Lo Spirito Santo nella Liturgia

D 49

Morte del cristiano

Rif.

La morte
F 6
non cambia natura nel N. T. ma è coinvolta nel nuovo mistero di vita: perdendo il suo pungolo; è illuminata dalla risurrezione, a cui essa conduce, e dalla vita terrestre alla quale pone un termine.
Acquista quindi una nuova luce dopo la morte di Cristo, termine di una vita terrestre, di una particolare economia e di un tipo di umanità.
Infine, perde il suo aspetto di conclusione brusca per essere solo l'esplicazione del mistero di morte vissuto durante tutta una vita, nella morte battesimale e nella mortificazione.
E 71
E 72

Testi

Rilievi

Rif.

Rm 5,12-14
Rm 6,23
1 Cor 15,54-55
Il N. T. segue le orme della concezione biblica della morte:
F 6
questa è realmente il frutto del peccato, concepito come un « satana » che stabilisce il suo regno col peccato e con la morte.

1 Cor 15,22
Si può dire così che tutti « muoiono in Adamo ».

2 Cor 5,14-15
Rm 6,11
Cristo, essendo innocente, ha rotto il legame tra morte spirituale e morte fisica per ristabilire un nuovo legame: obbedienza e morte fisica.
Tutti coloro che accettano questa nuova relazione si dicono « morti in Cristo ».

Rm 6,1-11
Col 3,3
Ef 2,4-6
Gal 3,19
1 Pt 2,21-25
Questa morte fondamentale in Cristo ci è comunicata nella morte battesimale.
D 15
Non si raggiunge direttamente la morte fisica di Cristo, ma si raggiunge la sua « morte al peccato », attraverso la sua « morte alla Legge ».

Gal 5,24
Rm 8,13
Col 2,3-5
2 Cor 4,11-16
Fil 3,10
Questa morte la si vive giorno per giorno nella mortificazione.
E 71

Rm 14,7-9
Fil 1,20
Le precedenti prospettive spiegano la morte fisica del cristiano.
Essa si sviluppa « in Cristo », cioè nel suo amore e nella sua obbedienza.

Sap 3,6
Fil 2,17
2 Tm 4,6
È alla sommità del sacrificio spirituale.
D 25

2 Cor 5,6-8
Rm 7,24
La morte è l'occasione per raggiungere la dimora celeste; per esplicitare i pegni di vita eterna contenuti in noi.

Fil 1,23
È l'occasione per essere « con Cristo ».
C 39
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