2 Maccabei |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
I fatti di Giaffa e di Iamnia |
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1 Conclusi questi accordi, Lisia ritornò presso il re; i Giudei invece si diedero a coltivare la terra. | ||
2 Ma alcuni dei comandanti dei distretti e precisamente Timòteo e Apollonio, figlio di Gennèo, Ierònimo e Demofonte e, oltre questi, Nicànore, il comandante dei mercenari di Cipro, non li lasciavano vivere tranquilli né procedere in pace. | ||
3 Gli abitanti di Giaffa perpetrarono un'empietà di questo genere: invitarono i Giudei che abitavano con loro a salire con le mogli e con i figli su barche allestite da loro, come se non ci fosse alcuna cattiva intenzione a loro riguardo, | ||
4 ma fosse un'iniziativa di tutta la cittadinanza. Essi accettarono, desiderosi di rinsaldare la pace, e lontani da ogni sospetto. Ma quando furono al largo, li fecero affondare in numero non inferiore a duecento. |
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5 Quando Giuda fu informato di questa crudeltà compiuta contro i suoi connazionali, diede ordine ai suoi uomini | ||
6 e, invocando Dio, giusto giudice, mosse contro gli assassini dei suoi fratelli e nella notte incendiò il porto, bruciò le navi e uccise di spada quanti vi si erano rifugiati. | ||
7 Poi, dato che il luogo era sbarrato, abbandonò l'impresa con l'idea di tornare un'altra volta e sradicare tutta la cittadinanza di Giaffa. | ||
8 Avendo poi appreso che anche i cittadini di Iamnia volevano usare lo stesso sistema con i Giudei che abitavano con loro, | ||
9 piombando di notte sui cittadini di Iamnia, incendiò il porto con la flotta, così che si vedeva il bagliore delle fiamme fino a Gerusalemme, che è distante duecentoquaranta stadi. | ||
Spedizione in Gàlaad |
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10 Quando si furono allontanati di là per nove stadi, dirigendosi contro Timòteo, non meno di cinquemila Arabi con cinquecento cavalieri irruppero contro Giuda. |
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11 Ne nacque una zuffa furiosa, ma gli uomini di Giuda con l'aiuto di Dio ebbero la meglio. I nomadi invece, sopraffatti, supplicarono Giuda che stendesse loro la destra promettendo di cedergli bestiame e di aiutarlo in tutto il resto. | ||
12 Giuda, prevedendo che realmente gli sarebbero stati utili in molte cose, acconsentì a far la pace con loro ed essi, strette le destre, tornarono alle loro tende. | ||
13 Attaccò anche una città difesa da contrafforti, circondata da mura e abitata da gente d'ogni stirpe, chiamata Casfin. | ||
14 Quelli di dentro, sicuri della solidità delle mura e delle riserve di viveri, si mostrarono insolenti con gli uomini di Giuda, insultandoli, aggiungendo bestemmie e pronunciando frasi che non è lecito riferire. | ||
15 Ma gli uomini di Giuda, dopo aver invocato il grande Signore del mondo, il quale senza arieti e senza macchine ingegnose aveva fatto cadere Gèrico al tempo di Giosuè, assalirono furiosamente le mura. |
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16 Presa la città per volere di Dio, fecero innumerevoli stragi, cosicché il lago adiacente, largo due stadi, sembrava pieno del sangue che vi colava dentro. | ||
La battaglia di Carnion |
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17 Allontanatisi di là settecentocinquanta stadi giunsero a Caraca, presso i Giudei chiamati Tubiani; |
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18 ma da quelle parti non trovarono Timòteo, il quale era già partito dalla zona, senza aver intrapreso alcuna azione, ma lasciando in un certo luogo un presidio molto forte. |
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19 Dosìteo e Sosìpatro, due capitani del Maccabeo, in una sortita sterminarono gli uomini di Timòteo lasciati nella fortezza, che erano più di diecimila. | ||
20 Intanto il Maccabeo ordinò il suo esercito dividendolo in reparti, nominò questi al comando dei reparti e mosse contro Timòteo, il quale aveva con sé centoventimila fanti e duemilacinquecento cavalieri. | ||
21 Quando Timòteo seppe dell'arrivo di Giuda, mandò avanti le donne, i fanciulli e tutto il bagaglio nel luogo chiamato Carnion: era questa una posizione inespugnabile e inaccessibile per la strettezza di tutti i passaggi. |
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22 All'apparire del primo reparto di Giuda, si diffuse tra i nemici il panico e il terrore perché si verificò contro di loro l'apparizione di colui che dall'alto tutto vede, e perciò cominciarono a fuggire precipitandosi chi da una parte chi dall'altra, cosicché spesso erano colpiti dai propri compagni e trafitti dalle punte delle loro spade. | ||
23 Giuda dirigeva l'inseguimento con ogni energia, trafiggendo quegli empi: ne sterminò circa trentamila. | ||
24 Lo stesso Timòteo, caduto in mano agli uomini di Dosìteo e Sosìpatro, supplicava con molta astuzia di essere lasciato sano e salvo, perché tratteneva come ostaggi i genitori di molti di loro e di alcuni i fratelli ai quali sarebbe capitato di essere trattati senza riguardo. | ||
