Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 34, q. 2, a. 3, sol. 3
Pare che col crescere della carità diminuisca il timore.
1. S. Agostino [ In I ep. Ioh. tract. 9 ] ha scritto: « Più cresce la carità, più diminuisce il timore ».
2. Crescendo la speranza, diminuisce il timore.
Ma crescendo la carità cresce la speranza, come sopra [ q. 17, a. 8 ] si è detto.
Quindi col crescere della carità diminuisce il timore.
3. L'amore dice unione, il timore invece separazione.
Ma crescendo l'unione diminuisce la separazione.
Quindi crescendo l'amore di carità diminuisce il timore.
S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest., q. 36 ] insegna che « il timore di Dio non solo inizia, ma porta a compimento la sapienza, quella cioè per cui uno ama Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come se stesso ».
Il timore di Dio, come si è detto [ a. 2 ], è di due tipi: c'è un timore filiale, che fa temere l'offesa di Dio e la separazione da lui, e c'è un timore servile, col quale si teme la pena.
Ora, è necessario che il timore filiale aumenti col crescere della carità, come cresce l'effetto se cresce la causa: infatti quanto più si ama una persona, tanto più si teme di offenderla e di separarsene.
Invece il timore servile scompare del tutto nella sua servilità alla venuta della carità; può tuttavia rimanere nella sua essenza il timore della pena, secondo le spiegazioni date [ a. 6 ].
E questo timore diminuisce col crescere della carità, specialmente nei suoi atti: poiché quanto più uno ama Dio, tanto meno teme la pena.
Prima di tutto perché bada meno al bene proprio, che la pena pregiudica.
In secondo luogo perché aderendo a Dio con maggiore fermezza ha più fiducia nel premio, e quindi teme meno la pena.
1. S. Agostino in quel testo parla del timore del castigo.
2. È il timore della pena che diminuisce col crescere della speranza.
Ma col crescere di questa aumenta il timore filiale: poiché quanto più uno aspetta con certezza di raggiungere un bene con l'aiuto di un'altra persona, tanto più ha paura di offenderla e di separarsene.
3. Il timore filiale non dice separazione, ma piuttosto sottomissione a Dio, mentre aborrisce la separazione dalla sua sudditanza.
Tuttavia in qualche modo implica separazione per il fatto che non presume di mettersi alla pari, ma vuole sottostare.
Separazione che però si riscontra anche nella carità, in quanto essa fa amare Dio più di se stessi e sopra tutte le cose.
Per cui un aumento della carità non sminuisce la riverenza del timore, ma la accresce.
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