Devozione a Gesù Crocifisso e realizzazioni |
B328-A2
( 13a pt; 12a pt; 11a pt; 10a pt; 9a pt; 8a pt; 7a pt; 6a pt; 5a pt; 4a pt; 3a pt; 2a pt; 1a pt )
Fr. Teodoreto F.S.C. – Fra Leopoldo O.F.M. – Unione Catechisti – Casa di Carità
"Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: 'Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". ( Lc 17,10 )
"Non basta adorare la Croce; bisogna portarla. E non è necessario cercarla lontano". ( San Giovanni Battista de La Salle, Med. 121, 1 )
I due grandi interpreti dell'ispirazione divina – fr. Teodoreto con l'abito nero e le bianche facciole dei Fratelli delle Scuole Cristiane e Fra Leopoldo col saio francescano – hanno offerto alla Provvidenza che li ha fatti incontrare, al seminatore divino che attende buoni frutti, un terreno che li accomuna: l'umiltà, la zolla più favorevolmente disposta ad accogliere e a far fermentare i germogli donati dal cielo.
La vita esteriore del primo, scrive fr. Leone ( 1 ) a pag. 13: "si ridusse a quanto di più umile si possa immaginare"; Fr. Teodore to, sintetizza E. D'Aurora ( 2 ), suo discepolo per alcuni anni, a pag. 15 della sua brillante ed originale illustrazione, "rappresenta la santità semplice, lineare, costruita sull'umiltà".
Questa virtù è stata coltivata e alimentata da entrambi ai piedi della Croce: Fra Leopoldo ebbe il privilegio di ricevere messaggi dal Crocifisso ai piedi del quale si prostrava in adorazione per diverse ore ( dalle 4 alle 6 del mattino, dalle 22 alle 24 la sera ), alzandosi poi per scrivere quanto gli veniva riferito ( 3 ); Fr. Teodoreto ne fu destinatario, in quanto i messaggi gli garantivano la comprova dei progetti da lui maturati.
Germogliati entrambi in luoghi – a Terruggia Monferrato il 30 gennaio 1850 Fra Leopoldo, a Vinchio d'Asti fr. Teodoreto il 9 febbraio 1871 – di configurazione prevalentemente agricola, il cui risvolto commerciale ed industriale era poco più che agli albori, in famiglie di saldo fondamento cristiano, ne hanno assorbito la genuinità, la rettitudine, la laboriosità.
Il lavoro più umile contras segnò precipuamente Fra Leopoldo: l'impegno di cuoco nella comunità dei frati della parrocchia di S. Tommaso fu preceduto da un lunghissimo ( è diventato frate a 55 anni ) tirocinio a servizio con varie mansioni, non appena conclusa la seconda elementare ( 4 ).
Il curriculum della vita religiosa di fr. Teodoreto ha avuto inizio all'età di sedici anni con l'ingresso nella Congregazione dei Fratelli delle Scuola Cri stiane, per il noviziato, a La Villette, nella Savoia, presso Chambéry.
Completata la formazione scolastica e religiosa a Grugliasco nel 1888, conseguite le patenti inferiore e superiore per l'insegnamento, a Pinerolo, nonché l'abilitazione all'insegnamento del disegno nella scuola media ( a Genova ), è stato subito assegnato all'insegnamento elementare nella scuola di S. Pelagia, di via delle Rosine, 14 ( che allora era spartita in cinque quartieri e contava su una comunità di circa quaranta Fratelli ) destinata a costituire il perno vero di ogni sua attività ( 5 ).
Nella stessa casa sarà Vice Direttore, Ispetto re, Direttore Didattico, ma soprattutto coltiverà la vigna del Signo re in modo efficace ed esemplare.
Là, come Isaia, avrebbe potu to far risuonare a nome di Dio: "Ecco una cosa nuova: proprio ora germoglia; non ve ne accorgete?" ( Is 43,19 ).
Chi ha praticato l'ambiente dei Fratelli sa bene quanto non sia risparmiato loro il carico di lavoro, quindi è superfluo aggiungere considerazioni al riguardo.
Ma chi, come i nostri due protagonisti, vi ha lasciato impresso il sigillo della santificazione, chi ha intrecciato le azioni con la filigrana luminosa della preghiera, del le giaculatorie, della meditazione, ha saputo realizzare il vero "tempo pieno" del devoto.
Davvero essi hanno svolto ogni compi to "ricordandosi di essere "alla presenza di Dio" – come recitava sempre la scansione ripetuta durante le ore della giornata nelle scuole dei Fratelli – o, come ho sentito in una suggestiva confe renza di fr. Emiliano, "alla presenza a Dio".
