L'impegno missionario della Chiesa Italiana

Indice

II - Aspetti caratteristici e critici

19. - Chiesa e Regno

La missione della Chiesa, vista nei piano di Dio e nella sua realizzazione pratica, costituisce una realtà complessa e dinamica, ricca di elementi e forze diversi, che possono apparire caratterizzanti e contrastanti nello stesso tempo.

Lo sviluppo della riflessione e dell'attività missionaria nel contesto del mondo contemporaneo in profonda trasformazione acuisce questo dato e suggerisce l'opportunità di fare alcune chiarificazioni.

È necessario considerare bene il rapporto Chiesa e Regno in ordine alla missione.

« Il Signore Gesù diede inizio alla sua Chiesa predicando la Buona Novella, cioè l'avvento del Regno da secoli promesso nelle Scritture »,74 e ne illustrò ampiamente le esigenze e i misteri.

« Ma innanzi tutto il Regno si manifesta nella stessa persona di Cristo, figlio di Dio e figlio dell'uomo ».75

Non si può, dunque, separare la Chiesa dal Regno, ma neppure identificarla semplicemente con esso.

La Chiesa è tutta ordinata al Regno,76 già ne « costituisce in terra il germe e l'inizio »,77 è « segno e strumento di questo Regno che è presente e che viene »78 e tende verso la sua pienezza.79

Ma è Dio che costruisce il Regno, per la cui venuta dobbiamo sempre pregare.

La Chiesa nella missione è a servizio della crescita del Regno fino alla sua completa e definitiva instaurazione.

D'altra parte, anche il mondo è orientato al Regno e ha un rapporto con esso.

Deformato dal peccato, con la vittoria in Cristo sul male il mondo è « liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e giungere al suo compimento »,80

« Benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Dio, tuttavia, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare la società umana, tale progresso è di grande importanza per il regno di Dio ».81

Così, anche fuori della Chiesa visibile, si sviluppa il regno di Dio.

Per esso lavorano quanti operano per il vero progresso dell'uomo e della società, per cambiare ogni situazione che sia lontana dalle esigenze oggettive dell'ordine morale, come dalle esigenze della giustizia e, ancor più, dell'amore sociale ».82

20. - Inculturazione e promozione umana

Sulla strada del Regno, la Chiesa incontra l'uomo e il mondo e comprende che la sua missione dev'essere inserita pienamente nella vita e nella storia degli uomini, nelle loro condizioni concrete ed attuali.

In questa luce la missione si trova ad affrontare oggi, in circostanze e modalità del tutto nuove, due compiti gravi e urgenti.

a) Uno è l'evangelizzazione della cultura e delle culture, come si esprime Paolo VI83 o, in un senso più ampio, quella « economia della incarnazione » della Chiesa locale di cui tratta il Concilio.84

È questo un grande dramma della nostra epoca, una difficile ma indispensabile condizione per l'accoglienza integrale del Vangelo e l'edificazione autentica del Regno.

« La missione non è mai una distruzione, ma una riassunzione di valori, e una nuova costruzione, anche se nella pratica non sempre vi è stata piena corrispondenza ad un ideale così elevato ».85

Se il Vangelo non si confonde con le culture e le trascende, è chiamato però ad animarle e a impregnarle con un processo che sarà necessariamente, al tempo stesso, di assunzione, purificazione e trasfigurazione delle culture.

Si tratta di un cammino di incarnazione e di redenzione, come ha indicato il Vaticano II.

« La Chiesa, per essere in grado di offrire a tutti il mistero della salvezza e la vita che Dio ha portato agli uomini, deve inserirsi in tutti questi gruppi ( socio-culturali ) con il medesimo movimento con cui Cristo stesso, attraverso la sua incarnazione, si legò a quel certo ambiente socio-culturale degli uomini in mezzo ai quali visse ».86

E ancora: « la Chiesa cioè il popolo di Dio, introducendo questo Regno, nulla sottrae al bene temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario, favorisce ed accoglie tutta la dovizia di capacità e consuetudini dei popoli, in quanto sono buone, e accogliendole le purifica, le consolida e le eleva ».87

Questa esigenza della missione, che non è puramente metodologica, ma teologica, contrassegna essenzialmente l'impegno missionario.

b) L'altro compito, che appare ancor più incalzante e drammatico, è la promozione dell'uomo e dei popoli, la loro piena e integrale liberazione, per un mondo più giusto e fraterno.

