Genesi |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. | |||||||
2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. |
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3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. | |||||||
4a Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. |
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La prova della libertà. Il paradiso |
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4b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, |
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5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo | |||||||
6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo; | |||||||
7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. |
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8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. |
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9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. |
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10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. |
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11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro | |||||||
12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. | |||||||
13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. | |||||||
14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate. | |||||||
15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. | |||||||
16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: « Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, | |||||||
17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti ». |
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18 Poi il Signore Dio disse: « Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile ». | |||||||
19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. |
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20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. | |||||||
21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. | |||||||
22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. |
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23 Allora l'uomo disse: « Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta ». |
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24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. |
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25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. |
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Indice |
2,1-4a | Il riposo sabbatico |
2,3 | Il sabato ( shabbat ) è un'istituzione divina: Dio stesso ha riposato ( shabat ) quel giorno. Però la parola shabbat è evitata qui, poiché, secondo l'autore sacerdotale, il sabato sarà imposto solo sul Sinai, dove diventerà il segno dell'alleanza ( Es 31,12-17 ). Ma fin dalla creazione Dio ha dato un esempio che l'uomo dovrà imitare ( Es 20,11; Es 31,17 ) |
2,4a | - origini: in ebraico abbiamo tóleclet, propriamente « discendenza », poi storia di un antenato e della sua stirpe ( cf.
Gen 6,9;
Gen 25,19;
Gen 37,2 ). Con l'uso di questa parola qui, la creazione è demitizzata: essa è l'inizio della storia, e non più, come a Sumer e in Egitto, una serie di generazioni divine. |
2,4b-3,24 | Gli inizi dell'umanità: dalla creazione al diluvio ( 2,4b-5,32 ) Il giardino e la colpa 2,4b La sezione Gen 2,4b-3,24 appartiene alla fonte jahvista. Non è, come si dice spesso, un « secondo racconto della creazione » seguito da un « racconto della caduta ». Sono, invece, due racconti combinati insieme e che utilizzano tradizioni diverse. E cioè: un racconto della creazione dell'uomo distinta dalla creazione del mondo e che non è completa che con la creazione della donna e l'apparizione della prima coppia umana ( Gen 2,4b.8.18-24 ); e un racconto sul paradiso perduto, la caduta e il castigo, che comincia da Gen 2,9-17 e continua con Gen 3,1-24. |
2,7 | - l'uomo: ebraico 'adam, che viene dal suolo, ebraico 'adamah ( cf.
Gen 3,19 ). Questo nome collettivo diventerà il nome proprio del primo essere umano, Adamo ( cf. Gen 4,25; Gen 5,1.3 ). - anima: ebraico nefesh, parola che designa l'essere animato da un soffio vitale ( manifestato anche dallo « spirito », ruah, Gen 6,17+; Is 11,2+); cf. Sal 6,5+. |
2,8 | Eden: non si può localizzare. Più che un luogo, il termine indica la condizione di armonia nella quale è posto l'uomo, se riconosce Dio come fondamento del proprio vivere. - giardino: nella versione greca e poi in tutta la tradizione, è stato tradotto con « paradiso ». - Eden è un nome geografico che sfugge a ogni localizzazione; ha potuto significare dapprima « steppa ». Ma gli israeliti hanno interpretato la parola secondo l'ebraico « delizie », dalla radice `dn. La distinzione tra Eden e il giardino, espressa qui e nel v 10, in seguito sfuma: si parla del giardino di Eden ( v 15 e Gen 3,23.24 ). In Ez 28,13 e Ez 31,9, Eden è il « giardino di Dio »; in Is 51,3, Eden, il « giardino di Jahve », è opposto al deserto e alla steppa. |
2,9 | - albero della vita: simbolo di immortalità ( cf.