È noto, comunque, che Dio si serve degli uomini e, benché in questa storia abbia un ruolo primario diretto Gesù Crocifisso, non possono essere taciuti, in questo tracciato parallelo, i nomi dei direttori spirituali che li hanno accompagnati, guidati e soste nuti.
Fra Leopoldo, tornato a Torino, dopo l'ingiusto licenziamento dal Collegio Dal Pozzo di Vercelli, ha incontrato la prima guida spirituale, Padre Giuseppe Cozzi, Barnabita, e nella chiesa di S. Dalmazzo gli è giunta la prima voce del Crocifisso ( altri confessori e direttori spirituali vengono citati da fr. Teodoreto nella vita da lui scritta, a pag. 45 in nota dell'opera citata ); fr. Teodoreto scambiò anche diverse lettere sia con il direttore spirituale padre Arturo Piombino, Barnabita del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, sia, per trentaquattro anni, con la carmelitana di clausura suor Maria Eletta del Crocifisso.
Il primo disse a un Fratello: "Tenetelo caro, avete una reliquia"; la seconda lo definì "Irradiazione di purezza e santità".
Ma essi stessi, a loro volta, furono "istruttori": già piccoli catechisti dalla prima età ( dei ragazzi del paese, Fra Leopoldo; del nipote Baartolomeo, diventato poi Fr. Bonaventura, fr. Teodoreto ) si prodigarono per tutta la vita alla conoscenza delle sorgenti del bene, non per nulla l'opera che nascerà avrà la denominazione "Catechisti".Ogni altro elemento delle biografie è raccolto nel prezioso scrigno che hanno recato, quando si sno presentati oranti fino agli ultimi istanti di vita, davanti a Dio: Fra Leopoldo il 27 gennaio 1922 e fr. Trosodoreto il 13 maggio 1954.
Come San Giovanni Battista de La Salle aveva istituito l'"École dominicale"( 6 ) per una maggiore cura degli allievi, anche fr. Teodoreto meditò il modo di perfezionare la formazione spiri tuale degli alunni oltre i tempi e i modi della frequenza scolastica.
Lasciamo a lui la parola: « Nella comunità di S. Pelagia si erano iniziati il Ricreatorio festivo nel 1895, il Circolo di Perseveranza S. Giovanni Battista La Salle nel 1896, la Società Ginnastica Excelsior e l'Unione Antichi Allievi nel 1904; tutte queste opere raggiunsero un grande sviluppo, ma la loro attività, specialmente quella del Circolo e della Società Ginnastica, era troppo esterna e non dava i frutti di vita cristiana giustamente attesi.
Per tali motivi, e anche per i necessari cambiamenti dei Fratelli, dette opere caddero tutte e nell'anno 1911-12 nella Comunità di S. Pelagia, che contava 37 Fratelli e più di 1.300 alunni, non esisteva nessun'opera di perseveranza ». ( R.L. 1934, 1, p. 130 ).
Ecco qui rivelato lo scopo primario prefissosi da fr. Teodoreto: accompagnare la formazione spirituale degli allievi della scuo la elementare ( che allora si estendeva ad una 6a e 7a ), in particolare di quelli più volenterosi e sensibili ai valori dello spirito ( 7 ), per renderli più agguerriti per il loro ingresso nella società.
Come Gesù nell'incontro con il giovane ricco, Fratel Teodoreto, individuati gli allievi più sensibili al messaggio loro trasmesso, li invitava a seguirlo: "Se vuoi … " ( Mt 19,19.21 ); "Se qualcuno vuole … " ( Mt 16,24 ): l'invito era suedente, dolce e rispettoso della libertà di ciascuno.
È poi intervenuto un ulteriore contributo alla maturazione del progetto: fu durante il secondo noviziato a Lembecq-Lez-Hall, un particolare periodo di esercizi spirituali ( dal 15 agosto al 15 novembre 1906 ).
Fr. Emiliano Savino, Fr. Teodoreto o della vita comune, « Rivista lasalliana » 1 ( 1955 ) così precisa: « Tramite la "Divozione" venne la spinta definitiva a realizzare quanto la prudenza di fr. Teodoreto aveva già concepito …
La "Divozione" costituì un orientamento per l'insegna da dare alla nuova associazione, una conferma per lo spirito che doveva animarla, un soccorso di nuove grazie celesti.
"Dirai a fr. Teodoreto di fare ciò che ha in mente".
Questo detto rivolto da Gesù a Fra Leopoldo, detto che dà il "via" all'Unione, è la prova di quanto affermiamo ( la sera del 23 aprile 1913, ore 21 ).
L'idea esposta da fr. Teodoreto al Francescano, data l'intimità dei loro rapporti, è semplicissima: "Formare un'associazione di giovani veramente buoni e aiutarli a condurre una vita veramente cristiana": « Rivista lasalliana » 1 ( 1934 ).