Se la Chiesa « rifiuta di sostituire l'annuncio del Regno con la proclamazione delle liberazioni umane »88 e « non identifica giammai liberazione umana e salvezza in Gesù Cristo »,89 afferma però che il Vangelo è un autentico messaggio di liberazione, e che l'evangelizzazione è legata in maniera profonda e molteplice all'opera di promozione umana.90

Sono numerosi i documenti ecclesiali che trattano dei diritti dell'uomo, della giustizia, della pace, dell'azione economico-sociale e politica in rapporto all'evangelizzazione e alla missione della Chiesa.

Alcune affermazioni appaiono particolarmente esplicite e vigorose.

Nel testo sinodale su « La giustizia nel mondo » ( 1971 ), i Vescovi dichiarano: « L'agire per la giustizia e il partecipare alla trasformazione del mondo ci appaiono chiaramente come la dimensione costitutiva della predicazione del Vangelo, cioè della missione della Chiesa per la redenzione del genere umano e la liberazione da ogni stato di cose oppressivo ».91

E Giovanni Paolo II fa eco dicendo: « La Chiesa … considera questa sollecitudine per l'uomo, per la sua umanità, per il futuro degli uomini sulla terra e, quindi, anche per l'orientamento di tutto lo sviluppo e del progresso, come un elemento essenziale della sua missione, indissolubilmente congiunto con essa ».92

Come conseguenza occorre superare alcune posizioni sbagliate perché estremiste e unilaterali.

Da una parte, uno spiritualismo che riducesse l'attività missionaria alla salvezza delle anime, dimenticando tutto l'uomo, tutta l'umanità, tutta la realtà terrena.

Dall'altra, un umanesimo che vedesse solo i bisogni terreni, le liberazioni socio-politiche e trasformasse l'impegno missionario in un puro aiuto materiale, politico e socio-economico.

L'evangelizzazione è collegata all'umanizzazione, perché la piena umanità si compie nel Cristo.

Essa ritiene il primato sul piano oggettivo, anche se nel cammino concreto della missione spesso dovrà essere preceduta dalla testimonianza della giustizia e dal servizio della carità.93

21. - Dialogo ecumenico ed interreligioso

La missione che la Chiesa svolge nel mondo per l'edificazione del Regno, per la sua stessa natura e il suo scopo, ha uno speciale rapporto con tutti i cristiani e con i credenti delle varie religioni.

Questa realtà, nel postconcilio, ha ricevuto maggior risalto a livello di riflessione e di gesti concreti, e rappresenta un punto saliente e critico della missione.

a) Missione e unità nella Chiesa sono inseparabili, perché da « Cristo Signore la Chiesa è stata fondata una e unica ».94

È così stretto questo rapporto nella Chiesa di Cristo, che missione e unità si presentano come due aspetti intercambiabili, finalizzati l'uno all'altro.

L'opera missionaria è la riunione dei « figli di Dio che erano dispersi »; ( Gv 11,52 ) la « cattolica unità del popolo di Dio »96 costituisce la vocazione di tutti gli uomini.

Gesù stesso ha messo in evidenza questa relazione, pregando per l'unità degli apostoli e dei futuri credenti, come condizione perché la missione sua e dei suoi potesse venire accolta: « Come tu, Padre, sei in mese ed io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato ». ( Gv 17,21 )

Ne abbiamo una riprova sul piano pratico.

La divisione tra i cristiani e tra le Chiese, « non solo contraddice apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la santissima causa della predicazione del Vangelo ad ogni creatura »98

Solo una testimonianza missionaria unita rende credibile la Chiesa al mondo.99

Non bisogna tuttavia confondere l'attività missionaria con quella ecumenica: ognuna ha obiettivi propri e vie proprie.

I cristiani non cattolici con il battesimo sono incorporati allo stesso Cristo; le loro Chiese o comunità ecclesiali hanno un ricco, pur diverso, patrimonio di beni cristiani, e « lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come strumenti di salvezza »;100 gli uni e le altre si trovano già in una reale comunione con la Chiesa cattolica, comunione che però deve essere resa piena e perfetta secondo il volere di Cristo.

La via per giungervi è quella di un autentico ed integrale ecumenismo, che è dovere di tutti i credenti in Cristo e di tutte le Chiese.101

Così l'impegno missionario si salda necessariamente, senza confondersi, con quello ecumenico, perché la missione diventa feconda nell'unità, e l'unità cresce nella missione.

b) Diversa è la situazione delle religioni non cristiane e dei loro membri, poiché non hanno ancora accolto il Cristo e il suo Vangelo.

