Formazione dei futuri Sacerdoti

Indice

Prima Appendice

La formazione del Clero ai Mass media nei documenti ufficiali della Chiesa

( silloge in ordine cronologico )

1. Pio XI, Lettera enciclica Ad catholici sacerdotii, 5 ( 20 dicembre 1935),

sull'aggiornamento culturale del clero:

"[ … ] il sacerdote, anche in mezzo alle occupazioni assillanti del suo ministero, e sempre in ordine a quello, continui lo studio serio e profondo delle discipline teologiche, aggiungendo al corredo di scienza portato dal seminario una sempre più ricca erudizione sacra, che lo renda sempre più idoneo alla sacra educazione e alla guida delle anime [ … ].

Per il decoro dell'ufficio che esercita e per guadagnarsi, come conviene, la fiducia e la stima del popolo, che tanto giovano a rendere più efficace la sua opera pastorale, il sacerdote deve essere fornito di quel patrimonio di dottrina anche non strettamente sacra che è comune agli uomini colti del suo tempo [ … ].

I chierici non si devono accontentare di quello che forse poteva bastare in altri tempi, ma devono cercare di avere, anzi devono avere, una cultura generale più vasta, corrispondente al più alto livello e alla più ampia estensione che oggi ha raggiunto, in genere, la cultura moderna in confronto ai secoli passati".

2. Pont. Comm. per la Cinematografia, Lettera del Presidente Mons. Martin O'Connor

all'Episcopato Italiano ( 1º giugno 1953 ) su i cinema parrocchiali:

"4. [ … ] Molti sacerdoti in cura d'anime, preoccupati di difendere il gregge loro affidato e convinti di dover opporre al cinema immorale spettacoli sani ed educativi, si sono assoggettati a grandi sacrifici per aprire in parrocchia o nell'oratorio una sala cinematografica, a cui il popolo, e soprattutto la gioventù, potesse accedere senza pericoli.

5. Queste iniziative confermano l'impegno con cui l'episcopato e il clero seguono il preoccupante fenomeno del cinema, diventato ormai un'esigenza per la gran parte delle popolazioni, non solo cittadine, ma anche dei minori centri rurali.

20. [ … ] La commissione diocesana si preoccupi di orientare la pubblica opinione e d'influire con ogni mezzo per creare una coscienza cristiana negli spettatori che affollano le pubbliche sale.

Sono stati costituiti a tal fine in molte città circoli di studio, o "cineforum".

Questi dovranno ispirarsi, nella loro attività, ai principi della morale cristiana e alle norme emanate dall'autorità ecclesiastica, sia nella scelta dei film da programmare sia nell'impostazione della discussione.

25. [ … ] Si prepari con cura la "Giornata del cinema cattolico" in cui i sacerdoti illustreranno ai fedeli i loro doveri in questo campo".

3. Pio XII, Esortazione I rapidi progressi, all'Episcopato italiano, sulla televisione ( 1 gennaio 1954 ):

"24. [ … ] è più che mai necessario e urgente formare nei fedeli una coscienza retta dei doveri cristiani circa l'uso della televisione: una coscienza cioè che sappia avvertire gli eventuali pericoli e si attenga ai giudizi dell'autorità ecclesiastica sulla moralità delle rappresentazioni teletrasmesse [ … ].

Noi perciò non potremmo bastevolmente lodare, quali veri apostoli di bene, tutti coloro che, secondo le loro possibilità, vi aiuteranno in questa benefica opera".

4. Pio XII, nell'Enciclica Sacra virginitas ( 25 marzo 1954 ),

nella terza parte tratta del cinema, rilevando che la castità perfetta è virtù difficile, denunciandone i pericoli e indicandone i mezzi per durarvi:

"54. [ … ] Alcuni sostengono che tutti i cristiani, e soprattutto i sacerdoti, non devono essere segregati dal mondo, come nei tempi passati, ma devono essere presenti al mondo, e, perciò, che è necessario metterli allo sbaraglio ed esporre alla prova la loro castità, affinché consti chiaramente se hanno o no la forza di resistere.

Quindi, che i giovani chierici devono tutto vedere, per abituarsi a guardare ogni cosa tranquillamente ed in tal maniera rendersi insensibili ad ogni turbamento.

Per questo permettono loro facilmente di guardare tutto ciò che capiti sotto i loro occhi, senza alcuna regola di modestia; di frequentare i cinema, perfino quando si tratti di film proibiti dai revisori ecclesiastici; sfogliare qualsiasi rivista anche oscena [ … ].

E concedono questo perché dicono che ormai il pubblico oggi vive unicamente di tali spettacoli e di tali pubblicazioni; e, chi vuole aiutarlo, deve capire il suo modo di pensare e di vedere.

Ma è facile comprendere quanto sia errato e pericoloso questo modo di educare il giovane clero e di guidarlo alla santità del suo stato".

5. S. Congr. del Concilio, Lettera del Prefetto card. Pietro Ciriaci ( 16 giugno 1956 ),

al Congresso di Anversa ( 12 agosto 1956 ) sul tema: Catechesi per il nostro tempo:

"2. [ … ] Chi non vede quanto sia urgente e importante, in un mondo che cambia e di cui le tecniche moderne hanno sconvolto la fisionomia [ … ], di riconsiderare i problematici dati essenziali dell'insegnamento religioso, di estrarne gli elementi irrinunciabili, di adattare i metodi alle necessità presenti, ai bisogni delle classi e dei paesi culturalmente sottosviluppati, alle condizioni psicologiche dell'uomo d'oggi?".

6. Pio XII, Discorso sull'aggiornamento e il magistero della Chiesa ( 14 settembre 1956 ):

"25. [ … ] Il sacerdote in cura d'anime può e deve sapere quel che affermano la scienza moderna, l'arte e la tecnica moderne, in quanto riguardano il fine e la vita religiosa morale dell'uomo: quel che è religiosamente ammissibile, quel che è inammissibile, quel che è indi'erente [ … ].

Vi è una simile ( e oggi anche maggiore ) necessità di "aggiornamento pastorale" vogliamo dire: adattamento alla predicazione della Chiesa ( il vivum Magisterium ecclesiasticum ), come altresì un "aggiornamento pastorale" alle scienze moderne; anzi dobbiamo dire che vi è al momento presente una più grande necessità dell'"orientamento" delle stesse scienze moderne ( in quanto esse toccano i campi religiosi e morali ) al magistero della Chiesa [ … ]".

7. Pio XII, nella Lettera enciclica Miranda prorsus ( 8 settembre 1957 ),

prima rilevava l'indispensabile preparazione dei radiotelespettatori in generale ( nn. 58-59, 61-62), poi quella specifíca del clero, rispetto alla radio e alla televisione ( nn. 127-128 e 147 ), e rispetto a tutti i mass media ( nn. 153 e 154 ):

"58. [ … ] Cinema radio e televisione costituiscono un nuovo genere di spettacolo, non destinato a gruppi scelti di spettatori, ma a moltitudini di uomini, diversi per età ambiente e cultura.