L'idea era nata a fr. Teodoreto durante il Secondo Noviziato …
Il momento decisivo per la "nuova idea" fu, con tutta probabilità, durante la conferenza sulle « Opere di perseveranza » tenuta da fr. Anacletus, Vice Presidente del Noviziato, il 26 settembre 1906 ( la data risulterà quanto mai significativa ) ( 8 ).
L'oratore, quale ci appare dagli appunti di un uditore, è acuto ed energico … afferma che senza opere che consentano di continuare e difendere l'educazione cristiana dei giovani che lasciano la scuola, tutta l'opera dei Fratelli non basta; dove esistono solo scuole ma mancano opere di perseveranza i Fratelli esercitano assai scarsamente la loro influenza, non così dove queste fioriscono.
È il pensiero di S. Giovanni Battista de La Salle, quello che lo condusse a realizzare l'École dominicale.
L'oratore illustra le Sociétés amicales negli internati, i Patronages delle scuole ordinarie, le Conferenze di San Vincenzo, e, per ultima, l'Associazione s. Benedeto Labre ( 9 ) nella quale il lavoratore "energiquement" alla propria perfezione e il mettersi a servizio della Chiesa sono gli scopi dichiarati.
Agli alunni scelti delle scuole elementari di S. Pelagia saranno necessariamente aggiunti alcuni alunni delle classi tenute dai Fratelli a Torino e delle Scuola Serali Tecniche Commerciali degli adulti ».
Magistralmente fr. Emiliano ( a lui si rivolgeva fr. Teodoreto per la revisione delle composizioni scritte ) con la sua fervida intelligenza e con la profondità delle sue conoscenze, nell'articolo citato e in altri stilati sulla stessa rivista, ha sottolineato la coincidenza fra l'ispirazione di fr. Teodoreto e l'esempio e l'insegnamento di S. Giovanni Battista de La Salle.
Effettivamente le suggestioni captate da altre esperienze vigenti in Francia e in Spagna, promosse da Confratelli, trovano origine nella figura e nell'insegnamento del Fondatore.
Se è vero che fr. Teodoreto ha osservato in modo irreprensibile la Regola dell'Istituto, attualizzandola nella pratica del "terribile quotidiano" ( secondo l'espressione coniata da Pio XI, confermata dalla celebre parola di Benedetto XIV: "Datemi un religioso che ha osservato fedel-ente la sua Regola e io lo canonizzo senza miracoli!" ), è soprattutto evidente che egli ha accolto e fatto sua totalmente la luce di quelli che potremmo chiamare "i due fari" che valorizzano gli atteggiamenti suggeriti: lo spirito di fede e lo spirito di zelo.
Ed egli non li ha semplicemente colti come direttive del suo agire, ma potremmo dire che li ha dinamicamente svolti, traducendoli in atto: lo zelo, per lui, non si arrestava al semplice adempimento dei doveri, ma diventava operazione attiva per rinvigorire lo spirito religioso, per rendere protetto il deposito della grazia negli animi dei ragazzi e dei giovani che sarebbero entrati nel mondo zavorrato dal materialismo e da ogni forma di cupidigia. ( 10 )
Le opere che ne deriveranno, per il cui inizio attenderà fino al 1913, hanno sempre attinto alle fonti della fede, sono state accompagnate da una fiducia illimitata nella Provvidenza.
Fr. Teodoreto, il promotore, si è distinto per la mitezza, per la riservatezza: chissà quale fatica gli ha comportato scrivere la Vita di Fra Leopoldo: lo ha fatto a mo' di "commentario", figurando prevalentemente in terza persona quando proprio non poteva tener celato il proprio nome, solo come tributo al suo "appoggio" presso il Crocifisso; il dotto insegnante si proponeva come discepolo di un frate cuoco appena alfabetizzato, di cui non gli importavano gli errori di grammatica e di sintassi che costellavano il Diario, che il frate cominciò a comporre dal 2 agosto 1906.
Egli, ossequiente al monito evangelico, ribadito da S. Paolo "Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, men tre giudichi l'altro, condanni te stesso" ( Rm 2,1 ), non espresse mai critica verso alcuno, rite nendosi umilmente inferiore a tutti.
L'umiltà, cui si accennava all'inizio, gli mantenne costante la mitezza e il sorriso sereno, a dispetto delle difficoltà incontrate e delle avversità subite: seguendo il suo direttore spirituale, faceva riposare il suo cuore, tranquillizzato, fra quelli di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
E soprattutto lo confortavano e quietavano il suo animo le rassicurazioni che Fra Leopoldo gli trasmetteva dai suoi celesti interlocutori.
