Daniele |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
La profezia delle settanta settimane |
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Preghiera di Daniele |
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1 Nell'anno primo di Dario figlio di Serse, della progenie dei Medi, il quale era stato costituito re sopra il regno dei Caldei, |
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2 nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni. |
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3 Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere | ||||||
4 e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: « Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l'alleanza e la benevolenza verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, |
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5 abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! |
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6 Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. |
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7 A te conviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te. |
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8 Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; | ||||||
9 al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, |
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10 non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti. |
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11 Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s'è allontanato per non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi l'esecrazione scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di lui. |
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12 Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunziate contro di noi e i nostri governanti, mandando su di noi un male così grande quale mai, sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme. |
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13 Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella legge di Mosè. Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro, convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. |
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14 Il Signore ha vegliato sopra questo male e l'ha mandato su di noi, poiché il Signore Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la sua voce. |
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15 Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo dall'Egitto con mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo peccato, abbiamo agito da empi. |
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16 Signore, secondo la tua misericordia, si plachi la tua ira e il tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo monte santo, poiché per i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri Gerusalemme e il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci stanno intorno. |
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17 Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche e per amor tuo, o Signore, fa' risplendere il tuo volto sopra il tuo santuario, che è desolato. |
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18 Porgi l'orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia. |
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19 Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo ». |
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L'angelo Gabriele spiega la profezia |
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20 Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica al Signore Dio mio per il monte santo del mio dio, | ||||||
21 mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l'ora dell'offerta della sera. |
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22 Egli mi rivolse questo discorso: « Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere. | ||||||
23 Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora sta' attento alla parola e comprendi la visione: |
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24 Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all'empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, portare una giustizia eterna, suggellarne visione e profezia e ungere il Santo dei santi. |
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25 Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi. |
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26 Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate. | ||||||
27 Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l'offerta; sull'ala del tempio porrà l'abominio della desolazione e ciò sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore ». |
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Indice |
9,1-27 | Interpretazione della profezia di Geremia circa i settant'anni 9,1 Nell'anno primo di Dario: indicazione cronologica insoddisfacente. Per quanto ne sappiamo, Dario non era figlio, ma padre di Serse; entrambi erano persiani e non medi ( note a Dn 5,1-2; Dn 7,1 ). regno dei Caldei: vedere Dn 7,5+ e Dn 6,1+. |
9,4 | La preghiera che segue incorpora numerose reminiscenze bibliche. È da accostare alla preghiera di Azaria, in Dn 3,25-45 ed è servita da modello a Bar 1 e Bar 2. |
9,12 | i nostri governanti: alla lettera « i giudici che ci giudicavano ». |
9,14 | Il Signore ha vegliato: in
Ger 1,11-12, cf.
Ger 31,28;
Ger 44,27, il simbolo del mandorlo ( sheqed ) evoca l'oracolo di Jahve che veglia ( shôqed ) sul compimento della sua parola, per il bene come per la sventura. |
9,16 | secondo la tua misericordia: alla lettera « secondo le tue giustizie », cioè in nome della giustizia manifestata negli atti con i quali tu hai « rivendicato » il tuo popolo. |
9,17 | le sue suppliche: cf.