Esse « portano in sé l'eco di millenni di ricerca di Dio », « posseggono un patrimonio impressionante di testi profondamente religiosi », « sono tutte cosparse di innumerevoli " germi del Verbo " e possono costituire un'autentica " preparazione evangelica " ».102

Talvolta sembra addirittura che la ferma credenza dei seguaci delle religioni non cristiane - effetto anch'essa dello Spirito di verità operante oltre i confini visibili del Corpo Mistico - possa quasi confondere i cristiani ».103

Perciò la Chiesa cattolica, « che nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni »,104 le guarda con rispetto e stima e ci spinge a un dialogo di conoscenza e di esperienza, di crescita religiosa insieme, di promozione comune dei valori etici e delle giuste soluzioni ai grandi problemi umani.

Non si possono però ignorare le deficienze e i limiti delle religioni, per cui anch'esse hanno bisogno di evangelizzazione.

« Ogni elemento di verità e di grazia già riscontrabile, per una presenza nascosta - di Dio in mezzo alle genti », l'attività missionaria « lo purifica dalle scorie del male e lo restituisce intatto al suo autore ».105

Così anche ai membri delle altre religioni la Chiesa « annuncia ed è tenuta ad annunciare il Cristo che è via, verità e vita Gv 14,6 ) in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa ».106

Su questo punto Paolo VI è ritornato con molta energia.107

Quindi, la missione non va contrapposta al dialogo e neppure separata da esso.

Da una parte, il dialogo caratterizza lo spirito e lo stile della missione e di tutta l'attività missionaria.

Dall'altra, preso in senso più specifico, quale via per una reciproca conoscenza, esperienza, testimonianza della propria fede offerta all'altro, nella verità e carità, il dialogo non può che provocare un arricchimento e una crescita spirituali dei loro protagonisti ed insieme una consapevolezza maggiore delle loro lacune ed aspirazioni.

Se il dialogo « certo non mira ad ottenere immediatamente la conversione dell'interlocutore »,108 entra chiaramente nel piano della salvezza.

Esso contribuisce alla diffusione dei valori del Regno, aiuta a scoprire la presenza nascosta del Cristo nelle altre religioni e nei loro membri, costituisce una forma genuina di testimonianza cristiana.

Una grande opportunità di aprirci al dialogo ecumenico e interreligioso è a portata di mano anche in Italia, dove sono presenti numerose Chiese e comunità ecclesiali non cattoliche, ed è in continuo aumento il numero delle persone e dei gruppi di altre religioni.

22. - Chiesa universale e Chiese particolari

La missione che stiamo illustrando riguarda sia la Chiesa universale che le Chiese particolari, per l'intima e profonda relazione che esiste tra loro.

« La Chiesa universale si incarna di fatto nelle Chiese particolari, costituite a loro volta dall'una e dall'altra concreta porzione di umanità, che parlano una data lingua, che sono tributarie di un loro retaggio culturale, di un determinato sostrato umano ».109

Non va, dunque, pensata la Chiesa universale « come la somma, o, se così si può dire, la federazione più o meno eteroclita di Chiese particolari essenzialmente diverse »,110 perché le Chiese particolari sono formate ad immagine della Chiesa universale, ed in esse è costituita l'una ed unica Chiesa cattolica ».111

Tutto il mistero della Chiesa è presente ed attivo in ogni Chiesa particolare, ma essa è veramente cattolica se non si isola ma vive la « communio ecclesiarum ».

Appare così evidente il legame essenziale tra la Chiesa universale e le Chiese particolari.

Risulta pure chiaro che queste non sono soltanto una realtà giuridica e sociologica, ma teologica e dinamica.

Sono Chiese in senso pieno e, come tali, necessariamente missionarie.

« La Chiesa particolare, dovendo riprodurre alla perfezione la Chiesa universale, abbia la piena coscienza di essere inviata anche a coloro che non credono in Cristo e convivono nello stesso territorio »; le stesse nuove Chiese cerchino di prendere parte « quanto prima e di fatto alla missione universale della Chiesa ».112

Questo discorso, ampiamente sviluppato nei recenti documenti del Magistero,113 suggerisce alcuni richiami pertinenti al nostro argomento.

a) Occorre « una permanente attenzione ai due poli della Chiesa »,114 cioè alla Chiesa universale e particolare, per cogliere il senso profondo dell'attività e della cooperazione missionaria, così da renderle veramente fruttuose.

b) L'opera di evangelizzazione e di incarnazione di una Chiesa particolare è tanto più efficace, quanto più solidi sono i legami di comunione con la Chiesa universale e la sua sollecitudine dell'unità con tutte le altre Chiese che costituiscono l'universalità.115

c) Questa multiforme comunione di vita, di beni, di aiuti supera l'apporto a senso unico del passato e si compie in pienezza di reciprocità a comune vantaggio: « Le singole parti sono rafforzate, comunicando ognuna con le altre e concordemente operando per la pienezza dell'unità ».116

d) La Chiesa particolare come tale è soggetto primo della missionarietà.

