Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se l'acqua sia la materia propria del battesimo

Infra, q. 67, a. 3; q. 74, a. 1; In 4 Sent., d. 3, q. 1, a. 3, sol. 1; expos.; d. 5, q. 2, a. 1, sol. 1, 3; d. 17, q. 3, a. 4, sol. 3; C. G., IV, c. 59; Quodl., 1, q. 6, a. 1; In Ioan., c. 3, lect. 1

Pare che l'acqua non sia la materia propria del battesimo.

Infatti:

1. Il battesimo, secondo Dionigi [ De eccl. hier. 5,1,3 ] e il Damasceno [ De fide orth. 4,9 ], ha una virtù illuminativa.

Ma illuminare è compito soprattutto del fuoco.

Quindi il battesimo deve farsi più con il fuoco che con l'acqua, tenendo conto specialmente del fatto che Giovanni Battista, preannunziando il battesimo di Cristo, affermò [ Mt 3,11 ]: « Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco ».

2. Nel battesimo si vuole significare l'abluzione dei peccati.

Ma oltre all'acqua sono molte le cose che servono a lavare: come il vino, l'olio e simili.

Quindi anche con queste si può amministrare il battesimo.

Perciò l'acqua non è la materia propria del battesimo.

3. I sacramenti della Chiesa sgorgarono dal costato di Cristo pendente dalla croce, come si è detto sopra [ q. 62, a. 5, s. c. ].

Di là però sgorgò non soltanto l'acqua, ma anche il sangue.

Quindi pare che si possa battezzare anche con il sangue.

Anzi, questo si addice meglio all'effetto del battesimo, poiché sta scritto [ Ap 1,5 ]: « Ci ha lavati dai nostri peccati con il suo sangue ».

4. Come dicono S. Agostino [ Serm. supp. 134 ] e S. Beda [ In Lc 1, su 3,21 ], « Cristo con il contatto della sua carne purissima conferì alle acque la virtù rigenerativa e purificatrice ».

Ma non tutte le acque sono in comunicazione con quelle del Giordano, che Cristo toccò con il suo corpo.

Quindi il battesimo non può essere fatto con qualsiasi acqua.

E così l'acqua come tale non è la materia propria del battesimo.

5. Se l'acqua fosse per se stessa la materia propria del battesimo, non occorrerebbe fare alcun rito sull'acqua da usarsi per esso.

Invece nel battesimo solenne l'acqua da usarsi viene esorcizzata e benedetta.

Quindi l'acqua da sola non è la materia propria del battesimo.

In contrario:

Il Signore [ Gv 3,5 ] afferma: « Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio ».

Dimostrazione:

Per istituzione divina l'acqua è la materia propria del battesimo.

E ciò opportunamente.

Primo, per la funzione stessa che il battesimo esercita, e che consiste nella rigenerazione alla vita soprannaturale: compito questo quanto mai consono all'acqua.

Infatti i semi dai quali si sviluppano tutti i viventi, cioè le piante e gli animali, sono umidi e composti di acqua.

Tanto che alcuni filosofi considerarono l'acqua come il principio di tutte le cose.

Secondo, per gli effetti del battesimo, ai quali ben si adattano le proprietà dell'acqua.

Essa infatti lava con la sua umidità: indicando e causando così l'abluzione dei peccati.

Con la sua freschezza poi mitiga l'eccesso di calore: indicando così la mitigazione del fomite della concupiscenza.

Per la sua trasparenza inoltre è permeabile alla luce, per cui ben si adatta al battesimo in quanto questo è « il sacramento della fede ».

Terzo, poiché serve a esprimere i misteri di Cristo con i quali siamo stati giustificati.

Da cui, a commento di quel testo evangelico [ Gv 3,5 ]: « Se uno non nasce », ecc., le parole del Crisostomo [ In Ioh. hom. 25 ]: « Mentre noi sommergiamo la testa nell'acqua, quasi fosse un sepolcro, viene sepolto e nascosto l'uomo vecchio ed emerge il nuovo ».

Quarto, poiché a causa della sua universalità e abbondanza è una materia adatta alla necessità di questo sacramento, essendo facilmente reperibile ovunque.

Analisi delle obiezioni:

1. Illuminare si addice al fuoco in senso attivo.

Ora, chi viene battezzato non diventa illuminante, ma illuminato dalla fede, che « nasce dall'ascolto », come dice S. Paolo [ Rm 10,17 ].

Per cui al battesimo si addice più l'acqua che il fuoco.

Nell'espressione poi: « Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco », si può con S. Girolamo [ In Mt 1, su 3,11 ] intendere per fuoco lo Spirito Santo, il quale apparve sui discepoli in lingue di fuoco.

- Oppure con il Crisostomo [ Op. imp. in Mt 3, su 3,11 ] si può intendere per fuoco la tribolazione, poiché essa purifica dai peccati e attenua la concupiscenza.

- Oppure si può dire ancora con S. Ilario [ In Mt 2 ] che « ai battezzati con lo Spirito rimane poi da essere purificati con il fuoco del giudizio ».

2. Il vino e l'olio non vengono usati a scopo di abluzione così comunemente come l'acqua.

E nemmeno lavano con la stessa perfezione, poiché lasciano sul corpo delle tracce, almeno quanto all'odore; il che non avviene con l'acqua.

E neppure sono reperibili con la medesima universalità e abbondanza dell'acqua.

3. Dal costato di Cristo uscì l'acqua per lavare e il sangue per redimere.

Perciò il sangue stava a indicare il sacramento dell'Eucaristia, e l'acqua quello del battesimo.

Anche questo però deve la sua virtù al sangue di Cristo.

4. La virtù di Cristo ha raggiunto tutte le acque non attraverso un contatto materiale, ma per la somiglianza specifica.

Così infatti si esprime S. Agostino [ Serm. supp. 135 ]: « La benedizione scaturita dal battesimo del Salvatore invase come un fiume spirituale il letto di tutti i fiumi e le vene di tutte le fonti ».

5. La benedizione dell'acqua non è necessaria al battesimo, ma giova a una certa solennità, che risveglia la devozione dei fedeli e reprime l'astuzia del demonio, affinché non impedisca l'effetto del battesimo.

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