59. Affinché lo spettacolo, in tali condizioni, possa compiere la sua giusta funzione, occorre un'azione istruttiva ed educativa che prepari lo spettatore, non solo a capire il modo di comunicazione proprio a ciascuno di questi strumenti, ma specialmente a condurvisi secondo retta coscienza, sì da considerare e giudicare con maturo criterio i vari elementi offerti dallo schermo cinematografico o televisivo, o dall'altoparlante, e non, come spesso avviene, lasciandosi prendere e trasportare disordinatamente dalla loro forza fascinatrice.

61. [ … ] Numerose sono le iniziative che mirano a preparare i giovani e gli adulti a meglio valutare i lati positivi e negativi dello spettacolo [ … ].

62. Dette iniziative [ … ], non soltanto le approviamo, bensì anche le incoraggiamo; perciò desideriamo che vengano introdotte in ogni ordine di scuole, nelle associazioni di azione cattolica e nelle parrocchie.

127. Poiché la conveniente dignitosa presentazione alla radio, delle funzioni sacre, delle verità della fede e dell'informazione sulla vita della Chiesa richiede [ … ] molto talento, e competenza particolare, occorre assolutamente assicurare una speciale preparazione ai sacerdoti [ … ] destinati a questa importante attività.

128. A tale scopo conviene che [ … ] vengano indetti appositi corsi di studio e di addestramento, che permettano ai candidati [ … ] di acquistare l'abilità professionale occorrente ad assicurare ai programmi religiosi un alto livello artistico e tecnico [ … ].

147. Invitiamo [ … ], in primo luogo il clero e gli ordini e congregazioni religiose, a prendere atto della televisione e a dare la loro collaborazione, affinché essa possa attingere ampiamente alle ricchezze spirituali del passato e a quelle di un autentico progresso.

153. Non possiamo concludere questa nostra lettera [ … ], senza ricordarvi quanto importante sia la responsabilità affidata al sacerdote, come negli altri campi dell'apostolato, così anche in questa indispensabile azione della Chiesa a favore e mediante l'uso delle tecniche di diffusione.

154. Egli, pertanto, deve conoscere tutti i problemi che il cinema, la radio e la televisione pongono alle anime dei fedeli.

"Il sacerdote in cura d'anime dicevamo ai partecipanti alla settimana di aggiornamento pastorale in Italia ( Discorso del 14 settembre 1956 ) può e deve sapere quel che affermano la scienza, l'arte e la tecnica moderne, in quanto riguardino il fine e la vita religiosa e morale dell'uomo".

Impari ad utilmente servirsi di questi strumenti quando, a prudente giudizio dell'autorità ecclesiastica, lo richiederà la natura del suo ministero sacro e la necessità di giungere a un più gran numero di anime.

Se, poi, il sacerdote ne usa per sé, il suo esempio di prudenza, di temperanza e di senso di responsabilità riesca di edificazione a tutti i fedeli".

8. Giovanni XXIII, Discorso al clero romano,

promulgando il Primo Sinodo Romano ( 24 novembre 1960 ), sulla mortificazione del sacerdote:

"34. Ecce nos reliquimus omnia et secuti sumus Te.

In questo omnia che abbiamo lasciato per Cristo, c'è anche davvero la partecipazione ad ogni lettura e ad ogni visione di giornale, di rivista, di libro, di divertimento, che in qualunque modo contraddica alla verità e allo spirito di Cristo, all'insegnamento della Santa Chiesa, alle prescrizioni e agli inviti del nostro Sinodo benedetto".

9. Primo Sinodo Romano ( 29 giugno 1960 ).

A proposito degli spettacoli in generale disponeva: "704, § 2.

È bene che il clero [ … ] venga istruito intorno agli spettacoli e ai relativi doveri di apostolato, tenendo presenti gli insegnamenti dei Sommi Pontefici".

A proposito dei cinema dipendenti dall'autorità ecclesiastica: "693, § 1.

Le sale di proiezione approvate dall'autorità ecclesiastica hanno lo scopo di mettere i fedeli, e specialmente i giovani, al riparo dai danni delle cattive pellicole e di utilizzare le buone ai fini educativi.

§ 2. È assolutamente necessario e doveroso che i dirigenti di dette sale si ispirino a finalità di apostolato, adottando severi criteri nella scelta dei programmi e tenendo sempre presenti le particolari esigenze di una sala cattolica, approvata dall'autorità ecclesiastica".

A proposito della formazione dei fedeli: "703 1.

Il clero [ … ] e tutte le associazioni e opere di apostolato si adoperino a formare nei fedeli una retta coscienza circa l'uso dei moderni mezzi audiovisivi.

A questo scopo si organizzino giornate di propaganda e corsi di predicazione, che potranno concludersi con una funzione religiosa e la pubblica promessa di astenersi da ogni spettacolo immorale".

10. Conc. Ecum Vaticano II, costituzione Sacrosanctum Concilium

sulla sacra liturgia ( 4 dicembre 1963 ).

Tratta delle trasmissioni radiotelevisive delle funzioni sacre:

"20. Le trasmissioni radiofoniche e televisive di funzioni sacre, specialmente se si tratta della celebrazione della Messa, siano fatte con discrezione e decoro, sotto la direzione e la garanzia di persona competente, destinata a tale ufficio dai vescovi".

11. Conc. Ecum Vaticano II, decreto Inter mirifica

su gli strumenti della comunicazione sociale ( 4 dicembre 1963 ).

Fissa i compiti pastorali della Chiesa rispetto all'uso dei mass media ( n. 3 e n. 13 );

tratta della preparazione teorica e pratica di tutti i recettori ( n. 9 e n. 16 )

e degli operatori degli stessi a scopi pastorali ( n. 15 );

infine tratta della Giornata Mondiale quale occasione per sensibilizzare i fedeli ( n. 18 ):

"3. [ … ] La Chiesa cattolica ritiene suo dovere predicare l'annuncio della salvezza anche con questi strumenti, e guidare gli uomini a farne buon uso.

Spetta, dunque, alla Chiesa il diritto nativo di usare e possedere questi strumenti in quanto siano necessari o utili alla formazione cristiana e alla sua globale opera salvifica delle anime; ed è compito dei sacri pastori educare e guidare i fedeli in modo che essi, anche usando di questi strumenti, tendano alla salvezza e perfezione propria e di tutta la famiglia umana [ … ].

13. Tutti i figli della Chiesa, [ … ] si sforzino perché gli strumenti della comunicazione sociale [ … ] vengano efficacemente adoperati nelle molteplici forme di apostolato, prevenendo le iniziative nocive, specialmente in quei paesi dove lo sviluppo morale e religioso richiede più urgentemente la loro opera.

Perciò i sacri pastori siano solleciti nell'assolvere in questo campo il loro compito strettamente connesso col loro dovere ordinario della predicazione [ … ].

