Summa Teologica - I-II |
Pare che i mali insoliti e improvvisi non siano i più temibili.
1. Il timore sta al male come la speranza sta al bene.
Ma nel bene l'esperienza accresce la speranza.
Quindi nel male essa accresce il timore.
2. Il Filosofo [ Reth. 2,5 ] afferma che sono temuti maggiormente « non coloro che sono dotati di ira violenta e improvvisa, ma i calmi e gli astuti ».
Ora, è noto che i dotati di ira violenta hanno dei moti improvvisi.
Quindi le cose improvvise sono meno temute.
3. Le cose improvvise possono essere meno pensate.
Ma certe cose quanto più si pensano, tanto più si temono: per cui il Filosofo [ Ethic. 3,8 ] fa notare che « alcuni sembrano coraggiosi per la loro incoscienza, ma appena si accorgono che una cosa è diversa da come si immaginavano, si danno alla fuga ».
Quindi le cose improvvise sono meno temute.
Scrive S. Agostino [ Conf. 2,6.12 ]: « Il timore paventa i casi insoliti e repentini che minacciano le cose amate, e si preoccupa della sicurezza ».
Abbiamo già visto [ a. 3, q. 41, a. 2 ] che oggetto del timore è il male imminente che è difficile impedire.
E ciò nasce da due fatti: dalla gravità del male e dalla debolezza di chi teme.
Ora, ciò che è insolito e improvviso contribuisce sia all'una che all'altra cosa.
Primo, contribuisce a far apparire più grande il male che sovrasta.
Infatti tutte le cose materiali, sia buone che cattive, più si pensano e minori appaiono.
Come dunque la lunga durata mitiga il dolore di un male presente, secondo l'osservazione di Cicerone [ Tusc. disp. 3,30 ], così la previsione diminuisce il timore di un male futuro.
- Secondo, ciò che è insolito e improvviso contribuisce ad accrescere la debolezza di chi teme: poiché un male che capita all'improvviso toglie i rimedi che uno potrebbe predisporre per impedire il male che sta per verificarsi.
1. Oggetto della speranza è il bene che uno può raggiungere.
Perciò quanto serve ad accrescere il nostro potere è fatto per accrescere la speranza; ma per lo stesso motivo è fatto per diminuire il timore, poiché il timore ha per oggetto il male che è difficile impedire.
Quindi, dal momento che l'esperienza rende l'uomo più forte nell'operare, come fa crescere la speranza, così fa diminuire il timore.
2. Coloro che hanno l'ira violenta non la nascondono: perciò le offese che essi infliggono non sono così improvvise da non potersi prevedere.
Invece gli uomini calmi e astuti nascondono l'ira: perciò l'offesa che essi preparano non può essere prevista, e capita all'improvviso.
Per questo il Filosofo afferma che costoro sono più temuti.
3. Di per sé i beni e i mali di ordine materiale in principio appaiono più grandi.
E la ragione sta nel fatto che ogni cosa prende risalto se è posta vicino al suo contrario.
Perciò, quando uno dalla povertà passa improvvisamente alla ricchezza, stima di più quest'ultima, a motivo della povertà precedente; e al contrario i ricchi caduti improvvisamente in miseria aborriscono maggiormente la povertà.
E per questo si teme di più un male improvviso, in quanto appare maggiormente come un male.
- Può tuttavia capitare che resti nascosta la gravità di un male: come quando il nemico si nasconde a tradimento.
E allora è vero che una diligente considerazione rende un male più temibile.
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