La dimensione contemplativa della vita religiosa |
La formazione religiosa nelle sue varie fasi, iniziale e permanente, ha lo scopo precipuo d'immergere i religiosi nell'esperienza di Dio e aiutarli a perfezionarla progressivamente nella propria vita.
A tale fine è necessario che « si ponga l'apostolato stesso nel debito risalto » ( M.R. 27 ).
L'obiettivo principale da raggiungere negli Istituti di vita attiva sarà quello della mutua permeazione tra interiorità e attività, così che la coscienza di ognuno coltivi il primato della vita nello Spirito Santo ( M.R. 4 ) da cui sgorga la grazia di unità propria dell'amore di carità.
Ora, la dimensione fortemente ecclesiale della vita religiosa ( L.G. 44; E.T. 50; M.R. 10 ) sollecita la realizzazione della formazione, sotto ogni aspetto, in profonda comunione con la Chiesa universale.
In modo, tuttavia, che ciascun religioso possa vivere la sua vocazione in forma concreta ed efficace in quella Chiesa locale e per la Chiesa locale a cui è inviato secondo la missione del suo Istituto.
« Voi siete - ha detto il Papa - con la vostra vocazione, per la Chiesa universale; attraverso la vostra missione, in una determinata Chiesa locale.
Quindi la vostra vocazione per la Chiesa universale si realizza entro le strutture della Chiesa locale.
Bisogna far di tutto affinché la vita consacrata si sviluppi nelle singole Chiese locali, affinché contribuisca all'edificazione spirituale di esse, affinché costituisca la loro particolare forza.
L'unità con la Chiesa universale, attraverso la Chiesa locale: ecco la vostra via » ( Giovanni Paolo II, ai Superiori generali, 24-XI-1978 ).
La conoscenza dell'indole propria ( M.R. 11 ) dell'Istituto di cui si è membri costituisce una componente essenziale nella formazione alla dimensione contemplativa.
Anche sotto questo profilo dunque, è importante coltivare quel principio generale di rinnovamento che il Perfectae Caritatis definisce come « continuo ritorno alle fonti ».
Una solida formazione intellettuale, che risponda alle finalità della vocazione e missione del proprio Istituto, è pure a base di una equilibrata e ricca vita di preghiera e di contemplazione.
Perciò lo studio e l'aggiornamento sono raccomandati come fattori di un sano rinnovamento della vita religiosa, nella Chiesa e per la società dei nostri tempi ( P.C. 2, c-d; E.S. II, 16 ): « Gli studi siano programmati non quasi fossero una male intesa realizzazione di sé, per raggiungere finalità individuali, ma affinché valgano a rispondere alle esigenze di progetti apostolici della stessa Famiglia religiosa in armonia con le necessità della Chiesa » ( M.R. 26 ).
L'esigenza di qualità adeguate risulta, quindi, evidente per coloro che assumono responsabilità di formazione:
capacità umane d'intuito e di accoglienza;
esperienza sviluppata di Dio e della preghiera;
sapienza che deriva dall'attento e prolungato ascolto della Parola di Dio;
amore della Liturgia e comprensione del suo ruolo nell'educazione spirituale ed ecclesiale;
competenza culturale necessaria;
disponibilità di tempo e di buona volontà per dedicarsi alla cura personale, e non soltanto di gruppo, dei singoli candidati.
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