Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se Cristo abbia consumato il suo corpo e il suo sangue

Infra, q. 84, a. 7, ad 4; In 4 Sent., d. 11, q. 3, a. 1

Pare che Cristo non abbia consumato il suo corpo e il suo sangue.

Infatti:

1. Sulle azioni e sulle parole di Cristo non si deve asserire ciò che non è attestato dall'autorità della S. Scrittura.

Ora, nel Vangelo non è detto che Cristo abbia mangiato il proprio corpo, o bevuto il proprio sangue.

Ciò quindi non va asserito.

2. Nessuna cosa può essere in se stessa, se non forse nel senso che una sua parte è in un'altra, come dice Aristotele [ Phys. 4,4 ].

Ora, ciò che è mangiato e bevuto è nel soggetto che mangia e beve.

Essendo quindi Cristo presente nella sua integrità in entrambe le specie sacramentali, è impossibile che egli stesso abbia consumato questo sacramento.

3. La ricezione di questo sacramento è di due specie: spirituale e sacramentale.

Ma a Cristo non si addiceva quella spirituale, poiché egli nulla poteva ricevere dai sacramenti.

Quindi non gli si addiceva neppure quella sacramentale, poiché essa senza la comunione spirituale è imperfetta, come si è visto sopra [ q. 80, a. 1 ].

Quindi in nessun modo Cristo fece uso di questo sacramento.

In contrario:

S. Girolamo [ Epist. 120 ] ha scritto: « Il Signore Gesù è insieme convitato e convito, commensale e vivanda ».

Dimostrazione:

Alcuni hanno sostenuto che Cristo nella Cena diede il suo corpo e il suo sangue ai discepoli senza assumerli egli stesso.

Ma ciò non pare plausibile.

Poiché Cristo per primo osservò i riti che istituì come obbligatori per gli altri: per cui egli stesso volle essere battezzato prima di imporre agli altri il battesimo, secondo le parole degli Atti [ At 1,1 ]: « Gesù cominciò a fare e a insegnare ».

Perciò egli per primo assunse il suo corpo e il suo sangue, per poi darli ai suoi discepoli.

Ed è quanto la Glossa [ ord. ] dice commentando quel passo di Rut [ Rut 3,7 ]: « Avendo mangiato e bevuto », ecc., che cioè « Cristo mangiò e bevve nella Cena, quando diede ai discepoli il sacramento del suo corpo e del suo sangue.

Per cui "avendo i servi partecipato della sua carne e del suo sangue, anch'egli volle parteciparne" ».

Analisi delle obiezioni:

1. Nei Vangeli [ Mt 26,26s ] si legge che Cristo « prese il pane e il calice ».

Il che non significa che li abbia soltanto presi in mano, come dicono alcuni, ma che li prese nello stesso modo in cui li fece prendere agli altri.

Perciò, avendo detto ai discepoli: « Prendete e mangiate », e poi: « Prendete e bevete », si deve intendere che il Signore stesso prendendoli abbia mangiato e bevuto.

Per cui alcuni hanno detto in versi: « Siede alla Cena; intorno ha la schiera dei dodici; tiene se stesso in mano; cibo è di sé lui stesso ».

2. Cristo, come si disse sopra [ q. 76, a. 5 ], per il modo in cui è presente in questo sacramento si riferisce al luogo non secondo le proprie dimensioni, ma secondo le dimensioni delle specie sacramentali, per cui dovunque sono quelle specie, là egli è presente.

E poiché quelle specie potevano stare nelle mani e nella bocca di Cristo, Cristo stesso poté essere tutto intero nelle proprie mani e nella propria bocca.

Il che non sarebbe potuto avvenire secondo il rapporto con il luogo delle sue dimensioni proprie.

3. L'effetto dell'Eucaristia, come si disse sopra [ q. 79, a. 1, ad 2 ], non sta solo nell'aumento della grazia abituale, ma anche nell'attuale diletto della dolcezza spirituale.

Ora Cristo, sebbene non abbia ricevuto dalla percezione di questo sacramento un aumento di grazia, ebbe tuttavia un godimento spirituale nella sua nuova istituzione, per cui disse [ Lc 22,15 ]: « Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi ».

E S. Eusebio [ De solemn. Pasch. ] riferisce tale passo al nuovo mistero di questo Nuovo Testamento che egli stava per dare ai suoi discepoli.

Perciò Cristo si comunicò spiritualmente e anche sacramentalmente, prendendo il proprio corpo sotto il sacramento che pensò e istituì come sacramento del suo corpo.

In modo però diverso da come si comunicano sacramentalmente e spiritualmente gli altri, poiché questi ricevono un aumento di grazia, e hanno bisogno dei segni sacramentali per mettersi in contatto con la realtà.

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