Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se l'ira accenda al massimo l'ardore del cuore

Pare che l'ira sia la causa principale di tale ardore.

Infatti:

1. Abbiamo già detto [ q. 28, a. 5, risp. ob.; q. 37, a. 2 ] che l'ardore è proprio dell'amore.

Ma abbiamo anche notato [ q. 27, a. 4; q. 28, a. 6, ad 2; q. 41, a. 2, ad 1 ] che l'amore è il principio e la causa di tutte le passioni.

Ora, essendo la causa maggiore dell'effetto, sembra che l'ira non possa produrre il massimo ardore.

2. Le cose che di per sé eccitano l'ardore aumentano col tempo: come l'amore, col prolungarsi, aumenta.

Invece l'ira con l'andar del tempo si smorza: infatti il Filosofo [ Reth. 2,3 ] nota che « il tempo calma l'ira ».

Quindi l'ira non è propriamente causa dell'ardore.

3. Un calore, aggiungendosi a un altro calore, lo rafforza. Invece, come scrive il Filosofo [ ib. ], « col sopraggiungere di un'ira più grande, l'ira si attenua ».

Perciò l'ira non causa il calore.

In contrario:

Scrive il Damasceno [ De fide orth. 2,16 ] che « l'ira è l'ardore del sangue intorno al cuore, prodotto dall'evaporazione del fiele ».

Dimostrazione:

Come si è già detto [ q. 44, a. 1 ], l'alterazione fisiologica che accompagna le passioni corrisponde al moto dell'appetito.

Ora, è noto che qualsiasi appetito, anche quello naturale, tende con più forza verso il suo contrario quando esso è presente: per cui vediamo che l'acqua calda si congela maggiormente, perché allora il freddo agisce sul caldo con più vigore.

Ora, il moto appetitivo dell'ira è causato dall'ingiustizia ricevuta come dalla presenza di un elemento contrario.

Perciò l'appetito tende con tutte le sue forze a respingere l'ingiustizia con la brama della vendetta: da cui la vivacità e la violenza del moto dell'ira.

E poiché il moto dell'ira non è una fuga, a cui corrisponde il freddo, ma è piuttosto un'aggressione, a cui corrisponde il calore, il moto dell'ira provoca un certo ardore del sangue e degli spiriti vitali intorno al cuore, che è lo strumento delle passioni dell'anima.

Ed è per questo che soprattutto in chi si adira appaiono, per la grande agitazione del cuore, certi segni nelle membra esterne. Infatti, come scrive S. Gregorio [ Mor. 5,45 ], « acceso dall'impulso dell'ira il cuore palpita, il corpo trema, la lingua si inceppa, il volto si infiamma, gli occhi si stravolgono e non si riconoscono più le persone; con la bocca uno emette delle grida, ma non sa più ciò che dice ».

Analisi delle obiezioni:

1. Come nota S. Agostino [ De Trin. 10,12.19 ], « anche l'amore non è mai sentito così intensamente come quando lo rivela l'assenza » [ di ciò che si ama ].

Perciò, quando si fa torto a un bene che noi amiamo, il nostro amore diviene più sensibile: e così il cuore si accende maggiormente per rimuovere gli ostacoli, per cui l'ira rende più forte e più sensibile l'ardore stesso dell'amore.

Tuttavia l'ardore che segue al calore non appartiene allo stesso modo all'amore e all'ira. Infatti l'ardore dell'amore è dolce e soave, avendo per oggetto il bene amato.

Per cui è paragonato al calore dell'aria e del sangue: infatti i temperamenti sanguigni sono più portati ad amare; e si dice che « il fegato forza ad amare » perché in esso si riproduce il sangue.

- Invece l'ardore dell'ira è amaro, e tende alla consunzione: poiché tende a punire.

Per cui è paragonato al calore del fuoco e del fiele: per questo il Damasceno [ l. cit. ] dice che l'ira « deriva dall'evaporazione della bile, ed è detta biliosa ».

2. Quanto dipende da una causa che si esaurisce col tempo è necessariamente soggetto a ridursi col tempo.

Ora, è evidente che la memoria diminuisce col passare del tempo: infatti le cose troppo lontane nel tempo vengono dimenticate con facilità.

Ma l'ira è causata dal ricordo di un'offesa ricevuta.

Perciò la causa dell'ira diminuisce col tempo, finché non cessa totalmente.

- Inoltre un'offesa sembra più grave da principio, e un po' per volta la sua percezione diminuisce, più ci si allontana dalla prima impressione dell'offesa.

E lo stesso si dica dell'amore, se la sua causa rimane solo nel ricordo: infatti il Filosofo [ Ethic. 8,5 ] scrive che « se l'assenza dell'amico si prolunga, produce la dimenticanza dell'amicizia ».

Se invece l'amico è presente, la causa dell'amicizia viene sempre a crescere.

E lo stesso sarebbe per l'ira, se continuamente se ne prolungasse la causa.

Tuttavia il fatto stesso che l'ira rapidamente si consuma ne mostra la violenza dell'ardore.

ome infatti un gran fuoco, divorando il combustibile, rapidamente si estingue, così l'ira per la sua violenza rapidamente si smorza.

3. Ogni energia divisa in più parti diminuisce.

E così quando chi è adirato con uno si adira con un altro, per ciò stesso sente diminuire l'ira verso il primo.

E specialmente se l'ira contro il secondo è più grave: infatti in questo caso l'offesa che ha provocato l'ira verso il primo sembra poca cosa o nulla in confronto alla seconda, ritenuta maggiore.

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