Summa Teologica - II-II |
Pare che la castità sia una virtù generale.
1. S. Agostino [ De mendacio 19.40 ] scrive che « la castità è un moto ordinato dell'anima, che non subordina le cose superiori alle inferiori ».
Ma questo è il compito di ogni virtù.
Quindi la castità è una virtù generale.
2. Il termine castità deriva da castigo.
Ora, qualsiasi moto dell'appetito deve essere castigato dalla ragione.
Poiché dunque qualsiasi virtù morale tiene a freno qualche moto dell'appetito, è chiaro che qualsiasi virtù morale è castità.
3. Alla castità si contrappone la fornicazione.
Ma la fornicazione abbraccia ogni genere di peccati, poiché nel Salmo [ Sal 73,27 ] si legge: « Periranno tutti coloro che commettono fornicazione allontanandosi da te ».
Quindi la castità è una virtù generale.
Macrobio [ Sup. somn. Scip. 1,8 ] la enumera tra le parti della temperanza.
Il termine castità può essere preso in due sensi.
Primo, in senso proprio.
E allora la castità è una virtù speciale con la sua materia specifica, che è il desiderio dei piaceri venerei.
Secondo, in senso metaforico.
Poiché come nell'unione dei corpi si ha il piacere venereo, oggetto della castità e del vizio contrario, che è la lussuria, così nell'unione spirituale dell'anima con determinate cose si ha un certo piacere, che è l'oggetto di una certa castità, o di una certa fornicazione metaforica.
Quando infatti l'anima umana gode nell'unirsi spiritualmente con ciò a cui deve unirsi, cioè con Dio, e si astiene dal godere di altre cose unendosi ad esse contro l'ordine di Dio, si può parlare di castità spirituale, come fa S. Paolo quando scrive [ 2 Cor 11,2 ]: « Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo ».
Se invece l'anima gode nell'unirsi ad altre cose contro l'ordine di Dio, allora si ha una fornicazione spirituale, secondo l'espressione di Geremia [ Ger 3,1 ]: « Tu hai fornicato con molti amanti ».
E presa in questo senso la castità è una virtù generale: poiché qualsiasi virtù ha il compito di ritrarre l'anima umana dal piacere che si prova nell'unirsi a cose illecite.
Tuttavia principalmente l'essenza di questa castità consiste nella carità e nelle altre virtù teologali, che uniscono l'anima con Dio.
1. L'argomento vale per la castità presa in senso metaforico.
2. Come si è già notato [ q. 142, a. 2 ], la concupiscenza dei piaceri è quella che più assomiglia al bambino: poiché la brama del piacere, e specialmente dei piaceri del tatto, che sono ordinati alla conservazione, è per noi connaturale.
E così questa concupiscenza aumenta enormemente se viene nutrita mediante il consenso, come un bambino abbandonato ai suoi capricci.
Per cui la concupiscenza di questi piaceri ha bisogno più di ogni altra di essere castigata.
Ed è per questo che la castità per antonomasia ha per oggetto queste concupiscenze: come anche la fortezza ha per oggetto soprattutto le cose che maggiormente richiedono fermezza d'animo.
3. La obiezioni parte dalla fornicazione spirituale e metaforica, che si contrappone alla castità spirituale, come si è detto [ nel corpo ].
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