Summa Teologica - I-II |
Pare che il timore non sia una passione speciale.
1. S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 33 ] afferma che « chi non si lascia scoraggiare dalla paura non è debellato dalla cupidigia, né estenuato dalla malattia », cioè dalla tristezza, « né agitato dalla gioia vana ».
Dalla qual cosa si dimostra che, eliminando il timore, si eliminano tutte le altre passioni.
Quindi il timore non è una passione speciale, ma generale.
2. Il Filosofo [ Ethic. 6,2 ] insegna che « la propensione e la fuga stanno all'appetito come l'affermazione e la negazione stanno all'intelletto ».
Ora, la negazione e l'affermazione non sono qualcosa di speciale nell'intelletto, ma sono comuni a molte cose.
Quindi anche la fuga nell'appetito.
Ma il timore non è altro che una fuga del male.
Quindi il timore non è una passione speciale.
3. Se il timore fosse una passione speciale sarebbe esclusivamente nell'irascibile.
Invece il timore è anche nel concupiscibile.
Infatti il Filosofo [ Reth. 2,5 ] insegna che « il timore è una certa tristezza »; e il Damasceno [ De fide orth. 3,23 ] scrive che « il timore è una virtù desiderativa ».
Ora, la tristezza e il desiderio sono nel concupiscibile, come si è detto [ q. 23, a. 4 ].
Quindi il timore non è una passione speciale, dal momento che appartiene a facoltà distinte.
Il timore è una suddivisione delle passioni dell'anima, come dice espressamente il Damasceno [ De fide orth. 2, cc. 12,15 ].
Le passioni dell'anima ricevono la specie dal loro oggetto.
Quindi è speciale quella passione che ha un oggetto speciale.
Ora, il timore ha un oggetto speciale, come la speranza.
Come infatti il bene futuro, arduo e raggiungibile è l'oggetto della speranza, così il male futuro, difficile e a cui non si può resistere è l'oggetto del timore.
Quindi il timore è una passione speciale dell'anima.
1. Tutte le passioni derivano da un principio, cioè dall'amore, nel quale sono reciprocamente connesse.
Ed è in forza di tale connessione che l'eliminazione del timore elimina tutte le altre passioni dell'anima, non già perché il timore sia una passione generale.
2. Non qualsiasi fuga dell'appetito, ma la fuga da uno speciale oggetto costituisce il timore, come si è spiegato [ nel corpo ].
Quindi, sebbene la fuga sia qualcosa di generico, il timore è una passione speciale.
3. Il timore in nessun modo è nel concupiscibile: infatti non ha per oggetto un male ordinario, bensì il male difficile o arduo, difficilmente sopportabile.
Tuttavia al timore vengono attribuite certe proprietà del concupiscibile inquantoché le passioni dell'irascibile nascono e terminano nelle passioni del concupiscibile, come si è detto [ q. 25, a. 1 ].
Infatti si dice che il timore è una tristezza in quanto l'oggetto del timore, se fosse presente, darebbe tristezza: perciò nel medesimo testo il Filosofo afferma che il timore nasce « dall'immaginazione di un male futuro che distrugge e rattrista ».
E similmente il Damasceno attribuisce il desiderio al timore poiché, come la speranza nasce dal desiderio di un bene, così il timore nasce dalla fuga di un male; ma a sua volta la fuga del male nasce dal desiderio di un bene, come si è già spiegato [ q. 25, a. 2; q. 29, a. 2; q. 36, a. 2 ].
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