La dimensione contemplativa della vita religiosa

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C) Animazione comunitaria

15. - La comunità religiosa

La comunità religiosa è in se stessa una realtà teologale, oggetto di contemplazione: come « famiglia unita nel nome del Signore » ( P.C. 15; cfr. Mt 18,20 ), è, per natura sua, il luogo dove l'esperienza di Dio deve potersi particolarmente raggiungere nella sua pienezza e comunicare agli altri.

La reciproca accoglienza fraterna, nella carità, contribuisce a « creare un ambiente atto a favorire il progresso spirituale di ciascuno » ( E.T. 39 ).

Proprio per questo i religiosi hanno bisogno di un « luogo di preghiera » all'interno delle loro stesse case, dove la quotidiana tensione verso l'incontro con Dio, fonte di comunione nella carità, trova costante motivo di richiamo e di sostegno.

La presenza reale del Signore Gesù nell'Eucaristia, devotamente custodita e adorata, sarà per loro segno vivente di una comunione che si costruisce ogni giorno nella carità.

16. - Il Superiore nella comunità

Il Superiore nella comunità disimpegna un ruolo di animazione ( M.R. 13 ) simultaneamente spirituale e pastorale in conformità alla « grazia di unità » propria d'ogni Istituto ( cfr. P.C. 8 ).

Coloro che sono chiamati ad esercitare il ministero dell'autorità devono comprendere e aiutare a comprendere che, in queste comunità di consacrati, lo spirito di servizio verso tutti i fratelli diviene espressione della carità con cui Dio li ama ( P.C. 14 ).

Questo servizio di animazione unitaria richiede, quindi, che i superiori e le superiore non siano né alieni e disinteressati di fronte alle esigenze pastorali, né assorbiti da compiti semplicemente amministrativi, ma si sentano e vengano accolti primariamente quali guide per la crescita simultaneamente spirituale e apostolica di ciascuno e dell'intera comunità.

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