Formazione liturgica nei seminari

Indice

La Sacra Congregazione per l'Educazione Cattolica da vari anni promuove una costante opera di rinnovamento nel campo della formazione dei futuri sacerdoti, secondo le prescrizioni del Concilio Vaticano II, offrendo opportuni contributi alle conferenze episcopali.

La presente Istruzione si ricollega ai documenti e sussidi pedagogici pubblicati finora a questo scopo, e si propone di presentare indicazioni e norme per rendere la vita liturgica e lo studio della sacra liturgia negli istituti di formazione sacerdotale più rispondenti alle attuali necessità.

La preminente importanza, infatti, che la liturgia ha nella vita della Chiesa, richiede che i candidati al sacerdozio acquistino, per mezzo di una costante e accurata pratica e un assiduo studio della medesima, una preparazione adeguata all'esercizio del ministero pastorale in questo settore.

Introduzione

a) Preminenza della liturgia nella formazione sacerdotale

1. É nota l'importanza della liturgia nella formazione sacerdotale.

I sacerdoti sono, infatti, consacrati da Dio mediante il vescovo non solo per annunziare il vangelo e pascere i fedeli, ma anche per presiedere, in quanto partecipi in modo speciale del sacerdozio del Cristo, alle celebrazioni liturgiche, agendo come ministri del Cristo capo, che nella liturgia esercita ininterrottamente in nostro favore la sua funzione sacerdotale per mezzo dello Spirito Santo.1

Pertanto - poiché la liturgia, mediante la quale « si attua l'opera della nostra Redenzione », contribuisce in sommo grado « affinché i fedeli esprimano nella vita e manifestino agli altri il mistero del Cristo e la genuina natura della vera Chiesa »2 - il diligente esercizio e lo studio di essa offrirà ai futuri sacerdoti una più solida conoscenza e un rafforzamento nella fede, e aprirà loro una esperienza viva della Chiesa.

2. Ogni genuina formazione liturgica richiede non solo la teoria, ma anche la prassi.

In quanto formazione « mistagogica », essa si raggiunge principalmente per mezzo della vita liturgica degli alunni, alla quale gli stessi vengono guidati con crescente profondità, per mezzo delle celebrazioni liturgiche comunitarie.

Questa accurata iniziazione pratica è inoltre premessa di ulteriore studio, e deve ritenersi già acquisita nello svolgimento del programma di liturgia.

b) Opportunità di questo documento nelle presenti circostanze

3. La formazione liturgica è richiesta soprattutto ai nostri giorni.

Infatti, dopo la pubblicazione dei nuovi testi liturgici per attuare la riforma stabilita dal Concilio Vaticano II, è necessario promuovere sulla stessa linea un'accurata formazione dei futuri sacerdoti.

Essi dovranno comprendere l'indole e la forza della rinnovata liturgia, per inserirla nella propria vita spirituale e nel comportamento, e per trasfonderla convenientemente nei fedeli.3

4. Un maggiore impegno nella formazione liturgica e inoltre richiesto nei seminari, per affrontare i nuovi problemi pedagogici derivanti dalla crescente secolarizzazione della società.

La secolarizzazione offusca nelle menti la genuina natura della liturgia, rendendo l'uomo meno capace di viverla con intensa partecipazione.

Questa difficoltà è rilevata anche dagli stessi alunni, che sovente manifestano il desiderio di una vita liturgica più profonda e più autentica.

5. La necessità di un'adeguata iniziazione era già stata espressa nella Costituzione Sacrosanctum Concilium4 del summenzionato Concilio Vaticano II, nel Decreto Optatam totius5 e nella Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis6 di questa S. Congregazione, le cui norme, desunte dai documenti della Chiesa, danno alle conferenze episcopali utili indicazioni per formulare nelle loro Ratio prescrizioni più particolari, rispondenti alle esigenze locali.7

Da varie parti poi si è auspicato che questa S. Congregazione preparasse norme pedagogiche più dettagliate, fondate sulle recenti esperienze, sia per il retto ordinamento della vita liturgica nei seminari, sia per l'insegnamento della liturgia.

c) Natura di questa istruzione

6. Per tali motivi questo S. Dicastero, dopo aver consultato la Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, ha deciso di pubblicare la presente Istruzione, quale complemento della Ratio fundamentalis, con lo stesso valore obbligante8 ma con l'intento di dare soltanto indicazioni di carattere generale.9

L'Istruzione lascia alle conferenze episcopali il compito di elaborare ulteriormente la materia e di scegliere il modo più idoneo di procedere.10

Il documento si propone inoltre di ottenere che nella redazione delle Ratio nazionali, o nel loro aggiornamento, siano meglio illustrati lo studio della liturgia e l'ordinamento della vita liturgica del seminario.

7. L'Istruzione nelle sue norme indica quindi il duplice scopo di questa formazione: quello pratico ( mistagogico ), che riguarda la retta e ordinata celebrazione della liturgia, e quello teorico ( dottrinale ), che pone in rilievo l'insegnamento della liturgia, come una delle più importanti discipline teologiche.

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1 Cfr. Decr. Presbyterorum ordinis, n. 2, n. 5, n. 9, n. 12
2 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 2
3 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 14
4 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 15-17
5 Cfr. Optatam totius n. 4, n. 8, n. 16, n. 19
6 Cfr. Ratio fundamentalis n. 14, n. 52, n. 53, n. 79, n. 94, n. 98
7 Cfr. Decr. Optatam totius, n. 1
8 Cfr. Ratio fundamentalis, Note preliminari, n. 2
9 Cfr. Ratio fundamentalis, Note preliminari, n. 7
10 Cfr. Ratio fundamentalis, Note preliminari, n. 3