Lebbra

Nella tradizione biblica con questo termine si comprendevano diverse malattie della pelle, che rendevano impura la persona che le contraeva ( v. puro/impuro ).

I lebbrosi venivano cacciati e dovevano stare fuori dalla comunità civile e dal culto ( Lv 13,1-44; Gb 2,7 ).

La lebbra veniva infatti considerata segno del peccato e punizione inflitta da Dio ( Nm 12,9-15; 2 Sam 3,29; 2 Re 5,27 ).

Le guarigioni dalla lebbra compiute da Gesù indicano che il tempo della salvezza è giunto ( Mt 11,5; Mc 1,40-44 ).

La nozione che gli antichi ebrei avevano della « lebbra » riunisce diverse affezioni cutanee o superficiali ( Lv 13,1-44 ) e vi sono messe in rapporto anche le muffe che possono apparire sui vestiti ( Lv 13,47-59 ) o sui muri ( Lv 14,33-53 ).

La diagnosi e le precauzioni collettive contro il contagio sono codificate e affidate alla decisione del sacerdote.

Queste misure pratiche, in cui si ritrova l'eredità di concezioni e di usi primitivi, acquistano valore religioso nello jahvismo, come un discernimento dell'« impuro ».

La reintegrazione nella comunità dà luogo a riti equiparati al sacrificio per il peccato ( Lv 14,1-31.49-53 ), designando qui il « peccato » una lesione alla virtù vivificante del Dio di Israele.

Lv 13,1

Schedario biblico

Guarigioni di Cristo B 84
Purezza E 77

Magistero

La lebbra perciò costituiva una sorta di morte religiosa e civile, e la sua guarigione una specie di risurrezione.

Nella lebbra è possibile intravedere un simbolo del peccato, che è la vera impurità del cuore, capace di allontanarci da Dio.

Angelus Benedetto XVI
15-2-2009

Gesù ha preso su di sé le nostre infermità, si è fatto "lebbroso" perché noi fossimo purificati.

Angelus Benedetto XVI
12-2-2012