Credo nello Spirito Santo
In quanto cristiano, battezzato e catechista esprimo così la mia FEDE nello Spirito Santo.
che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
(Simbolo Niceno-costantinopolitano)
Dal nuovo testamento
- È lo Spirito santo che rivela agli uomini chi è Gesù.
- Infatti "nessuno può dire: "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo" ( 1 Cor 12,3 ).
- "Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio … Nessuno ha mai potuto conoscere i segreti di Dio se non lo Spirito di Dio" ( 1 Cor 2,10-11 ).
- Dio solo conosce pienamente Dio. Noi crediamo nello Spirito Santo perché è Dio.
Lo Spirito Santo non prende soltanto il posto di Gesù, ne intensifica la presenza nella vita dei discepoli, imprime una svolta decisiva alla storia degli uomini, dà inizio alla nuova umanità portando i credenti a impegnarsi per il trionfo della "civiltà dell'amore".
Con l'ascensione Gesù è diventato, secondo la felice espressione di Paolo ripresa nel simbolo niceno - costantinopolitano, "Spirito datore di vita" ( 1 Cor 15,45 ).
I libri dell'Antico Testamento descrivono questa presenza misteriosa di Dio con un termine vago, ma nello stesso tempo molto espressivo: "ruah".
La parola può essere intesa nel senso di "vento" che spira dove vuole ( Gv 3,8 ), oppure di "respiro", alito di vita, che assicura l'esistenza dell'uomo e delle cose.
Lo Spirito di Dio aleggia quale forza creatrice sul caos primordiale e ne fa sprigionare energie di vita ( Gen 1,2 );
investe i grandi personaggi dell'Antico Testamento ( patriarchi, giudici, Mosè, Davide … ) e affida loro una missione a favore del suo popolo;
è presente in modo particolare nei profeti ai quali svela il suo progetto di amore, destinato a trionfare nonostante le apparenze contrarie, le opposizioni e la terra sembri un cimitero di ossa aride ( Ez 37,1-14 ).
Lo Spirito di Dio, infatti, strappa all'uomo il cuore di pietra ( lo libera dall'egoismo ) e gli dà un cuore nuovo ( Ez 36,25-27; Ger 31,31-34; Ger 24,7; Ger 32,39 ).
Dopo una lunga parentesi di "silenzio", quando ormai la sua presenza sembrava "spenta" e le speranze umane frustrate, lo Spirito di Dio irrompe con una forza mai riscontrata nelle epoche precedenti.
Non si limita a investire della sua potenza alcune persone;
inserisce nella storia degli uomini, nel loro cammino, il Figlio stesso di Dio, il testimone visibile del volto del Padre, colui che con gesti e parole rivela agli uomini che "Dio è amore" ( 1 Gv 4,8 ).
Gesù Cristo, una volta "assiso alla destra del Padre", in conformità alla promessa espressa in forma di preghiera nell'ultima cena:
"L'amore con il quale (o Padre) mi hai amato sia in essi e io in loro" ( Gv 17,26 ), dona il suo Spirito ai discepoli e agli uomini.
Si realizza così il sogno dei profeta Gioele ( Gl 3,1-5 ) e di Mosè ( Nm 11,29 ).
La Pentecoste segna una svolta decisiva tra due epoche.
La "discesa dello Spirito Santo" dà nuovo significato alla vicenda terrena di Gesù:
"Se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne - dice Paolo -, ora non lo conosciamo più così" ( 2 Cor 5,16 ).
Le misteriose parole di Gesù agli apostoli prima della morte:
" È bene per voi che io me ne vada… Quando però verrà lo Spirito di verità …
Egli prenderà dei mio e ve l'annunzierà" ( Gv 16,7.13-14 ), diventano pienamente comprensibili dopo la Pentecoste.
Il "Paraclito" aiuta i discepoli a comprendere il senso della presenza di Gesù nella loro vita e ne intensifica l'azione.
Come un giorno lo Spirito di Dio si librava sulle acque per dare inizio alla creazione, così ora imprime una svolta decisiva alla storia degli uomini e dà inizio alla nuova creazione, alla nuova umanità.
Luca, negli Atti degli Apostoli, descrive l'epopea dello Spirito Santo nel cammino della chiesa nascente;
da parte sua Paolo ne sottolinea il ruolo specifico nella vita dei credenti.
Secondo l'apostolo delle genti Dio non viene onorato per mezzo di parossismi emotivi o nei cosiddetti "stati alterati di coscienza".
Lo Spirito di Dio è stato effuso nei nostri cuori ( Gal 4,6 ) non per una consolazione o un godimento di carattere intimistico, ma per stimolare alla comunione fraterna e alla missione.
Lo Spirito Santo non è soltanto "il Consolatore degli afflitti"; è una forza dirompente che fa nuove tutte le cose".
Perché impegnandoci nell'oggi di Dio si realizzino, secondo quanto Pietro ha scritto ai primi cristiani, "i nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia" ( 2 Pt 3,13 ).