "? Perché non hai bisogno delle mie sostanze.
E tu che cosa sei? Io sono misero e povero. Sì, misero e povero.
Lo nutra Dio, lo sollevi Dio, lo aiuti Dio. Proprio come pregava lui stesso: O Dio, aiutami!
Mio aiuto e liberatore sei tu, Signore; non tardare! Tu sei aiuto e liberatore.
Io ho bisogno di soccorso: aiutami! Io sono prigioniero: liberami!
Perché nessuno all'infuori di te mi scioglierà dai miei legami.
Siamo avviluppati, come da lacci, da molteplici cure: da tutte le parti siamo come sbrindellati da spine e da rovi.
Camminiamo per una via stretta e, forse, siamo attaccati alle siepi.
Diciamo, dunque, a Dio: Tu sei il mio liberatore.
Colui che ci ha mostrato la via stretta, ( Mt 7,14 ) lo ha fatto perché lo seguiamo.
Questa voce non venga mai meno in noi, o fratelli.
Per quanto a lungo potremo vivere qui in terra, per quanti progressi vi abbiamo fatti, nessuno di noi dica: " Mi basta; sono giusto "!
Chi lo dice rimane nella via, non può giungere alla meta.
Nel momento stesso in cui dice: " Mi basta ", si ferma.
Osserva l'Apostolo, insoddisfatto dei suoi progressi.
Guarda come vuol essere aiutato, fino a che non raggiunga la meta.
Fratelli, dice, io non credo di aver conseguito la meta. ( Fil 3,13 )
E, perché nessuno credesse di averla raggiunta, diceva: Chi crede di sapere qualcosa non sa ancora come occorra sapere. ( 1 Cor 8,2 )
Che cosa dice, dunque? Fratelli io non credo di aver conseguito la meta.
Poco prima aveva detto: Non che io abbia già ricevuto, o che sia già perfetto; ( Fil 3,12 ) e poi aggiunge: Fratelli, io non credo di aver conseguito la meta.
Se non ha ancora ricevuto, è misero e povero; se non è ancora perfetto, è misero e povero.
Con ragione dice: O Dio, aiutami! Eppure qualcosa intende, e qualcosa di molto sublime.
Osserva, tuttavia, che cosa dice: Egli può compiere infinitamente di più di quanto noi possiamo chiedere e comprendere. ( Ef 3,20 )
Vedi come egli non è ancor giunto né ha ancora conseguito la meta.
Che cosa dice? Fratelli, io non credo di aver raggiunto la meta.
Ma ad una cosa miro: dimentico delle cose che stanno dietro, protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta, il premio della chiamata superna. ( Fil 3,13.14 )
Egli, dunque, corre; tu invece stai fermo.
Egli dice di non essere ancora perfetto; e tu ti glori di aver già raggiunto la perfezione?
Siano confusi coloro che ti dicono: Bravo! bravo!
Sii confuso anche tu in mezzo a loro, perché anche tu dici: Bravo! bravo!
Infatti chi loda se stesso, dice a se stesso: Bravo! bravo!
Chi è lodato dagli altri e consente alle lodi non porta con sé l'olio.
Si spengono le lampade, e la porta gli sarà chiusa in faccia. ( Mt 25,3-10 )
Ecco quanto ci ha insegnato brevemente questo salmo, o carissimi.
Ci ha spronati a celebrare la festività dei martiri in modo da intendere che, come i martiri hanno sofferto in questo mondo tribolazioni corporali, così noi, per quanto viviamo in pace, dobbiamo necessariamente soffrire tribolazioni spirituali.
È necessario che la Chiesa e i fedeli che la formano gemano in mezzo agli scandali, alla zizzania, alla paglia.
Finché non venga la mietitura, finché non venga il ventilabro, finché non venga l'ultima vagliatura nella quale si separerà la paglia dal frumento, e il frumento sarà raccolto nel granaio. ( Mt 13,30; Mt 3,12 )
Finché tutto questo non accade, gridiamo: Io sono misero e povero; o Dio, aiutami!
Tu, Signore, sei il mio aiuto: non tardare! Che significano le parole: Non tardare?
Si riferisce a quei molti che dicono: " È lontano il momento in cui Cristo verrà".
Ma come? Se gli diremo di non tardare, forse che verrà prima di quando ha stabilito di venire?
Che vuol dire, insomma, questa invocazione: Non tardare? Vuol dire: Non mi sembri troppo lungo attendere il momento in cui verrai.
A te, infatti, potrebbe sembrare troppo lungo, mentre, non lo è per Iddio, dinanzi al quale mille anni non sono un solo giorno oppure tre ore di veglia. ( Sal 90,4 )
Ma, se tu non avrai pazienza, ti sembrerà troppo lontano; e, siccome ti sembrerà lontano, ti allontanerai da lui.
Sarai simile a coloro che, stanchi per il cammino nel deserto, si affrettarono a chiedere a Dio le gioie che egli riservava loro nella patria; e, siccome durante il viaggio non fu loro dato di gustarne, perché facilmente ne sarebbero stati corrotti, mormorarono contro Dio, e con il cuore tornarono in Egitto. ( Es 16,2; At 7,39 )
Là, donde si erano allontanati col corpo, tornarono con il cuore.
Non fare così anche tu; non fare così! Abbi timore della parola del Signore: Ricordatevi della moglie di Lot! ( Lc 17,32 )
Anche essa era sulla via, ormai liberata da Sodoma.
Guardò indietro; e lì, dove guardò, rimase. Divenne una statua di sale, ( Gen 19,29 ) sì da poterti condire.
Ti è stata data come esempio, affinché tu abbia coraggio e non ti fermi stupidamente per la via.
Guarda chi si ferma, e va' oltre; guarda chi si volge indietro, e protenditi verso le cose che ti stanno avanti.
Come Paolo. Che significa non volgersi indietro? Eccotelo: Dimenticando le cose che stanno dietro.
Così avanzerai verso la celeste palma alla quale sei stato chiamato e della quale, più tardi, ti glorierai.
Come dice il medesimo Apostolo: Mi resta, ora, la corona della giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice. ( 2 Tm 4,8 )
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