Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 12, q. 3, a. 2, sol. 2; In Ioan., c. 6, lect. 7
Pare che non sia lecito ricevere il corpo di Cristo senza il sangue.
1. Il Papa Gelasio [ Decr. di Graz. 3,2,12 ] dichiara: « Sappiamo che alcuni, ricevuta soltanto la porzione del sacro corpo, si astengono dal calice del sangue consacrato.
Costoro dunque, essendo guidati senza dubbio da chi sa quale superstizione, o ricevano per intero i sacramenti o se ne astengano per intero ».
Non è quindi permesso ricevere il corpo di Cristo senza il sangue.
2. All'integrità di questo sacramento concorre tanto la consumazione del corpo quanto quella del sangue, come si è visto sopra [ q. 73, a. 2 ].
Se dunque si riceve il corpo senza il sangue, il sacramento rimane incompleto.
Il che equivale a un sacrilegio.
Infatti il Papa Gelasio aggiunge: « La divisione di un solo e identico mistero non può farsi senza un grande sacrilegio ».
3. Questo sacramento, come si è detto sopra [ q. 66, a. 9, ad 5; q. 73, aa. 4,5; q. 74, a. 1 ], viene celebrato in memoria della passione del Signore, ed è ricevuto per la salvezza dell'anima.
Ma la passione di Cristo è espressa meglio dal sangue che dal corpo; inoltre il sangue viene offerto per la salvezza dell'anima, come si è notato [ q. 74, a. 1; q. 76, a. 2, ad 1 ].
Piuttosto quindi che astenersi dal ricevere il sangue, ci si dovrebbe astenere dal ricevere il corpo.
Perciò coloro che si accostano a questo sacramento non devono mai prendere il corpo senza il sangue di Cristo.
È uso di molte Chiese offrire al popolo che si comunica il corpo di Cristo senza il sangue.
Riguardo all'uso di questo sacramento si possono fare due considerazioni: una dalla parte del sacramento stesso, l'altra dalla parte di coloro che lo ricevono.
Dalla parte del sacramento stesso conviene che si riceva sia il corpo che il sangue: poiché l'integrità del sacramento li implica entrambi.
Perciò il sacerdote, avendo il compito di consacrare e di consumare nella sua integrità questo sacramento, non deve mai assumere il corpo di Cristo senza il sangue.
Dalla parte invece di quanti si comunicano occorre somma riverenza e cautela, perché non accada nulla che offenda un così grande mistero.
Il che potrebbe verificarsi specialmente nella distribuzione del sangue, poiché se venisse preso senza le debite precauzioni potrebbe facilmente versarsi.
E poiché nel popolo cristiano, che è andato moltiplicandosi, ci sono vecchi e giovani e bambini, alcuni dei quali non sono tanto accorti da usare le necessarie cautele nel ricevere questo sacramento, prudentemente in alcune chiese si osserva la norma di non dare al popolo il sangue, ma di farlo consumare solo dal sacerdote.
1. Il Papa Gelasio in quel testo si riferisce ai sacerdoti i quali, come consacrano tutto il sacramento, così devono anche consumarlo nella sua integrità.
Infatti, come si legge in un Concilio di Toledo [ Decr. di Graz. 3,2,11 ], « che sacrificio sarebbe quello a cui non partecipasse nemmeno il sacrificante? ».
2. Il compimento di questo sacramento non si ha nella comunione dei fedeli, ma nella consacrazione della materia.
Perciò non si toglie nulla alla perfezione di questo sacramento se il popolo riceve il corpo senza il sangue, purché il sacerdote consacrante riceva l'uno e l'altro.
3. La rappresentazione della passione del Signore si ha nella stessa consacrazione di questo sacramento, nella quale non si può mai consacrare il corpo senza il sangue.
Il popolo invece può ricevere il corpo senza il sangue, e da ciò non riceve alcun danno.
Poiché il sacerdote offre e consuma il sangue a nome di tutti; e inoltre in ciascuna delle due specie Cristo è contenuto per intero, come si è spiegato [ q. 76, a. 2 ].
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