9. Particolari doveri hanno tutti i recettori [ … ] che ricevono con scelte libere e responsabili le comunicazioni diffuse da questi strumenti.

Infatti una scelta retta richiede che essi preferiscano sempre quanto eccelle per valori morali, culturali e artistici; ed evitino, invece, quanto costituisca per essi causa od occasione di danno spirituale [ … ].

Per poter resistere più facilmente alle suggestioni meno convenienti ed assecondare quelle oneste e giovevoli, curino di orientare e formare la propria coscienza con mezzi adatti.

16. Gli strumenti della comunicazione sociale sono alla portata di recettori di ogni età e di ogni livello culturale.

Perché questi ne facciano un uso appropriato occorre quindi provvedere alla loro adatta e specifica formazione teorica e pratica.

Perciò si favoriscano e si moltiplichino, ispirandole ai principi cristiani nelle scuole cattoliche di ogni grado, nei seminari [ … ] iniziative atte a questo scopo, soprattutto se destinate ai giovani.

Per raggiungere più prontamente quest'intento, nella catechesi si esponga e si spieghi la dottrina e la morale cattolica sull'argomento.

15. [ … ] bisognerà formare a tempo sacerdoti, religiosi e laici, capaci di usare con la dovuta competenza questi strumenti a scopi apostolici.

18. [ … ] ogni anno, in tutte le diocesi [ … ] si celebri una "Giornata", nella quale si istruiscano i fedeli sui loro doveri in questo settore".

12. S. Congr. dei Seminari, Norme per i rettori dei seminari d'Italia ( 10 giugno 1964 ):

"1. L'attenzione rivolta dal Conc. Ecum Vaticano II agli strumenti della comunicazione sociale, e culminata poi nel decreto conciliare Inter mirifica, non può non essere di stimolo a quanti hanno la responsabilità di formare i futuri ministri, per avviarli a una più adeguata valutazione degli strumenti suddetti e alla loro illuminata utilizzazione pastorale.

2. Sappiamo, d'altra parte, che già da alcuni anni è andato sempre più diffondendosi l'uso di proiettare alcune pellicole e di consentire la visione di alcune trasmissioni televisive agli alunni dei seminari, specie delle classi superiori, con successiva discussione, intendendo con ciò di offrire ai seminaristi un aiuto che valga a far apprezzare loro rettamente gli audiovisivi in genere e ad abituarli, in particolare, alla critica estetico-morale delle singole rappresentazioni.

3. Mentre auspichiamo che [ … ] si approfondisca la sensibilità del clero, specialmente giovane, verso strumenti di così facile, e talvolta decisiva, incidenza sociale; e mentre approviamo in linea di massima le iniziative già in atto negli istituti di formazione ecclesiastica, non possiamo non ricordare ai responsabili che le medesime dovrebbero essere regolate secondo le norme di questo Sacro Dicastero [ … ].

4. A questo riguardo ci sembra superflua ogni parola che voglia mettere in nuova luce la delicatezza di coscienza e la particolare sensibilità di chi sta preparandosi a diventare homo Dei ( 2 Tm 4,17 ) di fronte al mondo, e la conseguente sconvenienza che a rappresentazioni cinematografiche o televisive, sia pure di alto livello artistico, vengano ammessi gli alunni del santuario.

Desideriamo solo significare a chi di ragione che i criteri di scelta per questo speciale tipo di spettatori dovranno essere molto più oculati e rigorosi di quelli seguiti per i semplici fedeli, se non vogliamo che il germe del naturalismo attacchi, forse irreparabilmente, quanti sono chiamati ad essere, per singolare privilegio, dispensatores mysteriorum Dei ( 1 Cor 4,2 ) e boni dispensatores gratiae ( 1 Pt 4,10 ).

5. [ … ] 4) Ogni spettacolo sia sempre seguito da opportuna discussione critica guidata da un sacerdote convenientemente preparato, e di provata spiritualità.

5) Il rettore, d'accordo con l'Ecc.mo Ordinario del luogo, provveda alla specifica formazione di detto sacerdote, e possibilmente di più, facilitandone la partecipazione a corsi di perfezionamento [ … ] e dotando la biblioteca dei professori delle principali opere di critica cinematografica [ … ]".

13. Paolo VI, Discorso al I Congresso Nazionale dell'ACEC ( 7 luglio 1964 )

sulla conoscenza del magistero ecclesiastico:

"4. [ … ] Il magistero ecclesiastico ha espresso una serie di documenti [ … ].

Proprio questi documenti ci consigliano di dare a voi [ … ] una prima raccomandazione: procurate di ben conoscere tali documenti, procurate di ben sapere il pensiero della Chiesa su quanto riguarda la vostra attività; non vi dispiaccia di anteporre alle teorie dei maestri profani, alle idee di moda degli artisti, dei critici, dell'opinione pubblica, gli insegnamenti tanto meditati, tanto autorevoli, tanto umani del magistero ecclesiastico.

La dottrina nostra, anche in questo campo, ove i fenomeni sono in continua evoluzione e le opinioni sono ogni giorno nuove e volubili, non è catena molesta, che frena il nostro passo nel seguire fatti e idee in rapido movimento, ma è sostegno sicuro per non restarvi sommersi, è criterio di giudizio che ci aiuta a tutto comprendere, a tutto giudicare e classificare rettamente, è sorgente di pensiero e di esperienza, che qualifica chi la possiede a tenere il campo con autorità, con onore, con capacità di guida, di comprensione e di aiuto.

È un titolo di maturità, potremmo dire: ut iam non simus parvuli fluctuantes et circumferamur omni vento doctrinae ( Ef 4,14 )".

14. Conc Vaticano II, decreto Christus Dominus

sull'ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa ( 28 ottobre 1965 ),

su l'uso dei mass media da parte dei vescovi, al capitolo II: I Vescovi e le Chiese particolari:

"13. [ … ] per annunciare la dottrina cristiana ricorrano [ … ], infine, a pubbliche dichiarazioni [ … ] fatte per mezzo della stampa e dei vari strumenti della comunicazione sociale, di cui importa assolutamente servirsi per annunciare il Vangelo di Cristo".

15. Paolo VI, Lettera apostolica Ecclesiae Sanctae

per l'applicazione di alcuni decreti del Concilio Vaticano II ( 6 agosto 1966 ),

a proposito del n. 16 del Christus Dominus e del n. 19 del Presbyterorum Ordinis dispone:

"7. I vescovi, singoli ed associati, curino che tutti i sacerdoti, anche se applicati al ministero, subito dopo l'ordinazione sacerdotale, per un anno seguano un corso di lezioni pastorali e frequentino periodicamente altre lezioni, che diano loro modo di acquisire una più ampia conoscenza pastorale ed una migliore cultura teologica, morale e liturgica".

