Summa Teologica - II-II |
Pare che la frode non rientri nell'astuzia.
1. Non è cosa lodevole che uno si lasci ingannare, come vuole l'astuzia.
Invece è cosa lodevole che uno subisca la frode, secondo le parole di S. Paolo [ 1 Cor 6,7 ]: "Perché non soffrire piuttosto una frode?".
Quindi la frode non rientra nell'astuzia.
2. La frode sembra ridursi a un'illecita usurpazione o retenzione dei beni esterni: si legge infatti nella Scrittura [ At 5,1s ] che "un uomo di nome Anania, con la moglie Saffira, vendette un suo podere e frodò sul prezzo del campo".
Ma usurpare o ritenere illecitamente i beni esterni rientra nell'ingiustizia o nella illiberalità.
Perciò la frode non rientra nell'astuzia, che si contrappone alla prudenza.
3. Nessuno usa astuzia contro se stesso.
Invece le frodi di certuni sono contro loro stessi: sta scritto infatti [ Pr 1,18 ] a proposito di certuni che "macchinano frodi contro se stessi".
Quindi la frode non rientra nell'astuzia.
La frode è ordinata a ingannare, come appare da quelle parole di Giobbe [ Gb 13,9 ]: "Rimarrà egli ingannato dalle vostre frodi?".
Ma allo stesso scopo tende anche l'astuzia.
Quindi la frode rientra nell'astuzia.
Come l'inganno, così anche la frode consiste nell'effettuazione dell'astuzia; ma c'è questa differenza, che mentre l'inganno vale per qualsiasi attuazione pratica dell'astuzia, sia che si tratti di parole che di fatti, la frode sembra concernere più propriamente l'attuazione pratica dell'astuzia mediante le opere.
1. L'Apostolo non vuole indurre i fedeli a lasciarsi ingannare, ma a tollerare pazientemente gli effetti dell'inganno sopportando le ingiustizie inflitte in modo fraudolento.
2. L'attuazione pratica dell'astuzia può avvenire mediante un altro vizio, come l'attuazione pratica della prudenza avviene mediante le virtù.
E in questo modo nulla impedisce che la frode rientri pure nell'avarizia e nella illiberalità.
3. Coloro che fanno una frode non intendono macchinare nulla a danno di se stessi e della propria anima, ma proviene dal giusto giudizio di Dio che ricada su loro stessi quanto hanno macchinato contro gli altri, secondo le parole del Salmo [ Sal 7,16 ]: "Cade nella fossa che ha fatto".
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