Summa Teologica - II-II

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Articolo 5 - Se il profeta possa sempre discernere ciò che dice per ispirazione propria da ciò che dice per spirito profetico

C. G., III, c. 154

Pare che il profeta possa sempre discernere ciò che dice per ispirazione propria da ciò che dice per spirito profetico.

Infatti:

1. S. Agostino [ Conf. 6,13.23 ] attesta che sua madre « diceva di discernere per un certo intuito, che non sapeva spiegare a parole, la differenza che c'era tra la rivelazione di Dio e i sogni della sua anima ».

Ora la profezia, come si è detto [ a. 1, ob. 4; a. 3, ob. 1 ], è « una rivelazione di Dio ».

Quindi il profeta discerne sempre ciò che dice per spirito profetico da ciò che dice per ispirazione propria.

2. Secondo S. Girolamo [ Pelagio, Libellus fidei ad Inn. 10 ], « Dio non comanda nulla di impossibile ».

Ma ai profeti Dio fa questo comando [ Ger 23,28 ]: « Il profeta che ha avuto un sogno racconti il suo sogno, e chi ha udito la mia parola annunzi fedelmente la mia parola ».

Quindi il profeta può discernere ciò che ha per spirito profetico da ciò che percepisce in un altro modo.

3. La certezza prodotta dalla luce di Dio è maggiore di quella che si ha con la luce della ragione naturale.

Ma con la luce della ragione naturale chi ha la scienza è certo di averla.

Perciò chi con la luce di Dio ha la profezia, è ancora più certo di averla.

In contrario:

S. Gregorio [ In Ez hom. 1 ] afferma: « Si deve notare che i profeti santi, per il frequente esercizio del loro ministero, talora proferiscono cose che derivano dal loro spirito pensando di essere mossi dallo spirito profetico ».

Dimostrazione:

L'anima del profeta può essere illuminata da Dio in due modi: primo, mediante un'espressa rivelazione; secondo, « mediante un istinto, o impulso, che talora le anime subiscono anche senza saperlo », come scrive S. Agostino [ De Gen. ad litt. 2,17.35 ].

Perciò il profeta ha la massima certezza di ciò che conosce espressamente mediante lo spirito di profezia, ed è certo che tali cose gli sono state rivelate da Dio.

Da cui le parole del profeta Geremia [ Ger 26,15 ]: « Il Signore mi ha veramente inviato a voi per esporre ai vostri orecchi tutte queste cose ».

Altrimenti, se il profeta non avesse certezza di questo, la fede che si fonda sulle parole dei profeti non sarebbe certa.

E noi abbiamo un segno di questa certezza nel fatto che Abramo [ Gen 22 ], avvisato in una visione profetica, si preparò a immolare il suo unigenito: cosa che non avrebbe mai fatto se non fosse stato certissimo della rivelazione divina.

Rispetto invece alle cose che conosce per istinto soprannaturale, talora il profeta non è in condizione di discernere se quanto egli pensa sia dovuto alla mozione divina o allo spirito proprio.

E non è detto d'altra parte che quanto conosciamo per istinto soprannaturale lo conosciamo con certezza profetica: poiché tale istinto è qualcosa di imperfetto in materia di profezia.

E in questo senso vanno spiegate le parole di S. Gregorio [ s.c. ].

Tuttavia, come egli aggiunge, perché non ne derivi un errore i profeti, « subito corretti dallo Spirito Santo, odono da lui la verità e riprendono se stessi per aver detto il falso ».

Analisi delle obiezioni:

I primi due argomenti valgono per le cose che sono rivelate dallo spirito profetico.

E così risulta evidente la risposta a tutte le obiezioni.

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