16. Paolo VI, Lettera enciclica Sacerdotalis caelibatus ( 24 giugno 1967 ).

I passi sono presi dalla Seconda parte dell'Enciclica, dove si indicano i mezzi per vivere serenamente la vita di castità perfetta:

"60. [ … ] Le difficoltà e i problemi che rendono ad alcuni penosa, o addirittura impossibile, l'osservanza del celibato, derivano non di rado da una formazione sacerdotale che, per i profondi mutamenti di questi ultimi tempi, non è più del tutto adeguata a formare una personalità degna di un "uomo di Dio" ( 1 Tm 6,11 ).

65. Accertata l'idoneità del soggetto, [ … ] si dovrà curare il progressivo sviluppo della sua personalità, con l'educazione [ … ] intellettuale e morale, in ordine al controllo e al dominio degli istinti, dei sentimenti e delle passioni.

70. I giovani dovranno convincersi che non potranno percorrere la loro difficile via senza un'ascesi particolare, superiore a quella richiesta a tutti gli altri fedeli e propria degli aspiranti al sacerdozio.

Un'ascesi severa [ … ], che sia meditato ed assiduo esercizio di quelle virtù che fanno di un uomo un sacerdote [ … ]: prudenza e giustizia, fortezza e temperanza [ … ], castità come perseverante conquista, armonizzata con tutte le altre virtù naturali e soprannaturali [ … ].

In tal modo l'aspirante al sacerdozio acquisterà una personalità equilibrata, forte e matura.

77. Giustamente geloso della propria integrale donazione al Signore, sappia il sacerdote difendersi da quelle inclinazioni del sentimento che mettono in giuoco un'affettività non sufficientemente illuminata e guidata dallo spirito, e si guardi bene dal cercare giustificazioni spirituali e apostoliche a quelle che, in realtà, sono pericolose propensioni del cuore".

17. S. Congr. per l'Educ. Cattolica, Lettera circolare I seminari minori ( 23 maggio 1968 ):

"L'istituzione ha uno scopo ben preciso: favorire i germi di vocazione.

Ne scaturiscono l'obbligo di un regime in armonia con l'età e le età: un contatto più stretto con le realtà della propria famiglia, della parrocchia, delle organizzazioni giovanili.

A tale scopo i mezzi di comunicazione sociale devono essere usati seguendo le indicazioni della prudenza educativa".

18. S. Congr. per l'Educ. Cattolica, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis ( 19 marzo 1985 ).

Oltre ai due riferimenti espliciti ai mass media dei n. 68 e n. 69, vi abbondano le indicazioni più o meno riferibili agli stessi.

Dei cinque numeri qui riportati:

il n. 4 appartiene all'Introduzione;

i n. 67, n. 68 e n. 69 fanno parte del Cap. X e riguardano aspetti pastorali e didattici;

il n. 89, del Cap. XIV, tratta della formazione al giudizio critico:

"4. Il ministero sacerdotale [ … ] oggi è esercitato in una condizione del tutto nuova, che è evidenziata dalle nuove esigenze degli uomini e dal tipo dell'attuale civiltà [ … ].

Questi aspetti della civiltà del nostro tempo devono essere tenuti costantemente presenti, dovendo tenerne conto la vita e l'azione del sacerdote e la stessa preparazione al sacerdozio.

Infatti i giovani che oggi entrano in seminario sono inseriti nella società attraverso svariate forme di comunicazione sociale, che riguardano la religione e soprattutto l'attività e la vita del sacerdote.

67. Venga insegnato un modo di esprimersi adatto agli uomini di oggi, come anche l'arte di parlare e di scrivere, davvero necessaria per i sacerdoti.

68. Poiché nella cultura odierna gli uomini si formano e si regolano non soltanto in base ai libri e ai maestri, ma sempre più in dipendenza degli strumenti audiovisivi, sommamente conviene che i sacerdoti sappiano farne buon uso, cioè che non li subiscano passivamente, ma siano capaci di darne un giudizio critico.

Ciò, tuttavia, sarà possibile solo se in seminario verranno educati da persone competenti, tanto nella teoria quanto nella prassi, con esercitazioni, svolte ovviamente con prudenza e misura, sicché rispetto a questi strumenti siano in grado di imporsi una disciplina, di educare i fedeli e di usarli efficacemente nell'apostolato.

69. Sin dai primi anni del seminario, e più con l'avanzare dell'età e della formazione, gli alunni vengano introdotti nelle realtà sociali, specialmente della propria nazione, sicché, dallo studio delle varie discipline e delle situazioni degli uomini e dei fatti quotidiani, si addestrino rettamente a conoscere i problemi e le controversie sociali; a giudicarne la natura, le relazioni reciproche, le difficoltà e le conseguenze; a scorgerne con oggettività e giustizia le soluzioni alla luce della legge naturale e della dottrina del Vangelo.

89. Gli alunni impareranno a procedere criticamente nel giudizio della cultura di oggi e nella lettura degli autori, appropriandosi di ciò che è buono e rigettando ciò che non lo è.

A tal fine sarà molto utile la lettura, insieme con i professori, di riviste e di libri, seguita da una discussione critica".

19. S. Congr. per il Clero, Direttorio catechistico generale ( 11 aprile 1971 ):

"123. [ … ] È compito della catechesi educare i cristiani a discernere la natura e il valore di ciò che viene proposto attraverso i mass media.

È evidente che ciò presuppone una conoscenza tecnica del linguaggio di tali mezzi".

20. Segretariato per l'Unione dei Cristiani, Direttorio ecumenico. Parte II:

L'ecumenismo nell'insegnamento superiore ( 16 aprile 1970 ):

"92 13. [ … ] Mentre la formazione comune o sistematica va impartita da professori cattolici, specialmente in materie di esegesi, teologia dogmatica e morale; gli alunni cattolici possono frequentare le scuole che insegnano le discipline pratiche, come le lingue bibliche, i mezzi di comunicazione sociale, la sociologia religiosa in quanto questa nuova scienza si applica all'osservazione dei fatti [ … ].

Stabilire tutto questo spetta ai superiori, sentito il parere degli alunni, secondo il regolamento del seminario e le norme date dall'Ordinario che ne ha giurisdizione".

21. Paolo VI, Lettera apostolica Octogesima adveniens,

al card. Maurizio Roy, presidente del Consiglio dei Laici e della Pontificia Commissione Iustitia et pax, nell'80º dell'Enciclica Rerum novarum ( 1891-1971 ) ( 14 maggio 1971 ).

Tratta degli influssi psicosociali dei mass media:

"20. Tra i principali mutamenti del nostro tempo, non vogliamo dimenticare l'importanza sempre crescente degli strumenti della comunicazione sociale e il loro influsso sulla trasformazione delle mentalità, delle conoscenze, delle organizzazioni umane e della stessa società [ … ].

Come, allora, non interrogarsi sui detentori reali di questo potere, sugli scopi che essi perseguono e sui mezzi posti in opera; infine sulla ripercussione della loro azione nei confronti dell'esercizio delle libertà individuali, tanto nel settore politico e ideologico, quanto nella vita sociale, economica e culturale?".

