Anno LXXVII N. 4 Ottobre - Dicembre 1993

B263

A1 - « Per le sue piaghe siamo stati guariti »

A2 - Relazione del quinto viaggio in America Latina del Presidente dell'Unione Catechisti

A3 - Progetti dell'Unione Catechisti nelle sedi di Arequipa e Asmara

A4 - Il messaggio spirituale di fra Leopoldo

A5 - Pastorale vocazionale

A6 - Amore a Gesù Crocifisso

A7 - Commemorazione a Vinchio d'Asti del ven fr. Teodoreto

A8 - Attività religiosa alla Casa di Carità Arti e Mestieri

A9 - Crociata della sofferenza


Pensieri del Ven. Fr. Teodoreto sull'ascesi nella sofferenza

La sofferenza rischiara lo spirito.

Quante cose ignorano e non saranno mai capaci di capire quelli che non hanno sofferto.

Le ore di prova sono ore di grazia, visite del Signore: esse fanno riconoscere Dio.

La sofferenza da alla vita il suo senso, il suo carattere serio, austero, penitente, cioè il suo carattere vero.

Essa conferma la fede nei destini eterni e ne accresce il desiderio: Il soffrire passa presto, l'aver sofferto per amore di Dio resta in eterno.

Dalla lettera apostolica di Giovanni Paolo II « Il valore salvifico del dolore » ( n. 23 )

Coloro che sono partecipi delle sofferenze di Cristo hanno davanti agli occhi il mistero pasquale della Croce e della risurrezione, nel quale Cristo discende, in una prima fase, sino agli ultimi confini della debolezza e dell'impotenza umana: egli, infatti, muore inchiodato sulla Croce.

Ma se al tempo stesso in questa debolezza si compie la sua elevazione, confermata con la forza della risurrezione, ciò significa che le debolezze di tutte le sofferenze umane possono essere permeate dalla stessa potenza di Dio, quale si è manifestata nella Croce di Cristo.

In questa concezione soffrire significa diventare particolarmente suscettibili, particolarmente aperti all'opera delle forze salvifiche di Dio, offerte all'umanità in Cristo.

In lui Dio ha confermato di voler agire specialmente per mezzo della sofferenza, che è la debolezza e lo spogliamento dell'uomo, e di voler proprio in questa debolezza e in questo spogliamento manifestare la sua potenza.

Con ciò si può anche spiegare la raccomandazione della prima Lettera di Pietro: « Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome » ( 1 Pt 4,16 ).