1 Re 8,28;
Ne 1,6.11;
Sal 130,2. - Dopo desolato BJ inserisce « per te stesso » secondo Teodozione e il v 19; il TM legge: « a causa del mio Signore ». |
9,21 | volò veloce verso di me: alla lettera « volando con volo mi toccò ». |
9,22 | Egli mi rivolse questo discorso: alla lettera « egli mi fece comprendere e parlò con me ». BJ traduce: « egli venne » con i LXX, sir. |
9,23 | un uomo prediletto: alla lettera: « tu sei i desideri ». « Uomo » è qui sottinteso ( cf. Dn 10,11.19 ). La volg. traduce: « l'uomo dei desideri », ma si tratta pure delle compiacenze divine per Daniele, non dei desideri della sua anima. |
9,24 | I settant'anni indicati da Geremia devono essere intesi come settanta settimane di anni ( = 490 anni ). Con questa interpretazione si giunge all'epoca di composizione del libro di Daniele: l'intento è quello di dare una lettura attualizzante alla profezia di Geremia. La profezia che segue, parallela a quelle dei cc vicini, si riferisce agli eventi della persecuzione di Antioco, ma in uno stile letterario allusivo e misterioso ( assenza di nomi propri, cifre convenzionalmente arrotondate ); così fa intendere che il testo ha una portata più alta. Come l'annunzio del regno messianico ( Dn 2,28+; Dn 7,13+ ), essa avrà la sua realizzazione definitiva nel tempo del Cristo e della chiesa. L'èra di pienezza descritta nel v 24 supera infinitamente un semplice ritorno alla pace. Ma il dettaglio dei vv 25-27, che descrivono i periodi precedenti, resta oscuro. - Settanta settimane: si tratta di un numero perfetto di settimane o anni. Il punto di partenza del computo è la data della rivelazione fatta a Geremia ( cf. v 25 ). Il termine considerato è la restaurazione di Gerusalemme e il ritorno dei prigionieri, che 2 Cr 36,22-23 ( = Esd 1,1-3 ) vede realizzati dal decreto liberatore di Ciro nel 538. - suggellare significa ora « mettere fine a », ora « garantire », e ha qui il senso più pieno di « compiere ». - il Santo dei santi: sìa l'altare o il tempio, sia il sommo sacerdote ( cf. 1 Cr 23,13 ): la restaurazione del sacerdozio santo coincide con quella dell'altare e del tempio; è presa in considerazione in una medesima prospettiva profetica. 9,24-27 A che cosa si riferiscono le settanta settimane? |
9,25 | Il principe consacrato dovrebbe essere Ciro re di Persia, che consentì agli Ebrei di tornare alla loro terra; sette settimane, cioè 49 anni, corrispondono al periodo tra il 587 ( distruzione di Gerusalemme e deportazione ) e il 538 ( editto di Ciro ). consacrato: Messia o « unto » ( cf. Es 30,22+; 1 Sam 9,26+; Is 45,1 ). I più antichi padri della Chiesa non sono d'accordo sull'identità di questo principe Messia, nemmeno per affermare che il v 26 ha di mira la morte di Gesù. Alcuni rinviavano l'ultima settimana alla fine dei tempi. - fossati: è il periodo di ricostruzione sotto il regime persiano. |
9,26 | Il consacrato a cui ci si riferisce qui è, secondo molti interpreti, il sommo sacerdote Onia III, deposto verso il 175 e poi ucciso ( 2 Mac 4,30-38 ). un consacrato o unto o Messia. Si può, con Teodozione, identificare questo unto o Messia con il sommo sacerdote Onia III ( cf. 2 Mac 4,30-38 ), deposto verso il 175 e assassinato dagli uomini di Antioco Epifane: sarebbe anche il principe dell'alleanza di Dn 11,22. - colpa: con Teodozione, che supplisce così una parola che è caduta dal testo; altri propongono: « successore »; BJ omette. - decretate: da Dio ( cf. Dn 8,25+ ). |
9,27 | L'ultima settimana riguarda le vicende dell'epoca dei Maccabei; metà settimana rimanda ancora al periodo di tre anni e mezzo, ricordato in Dn 7,25: è la durata della profanazione del santuario, prima della sua purificazione da parte di Giuda Maccabeo ( 1 Mac 1,41-64; 1 Mac 4,36-61 ). con molti: questo passo si chiarisce forse alla luce di Dn 11,30-32: « alleanza » designa qui la riunione degli empi intorno al tiranno che li ha adescati a tradire l'alleanza santa ( cf. 1 Mac 1,21.43.52; 2 Mac 4,10s ). - il sacrificio e l'offerta: l'abolizione del sacrificio antico non significa qui la sua sostituzione con il sacrificio della nuova alleanza: i passi paralleli mostrano che essa è opera degli empi. - del tempio: non è precisato dall'ebraico, ma il senso è evidente. - l'abominio della desolazione: alla lettera « l'abominio orrifico » o « desolante ». Questa espressione ( shiqqûçim meshomem ), di cui abbiamo conservato la traduzione consacrata dall'uso, deve evocare da una parte gli antichi baal, oggetto di idolatria già rimproverata a Israele dai suoi profeti ( essendo shiqqûç un equivalente dispregiativo di Baal, e giuocando shomem sul titolo di questi baal fenici « re dei cieli » o, meglio, « signori dei cieli », baal shamem ); e d'altra parte lo Zeus Olimpio al quale si consacrò il tempio di Gerusalemme ( cf. 2 Mac 6,2 ). |