Devozione a Gesù Crocifisso e realizzazioni |
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Già prima di indossare il saio francescano Fra Leopoldo aveva avvertito una forte attrattiva verso Gesù Crocifisso.
Nell'anno del suo noviziato nel Convento-Parrocchia di S. Tommaso il 1° aprile 1905 aveva ottenuto dal Padre Guardiano il permesso di portare dal corridoio e tenere nella cella un Crocifisso, prima abbandonato tra gli oggetti fuori uso e poi da lui riparato, così che il 13 aprile 1906, Venerdì Santo, venne posto all'adorazione dei fedeli ad un altare della chiesa, ripristinando la pratica di un tempo per molti anni.
« Con questa meditazione sulle cinque Sacre Piaghe, scrive fr. Teodoreto ( Op cit. p. 44 ), il Servo di Dio giunse in poco tempo ad un alto grado di intimità con Gesù Crocifisso, con Gesù sacramentato e con la SS. Vergine, tanto da udirne la voce ».1
Fra Leopoldo rivelò tali colloqui spirituali al confessore e superiore Padre Fedele Provera da Mirabello, porgendogli anche alcuni foglietti su cui li aveva trascritti.
Fr. Teodoreto aggiunge: "Il Superiore non diede, apparentemente, alcuna importanza alla narrazione e al contenuto dei foglietti.
Si diede però ad esaminare gli scritti, la condotta del Servo di Dio, e a mettere a prova la sua virtù.
Trovò che gli scritti, molto edificanti, manifestavano grande rispetto verso la Santa Chiesa, i Superiori, ed insieme un ardente spirito dì carità e di apostolato.
Nel Servo di Dio non rinvenne alcuna forma di esaltazione morbosa né alcun sintomo di allucinazione; ma lo trovò sempre calmo, paziente, sereno, equilibrato.
Concluse col ritenere che quelle parole interiori e quei colloqui dovevano essere reali".
Come nacque la formulazione della "Divozione alle cinque piaghe"?
Ce lo spiega ancora fr. Teodoreto a pag. 48: "Alternando le preghiere vocali con l'orazione mentale più affettuosa, Fra Leopoldo, quasi senza accorgersene, venne a comporre, sotto la guida di Gesù Crocifisso, una nuova formula di preghiere che egli stesso scrisse e propagò fra le persone di sua conoscenza.2
Detta preghiera o Adorazione alle cinque sacratissime Piaghe, col titolo "Divozione a Gesù Crocifisso", è quella che fu poi approvata e indulgenziata da Sua Santità Papa Benedetto XV nel 1915, e che venne inserita, con qualche lieve modifica, nel volume Preces et pia Opera della Sacra Penitenzieria Apostolica nell'edizione del 1938, n. 170".
Ma l'approvazione della Divozione non fu così immediata: quando Fra Leopoldo la portò il 24 settembre 1906 al Card. Richelmy, questi non lo volle udire e lo licenziò dicendogli che "dì devozioni ce n'erano già molte".
Ripresa la preghiera a Gesù, il Superiore nella prima settimana di luglio del 1907 si presentò al Cardinale per ottenere l'autorizzazione di stampare la Divozione.
Così fu approvata per mezzo del Vicario Generale Mons. Castrale; pertanto ne fu facilitata la propagazione.
Il 18 gennaio 1915 Fra Leopoldo udì pronunciare da Gesù Crocifisso queste parole: « È mio desiderio che passi ai Fratelli delle Scuole Cristiane ciò che io ho cooperato per mezzo tuo ».
Fr. Leone, Op cit. p. 223, annota: "Non può fare a meno di stupire la coincidenza della data di questa rivelazione del Crocifisso con quella in cui il Santo Padre Benedetto XV faceva un elogio autografo della Divozione benedicendo il Direttore fr. Teodoreto".
Il desiderio del Crocifisso verrà confermato il 6 marzo 1915 ed il 5 giugno dello stesso anno.
C. Tessitore, op. cit., dopo aver affermato che l'Istituto Secolare di Gesù Crocifisso ha per fine principale l'apostolato catechistico, che gli è stato trasmesso non tramite Fra Leopoldo, ma tramite l'Istituto dei FSC, riporta 15 citazioni pertinenti le asserzioni tratte dal Diario del francescano.
Ne mette in risalto quella del 29 maggio 1915: « Raccomando a tutti i Fratelli e a tutti i Congregati ( sia sottolineata questa espressione I Fratelli e i Congregati che io interpreto nel senso di FSC e Catechisti Congregati, dato che questa espressione è stata scritta quando non esisteva nemmeno l'idea di Catechisti Congregati e si parlava soltanto, e in generale, dell'Unione di Gesù Crocifisso senza inserirvi il nome di Catechisti ) "raccomando di restare uniti solidamente" ( parole della Santa Vergine ).
A nome dei Catechisti Congregati io dichiaro che "non chiedono di meglio che di restare uniti ai Fratelli".
E conclude che "tramite l'intermediario dell'Unione il Signore ha inviato un multiplo all'Istituto dei Fratelli e che l'Unione non deve essere considerata come una delle numerose opere dei Fratelli ma come un'opera che aiuterà tutte le loro opere e ne sarà il coronamento".
Questo concetto viene ribadito più volte, con riferimenti espliciti, dal Tessitore nel suo intervento.3
Intanto a mano a mano si migliorava la presentazione tipografica delle Divozione.
Dapprima l'immagine nella facciata centrale interna del volantino pieghevole di sei facciate riproduceva un qualsiasi crocifisso d'autore, poi si trasformò in quella di Gesù pendente dalla Croce, con un'anima, quale fanciulla purissima, che ne abbraccia i piedi, sollevata dal suolo, per simboleggiare il distacco dalle cose terrene, corrispondente alla profezia di Cristo: "Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me" ( Gv 12,32 ).
L'immagine coincideva con quella che Fra Leopoldo, ancora laico, aveva contemplato in visione a Viale d'Asti nel 1893.4
Essa subì un ultimo ritocco, in forma definitiva, grazie al pittore torinese prof. Luigi Guglielmino, uno dei migliori rappresentanti la Scuola del Reffo, che, correggendone i difetti rilevati nelle prime stampe, la rese sia artisticamente pregevole sia di espressione intensamente devota".
Cesare Trespidi
1 Fr Teodoreto, che fu testimone per il processo informativo nella Curia di Torino per avviare la causa di beatificazione di Fra Leopoldo, negli anni 1941/43, aggiunge nella succitata biografia e pagina: "Nel corso di questa biografia riferirò alcune di quelle parole interiori udite da Fra Leopoldo e scritte a me, ad altri o nel suo Diario, ma io non intendo dare a tali manifestazioni altro valore che quello umano e, presentandole come scritte dal Servo di Dio, accetto fin d'ora il giudizio che dalla Santa Chiesa, a suo tempo, verrà dato".
2 È da notare che Fra Leopoldo, già prima di essersi recato a pregare nella Chiesa detta delle Sacramentine, distribuiva i foglietti della visita a Gesù Sacramentato, opera voluta da Dio, per mezzo delle sorelle Teresa e Giuseppina Comoglio, terziarie francescane, morte ambedue in concetto di santità” ( Ibid. p. 42 ).
3 In ogni altro scritto consultato di Catechisti si trova sottolineato il legame che essi sentono vivo con l'Istituto dei FSC.
4 Nel testo della divozione non pare superfluo specificare che la formula litanica "unito a Maria Santissima, con tutti gli Angeli e Beati del cielo" è stata ispirata dall'architettura della cappella della chiesa di S. Tommaso, ove Fra Leopoldo era solito raccogliersi in adorazione.