Gen 3,22+ ). Circa l'albero della conoscenza del bene e del male, cf. v 17+. |
2,10 | I vv 10-14 sono una parentesi, ma probabilmente essa è stata inserita dallo stesso jahvista, che utilizza vecchie nozioni sulla configurazione della terra. Il suo proposito non è di localizzare il giardino di Eden, ma di mostrare che i grandi fiumi, le « arterie vitali » delle quattro regioni del mondo, hanno la sorgente nel paradiso. Non sorprende che questa geografia sia incerta. Il Tigri e l'Eufrate sono molto noti e hanno la sorgente sui monti dell'Armenia, ma il Pison e il Ghicon sono sconosciuti. Avila è, secondo Gen 10,29, una regione dell'Arabia; Etiopia: alla lettera « Kush » che altrove designa l'Etiopia; ma non è sicuro che, qui, questi due nomi siano da prendere nel loro senso abituale. |
2,11-14 | Si possono identificare con certezza solo Tigri, Eufrate ( fiumi della Mesopotamia ), Assur ( la terra e il popolo degli Assiri, o forse la località di Assur ) ed Etiopia ( possibile traduzione di un termine che indica una parte dell'Africa ). Nell'insieme comunque si vuol dire che i fiumi dell'Eden irrigano tutta la terra ( il numero quattro allude ai quattro punti cardinali ). |
2,12 | - resina odorosa: alla lettera « bdellio »; è una gomma aromatica. - pietra d'onice o di cornalina. |
2,17 | La proibizione di mangiare frutti dell'albero della conoscenza del bene e del male sta ad indicare che l'uomo non può pensare di essere lui la misura di tutto. Perché Adamo non morì subito? conoscenza del bene e del male: questa conoscenza è un privilegio che Dio si riserva e che l'uomo usurperà con il peccato ( Gen 3,5.22 ). Non è dunque né l'onniscienza, che l'uomo decaduto non possiede, né il discernimento morale, che l'uomo innocente aveva già e che Dio non può rifiutare alla sua creatura ragionevole. È, invece, la facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e male, e di agire di conseguenza: una rivendicazione di autonomia morale con la quale l'uomo rinnega il suo stato di creatura ( cf. Is 5,20). Il primo peccato è stato un attentato alla sovranità di Dio, una colpa di orgoglio. Questa rivolta si è espressa concretamente con la trasgressione di un precetto posto da Dio e qui rappresentato sotto l'immagine del frutto proibito. - certamente moriresti: BT traduce: « tu diventeresti passibile di morte ». La stessa espressione è usata nelle leggi e sentenze che prevedono una pena di morte. Il mangiare il frutto non deve provocare una morte istantanea: Adamo ed Eva sopravvivranno; del resto, la condanna di Gen 3,16-19 parla della morte solo come del termine di una vita misera. Il peccato, simboleggiato dall'atto di mangiare il frutto, merita la morte. Il testo non dice di più ( cf. Gen 3,3 ). |
2,18 | Il racconto della creazione della donna (
vv 18-24 ) sembra provenire da una tradizione indipendente. Nel v 16, « uomo » designa l'uomo e la donna, come in Gen 3,24 e Gen 3,1-3 ( che continua Gen 2,17 ) si suppone che il precetto è stato dato all'uomo e alla donna. - un aiuto … simile: BJ traduce: « che gli sia adatto ». |
2,21-22 | Viene rappresentata la complementarietà tra uomo e donna. - carne: la carne ( basar ) è per prima cosa, nell'animale e nell'uomo, la parte molle, tenera del corpo, i muscoli ( Gen 41,2-4; Es 4,7; Gb 2,5 ). È anche il corpo intero ( Nm 8,7; 1 Re 21,27; 2 Re 6,30 ) e dunque il legame familiare ( Gen 2,23; Gen 29,14; Gen 37,27 ) e anche l'umanità o l'insieme degli esseri viventi ( « ogni carne », Gen 6,17.19; Sal 136,25; Is 40,5s ). - L'anima ( Gen 2,7+; Sal 6,5+ ) o lo spirito ( Gen 6,17+ ) animano la carne senza aggiungersi ad essa, rendendola vivente. Tuttavia spesso la « carne » sottolinea ciò che c'è di fragile e di perituro nell'uomo ( Gen 6,3; Sal 56,5; Is 40,6; Ger 17,5 ); e a poco a poco si percepirà una certa opposizione tra i due aspetti dell'uomo ( Sal 78,39; Qo 12,7; Is 31,3; cf. anche Sap 8,19; Sap 9,15+ ). L'ebraico non ha una parola per designare il corpo. Il NT supplirà a questa lacuna sviluppando il termine sôma a fianco di sarx ( cf. Rm 7,5+.24+). |
2,22 | - plasmò con la costola: espressione figurata del rapporto che lega l'uomo e la donna ( v 23 ) e che li unisce nel matrimonio ( v 24 ). |
2,23 | In ebraico c'è un gioco di parole per cui si stabilisce una correlazione tra i due vocaboli che indicano uomo e donna: ish = uomo, ishshà = donna. |