Questo porta la comunità ecclesiale a vivere l'impegno missionario come connaturale, se non vuole smentire la propria identità; sollecita pure il superamento della mentalità di delega di tale impegno ad alcune istituzioni e persone.

Tutta la comunità ecclesiale vi è coinvolta, e gli stessi organismi e individui consacrati in modo speciale alla missione sono e debbono sentirsi realmente espressione di Chiesa.

e) Mentre partecipa alla missione universale, la Chiesa particolare si considera missionaria al suo interno.

Da una parte, solo « andando » riusciremo ad essere veramente missionari nella nostra terra.

Dall'altra, solo dedicandoci con generosità e creatività all'evangelizzazione nel nostro ambiente, specialmente delle persone e dei ceti scristianizzati o degli strati sociali e culturali non ancora evangelizzati, cresceremo nella disponibilità a « partire ».

f) Tutta la realtà e l'azione ecclesiale vanno ripensate e vissute alla luce della missione nella comunione, prendendo sul serio l'affermazione spesso ripetuta che noi, Chiese di antica tradizione, siamo aperte non solo a dare ma anche a ricevere dalle giovani Chiese, a lasciarci interrogare da loro sulle nostre sicurezze, a metterci in un certo senso alla loro scuola.

Ci educheremo così al dialogo e troveremo preziose occasioni di arricchimento.

g) L'opportunità di coltivare questo spirito oggi ci viene offerta direttamente qui in casa nostra.

Alludiamo ad una situazione nuovissima per noi: la consistente presenza in Italia di studenti, lavoratori e lavoratrici, esuli e profughi provenienti dal Terzo Mondo.

È la missione che viene a noi e ci interpella.

Questa gente ripete a noi: « Vogliamo vedere Gesù » ( Gv 12,21 )

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74 Lumen gentium, n. 5.
75 Ivi.
76 Cf. Aposfolicam actuositatem, n. 2.
77 Lumen gentium, n. 5.
78 Evangelii nuntiandi, n. 59.
79 Cf. Lumen gentium, n. 48.
80 Gaudium et spes, n. 2.
81 Ivi, n. 39.
82 Redemptor hominis, n. 16.
83 Cf. Evangelii nuntiandi, n. 20.
84 Ad gentes, n. 22; cf. ivi, n. 10.
85 Redemptor hominis, n. 12.
86 Ad gentes, n. 10.
87 Lumen gentium, n. 13.
88 Evangelii nuntiandi, n. 34.
89 Ivi, n. 35.
90 Cf. ivi, n. 31.
91 Sinodo dei Vescovi II Assemblea Generale, 1971,
Documento dei Padri Sinodali su La giustizia nel mondo, Introduzione.
92 Redemptor Hominis, n. 15.
93 Cf. Ad gentes, n. 12;
Evangelii nuntiandi, n. 12, n. 29 ss.
94 Unitatis redintegratio, 1.
96 Lumen gentium, n. 13.
98 Unitatis redintegratio, n. 1.
99 Cf. Ad gentes, n. 6.
100 Unitatis redintegratio, n. 3.
101 Cf. ivi, n. 4 ss.
102 Evangelii nuntiandi, n. 53;
cf. Lumen gentium, n. 16;
Ad gentes, n. 11.
103 Redemptor hominis, n. 6.
104 Nostra aetate, n. 2.
105 Ad gentes, n. 9.
106 Nostra aetate, n. 2.
107 Cf. Evangelii nuntiandi, n. 53.
108 Paolo VI, Lett. Enc. Ecclesiam suam, 111.
109 Evangelii nuntiandi, n. 62.
110 Ivi.
111 Lumen gentium, n. 23.
112 Ad gentes, n. 20.
113 Cf. Sacra Congr. Religiosi, Mutuae relationes, n. 18.
114 Evangelii nuntiandi, n. 62.
115 Cf. ivi, n. 64.
116 Lumen gentium, n. 13.