22. Pont. comm. per le Comunicazioni Sociali, Istruzione pastorale Communio et progressio,

per l'applicazione del decreto conciliare Inter mirifica ( 23 maggio 1971 ).

Tratta della formazione in generale ( n. 64 ),

poi, in particolare, di quella dei recettori ( n. 15, nn. 65-66, n. 69 e n. 107 ),

di quella dei collaboratori ai mass media ( n. 106 ),

del relativo insegnamento nella morale e nella catechesi ( n. 108 ),

e dell'apporto del clero e della sua formazione specifica ( n. 110 e n. 111 ):

"64. Prima di tutto urge una formazione che inculchi nelle menti le norme generali di un uso umano degli strumenti di comunicazione sociale; ed è ovvio che, tra queste norme, quelle che qui si vanno esponendo riguardano tutti gli uomini [ … ].

La formazione deve introdurre nelle caratteristiche proprie dei singoli strumenti di comunicazione; deve, inoltre, ragguagliare sulla presenza di essi e sull'uso che se ne fa nelle rispettive regioni; deve, infine, trattare delle norme per un uso utile: il tutto con particolare attenzione agli aspetti individuali e sociali.

15. [ … ] Occorre fare il possibile perché i recettori vale a dire quanti ne usano come lettori, ascoltatori o spettatori si formino capaci: e di ben comprendere tutte le comunicazioni offerte dagli strumenti, e di approfittarne al massimo, e di contribuire attivamente nella vita sociale; infatti soltanto così questi mezzi conseguiranno pienamente la loro efficacia.

65. Ai recettori occorre una formazione di base per potersi giovare al massimo degli strumenti di comunicazione sociale, non solo individualmente, bensì anche per poter sostenere la propria parte nel dialogo societario e nella mutua promozionale collaborazione di tutti i membri della collettività; ed anche per trovare le vie migliori per raggiungere questi scopi: propugnando la giustizia nelle nazioni, e contribuendo ad abolire le più stridenti disuguaglianze tra popoli opulenti da una parte, e popoli indigenti e sottosviluppati dall'altra.

66. A questo fine i recettori devono disporre di informazioni aggiornate, abbondanti e di facile accesso.

Perciò quanti in questi settori abbiano una certa competenza si prestino a questa formazione permanente, mediante conferenze, circoli, i cosiddetti "forum", letture specializzate, convegni di studio, corsi di aggiornamento.

69. Siffatta formazione deve impartirsi metodicamente e regolarmente nelle stesse scuole, dove gli studenti siano addestrati, gradualmente ma con sicurezza, alla conoscenza teorica e pratica dei principi, alla lettura e alla critica delle opere moderne.

Perciò questa disciplina trovi una sua collocazione nei programmi scolastici, da completare poi con conferenze, riunioni ed esercitazioni guidate da esperti.

67. Non si inizierà mai troppo presto a formare e ad affinare nei giovani il gusto artistico, il senso critico e la consapevolezza delle proprie responsabilità morali nella scelta delle letture, dei film, dei programmi radiofonici e televisivi [ … ].

107. La Chiesa ritiene necessario ed urgente offrire, da parte sua, l'opportunità di una formazione cristiana agli stessi recettori [ … ] dato che i recettori bene formati potranno efficacemente dialogare con gli strumenti di comunicazione e, insieme, esigere comunicazioni di migliore contenuto e qualità.

Segnatamente le scuole e gli istituti cattolici sono sollecitati a consacrarsi con maggiore impegno a questo loro gravissimo dovere.

Gli allievi vi vengano educati, non solo in modo che diventino maturi lettori, uditori e spettatori, ma che padroneggino tutte le possibilità espressive che gli strumenti mettono a disposizione.

106. I vescovi e i sacerdoti, i religiosi e i laici, tutte persone che in qualche modo rappresentano la Chiesa, sempre più frequentemente vengono invitati a collaborare nella stampa, a parlare e a comparire nei programmi radiofonici e televisivi, ed anche nei film.

Questa collaborazione è suscettibile di frutti eccezionali; va perciò favorita e incoraggiata.

Ma la natura stessa degli strumenti di comunicazione sociale richiede che quanti vi scrivono, vi parlano o vi agiscono, siano preparatissimi a queste prestazioni specifiche.

Sarà perciò compito degli Uffici Nazionali e delle istituzioni che abbiano scopi analoghi, curare che quanti vi operano, o che si preparano a lavorare in questi mezzi, si procurino una formazione seria e tempestiva.

108. Anche nell'insegnamento teologico, specialmente della morale e della pastorale, ogni volta che l'argomento lo comporti si tratti di tutte le realtà e dei principi riguardanti la comunicazione sociale; e, almeno nell'essenziale, anche nei testi catechistici.

Questo compito verrà assolto molto più adeguatamente se i teologi per primi studieranno e approfondiranno quanto questa Istruzione ha esposto nella Prima parte.

110. Nell'ambito dei rispettivi compiti, vescovi e sacerdoti, religiosi, religiose ed associazioni di laici, devono dare un loro contributo in quest'opera di formazione cristiana, non ignorando l'aspetto sociale.

Conviene perciò che essi per primi imparino e si tengano aggiornati in questo settore, acquistandovi una certa familiarità, anche con l'uso diretto dei mezzi di comunicazione sociale, incontrandosi con i comunicatori, scambiando con essi esperienze e risultati.

111. Per non restare estranei alla realtà della vita, e non arrivare impreparati ai loro compiti di apostolato, i futuri sacerdoti, i religiosi e le religiose, nei seminari e nelle case di formazione, apprendano come questi mezzi influiscano nella società umana, ed anche la tecnica di usarli; e questo apprendimento sia considerato quale parte integrante della loro formazione.

Infatti, senza di esso nessuno può esercitare un apostolato efficace nel mondo d'oggi, ogni giorno più condizionato da questi strumenti.

Inoltre, i sacerdoti, i religiosi e le religiose devono conoscere l'intima dinamica delle opinioni per adattarsi alle caratteristiche del tempo odierno, dato che la Parola di Dio va annunciata agli uomini di oggi, e che questi strumenti possono esserne veicoli validissimi.

A quelli, poi, tra essi che mostrassero speciali inclinazioni all'uso di queste tecniche di comunicazione, si dia una formazione specializzata".

23. S. Congr. per l'Educ. Cattolica, Orientamenti educativi

per la formazione al celibato sacerdotale:

in esecuzione dell'Enciclica di Paolo VI, Sacerdotalis caelibatus ( 11 aprile 1974 ).

Nella parte IV, sulla Funzione educativa del seminario, l'ultimo paragrafo, qui riportato, tratta della Funzione degli strumenti della comunicazione sociale:

"89. Gli strumenti di comunicazione sociale hanno un ruolo importante nella formazione dell'uomo d'oggi, e anche del sacerdote, non essendo evidentemente estranei al problema della formazione alla castità perfetta: essi, infatti, sono oggi assai largamente impiegati anche al servizio della sessualità.

