Catechismo della Chiesa Cattolica |
1459 La soddisfazione |
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Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare ( ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite ). |
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La semplice giustizia lo esige. Ma, in più, il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L'assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato.50 Risollevato dal peccato, il peccatore deve ancora recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le proprie colpe: deve « soddisfare » in maniera adeguata o « espiare » i suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama anche « penitenza ». |
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1460 La penitenza che il confessore impone deve tener conto della situazione personale del penitente e cercare il suo bene spirituale. Essa deve corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e alla natura dei peccati commessi. |
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Può consistere nella preghiera, in un'offerta, nelle opere di misericordia, nel servizio del prossimo, in privazioni volontarie, in sacrifici, e soprattutto nella paziente accettazione della croce che dobbiamo portare. Tali
penitenze ci aiutano a configurarci a Cristo che, solo, ha espiato per
i nostri
peccati ( Rm 3,25; Esse ci permettono di diventare i coeredi di Cristo risorto, dal momento che « partecipiamo alle sue sofferenze » ( Rm 8,17 ):52
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