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Cristo |
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B 56 |
Cristo, serpente di bronzo |
Rif. |
Il serpente di bronzo rappresenta, nel culto ebraico, una concessione al bisogno di riprodurre l'immagine di Dio. |
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Bisognerà attendere la purificazione del tempio fatta da Ezechia perché questo semi-idolo sia tolto. |
Quando Sap. e poi Gv utilizzano l'immagine del serpente, non vi è più pericolo: l'immagine si è spiritualizzata. |
Gv. non esita a paragonare Cristo al serpente, perché Cristo ha assunto tutta l'economia dell'esodo: egli è la Roccia, la Manna, Mosè, la nuova Legge, il sangue dell'Alleanza … perché non potrebbe essere anche il serpente? |
A queste ragioni tipologiche, si aggiunge il fatto che le situazioni sono parallele: la salvezza suppone sia l'elevazione oggettiva del Salvatore sulla croce sia l'adesione di fede dei salvati. |
Infine l'immagine esprime molto bene il compito di espiazione realizzato da Cristo. |
Testi |
Rilievi |
Rif. |
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La piaga dei serpenti come punizione del popolo infedele. |
La parola ebraica fa pensare a draghi o a serafini. |
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Il serpente di bronzo fa parte del materiale cultuale del tempio, non come vero idolo, ma come rappresentazione di Dio. |
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Ezechia lo sopprime. |
Ormai non sarà che un simbolo spirituale. |
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Il sapiente paragona le piaghe d'Egitto |
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che piombano sui pagani e le piaghe del deserto che piombano sugli Ebrei. |
Da una parte e dall'altra la stessa punizione, ma come segno della fedeltà di Dio un mezzo di salvezza per gli Ebrei: il segno del serpente che rappresenta l'obbedienza alla Legge. |
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Così spiritualizzato, il serpente può figurare nel simbolismo di Gv. la salvezza viene dall'elevazione di Cristo, ma suppone l'adesione personale della fede. |
Il serpente era solo l'occasione della salvezza; Cristo ne è la sorgente. |