Devozione a Gesù Crocifisso e realizzazioni  

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Le origini dell’Unione Catechisti e delle sue opere, del prof. Cesare Trespidi

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Come mai la diffusione della Divozione fu delegata ai FSC?

Oltre alle spiegazioni fornite da Padre Francesco Maccono O.F.M. Vice Postulatore, nella prefazione della biografia di Fra Leopoldo scritta da Fr. Teodoreto ( pp. XV-XXI ),1 viene naturale rispondere che innanzi tutto questo è stato l'intendimento di Gesù Crocifisso, in secondo luogo si può motivare dal fatto che i Fratelli si trovano a contatto con tanti ragazzi e con le loro famiglie.

Per comprendere che non si intendeva di un affidamento peregrino, bensì combaciante con lo spirito lasalliano, possiamo riscontrare combaciante una riflessione di S. Giovanni Battista de La Salle: "Adorate le cinque piaghe di Gesù Cristo Nostro Signore e pensate che Egli non le ha conservate nel suo sacro Corpo che come segni gloriosi della vittoria riportata sull'inferno e sul peccato.

Fissate sovente gli occhi su di esse … considerate le piaghe del corpo del vostro Salvatore come tante voci che vi rimprove rano i vostri peccati.

Il frutto che la contemplazione delle piaghe di Gesù deve produrre in noi è quello di allontanarci per sempre dal peccato, di mortificare le passioni, di combattere le inclinazioni troppo umane e naturali.

Mettete la vostra mano nella piaga del costato con S. Tommaso, non tanto per fortificare la vostra fede, quanto piuttosto per penetrare, se è possibile, fino al Cuore di Gesù e per far passare di là nel vostro cuore i sentimenti di una pazienza tutta cristiana, di una intera rassegnazione, di una perfetta conformità alla volontà di Dio e per attingere un coraggio che vi porti a ricevere le occasioni di soffrire" Med. 28 ).2

Fr. Teodoreto, corrispondendo al desiderio del Signore, presentò la Divozione ai Superiori Maggiori.3

Fr. Armando Riccardi4 precisa a p. 56: "Il Superiore Generale fr. Athanase-Émile, dopo aver preso i dovuti contatti e dopo scrupolose informazioni circa la costituzione dell'Opera sorta per iniziativa di fr. Teodoreto, emanò la famosa circolare n. 328 del 19 marzo 1949 intitolata "La pieuse Union de Jésus Crucifié et de Marie Immaculée", nella quale, non solo raccomanda la Divozione a tutto l'Istituto lasalliano, ma dimostra quanto questa Unione corrisponda allo spirito del Fondatore.

Vi leggiamo: « … bisogna che ci rinnoviamo nella Divozione a Gesù Crocifisso e che ce ne facciamo propagatori …

È ai piedi del nostro Salvatore in Croce e nelle sue piaghe cruente che S. Giovanni Battista de La Salle vuole che andiamo a cercare luce e coraggio, allorché si tratta di combattere contro le passioni ( Med. 28 ) o abbiamo bisogno di forza nelle difficoltà e nelle afflizioni ( Med. 165 ) oppure dello spirito di riparazione ( Med. 152 ).

Non è forse ai piedi del Crocifisso che il Santo Fondatore ha attinto egli stesso quell'amore delle sofferenze, lo spirito di riparazione e di zelo, l'eroica costanza nelle prove che accompagnarono tutta la sua vita?

Rileggiamo la 27a e 28a meditazione, e nella Raccolta la sua commovente Professione del penitente, e vedremo che son proprio gli sguardi amabili e interiori del Crocifisso che hanno fatto di lui uno dei più grandi santi del suo secolo »5 ( Anche per questo i Fratelli nel giorno della "vestizione" ricevono un Crocifisso ).

Eppure … benché fr. Teodoreto, dopo averne sperimentato egli stesso l'efficacia dall'anno 1911-12, facendola recitare nella Comunità di S. Pelagia, ne sia stato l'anima della propaganda, mobilitando moltissime altre anime "Zelatrici", non ottenne una plenaria adesione tra i Fratelli del suo Distretto ( anche se non sono stati pochi tra di loro gli zelanti collaboratori ); le stesse difficoltà - specialmente per i contatti con l'Azione Cattolica Contardo Ferrini del Collegio S. Giuseppe6 - incontrerà a proposito dell'Unione: Nemo propheta in patria?

Fratel Leone analizza tale difficoltà ( Op cit. pp. 226 e sgg. ): « In qualche luogo si cominciò, ma non si ebbe costanza a mantenere; in altre ci fu qualche resistenza anche per incominciare, trattandosi di una nuova pratica di pietà non prevista dalla Regola ».