Il problema, quindi, tocca l'aspetto personale del sacerdote che userà, volente o nolente, di questi strumenti e sarà soggetto al loro influsso; tocca anche l'aspetto pastorale del sacerdote, il quale, come pastore, sa che detti strumenti contribuiscono ad informare, a formare e maturare in senso sociale i suoi fedeli, e che egli deve essere in grado di aiutarli, sia a trarre profitto da queste nuove risorse, sia a guardarsi da ciò che il loro influsso potrebbe avere di nocivo ( cf. Concilio Vaticano II, Decr. Inter mirifica, passim; Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali, Istr. past. Communio et progressio, passim ).

Non soltanto per la propria formazione, ma anche per una vera preparazione all'apostolato, conviene che gli aspiranti al sacerdozio siano iniziati all'uso degli strumenti di comunicazione sociale; e in generale, siano esercitati nell'arte di comunicare a voce e in iscritto il pensiero agli uomini del nostro tempo in modo adatto alla mentalità moderna.

Evidentemente si tratta di un problema di enorme ampiezza e gravità, se si tien conto della reale situazione della stampa attuale e della diffusione e incisività della radio e della televisione.

L'ambiente esterno e quello interno di una comunità seminaristica sono strettamente dipendenti dall'uso di questi strumenti, i quali largamente influiscono sulla formazione o sulla deformazione dei candidati al sacerdozio.

Il problema pedagogico degli strumenti di comunicazione sociale non può quindi ridursi soltanto ad una regolamentazione disciplinare nell'uso dei medesimi: è soprattutto un problema di educazione positiva, di riflessione sul fenomeno sociale nel quale siamo immersi; problema di preparazione e di cultura di maestri capaci di curare questo aspetto della formazione.

Si tratta non solo di limitare i danni di uno strumento, che può essere pericoloso, ma di educare uomini adatti a vivere responsabilmente nella concretezza della realtà quotidiana".

24. Paolo VI, Messaggio per la VIII Giornata mondiale dei mass media ( 16 maggio 1974 )

sul tema: I mass media e l'evangelizzazione nel mondo contemporaneo:

"10. La nostra attenzione è sollecitata dalla ricerca per un rinnovamento dei metodi di apostolato, applicando i nuovi strumenti audiovisivi e di stampa alla catechesi, alla multiforme opera educativa, alla presentazione della vita della Chiesa, della sua liturgia, delle sue finalità, ma soprattutto della testimonianza di fede e di carità che la anima e la rinnova.

11. Infine, va considerato il ricorso agli strumenti della comunicazione sociale per raggiungere i paesi, gli ambienti, le persone a cui l'apostolato della parola non può pervenire direttamente a causa di particolari situazioni per la scarsità dei ministri, o perché la Chiesa non può esercitare liberamente la sua missione".

25. Paolo VI, Allocuzione ( 22 giugno 1974 ) su i compiti propri del sacerdote:

"17. [ … ] Come Gesù, come gli Apostoli, i sacerdoti sono al servizio totale di Dio e dell'uomo: questa la loro destinazione.

Ecco, allora, il dovere della loro formazione, che loro incombe in un continuo "crescendo".

Formazione spirituale [ … ];

formazione pastorale, cercando e chiedendosi, alla luce dei documenti del Vaticano II, come servire più efficacemente il mondo nel quale sono chiamati a vivere e ad operare in nome di Cristo;

formazione dottrinale, radicata nella fede e adatta ai tempi, che li aiuti a meglio comprendere il mondo, in uno studio non solo fenomenologico, ma nutrito della linfa vitale della Rivelazione e della Tradizione, per avere un pensiero robusto ed essere così il lievito nella pasta e portare al mondo la luce di Cristo".

26. Paolo VI, Discorso alla Prima Congregazione Generale

del Sinodo dei Vescovi 1974 sull'Evangelizzazione ( 27 settembre 1974 ):

"[ … ] non bisogna dimenticare le immense possibilità, un tempo impensate, che il mondo d'oggi offre sui sentieri di coloro che, in nome di Cristo, recano l'annuncio di cose buone ( Rm 10,15 ).

Chi può dire, infatti, quali vasti orizzonti abbiano aperto gli strumenti di comunicazione sociale alla diffusione universale e simultanea della Parola della salvezza?

[ … ] Di qui la necessità di concepire oggi l'attività di evangelizzazione in modo che si apra alle necessità del nostro tempo, rispetto ai metodi, alle iniziative, al coordinamento e alla formazione degli operai evangelici".

27. Sinodo dei Vescovi 1974 sull'Evangelizzazione,

Dichiarazione sinodale In Spiritu Sancto ( 25 ottobre 1974: Enchiridion Vaticanum, V, 1979, n. 619 ):

"9. [ … ] La comunicazione del Vangelo [ … ] viene determinata da vari elementi profondamente connessi con gli stessi uditori della Parola: le loro necessità e desideri, la maniera di parlare, di sentire, di pensare, di giudicare, di entrare in rapporto con gli altri, ecc. [ … ].

Inoltre, il progresso degli strumenti della comunicazione sociale ha aperto nuove vie all'evangelizzazione, conformi alla maniera di pensare e di agire degli uomini di oggi".

28. Paolo VI, Discorso di chiusura del Sinodo dei Vescovi 1974

sull'Evangelizzazione ( 26 ottobre 1974 ):

"[ … ] Fruttuoso, infine, è stato questo Sinodo perché oggi è presente nella Chiesa una coscienza certamente viva e un'acuta volontà di agire, che ci sprona ad adoperare anche tutti quei sussidi esteriori che a noi oggi provvedono l'arte, o i ritrovati tecnologici, perché con la predicazione divulghiamo dappertutto la lieta novella"

29. Segretariato per l'Unione dei Cristiani, Orientamenti e suggerimenti

per l'applicazione della dichiarazione conciliare Nostra aetate ( 1 dicembre 1974: AAS 67 [1975], 73 ),

Sulla formazione degli educatori:

"L'informazione su queste questioni deve riguardare tutti i livelli d'insegnamento e di educazione del cristiano.

Tra i mezzi d'informazione, una particolare importanza rivestono [ … ] i mezzi di comunicazione sociale ( stampa, radio, cinema, televisione ).

L'uso efficace di tali mezzi presuppone una specifica formazione degli insegnanti e degli educatori nelle scuole, come pure nei seminari e nelle università"

30. Segreteria di Stato, Lettera al Presidente dell'OCIC, Lucien Labelle ( 4 aprile 1975 ):

"[ … ] il clero e i responsabili laici devono sentirsi spronati a sensibilizzare il mondo del cinema ai valori veramente umani ed evangelici, contro le ideologie avverse, e a rendere più efficienti le istituzioni ecclesiali che coordinano quest'apostolato"

31. Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi,

sull'evangelizzazione del mondo moderno ( 8 dicembre 1975 ).