25 Avendo egli con molti discorsi prestato solenne promessa di restituire incolumi gli ostaggi, lo lasciarono libero per la salvezza dei propri fratelli. | ||
26 Giuda mosse poi contro Carnion e l'Atergatèo e uccise venticinquemila uomini. | ||
Ritorno per Efron e Beisan |
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27 Dopo la sconfitta e lo sterminio di questi, marciò contro la fortezza di Efron, nella quale era stanziato Lisia con una moltitudine di gente di ogni razza; davanti alle mura erano schierati i giovani più forti e combattevano vigorosamente, mentre nella città stavano pronte molte riserve di macchine e di proiettili. | ||
28 Avendo invocato il Signore che distrugge con la sua potenza le forze dei nemici, i Giudei fecero cadere la città nelle proprie mani e uccisero venticinquemila di coloro che vi stavano dentro. | ||
29 Ritornati di là, mossero verso Beisan, che dista seicento stadi da Gerusalemme. | ||
30 Ma i Giudei che vi abitavano testimoniarono che i cittadini di Beisan avevano dimostrato loro benevolenza e buona comprensione nel tempo della sventura | ||
31 e questi li ringraziarono e li esortarono ad essere ben disposti anche in seguito verso il loro popolo. Poi si recarono a Gerusalemme nell'imminenza della festa delle settimane. |
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Campagna contro Gorgia |
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32 Dopo questa festa, chiamata Pentecoste, mossero contro Gorgia, stratega dell'Idumea. |
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33 Questi avanzò con tremila fanti e quattrocento cavalieri. | ||
34 Schierati in combattimento, caddero un piccolo numero di Giudei. | ||
35 Un certo Dosìteo, degli uomini di Bacènore, abile nel cavalcare e valoroso, si attaccò a Gorgia e, afferratolo per la clamide, lo trascinava a gran forza volendo prendere vivo quello scellerato; ma uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli la spalla e Gorgia poté fuggire a Maresa. | ||
36 Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia. | ||
37 Poi, intonato nella lingua paterna il grido di guerra che si accompagna agli inni, diede un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga. | ||
Il sacrificio per i morti |
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38 Giuda poi radunò l'esercito e venne alla città di Odollam; poiché si compiva la settimana, si purificarono secondo l'uso e vi passarono il sabato. | ||
39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. | ||
40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. |
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41 Perciò tutti, benedicendo l'operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, | ||
42 ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. | ||
43 Poi fatta una colletta, con un tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. | ||
44 Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. |
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45 Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato. |
Indice |
12,1-46 | Nuove azioni militari di Giuda 12,1 presso il re: il compilatore pone il re ad Antiochia ( per lui infatti si tratta di Antioco V ). In realtà, le due spedizioni contro le città marittime devono essere avvenute dopo la prima campagna di Lisia, mentre Antioco IV si trovava in Persia ( cf. 2 Mac 6,1; 2 Mac 9,1 ) e verosimilmente nel corso dell'anno 164. |
12,8 | Iàmnia: città costiera a sud di Gerusalemme. Secondo il testo ( v. 9 ), ne disterebbe duecentoquaranta stadi, cioè circa 44 chilometri ( uno stadio corrisponde a m. 185 ). |
12,10-31 | È testo parallelo, pur con notevoli differenze, a
1 Mac 5,9-54. 12,10 nove stadi: poco più di 1,5 chilometri. È distanza imprecisa che non si può ricollegare alle precedenti spedizioni. Nnon possono essere contati a partire da Iamnia, ma da un punto situato nella Galaatide ( cf. v 13 ). Il compilatore probabilmente ha tagliato in modo maldestro il suo estratto da Giasone. Sulle circostanze di questa spedizione dell'estate del 163, cf. 1 Mac 5,9s. Gli « arabi » sono nabatei ( cf. 1 Mac 5,25 ), il cui capo sarebbe l'ufficiale di 2 Mac 8,32. |
12,13 | Casfin: città della Transgiordania settentrionale, nel Golan. |
12,17 | settecentocinquanta stadi: quasi 140 chilometri; corrispondono ai tre giorni di marcia di
1 Mac 5,24, ma è misura eccessiva per la distanza tra Casfin e i Tubiani. Càraca: nome proprio, per indicare una città non bene identificata, o nome comune, che indica un campo fortificato da una palizzata. Deve essere la fortezza o Birta ( cittadella ) dell'Ammanitide ( l'attuale Araq el Emir ), residenza del governatore. Tubiani: il « territorio di Tobia » di 1 Mac 5,13, cioè l'Ammanitide, governata dalla famiglia dei Tobiadi. Vi si allevavano i cavalli e un corpo di cavalieri tubiani si rese famoso in Idumea ( v 35 ). Vedi 2 Mac 3,11 e nota relativa |
12,21 | Camion: luogo del santuario dell'Astarte dalle corna ( cf.
