Summa Teologica - I |
Infra, q. 86, a. 4; II-II, q. 95, a. 1; In 1 Sent., d. 38, q. 1, a. 5; In 2 Sent., d. 3, q. 2, a. 3, ad 4; d. 7, q. 2, a. 2; C. G., III, c. 154; De Verit., q. 8, a. 12; De Malo, q. 16, a. 7; Comp. Theol., c. 134; In Is., c. 3
Pare che gli angeli conoscano le realtà future.
1. Gli angeli hanno una conoscenza più perfetta degli uomini.
Ma ci sono degli uomini che conoscono molte realtà future.
Quindi a più forte ragione gli angeli.
2. Il presente e il futuro sono differenze del tempo.
Ma l'intelletto dell'angelo è al di là del tempo: « l'intelligenza » infatti, come si legge nel De Causis [ 2 ], « si commisura all'eternità », cioè all'evo.
Quindi rispetto all'intelletto angelico non differiscono il passato e il futuro, e l'angelo conosce indifferentemente sia l'uno che l'altro.
3. L'angelo non conosce per mezzo di specie derivate dalle cose, ma piuttosto mediante specie innate universali.
Ora, le specie universali riguardano allo stesso modo tanto il presente quanto il passato e il futuro.
Quindi pare che gli angeli conoscano indifferentemente il passato, il presente e il futuro.
4. Una cosa si dice distante sia per il tempo che per il luogo.
Ma gli angeli conoscono le cose localmente distanti.
Quindi conoscono anche le cose distanti nel tempo futuro.
Ciò che costituisce una prerogativa della divinità non può convenire agli angeli.
Ma conoscere le realtà future è una caratteristica propria della divinità, secondo il detto di Isaia [ Is 41,23 ]: « Annunziate le cose che verranno in futuro, e conosceremo che siete dèi ».
Quindi gli angeli non conoscono le realtà future.
Si può conoscere il futuro in due modi.
Primo, nella sua causa.
Si possono perciò conoscere con certezza tutte le cose future che derivano necessariamente dalle loro cause: p. es. che domani il sole sorgerà.
Le cose invece che provengono dalle loro cause [ solo ] nella maggior parte dei casi non sono conosciute con certezza, ma soltanto in modo congetturale: come il medico quando prevede la salute dell'infermo.
E tale modo di conoscere le realtà future l'hanno anche gli angeli, e tanto più perfettamente di noi quanto più essi conoscono le cause delle cose in modo più universale e perfetto: come i medici che conoscono i sintomi con maggiore perspicacia sanno prognosticare meglio lo stato futuro della malattia.
- Rimangono invece del tutto ignote le cose che procedono dalle cause soltanto di rado, come avviene per le realtà casuali e fortuite.
Secondo, si possono conoscere le realtà future in se stesse.
E tale conoscenza del futuro compete soltanto a Dio, il quale conosce non solo le cose che accadono necessariamente o nella maggior parte dei casi, ma altresì le realtà casuali e fortuite: poiché Dio vede tutte le cose nella sua eternità, la quale è sempre presente, nella sua semplicità, a tutto il tempo, e lo contiene.
Quindi un unico sguardo di Dio, come si è visto sopra [ q. 14, a. 13 ] trattando della scienza divina, si porta su tutte le cose che si svolgono nel tempo come su cose presenti, e le vede tutte come sono in se stesse.
- L'intelletto angelico invece, come ogni altro intelletto creato, non ha l'eternità divina.
Quindi il futuro, direttamente come è in se stesso, non può essere conosciuto da alcun intelletto creato.
1. Gli uomini non conoscono le realtà future se non nelle loro cause, o per divina rivelazione.
E così gli angeli conoscono le realtà future in modo assai più perfetto.
2. Sebbene l'intelletto angelico sia al disopra del tempo che è la misura dei moti corporei, tuttavia nell'intelletto angelico c'è il tempo che è dato dalla successione degli atti del pensiero: e in tal senso S. Agostino [ De Gen. ad litt. 8,22 ] dice che « Dio muove la creatura spirituale attraverso il tempo ».
Quindi, essendovi una successione nell'intelletto dell'angelo, non tutto ciò che si svolge nel tempo è a lui presente.
3. Sebbene le specie esistenti nell'intelletto angelico, considerate in se stesse, riguardino ugualmente tanto le realtà presenti quanto le passate e le future, tuttavia le realtà stesse presenti, passate e future non si riferiscono nello stesso modo alle specie.
Poiché le realtà presenti hanno una natura in forza della quale possono assomigliare alle specie esistenti nella mente dell'angelo, e quindi possono essere conosciute [ nella loro realtà ] per mezzo di esse.
Le realtà future invece non hanno ancora una natura per poter assomigliare con essa alle specie, e pertanto non possono essere conosciute per mezzo delle specie.
4. Le cose localmente distanti esistono già nella realtà, e partecipano qualche specie di cui esiste una somiglianza nell'angelo; il che non si verifica invece per le realtà future, come si è spiegato [ ad 3 ].
Quindi il confronto non regge.
Indice |