I passi trattano dell'adattamento e della fedeltà del linguaggio alle condizioni locali, e della preparazione degli evangelizzatori:

"63. Le Chiese particolari hanno il compito di assimilare l'essenziale del messaggio evangelico, di trasfonderlo, senza la minima alterazione delle sue verità fondamentali, nel linguaggio compreso da questi uomini e di annunciarlo nel medesimo linguaggio.

La trasposizione deve essere fatta [ … ] nel campo delle espressioni liturgiche, della catechesi, della formulazione teologica, delle strutture ecclesiastiche secondarie, dei ministeri.

E il termine "linguaggio" dev'essere inteso più in senso che si può dire antropologico e culturale, che in quello semantico e letterario.

73. Per tutti gli operai dell'evangelizzazione è necessaria una seria preparazione.

Lo è ancor più per coloro che si dedicano al ministero della parola.

Animati dalla convinzione continuamente approfondita della grandezza e della ricchezza della parola di Dio, quelli che hanno il compito di trasmetterla devono manifestare la più grande attenzione alla dignità, alla precisione, all'adattamento del loro linguaggio.

Tutti sanno che l'arte di parlare ha oggi una grandissima importanza.

Come potrebbero trascurarla i predicatori e i catechisti?

Noi auspichiamo vivamente che, in ciascuna Chiesa particolare, i vescovi vigilino alla formazione adeguata di tutti i ministri della parola.

Questa seria preparazione accrescerà in questi la sicurezza indispensabile, ma anche l'entusiasmo per annunciare Gesù Cristo oggi"

32. Sinodo dei Vescovi 1977, sulla Catechesi del nostro tempo.

XX delle Propositiones, letta nella XV Congregazione Generale, del 21 ottobre 1977, ed approvata nella XVI, del successivo 22 ottobre: "Gli odierni strumenti della comunicazione sociale offrono alla catechesi un'opportunità da cui non si può prescindere [ … ].

Un numero enorme di cristiani subisce l'influsso di tali strumenti, senza esser preparati a reagire con spirito critico.

Questi strumenti, specialmente la radio e la televisione, sono gli unici in grado di raggiungere ambienti e persone anche distanti, emarginati, o in qualunque modo impediti nella libertà religiosa di partecipare alla vita della Chiesa.

Grande è pure il peso di questi strumenti nel formare la pubblica opinione; la catechesi deve usarne in maniera retta ed efficace, educando i cristiani, a servirsene in senso critico, in modo da neutralizzare gli effetti nocivi [ … ].

Si continui a preparare personale idoneo, sotto l'aspetto religioso e tecnico, che s'impegni efficacemente in questo genere di apostolato"

33. Paolo VI, Messaggio per la XII Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali,

sul tema: Attese diritti e doveri dei recettori ( 23 aprile 1978 ):

"[ … ] se è vero che il futuro della famiglia umana dipende in vasta misura dall'uso che essa saprà fare dei propri mezzi di comunicazione, è necessario riservare alla formazione del recettore una considerazione prioritaria, sia nell'ambito del ministero pastorale, sia, in generale, nell'opera educativa.

La prima educazione in questo campo deve avvenire all'interno delle famiglie [ … ].

Deve, poi, continuare nella scuola.

Il Conc. Ecum Vaticano II ne fa un obbligo specifico per le scuole cattoliche di ogni grado ( cf. Decr. Inter mirifica, n. 16 ) e per le associazioni di ispirazione cristiana e di carattere educativo, aggiungendo in particolare: "Per ottenere più speditamente un tale scopo, nella catechesi si curino l'esposizione e la spiegazione della dottrina e della disciplina cattolica su questa materia" ( ibid ).

Gli insegnanti non devono dimenticare che la loro attività si svolge in un contesto nel quale tante trasmissioni e tanti spettacoli che toccano la fede e i principi morali raggiungono quotidianamente i loro alunni, che hanno, quindi, bisogno di continue e illuminate spiegazioni o rettifiche"

34. Giovanni Paolo I, Discorso al clero romano dopo la sua elezione ( 7 settembre 1978 ):

"4. La "grande" disciplina richiede un clima adatto.

E prima di tutto il raccoglimento [ … ].

Attorno a noi c'è continuo movimento e parlare di persone, di giornali, di radio e televisione.

Con misura e disciplina sacerdotale dobbiamo dire: "Oltre certi limiti, per me, che sono sacerdote del Signore, voi non esistete; io devo prendermi un po' di silenzio per la mia anima; mi stacco da voi per unirmi al mio Dio". E sentire il loro sacerdote abitualmente unito a Dio è, oggi, il desiderio di molti buoni fedeli"

35. Giovanni Paolo II, Discorso ai dirigenti dell'UNDA

( 25 ottobre 1978: L'Osservatore Romano, 28 ottobre 1978):

sulla radio e la televisione: "[ … ] strumento di evangelizzazione dev'essere un uso estremamente competente e professionale della radio, della televisione e dei mezzi audiovisivi [ … ]: ciò si raggiunge soltanto con un professionalismo che non ammette superficialità e improvvisazione"

36. Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica Sapientia christiana

su gli studi nelle Università e Facoltà ecclesiastiche ( 29 aprile 1979 ).

Nella Parte I: Norme comuni, il Titolo VIII: I sussidi didattici, reca: "Art. 55, § 1.

La Facoltà deve disporre altresì dei sussidi tecnici, audiovisivi, ecc., che siano di aiuto alla didattica.

§ 2. In rapporto alla particolare natura e finalità dell'Università o della Facoltà, vi siano pure istituti di ricerca e laboratori scientifici, come anche altri sussidi necessari al raggiungimento del fine che è suo proprio"

37. S. Congr. per l'Educ. Cattolica, Istruzione In ecclesiasticam futurorum,

sulla formazione liturgica nei seminari ( 3 giugno 1979 ).

Nella Parte II: L'insegnamento della sacra liturgia nei seminari, nel n. 58 reca:

"58. È particolarmente necessario che gli alunni siano ammaestrati nell'arte del dire e di esprimersi con gesti ed azioni, nonché nell'uso degli strumenti della comunicazione sociale.

Nella celebrazione liturgica, infatti, è della massima importanza che i fedeli comprendano, non solo ciò che il sacerdote dice o recita sia che tenga l'omelia, sia che reciti orazioni o preghiere , ma anche quelle realtà che egli deve esprimere con gesti ed azioni.

Questa formazione assume così grande importanza nella liturgia rinnovata da meritare una cura speciale"

38. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Catechesi tradendae

sulla catechesi nel nostro tempo ( 16 ottobre 1979 ):

"46. Dall'insegnamento orale degli apostoli e dalle lettere circolanti tra le Chiese fino ai mezzi più moderni, la catechesi non ha mai cessato di ricercare le vie ed i mezzi più adatti per svolgere la sua missione, con l'attiva partecipazione delle comunità e sotto l'impulso dei pastori.