1 Mac 5,43 ). - I « passaggi stretti » non dovevano essere altro che il letto del torrente ricordato in 1 Mac 5,37 ( il Nahr el-Ehreir, affluente dello Iarmuk ); solo più a sud il terreno comincia a diventare accidentato, ma l'autore vuol far risaltare le qualità militari, della coorte di Giuda e l'effetto di terrore da essa prodotto. |
12,26 | Atargatèo: nome del tempio-fortezza della città di Karnion, dedicato alla dea Atargate ( 2 Mac 12,21 ). |
12,27 | Efron: città fortificata in Transgiordania. Nella quale era stanziato Lisia con una moltitudine di gente di ogni razza: con gr. luc., mss lat. e sir.; altri mss lat. hanno: « dove era stanziato Lisia » ( BJ, con altri mss, ha « Lisania » ); gr. e volg. leggono « dove erano stanziate truppe di tutte le razze ». Anche se è da preferirsi la lezione « Lisia », qui non può trattarsi dello stratega della Celesiria, che doveva risiedere a Tiro, ma semplicemente di una dinastia locale. Il nome era molto comune. |
12,29 | Scitòpoli: nome ellenistico della città di Bet-Sean. ( vedi
1 Mac 5,52 e nota relativa ) il nome greco della città è Scitopoli.; seicento stadi corrispondono alla reale distanza da Gerusalemme: circa 110 chilometri. |
12,31 | la festa delle Settimane: è la festa detta, con nome greco, "Pentecoste". Si celebrava sette settimane dopo la Pasqua. Era la festa della mietitura, in cui si offrivano al Signore le primizie del raccolto ( Es 34,22; Lv 23,15-16; Dt 16,9-10 ). |
12,35 | Maresà: vedi nota a
1 Mac 5,66. degli uomini di Bacènore: con gr., volg., ma un simile nome proprio non esiste; BJ con mss lat., sir. traduce: « del corpo dei Tubiani ». - clamide: la mantellina corta dei cavalieri. |
12,36 | Esdrin: forse da identificare con Eleàzaro di 2 Mac 8,23. |
12,37 | inni: gli inni, anche guerreschi, avevano un carattere liturgico e dovevano essere in ebraico. |
12,38-46 | Nell'episodio del seppellimento dei caduti, alla fede nella risurrezione si aggiunge un pensiero nuovo, quello dell'efficacia del sacrificio per la remissione delle colpe dei defunti. Anche alleggerito delle glosse ( cf. v 45+ ), tale testo esprime la convinzione che le preghiere e il sacrificio espiatorio sono efficaci per la remissione dei peccati dei defunti. È la prima testimonianza di una credenza del genere. Tuttavia, un sacrificio come quello che fa fare Giuda poteva anche avere semplicemente lo scopo di purificare la comunità, contaminata nella sua totalità dalla colpa di alcuni ( cf. Gs 7 ), e può darsi che sia stato l'autore stesso, quarant'anni dopo, a prestare all'eroe la propria convinzione. Comunque stiano le cose, questa convinzione segna una nuova e importante tappa nella teologia biblica. 12,38 il settimo giorno: viene dedicato alla purificazione del corpo e dei vestiti, in quanto il fatto di uccidere e di toccare un morto rendeva impuri per sette giorni ( Nm 31,19 ). Odollàm: a 15 chilometri da Maresà, si tratta di Adullam, famosa città della bassa Palestina ( Gs 12,15, cf. 1 Sam 22,1; 2 Cr 11,17, ecc. ). |
12,39 | gli uomini di Giuda andarono: con gr., volg.; BJ con gr. luc., vet. lat., sir. legge: « vennero a trovare Giuda ». |
12,40 | oggetti sacri agli idoli: cioè amuleti o oggetti offerti alle divinità pagane e che dovevano essere bruciati ( cf. Dt 7,25s ). |
12,45 | In Vg e in NVg il
v. 45 si conclude con sentimenti di pietà. Le parole seguenti costituiscono il v. 46. santa e devota: il testo attuale, come ci è trasmesso dal gr. e dalla maggior parte delle versioni, è il risultato di un'armonizzazione del testo primitivo con le due glosse che vi si sono aggiunte ( una sadducea, cf. Mt 22,23, e l'altra farisea ). Tale testo ci viene conservato dal principale ms della vet. lat.: « perché sperava che quelli che erano caduti sarebbero resuscitati ( è superfluo e inutile pregare per i morti ), considerando che per coloro che si sono addormentati piamente è riservata una magnifica ricompensa ( santo e salutare pensiero ) ». |