Summa Teologica - I-II |
I, q. 62, a. 2; In 2 Sent., d. 5, q. 2, a. 1; d. 28, q. 1, a. 4; In 4 Sent., d. 17, q. 1, a. 2, sol. 2, ad 2; C. G., III, c. 149; De Verit., q. 24, a. 15; Quodl., 1, q. 4, a. 2; In Ioan., c. 1, lect. 6, In Hebr., c. 12, lect. 3
Pare che l'uomo possa prepararsi da solo alla grazia, senza l'aiuto esterno della grazia.
1. Sopra [ a. 4, ob. 2 ] abbiamo detto che è assurdo imporre all'uomo delle cose impossibili.
Ora, nella Scrittura [ Zc 1,3 ] si legge: « Convertitevi a me, e io mi rivolgerò a voi ».
Ma prepararsi alla grazia equivale a volgersi, o convertirsi, a Dio.
Quindi l'uomo è in grado di prepararsi da se stesso alla grazia, senza l'aiuto della grazia.
2. Facendo quanto sta in lui, l'uomo si prepara alla grazia: poiché se l'uomo compie quanto sta in lui, Dio non gli nega la grazia: infatti nel Vangelo [ Mt 7,11 ] si legge che Dio « dà lo Spirito buono a coloro che glielo domandano ».
Ora, si dice che sta in noi quanto è in nostro potere.
Perciò sembra essere in nostro potere prepararci alla grazia.
3. Se uno ha bisogno della grazia per prepararsi alla grazia, per lo stesso motivo avrà bisogno di un'altra grazia per prepararsi a quella grazia, e così all'infinito: il che è assurdo.
Bisogna quindi stare alla prima ipotesi, che cioè l'uomo può prepararsi alla grazia senza la grazia.
4. Sta scritto [ Pr 16,1 ]: « All'uomo spetta preparare l'animo ».
Ma si dice che spetta all'uomo quanto egli può fare da se stesso.
Quindi l'uomo può prepararsi da se stesso alla grazia.
Il Signore dice nel Vangelo [ Gv 6,44 ]: « Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato ».
Ma se l'uomo potesse prepararsi da solo, non sarebbe necessario che fosse attratto da un altro.
Quindi l'uomo non può prepararsi alla grazia senza l'aiuto della grazia.
Esistono due preparazioni della volontà umana al bene.
Una la predispone al compimento del bene e al possesso di Dio.
E tale preparazione non può verificarsi senza il dono abituale della grazia, principio di ogni atto meritorio, come si è detto [ a. prec. ].
- C'è poi una preparazione della volontà umana per ottenere il dono stesso della grazia abituale.
Ora, perché un uomo si prepari a ricevere tale dono non è necessario presupporre un altro dono abituale nell'anima, poiché così si procederebbe all'infinito; è necessario però presupporre un aiuto gratuito di Dio che muova l'anima interiormente, o ne ispiri i buoni propositi. Infatti, come sopra [ aa. 2,3 ] si è spiegato, noi abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio in questi due modi.
Che poi noi abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio è evidente.
Ogni causa, infatti, deve necessariamente volgere i suoi effetti al proprio fine, poiché ogni causa agente agisce per un fine.
E poiché l'ordine delle cause agenti corrisponde all'ordine dei fini, è necessario che l'uomo venga indirizzato al fine ultimo dalla mozione della causa prima, e al fine prossimo dalla mozione delle cause inferiori.
L'animo del soldato, p. es., è volto a conseguire la vittoria dalla mozione del comandante supremo dell'esercito, mentre è volto dal tribuno a impadronirsi della bandiera di un fortilizio.
Essendo quindi Dio il primo motore assoluto, dipende dalla sua mozione il volgersi di tutte le cose a lui secondo la ragione comune di bene, mediante la quale ogni cosa tende, a suo modo, alla somiglianza con Dio.
Per cui anche Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che Dio « volge a sé tutte le cose ».
Ma gli uomini giusti Dio li volge a sé come a un fine speciale, al quale essi tendono e al quale desiderano aderire come al proprio bene, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 73,28 ]: « Il mio bene è stare vicino a Dio ».
Quindi il volgersi dell'uomo a Dio non può avvenire senza che Dio rivolga l'uomo verso di sé.
Ora, prepararsi alla grazia significa appunto volgersi a Dio: come colui il cui sguardo è distolto dal sole si prepara a riceverne la luce rivolgendo gli occhi verso di esso.
È quindi evidente che l'uomo non può prepararsi a ricevere la luce della grazia se non mediante un aiuto gratuito di Dio che lo muova interiormente.
1. La conversione dell'uomo a Dio avviene certamente mediante il libero arbitrio; e per questo si comanda all'uomo di convertirsi a Dio.
Ma il libero arbitrio non può volgersi a Dio se Dio non lo piega verso di sé, secondo le espressioni di Geremia [ Ger 31,18; Lam 5,21 ]: « Fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei il Signore mio Dio »; « Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo ».
2. L'uomo non può fare nulla senza la mozione di Dio, secondo il detto evangelico [ Gv 15,5 ]: « Senza di me non potete far nulla ».
Quando perciò si dice che l'uomo fa ciò che è in suo potere, ci si riferisce al potere che egli ha sotto la mozione di Dio.
3. L'obiezione riguarda la grazia abituale, che richiede una certa preparazione, poiché ogni forma richiede un soggetto predisposto.
Ma se si tratta di ricevere una mozione da parte di Dio non è richiesta una mozione precedente, essendo Dio il primo motore.
E così non c'è da procedere all'infinito.
4. Spetta all'uomo preparare l'animo poiché ciò dipende dal suo libero arbitrio; ma questa preparazione egli non può compierla senza l'aiuto di Dio che muove e attira, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].
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