Summa Teologica - I-II |
II-II, q. 4, a. 7; q. 17, aa. 7, 8; In 3 Sent., d. 23, q. 2, a. 5; d. 26, q. 2, a. 3, sol. 2; De Virt., q. 4, a. 3
Pare che l'ordine delle virtù teologali non richieda la precedenza della fede sulla speranza, e della speranza sulla carità.
1. La radice è prima di ciò che da essa deriva.
Ma la carità è la radice di tutte le virtù, secondo l'espressione di S. Paolo [ Ef 3,17 ]: « radicati e fondati nella carità ».
Quindi la carità precede le altre virtù.
2. Scrive S. Agostino [ De doctr. christ. 1,37 ]: « Uno non può amare ciò che non crede che possa esistere.
D'altronde, se uno crede e ama, operando il bene fa sì che anche speri ».
Perciò la fede precede la carità, e la carità la speranza.
3. L'amore è il principio di ogni affetto, come sopra [ cf. a. 2, ad 3 ] abbiamo affermato.
Ma la speranza sta a indicare un affetto: abbiamo visto infatti che è una passione [ q. 23, a. 4 ].
Quindi la carità, che è amore, viene prima della speranza.
L'Apostolo nomina le virtù suddette in questo ordine, dicendo [ 1 Cor 13,13 ]: « Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità ».
Vi sono due tipi di ordine: l'ordine della generazione e l'ordine della perfezione.
Secondo l'ordine della generazione, in base al quale in un dato soggetto la materia viene prima della forma e l'essere imperfetto prima della sua perfezione, la fede precede la speranza, e la speranza la carità, rispetto agli atti ( mentre gli abiti sono infusi tutti simultaneamente ).
Un moto appetitivo non può infatti tendere verso una cosa con la speranza o con l'amore se prima non la conosce con i sensi o con l'intelligenza.
Ma l'intelletto conosce le cose che spera e che ama mediante la fede.
Perciò nell'ordine della generazione la fede deve precedere la speranza e la carità.
- Similmente poi l'uomo ama una cosa per il fatto che la apprende come un bene proprio.
Ora, dal momento che uno spera di conseguire un bene da una persona, considera questa come un certo suo bene proprio.
Quindi per il fatto stesso che uno spera da parte di qualcuno, passa ad amarlo.
E così in ordine di generazione, secondo gli atti, la speranza precede la carità.
Invece nell'ordine della perfezione la carità precede la fede e la speranza: poiché sia l'una che l'altra vengono informate dalla carità e da essa ricevono la perfezione come virtù.
Infatti la carità è la madre e la radice di ogni virtù in quanto è la forma di tutte le virtù, come spiegheremo in seguito [ II-II, q. 23, a. 8 ].
1. È così risolta la prima obiezioni.
2. S. Agostino parla della speranza con la quale uno spera di raggiungere la beatitudine per i meriti che già possiede: e questo è proprio della speranza formata, che segue la carità.
Ma uno può sperare anche prima di possedere la carità, non in forza dei meriti che già possiede, ma in forza di quelli che spera di conseguire.
3. Parlando delle passioni abbiamo detto [ q. 40, a. 7 ] che la speranza riguarda due cose.
La prima come oggetto principale: ed è il bene sperato.
E da questo punto di vista l'amore precede sempre la speranza: infatti non si spera un bene se esso non è desiderato e amato.
- Ma la speranza riguarda anche colui dal quale si spera di poter conseguire il bene.
E da questo punto di vista in un primo momento la speranza precede l'amore, sebbene in seguito dall'amore stesso la speranza riceva un incremento.
Infatti dal momento che uno pensa di poter conseguire un bene mediante una persona, comincia ad amarla; e per il fatto che la ama, in seguito spera da lei con più forza.
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