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Lo Spirito Santo nella Liturgia |
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D 49 |
Morte del cristiano |
Rif. |
La morte |
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non cambia natura nel N. T. ma è coinvolta nel nuovo mistero di vita: perdendo il suo pungolo; è illuminata dalla risurrezione, a cui essa conduce, e dalla vita terrestre alla quale pone un termine. |
Acquista quindi una nuova luce dopo la morte di Cristo, termine di una vita terrestre, di una particolare economia e di un tipo di umanità. |
Infine, perde il suo aspetto di conclusione brusca per essere solo l'esplicazione del mistero di morte vissuto durante tutta una vita, nella morte battesimale e nella mortificazione. |
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Testi |
Rilievi |
Rif. |
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Il N. T. segue le orme della concezione biblica della morte: |
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questa è realmente il frutto del peccato, concepito come un « satana » che stabilisce il suo regno col peccato e con la morte. |
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Si può dire così che tutti « muoiono in Adamo ». |
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Cristo, essendo innocente, ha rotto il legame tra morte spirituale e morte fisica per ristabilire un nuovo legame: obbedienza e morte fisica. |
Tutti coloro che accettano questa nuova relazione si dicono « morti in Cristo ». |
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Questa morte fondamentale in Cristo ci è comunicata nella morte battesimale. |
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Non si raggiunge direttamente la morte fisica di Cristo, ma si raggiunge la sua « morte al peccato », attraverso la sua « morte alla Legge ». |
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Questa morte la si vive giorno per giorno nella mortificazione. |
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Le precedenti prospettive spiegano la morte fisica del cristiano. |
Essa si sviluppa « in Cristo », cioè nel suo amore e nella sua obbedienza. |
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È alla sommità del sacrificio spirituale. |
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La morte è l'occasione per raggiungere la dimora celeste; per esplicitare i pegni di vita eterna contenuti in noi. |
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È l'occasione per essere « con Cristo ». |
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