Summa Teologica - III |
I-II, q. 113, a. 3, ad 1; In 4 Sent., d. 4, q. 3, a. 1, sol. 1; d. 9, q. 1, a. 5, sol. 4, ad 2; d. 18, q. 1, a. 3, sol. 1; De Malo, q. 4, a. 1; Quodl., 4, q. 7, a. 1; q. 12, a. 1
Pare che non si debbano battezzare i bambini.
1. In chi viene battezzato occorre l'intenzione di ricevere il sacramento, come si è detto sopra [ a. 7 ].
Ma i bambini non possono avere tale intenzione, essendo privi dell'uso del libero arbitrio.
Quindi non possono ricevere il sacramento del battesimo.
2. Il battesimo è « il sacramento della fede », come si è detto sopra [ a. 4, ad 3; q. 39, a. 5; q. 66, a. 1, ad 1 ].
Ma i bambini non hanno la fede, che risiede, secondo S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 26 ], « nella volontà dei credenti ».
Né può dirsi che si salvino per la fede dei genitori, poiché a volte i genitori sono senza fede, per cui piuttosto si dannerebbero per la loro incredulità.
Pare quindi che i bambini non vadano battezzati.
3. S. Pietro [ 1 Pt 3,21 ] scrive che « il battesimo che adesso ci salva non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza ».
Ora, i bambini non hanno coscienza, né buona né cattiva, essendo privi dell'uso di ragione; e neppure è possibile interrogarli, essendo essi incapaci di comprendere.
Quindi i bambini non devono essere battezzati.
Dionigi [ De eccl. hier. 7,3,11 ] afferma che « le nostre divine guide », cioè gli Apostoli, « approvarono l'ammissione dei bambini al battesimo ».
Scrive S. Paolo [ Rm 5,17 ]: « Se per la caduta di uno solo », cioè di Adamo, « la morte ha regnato a causa di quel solo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo ».
Ora, i bambini per il peccato di Adamo contraggono il peccato originale, come risulta dal fatto che sono soggetti alla morte, « che ha raggiunto tutti » a causa del peccato del primo uomo, come dice lo stesso Apostolo [ Rm 5,12 ].
Perciò i bambini molto di più possono ricevere la grazia da Cristo per regnare nella vita eterna.
Il Signore stesso però dice [ Gv 3,5 ] che « se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel regno di Dio ».
Per cui fu necessario battezzare i bambini, affinché, come nascendo incorrono nella dannazione per via di Adamo, così per via di Cristo conseguano la salvezza rinascendo.
Fu inoltre opportuno battezzare i bambini anche perché, nutriti fin dall'infanzia nella vita cristiana, perseverino in essa più saldamente, in conformità alle parole dei Proverbi [ Pr 22,6 ]: « Abitua il giovane a seguire la retta via; neppure da vecchio se ne allontanerà ».
E questa è la ragione addotta da Dionigi [ l. cit. ].
1. La rigenerazione spirituale prodotta dal battesimo assomiglia in qualche modo alla nascita fisica, nel senso che i bambini, come non prendono il cibo da sé quando sono ancora nel seno materno, ma vengono sostentati dal nutrimento della madre, così finché non hanno l'uso della ragione, e vivono quasi nel seno della madre Chiesa, ricevono la salvezza non da se stessi, ma per mezzo degli atti della Chiesa.
Da cui le parole di S. Agostino [ De pecc. merit. et remiss. 1,25 ]: « La Chiesa presta ai bambini la sua bocca materna perché ricevano i sacri misteri, non potendo essi credere con il proprio spirito per la loro giustificazione, né professare la fede con la propria bocca per la loro salvezza.
Ora, se vengono giustamente chiamati fedeli in quanto professano la fede con le parole dei padrini, perché non ritenerli anche penitenti, dichiarando essi con le parole degli stessi padrini che rinunziano al diavolo e a questo mondo? ».
E per la medesima ragione si può dire che i bambini hanno l'intenzione, non per un atto proprio, poiché essi talvolta fanno resistenza e piangono, ma per l'atto di coloro che li presentano.
2. Come dice S. Agostino [ Contra duas epist. Pelag. 1,22.40 ], « nella Chiesa del Salvatore i bambini credono per mezzo degli altri, come dagli altri hanno contratto il peccato che viene rimesso nel battesimo ».
E non impedisce la loro salvezza l'eventuale incredulità dei genitori poiché, come spiega lo stesso S. Agostino [ Epist. 98 ], « i bambini vengono presentati a ricevere la grazia spirituale non tanto da coloro che li portano sulle loro braccia ( sebbene pure da costoro, se questi sono buoni fedeli ), quanto dall'intera società dei santi e dei fedeli.
È giusto infatti vederli presentati da tutti coloro a cui piace che siano presentati, e dal cui amore vengono associati alla comunione dello Spirito Santo ».
Invece l'incredulità dei genitori, anche se dopo il battesimo essi tentassero di iniziarli ai sacrifici dei demoni, non nuoce ai bambini poiché, aggiunge il Santo, « una volta che il bambino è stato rigenerato per l'altrui volontà non può in seguito essere irretito per l'altrui malizia, se non vi acconsente con la volontà propria, secondo le parole di Ezechiele [ Ez 18,4 ]: "La vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà".
Aveva contratto invece da Adamo la colpa da cui viene liberato con la grazia di questo sacramento per il fatto che in quel momento non viveva ancora una vita personale ».
La fede di un altro, anzi di tutta la Chiesa, giova poi al bambino in virtù dell'operazione dello Spirito Santo, che unisce la Chiesa e comunica i beni dell'uno all'altro.
3. Come nel battesimo il bambino non professa la fede personalmente, ma per mezzo di altri, così non viene interrogato lui personalmente, ma nella persona di altri, e gli interrogati professano la fede della Chiesa in nome del bambino, il quale viene associato a questa fede per mezzo del « sacramento della fede ».
Quanto invece alla « buona coscienza », il bambino la acquista anche personalmente non in atto, bensì in abito, mediante la grazia santificante.
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