Quindi individua qualche giustificazione « per ragioni di ordine ideale e d'ordine pratico »: le difficoltà d'inserire la Divozione nel tempo destinato agli "esercizi spirituali" quotidiani; il giudicare "esagerata l'importanza data a questa Divozione", dato che "nessuno è tenuto a credere alle rivelazioni private".

Inoltre "certi Fratelli - uomini di studio, abituati alla critica interna dei testi - non poterono a meno di essere colpiti dal fatto che le parole attribuite a Gesù nei suoi colloqui con Fra Leopoldo sono assai dissomiglianti da quelli che di lui ci riferisce il Santo Vangelo.

In sostanza, per edificanti che siano i suggerimenti attribuiti al Crocifisso nel Diario del pio Francescano, nulla paiono contenere che superi le possibilità ordinarie d'un buon frate, anche semplicemente laico ».

Quindi fr. Leone si addentra un poco nell'analisi del comportamento di alcuni Fratelli riguardo ai desideri che Fra Leopoldo esprimeva da parte di Gesù Crocifisso - e dei quali fr. Teodoreto si faceva portavoce convinto - "per rimuovere ogni motivo di stupore o di scandalo da parte dei lettori meno provveduti" e prosegue "Si sa che anche tra uomini di pari fede ci sono spiriti diversi: mentre alcuni si sentono istintivamente portati verso ogni asserita visione o apparizione o rivelazione, altri vi ripugnano istintivamente, pur senza negarne la possibilità.

Si deve anzi riconoscere che il contegno di questi ultimi - sebbene paia meno devoto - è più simile, che non il contegno dei primi, a quello della legittima autorità ecclesiastica dinanzi a fatti del genere".

Conclude infine sottolineando che "la situazione di fr. Teodoreto è assai diversa da quella di tutti gli altri Fratelli.

Difatti egli visse in lunga e stretta intimità con Fra Leopoldo, sperimentando ad ogni suo contatto un accrescimento di fervore …; il che non avviene per nessun altro dei suoi Confratelli …

Forse è per motivi di questo genere che nessun Fratello finora si è prestato a presentare ufficialmente alla Congregazione lasalliana la domanda di rendere obbligatorio a tutti i suoi membri il recitare ogni giorno questa bella Divozione …".

Cesare Trespidi


1 Anche Fra Ceslao Pera, O. P. ( pp. VII-XIV ) sviluppa l'argomento nella prefazione della 2a edizione del 1958.

2 La citazione è presa dal testo citato di D'Aurora ( pp. 57-58 ), che ne fa seguire un profondo commento.

3 C. Tessitore ( Op cit. ) fa allusione alla frase scritta da Fra Leopoldo nel giugno 1914: « Dirai al Superior Generale dei FSC che, se egli invia una lettera circolare a tutte le sue case, Gesù non solamente lo rinchiuderà nel suo Cuore Divino, ma gli accorderà anche la gloria eterna ».

"Non so - aggiunge Tessitore - se l'Onoratissimo era al corrente di queste parole quando ha inviato la sua lettera circolare concernente l'Unione, lo penso, comunque, che questa promessa gli sia stata rivolta da molto tempo".

4 Armando Riccardi, Maestro di vita oltre la scuola, Ed. Città Armoniosa, pp. 100.

5 La citazione prosegue con l'invito ad accettare la Divozione al Crocifisso come riparazione e sintesi di vita, come corona al programma formativo della scuola cristiana, con l'allusione all'umanesimo della croce "specialmente oggi che c'è tanto bisogno di ricostruzione, di equilibrio, di coesistenza".

Anche il catechista Domenico Conti, in RL 1955, 1 p. 1-86, nel contributo "Aspetti del messaggio di Fratel Teodoreto", si sofferma ampiamente nella circolare del Superiore Generale e sulla missione dei Fratelli.

6 C. Tessitore ( Op cit. ) dopo aver indicato gli indirizzi costantemente indicati dai Pontefici all'Azione Cattolica, aggiunge: "Negli ultimi tempi è apparso sempre più evidente il pericolo che l'Azione Cattolica, essendo nata non tanto come movimento spirituale, ma come organizzazione, si riduce ad essere un corpo senz'anima, a meno che essa attinga alle vive sorgenti che la circondano, e che si inserisca negli altri organismi che prosperano intono a lei, nutrendosi della loro linfa".

E ne trova conferma nella Convenzione, recentemente conclusa, tra la Gioventù Cattolica e le principali Congregazioni religiose che si occupano della gioventù.

Le premesse, forse sono un po' troppo pessimistiche: Fratel Giocondo al San Giuseppe vi infondeva profonda spiritualità.