Summa Teologica - I-II |
Infra, q. 42, a. 5, ad 1; q. 45, a. 3
Pare che l'esperienza non possa causare la speranza.
1. L'esperienza appartiene alle facoltà conoscitive poiché, come insegna Aristotele [ Ethic. 2,1 ], « la virtù intellettuale ha bisogno di esperienza e di tempo ».
Ora la speranza, come si è visto [ a. 2 ], risiede in una facoltà non conoscitiva, ma appetitiva.
Quindi l'esperienza non è causa della speranza.
2. Il Filosofo [ Reth. 2,13 ] scrive che « i vecchi hanno una speranza stentata a motivo dell'esperienza »: dal che si dimostra che l'esperienza produce una mancanza di speranza.
Ora, uno stesso principio non può essere causa di realtà contrarie.
Quindi l'esperienza non è causa di speranza.
3. Il Filosofo [ De caelo 2,5 ] insegna che « pronunziarsi su tutto senza eccezioni, talora è segno di stoltezza ».
Ma è proprio di una grande speranza il tentare ogni cosa, mentre la stoltezza nasce dall'inesperienza.
Quindi è più causa di speranza l'inesperienza che l'esperienza.
Il Filosofo [ Ethic. 3,8 ] nota che « alcuni hanno molta speranza per aver vinto spesso e contro molti avversari », il che appartiene all'esperienza.
Quindi l'esperienza è causa di speranza.
Abbiamo già detto [ a. 1 ] che l'oggetto della speranza è il bene futuro arduo e raggiungibile.
Quindi una cosa può causare la speranza o perché rende possibile all'uomo una meta da raggiungere, oppure perché gliela fa credere raggiungibile.
Causa la speranza nel primo modo quanto accresce il potere umano, vale a dire le ricchezze, la potenza, e tra l'altro anche l'esperienza: infatti mediante l'esperienza l'uomo acquista la capacità di compiere agevolmente una data cosa, dal che nasce la speranza.
Per cui Vegezio [ De Re Milit. 1,1 ] scrive che « nessuno ha paura di fare ciò che crede di aver bene imparato ».
Causa invece la speranza nella seconda maniera quanto serve a far nascere la persuasione che una data cosa è raggiungibile.
E in questo modo può causare la speranza sia il sapere, sia una qualsiasi esortazione.
E anche in questo modo l'esperienza può causare la speranza: poiché mediante l'esperienza si forma in un uomo la persuasione che per lui è possibile una data cosa, ritenuta impossibile prima dell'esperienza.
- Ma da questo lato l'esperienza può anche produrre una mancanza di speranza.
Come infatti l'esperienza fa nascere in un uomo la persuasione di poter raggiungere una cosa che prima riteneva irraggiungibile, così può anche far nascere la convinzione opposta, rispetto a ciò che prima considerava raggiungibile.
Così dunque l'esperienza può causare la speranza in due modi, mentre in un solo modo può causarne la mancanza.
Per cui possiamo dire che è maggiormente causa di speranza.
1. In campo operativo l'esperienza non causa solo la scienza, ma anche l'abito, in forza della consuetudine che rende più facile l'operazione.
Ma anche le stesse virtù intellettuali accrescono la capacità di operare facilmente: esse infatti dimostrano che una cosa è possibile.
Per cui vanno incluse tra le cause della speranza.
2. Nei vecchi l'esperienza produce una mancanza di speranza in quanto causa la persuasione che molti beni sono irraggiungibili.
Per cui Aristotele aggiunge che ad essi « molte cose sono capitate a rovescio ».
3. La stoltezza e l'inesperienza possono essere causa quasi accidentale della speranza in quanto tolgono la scienza da cui potrebbe nascere la convinzione che una data cosa è impossibile.
Quindi l'inesperienza causa la speranza nella maniera in cui l'esperienza ne causa la mancanza.
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