Comunicazione e missione |
A proposito del rapporto tra comunicazione e vita della Chiesa, va ricordato «il diritto fondamentale al dialogo e all'informazione in seno alla Chiesa, così come è affermato da Communio et progressio, e la necessità di continuare a ricercare quali siano i modi efficaci per favorire e proteggere questo diritto, in particolare con un'utilizzazione responsabile dei mezzi di comunicazione».67
L'opinione pubblica ecclesiale dovrà essere frutto di una esemplare pratica comunitaria e comunicativa, che sappia rispecchiare «i più alti modelli di veridicità, affidabilità, sensibilità ai diritti umani e altri principi e norme rilevanti».68
Tutti nella comunità ecclesiale, sia tramite i rapporti personali sia attraverso l'utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale, sono chiamati a esercitare il nativo diritto di esprimere liberamente le proprie idee, con atteggiamento costruttivo, con franchezza ma anche con l'avvertenza di evitare atteggiamenti e interventi pubblici che possano nuocere alla verità, alla comunione e all'unità del corpo ecclesiale.
Non è raro infatti che interventi di singoli o di gruppi siano usati in modo strumentale e amplificati dai media per creare divisione e pretestuose contrapposizioni nella Chiesa.
Anche in questo ambito, è fondamentale un sincero scambio di opinioni tra i fedeli e con i pastori.
Nello spirito di «obbedienza verso i pastori della Chiesa, i fedeli hanno il diritto di manifestare […] le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri, e in funzione della loro scienza, competenza e prestigio, hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di esprimere ai loro pastori la propria opinione sulle questioni riguardanti il bene della Chiesa».69
Il dialogo e lo scambio di opinioni fra pastori e fedeli, nella libertà e nella responsabilità, secondo le indicazioni del Magistero, sono espressioni importanti del «diritto fondamentale al dialogo e all'informazione in seno alla Chiesa».70
In tal senso andrebbero valorizzati ed eventualmente potenziati, ai diversi livelli, gli organismi di partecipazione della comunità ecclesiale.
I media possono contribuire ad allargare, arricchire e diffondere il dialogo tra i fedeli e i pastori, ma è fondamentale considerare anche le possibili distorsioni o manipolazioni che ne possono derivare.
Occorre pertanto che tutti siano educati a un uso dei media efficace, ma nello stesso tempo discreto e pertinente.
I mezzi della comunicazione sociale contribuiscono in modo sempre più rilevante alla diffusione della verità cristiana, ma a volte possono veicolare messaggi e amplificare interventi che creano confusione e disorientamento tra i fedeli.
Per questo tutti sono chiamati a usarli con grande oculatezza, soprattutto quando si tratta di contenuti essenziali della fede e della morale.
In particolare i pastori hanno alcuni compiti specifici:
vigilare sull'uso di tali mezzi affinché « non si arrechi danno alla fede e ai costumi dei fedeli con gli scritti o con l'uso degli strumenti di comunicazione sociale »;
« esigere che vengano sottoposti al proprio giudizio prima della pubblicazione gli scritti dei fedeli che toccano la fede o i costumi »;
«riprovare gli scritti che portino danno alla retta fede o ai buoni costumi»;71
« applicare, a seconda dei casi, le sanzioni amministrative o penali previste dal diritto della Chiesa, per chi, trasgredendo le norme canoniche, viola i doveri del proprio ufficio, costituisce un pericolo per la comunione ecclesiastica, arreca danno alla fede o ai costumi dei fedeli ( cann. 805; 810,§1; 194,§1,n.2; 1369; 1371,n.1; 1389 ) ».72
Particolare attenzione meritano l'ecumenismo e il dialogo con le altre religioni.
L'era della comunicazione e dell'informazione crea nuove opportunità d'incontro e scambio anche tra le diverse esperienze religiose, offrendo ulteriori occasioni per accrescere l'unità e intessere rapporti d'amicizia.
«La collaborazione ecumenica può realizzarsi in tutti i campi della comunicazione sociale: essa è già di per sé una testimonianza offerta al mondo.
Considerato che i media superano i limiti normali di spazio e di tempo, questa collaborazione potrà allo stesso tempo attuarsi sul piano locale, regionale od internazionale».73
Una più profonda conoscenza delle varie appartenenze religiose e delle diverse chiese e comunità ecclesiali cristiane costituirà occasione per un dialogo rispettoso di ciascuna identità e della verità.
In particolare, il crescente pluralismo religioso pone nuove questioni di grande rilevanza, sia per i rapporti tra le diverse fedi sia per la testimonianza che insieme possono dare al mondo sul primato dei valori religiosi e del loro contributo al bene dell'umanità.
Sui temi della pace, della giustizia, della dignità umana, del valore della vita, del superamento delle povertà e soprattutto nell'indicare il primato della dimensione spirituale, le fedi sono chiamate a una testimonianza e a una comunicazione concorde: «L'intesa interreligiosa si basa sulla volontà comune delle grandi religioni dell'umanità di affrontare le questioni fondamentali riguardanti il destino dell'uomo.
Un'intesa seria e continua permetterà di superare l'inclinazione della gente a una sensibilità religiosa superficiale, superstiziosa e magica».74
Le religioni, soprattutto nel nostro tempo, segnato da conflitti in cui impropriamente, a volte, sono chiamate in causa, devono dare, anche attraverso i media, il loro fondamentale contributo alla costruzione della pace nella giustizia e nella solidarietà.
Indice |
67 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 10 |
68 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 26 |
69 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 10 |
70 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, La Chiesa e Internet 6 |
71 | Cod. Diritto Can. 823,§1 |
72 | Congregazione per la dottrina della fede, Istruzione circa alcuni aspetti dell'uso degli strumenti di comunicazione sociale nella promozione della dottrina della fede 2 |
73 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Criteri di collab. ecumenica ed interreligiosa nel campo delle comunicazioni sociali 7 |
74 | Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Criteri di collab. ecumenica ed interreligiosa nel campo delle comunicazioni sociali 15 |