Supplemento alla III parte

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Articolo 5 - Se il limbo si identifichi con l'inferno dei dannati

Pare che il limbo si identifichi con l'inferno dei dannati.

Infatti:

1. È detto [ Os 13,14 ] che Cristo « ha morso » l'inferno, non che l'ha assorbito: poiché ne trasse fuori solo alcuni e non tutti quelli che c'erano.

Ora, l'espressione non sarebbe valida se i liberati da lui non avessero fatto parte della moltitudine che si trovava all'inferno.

Siccome dunque quelli che egli liberò erano nel limbo dell'inferno, è chiaro che essi stavano e nel limbo e nell'inferno.

Quindi ne segue che il limbo o si identifica con l'inferno, o ne è una parte.

2. Nel Simbolo si dice che Cristo « discese all'inferno ».

Ora, è noto che egli discese nel limbo dei patriarchi: quindi tale limbo si identifica con l'inferno.

3. Giobbe dichiara [ Gb 17,16 ]: « Tutte le mie cose scenderanno nell'inferno più profondo ».

Ora, il santo e giusto Giobbe discese al limbo.

Quindi il limbo si identifica con l'inferno più profondo.

In contrario:

« Nell'inferno non c'è redenzione alcuna » [ III, q. 52, a. 5 ].

Siccome invece i santi furono redenti dal limbo, è chiaro che questo non è l'inferno.

2. Si legge in S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,33.62 ]: « Come si possa pensare che quella pace » concessa a Lazzaro « si trovi nell'inferno, io non riesco a capirlo ».

Ma l'anima di Lazzaro discese al limbo.

Perciò il limbo e l'inferno non sono la stessa cosa.

Dimostrazione:

Le dimore delle anime si possono distinguere o per la loro ubicazione o per la loro qualità, cioè in quanto sono destinate al premio o al castigo.

In quest'ultimo senso dunque non c'è dubbio che il limbo dei patriarchi è distinto dall'inferno, sia perché nell'inferno c'è la pena del senso, che non esiste nel limbo, sia perché nell'inferno la pena è eterna, mentre nel limbo i santi erano trattenuti solo per un certo tempo.

Rispetto invece all'ubicazione è probabile che l'inferno e il limbo siano lo stesso luogo, o dei luoghi quasi continui, in maniera però che una certa parte superiore dell'inferno si chiami limbo dei Patriarchi.

I dannati infatti patiscono una pena proporzionata alla diversità della loro colpevolezza.

Perciò quanto più i loro peccati sono gravi, tanto più profondo e più oscuro sarà il luogo loro assegnato nell'inferno.

Quindi anche ai santi Patriarchi, oberati da colpe minime, dovette essere riservato un posto più alto e meno tenebroso di quello riservato a tutti gli altri che quivi sono puniti.

Analisi delle obiezioni:

1. Si può dire che Cristo ha morso l'inferno e vi è disceso a liberare i patriarchi per il fatto che l'inferno e il limbo hanno la stessa ubicazione.

2. Vale la stessa risposta.

3. Giobbe non discese all'inferno dei dannati, ma al limbo dei patriarchi, che è chiamato « il luogo più profondo » non perché luogo di pena, ma per la connessione con gli altri luoghi, inquantoché nel medesimo luogo si include ogni luogo di pena.

Oppure si può spiegare il passo citato con l'interpretazione di S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,33.62 ]: « Giacobbe, dicendo ai figli: "Farete discendere la mia vecchiaia con tristezza all'inferno", sembra aver voluto manifestare la paura di essere talmente turbato dalla tristezza da giungere non alla pace dei giusti, ma piuttosto all'inferno dei reprobi ».

E allo stesso modo si possono interpretare le parole di Giobbe, ritenendole non tanto un'asserzione, quanto piuttosto la manifestazione di un timore.

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