Summa Teologica - II-II |
Pare che nella Chiesa non vi debbano essere uffici e stati diversi.
1. La diversità è incompatibile con l'unità.
Ora, i cristiani sono chiamati all'unità, secondo quelle parole [ Gv 17,21s ]: « Perché siano in noi una cosa sola, come anche noi siamo una cosa sola ».
Quindi nella Chiesa non ci deve essere diversità di uffici e di stati.
2. La natura non compie con più mezzi ciò che può fare con uno solo.
Ma l'azione della grazia è molto più ordinata di quella della natura.
Perciò sarebbe più giusto che le funzioni ministeriali riguardanti la grazia fossero assolte da uomini dello stesso grado, per non produrre nella Chiesa diversità di uffici e di stati.
3. Il bene della Chiesa consiste soprattutto nella pace, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 147,14 ]: « Ha messo pace nei tuoi confini ».
E S. Paolo [ 2 Cor 13,11 ] esorta: « Vivete in pace, e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi ».
Ma la diversità impedisce la pace, che è invece prodotta dalla somiglianza, come si legge [ Sir 13,15 ]: « Ogni creatura vivente ama il suo simile ».
E il Filosofo [ Polit. 5,2 ] fa notare che la più piccola differenza può produrre un dissidio nella città.
Dunque nella Chiesa non ci deve essere una diversità di stati e di uffici.
A lode della Chiesa nei Salmi [ Sal 45,10 Vg ] si legge che è « avvolta in un variopinto abbigliamento »: e la Glossa [ P. Lomb. di Cassiod. ] spiega che « la regina », cioè la Chiesa, « è ornata con la dottrina degli apostoli, con la testimonianza dei martiri, con la purezza delle vergini e con i gemiti dei penitenti ».
La diversità degli uffici e degli stati è ordinata a tre fini nella Chiesa.
Primo, alla sua perfezione.
Come infatti nell'ordine delle realtà naturali la perfezione, che in Dio è semplice e uniforme, non poté trovarsi nelle creature se non in modo difforme e molteplice, così anche la pienezza della grazia, che in Cristo è concentrata come nel capo, ridonda nelle sue membra in modi diversi, affinché il corpo della Chiesa risulti perfetto.
Da cui le parole dell'Apostolo [ Ef 4,11s ]: « È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per il perfezionamento dei santi ».
Secondo, questa diversità giova al compimento delle azioni necessarie alla Chiesa.
Per azioni diverse bisogna infatti incaricare persone diverse, perché tutto venga compiuto più speditamente e senza confusione.
Ed è questo appunto l'insegnamento dell'Apostolo [ Rm 12,4s ]: « Come in un solo corpo abbiamo molte membra, e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo ».
Terzo, ciò è richiesto per il decoro e la bellezza della Chiesa, che risulta da un certo ordine.
Per cui si legge [ 1 Re 10,4s ] che « la regina di Saba, quando ebbe ammirato tutta la saggezza di Salomone, gli alloggi dei suoi dignitari, l'attività dei suoi ministri e le loro divise, rimase senza fiato ».
Per cui anche l'Apostolo [ 2 Tm 2,20 ] scrive che « in una grande casa non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e d'argilla ».
3. Come nel corpo umano le diverse membra sono unificate dalla virtù dello spirito che le vivifica, eliminato il quale le membra si dissociano, così anche nel corpo della Chiesa la pace delle diverse membra è conservata dalla virtù dello Spirito Santo che lo vivifica, come si legge nel Vangelo [ Gv 6,64 ].
Da cui l'esortazione dell'Apostolo [ Ef 4,3 ]: « Cercate di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace ».
Ma da questa unità uno si allontana quando cerca solo il proprio interesse: come anche nella vita civile viene a cessare la pace quando i singoli cittadini « cercano i propri vantaggi ».
Al contrario la diversità degli uffici e degli stati giova a conservare la pace, sia nell'ordine spirituale che in quello terreno e civile: perché così sono molti a dedicarsi agli uffici pubblici.
Per cui anche l'Apostolo [ 1 Cor 12,24s ] scrive che « Dio ha composto il corpo in modo che non vi fosse disunione, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre ».
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