( Continua )
1. Fr. Leone di Maria, Fratel Teodoreto, ed. A&C Torino, 1956, pp. 365.
2. Elio D'Aurora, La santità è un'utopia? Ed. Città Armoniosa, Reggio Emilia, pp. 93.
3. Cfr. la definizione attribuitagli da Fr. Teodoreto, nella biografia a lui dedicata: "Il segretario di Gesù Crocifisso", Ed. L. D. C. Colle Don Bosco, 1949, pp. 238. Di fatto Gesù gli aveva detto: "Tu sei il mio segretario" ( 14 settembre 1905 ), e Maria SS. aveva aggiunto: "Tu sei il mio segretario angelico".
Già nel 1944 Fr. Teodoreto aveva pubblicato una biografia del Servo di Dio Fra Leopoldo Luigi Musso, intitolata "Nella intimità del Crocifisso", a Torino, coi caratteri della Tipografia Silvestrelli & Cappelletto di S. Rosa – Clot e C., di pp. XXVII-271. Del 1958 è una seconda edizione; del 1984 la Ristampa.
4. Presso il medico condotto del paese dott. Boltri; a 19 anni a Vercelli presso un ricco proprietario, scostumato, da cui tosto si allontanò, accolto dal Can. Mons. Giuseppe Migliore, alla cui morte, 1884, passò sotto i Conti Arborio Mella; un lustro dopo nel Collegio Dal Pozzo di Vercelli; l'anno successivo presso la famiglia dei conti Caissotto di Chiusano ( coi quali trascorse anche le villeggiature nel castello di Viale d'Asti ) per sette anni; presso i Padri Camilliani della chiesa di S. Paolo per più di 10 anni, ove ebbe i primi contatti coi Francescani che sfociarono nell'accettazione nel 1901, come terziario prima, come novizio poi, nel 1905, fino ad entrare nella comunità della Chiesa di S. Tommaso fino al termine della vita.
5. Oltre all'interruzione per la ferma militare di 11 mesi, è rilevante il periodo di tre mesi trascorsi a Lembecq-Lez-Hall, in Belgio, per il secondo noviziato.
Di breve durata altri trasferimenti: Scolasticato di Grugliasco, Immacolata dell'Arti e Mestieri, Collegio S. Giuseppe, in cui resterà dal 1946 alla morte, da quando, nel 1943, aveva assunto l'incarico dell'Unione Catechisti, ma essendo sempre a disposizione per sostituzioni, assistenze incontri vari secondo le necessità.
6. Fratel Secondino Scaglione e Domenico Conti, nel contributo comune a RL 3 ( 2013 ) pp. 395 – 408, La Casa di Carità Arti e mestieri e la sua proposta formativa informando sulle Tappe del messaggio lasalliano, le introducono con queste due date: 1699: il La Salle fonda a Parigi, nella parrocchia di Saint–Sulpice, una scuola commerciale che chiama "Accademia cristiana" per la formazione professionale di tipo commerciale, industriale, agricolo e artistico degli artigiani e degli operai, desiderosi di perfezionare la loro cultura intellettuale e di migliorare così la loro situazione sociale; 1705: Egli fonda a Rouen una eguale scuola di tipo commerciale e agricolo. Sull'esempio del loro fondatore, i FSC aprono scuole diurne, festive, serali per la formazione professionale degli artigiani e degli operai, in ogni parte del mondo in cui portano la loro opera.
7. Erano i tempi in cui, sempre a Torino, anche Piero Gobetti, in altro ambito, auspicava una affermazione delle élites. "Siccome la massa è sempre un poco amorfa e fredda, per lievitarla occorre curare in essa le élites: Fr. Teodoreto intendeva appunto questo" ( Fr Leone, op. cit., p. 234 ).
8. Il catechista dott. Gaetano G. di Sales, convertito della Medaglia miracolosa, sottolineerà la coincidenza della data con quella del passaggio della Divozione a fr. Teodoreto.
9.
Nell'Op cit. di Fr. Teodoreto, p. 120, egli cita istituzioni analoghe promosse da Confratelli a Parigi, Madrid, Lione.
Sull'associazione fondata da Fr. Éxupérien, morto il 31 gennaio 1905, cfr. Gérard Cholvy, Frère Éxupérien: l'éducation ouvre un avenir, « Rivista lasalliana » 2, ( 2013 ).
Il Labre, Terziario francescano, protettore dei pellegrini, era stato in rapporto epistolare anche con il beato Fr. Salomone cfr. RL 2 ( 2013 ).
10. E se allora il pericolo era già evidente perché il male non ha mai cessato la sua invadenza, cosa potremmo dire ai giorni nostri, in cui pare proporsi drammaticamente l'interrogativo di Gesù: « Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? » Lc 18,8.