Un tale sforzo deve continuare.

Il mio pensiero si rivolge spontaneamente alle grandi possibilità che offrono, così gli strumenti di comunicazione sociale, come i group media, vale a dire: televisione, radio, stampa, dischi, nastri registrati, tutto il settore degli audiovisivi.

Gli sforzi compiuti in questi campi sono tali che danno le più grandi speranze.

L'esperienza dimostra, ad esempio, la risonanza di un insegnamento radiofonico e televisivo che sappia congiungere un'espressione estetica qualificata a una rigorosa fedeltà al magistero.

La Chiesa ha al presente molte occasioni di trattare tali problemi, comprese le "Giornate" degli strumenti della comunicazione sociale"

39. S. Congr. per l'Educ. Cattolica, Lettera agli Ordinari locali

sulla Formazione spirituale nei seminari ( 6 gennaio 1980 ).

Nella Parte II: Orientamenti, al n. 3: La parola della croce: "i sacrifici spirituali", reca: "[ … ] un sacerdote non può vedere tutto, ascoltare tutto, dire tutto [ … ].

Il seminario deve averlo reso capace, nella libertà interiore, di compiere dei sacrifici e di osservare una disciplina personale intelligente e leale"

40. S. Congr. per i Sacramenti e il Culto Divino,

Decreto Ordo lectionum missae sulle letture della Messa ( 21 gennaio 1981: Enchiridion Vaticanum, VII, 1982, p. 922 ).

Nel capitolo II: La celebrazione della liturgia della parola, della Parte I: La Parola di Dio nella celebrazione della Messa, il n. 34 reca:

"[ … ] Si deve curare che i lettori dispongano sull'ambone di una illuminazione sufficiente per la lettura del testo, e possano servirsi, secondo l'opportunità, dei moderni strumenti tecnici perché i fedeli li possano comodamente sentire"

41. Codex juris canonici, Libreria Editrice Vaticana, 1983.

Promulgato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983 con la Costituzione apostolica Sacrae disciplinae leges, entrato in vigore il 27 novembre dello stesso anno.

Dei nove Canoni che trattano degli strumenti di comunicazione sociale i 666, 747, 761, 779, 804, 822, 823, 1063 e 1369 si riportano soltanto i cinque che in qualche modo si riferiscono alla formazione specifica del clero.

Il Can. 666, nel Libro II: Sul popolo di Dio; nella Parte III: Degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica;

al Capo IV: Dei doveri e dei diritti degli istituti e dei loro membri, recita: "Nell'uso dei mezzi di comunicazione sociale si osservi la necessaria discrezione e si eviti quanto è nocivo alla propria vocazione e pericoloso alla castità di una persona consacrata".

Il Can. 747, nel Libro III: Sul dovere d'insegnare della Chiesa, recita:

"§ 1. La Chiesa, [ … ] ha il dovere e il diritto nativo di predicare il Vangelo a tutte le genti, anche usando propri mezzi di comunicazione sociale, indipendentemente da qualsiasi umana potestà.

§ 2. Compete alla Chiesa l'insegnare sempre e dappertutto i principi morali anche circa l'ordine sociale, come pure di dare giudizi su qualsiasi realtà umana, in quanto l'esigano i diritti fondamentali della persona umana o la salute delle anime".

Il Can. 761, sempre nel Libro III: Sul dovere d'insegnare della Chiesa, ma al Titolo I:

Del ministero della parola divina, dispone: "Per annunciare la dottrina cristiana si usino i vari mezzi oggi disponibili; in primo luogo la predicazione e l'istruzione catechistica [ … ], ed anche l'esposizione della dottrina nelle scuole, nelle università, nelle conferenze, nei convegni d'ogni genere, come pure la diffusione della stessa con pubbliche dichiarazioni fatte da parte della legittima autorità, in occasione di taluni eventi, con la stampa e con altri strumenti della comunicazione sociale".

Il Can. 779, negli stessi Libro III e Titolo I, ma al Capo II: Sull'insegnamento catechistico, dispone: "La formazione catechistica si dia con tutti i mezzi, sussidi didattici e strumenti di comunicazione che sembrino più efficaci, affinché i fedeli, in modo adatto alla loro indole, capacità, età e condizioni di vita, possano più pienamente apprendere la dottrina cristiana e meglio tradurla in pratica".

Il Can. 822, sempre nel Libro III, ma al Titolo IV: Degli strumenti della comunicazione sociale e specialmente dei libri, sull'uso ecclesiale dei mass media dispone:

§õ 1. I pastori della Chiesa, usando del diritto proprio della Chiesa nello svolgere i loro compiti, cerchino d'impiegare gli strumenti della comunicazione sociale.

§ 2. Gli stessi pastori curino d'insegnare ai fedeli il dovere di cooperare perché l'uso degli strumenti di comunicazione sociale sia vivificato da spirito umano e cristiano.

§ 3. Tutti i fedeli, e specialmente quelli che hanno qualche parte nella gestione e nell'uso degli stessi strumenti, siano solleciti nel prestare la propria collaborazione all'azione pastorale, in modo che la Chiesa possa efficacemente esercitare il proprio compito anche con questi strumenti"

42. Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX Giornata Mondiale ( 19 maggio 1985 ),

sul tema: "I mass media per una promozione cristiana della gioventù" ( 15 aprile 1985 ).

I due tratti riportati contengono uno dei primi accenni del Magistero alla tecnotronica e un ennesimo richiamo alla formazione seminaristica, teorica e pratica.

"Il mondo della comunicazione sociale è impegnato oggi in un vertiginoso quanto complesso e imprevedibile sviluppo si parla già di un'epoca tecnotronica, per indicare la crescente interazione fra tecnologia ed elettronica ed è attraversato da non pochi problemi [ … ], in rapporto con le prospettive dischiuse dall'impiego di satelliti e del superamento delle barriere dell'etere.

Si tratta di una rivoluzione che, non solo comporta un cambiamento nei sistemi e nelle tecniche di comunicazione, ma coinvolge l'intero universo culturale, sociale e spirituale della persona umana [ … ].

[ … ] Ciò evidentemente richiede:

1. Una profonda azione educativa nella famiglia, nella scuola, nella parrocchia, attraverso la catechesi, per istruire i giovani a un uso equilibrato e disciplinato dei mass media, aiutandoli a formarsi un giudizio critico, illuminato dalla fede, sulle cose viste, udite, lette ( cf. Inter mirifica, n. 10, n. 16; Communio et progressio, n. 67, n. 107 );

2. Un'accurata e specifica formazione teorica e pratica nei seminari [ … ], non solo per conseguire un'adeguata conoscenza degli strumenti della comunicazione sociale, ma anche per realizzare le indubbie potenzialità in ordine al rafforzamento del dialogo nella carità e dei legami di comunione ( cf. Communio et progressio, n. 108, n. 110, nn. 115-117 )".

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