Esposizione dei Salmi

Indice

Salmo 41 (40)

Discorso al popolo

1 - [v 6.] Il Corpo Mistico

Poiché oggi celebriamo la solennità dei Martiri per la gloria della Passione di Cristo, imperatore dei Martiri, che non risparmiò se stesso mentre ordinava la battaglia ai soldati, ma per primo combatté e per primo vinse per esortare i combattenti con il suo esempio, aiutarli con la sua maestà, e infine incoronarli secondo la sua promessa, ascoltiamo qualcosa in questo salmo che si riferisce alla sua Passione.

Abbiamo ricordato molto spesso e non ci dispiace ripetere ciò che per voi è utile ritenere a memoria, che il Signore nostro Gesù Cristo talvolta parla per sé, cioè nella sua persona, che è il nostro Capo; e altre volte parla in persona del suo Corpo, che siamo noi e la sua Chiesa; ma le parole risuonano come dalla bocca di un solo uomo, tanto che noi comprendiamo che il Capo ed il Corpo sono uniti in integra unità e non possono essere separati l'uno dall'altro, come in quella unione, della quale è detto: saranno due in una carne sola. ( Gen 2,24; Ef 5,31 )

Se dunque riconosciamo che sono due in una carne sola, riconosciamo che sono due in una sola voce.

Cominceremo il nostro discorso a partire da quel che abbiamo cantato rispondendo al lettore, sebbene siano parole che appartengono alla metà del salmo: I miei nemici hanno detto male di me: quando morirà e perirà il nome di lui. ( Sal 41,6 )

Questa persona è quella del Signore nostro Gesù Cristo, ma osservate se in tale definizione non si comprendono anche le membra.

Quanto si è detto si riferisce a quando lo stesso nostro Signore, qui in terra, camminava rivestendo la carne.

Vedendo dunque i Giudei che la folla seguiva la sua autorità e la divinità della maestà resa manifesta dai suoi miracoli, vedendo, ripeto, tutto questo i Giudei ( dai quali lo stesso Signore trasse lo spunto per la parabola in quanto essi avevano detto: Qui è l'erede; venite, uccidiamolo, e nostra sarà l'eredità ( Mt 21,38 ) ) ebbene costoro dissero a se stessi cioè tra di loro, poiché questa è la voce del loro pontefice Caifa: vedete che una grande folla lo segue, e tutti vanno dietro a lui; se gli concederemo di vivere, verranno i Romani, e distruggeranno a noi il paese e la nazione.

Conviene che muoia un uomo solo piuttosto che perisca tutta la nazione.

Ma l'evangelista ha chiarito le parole di colui che non sapeva quello che diceva, e ci ha detto: ma questo non lo disse da se stesso; ma essendo pontefice profetò che era necessario che Gesù morisse per il popolo e per la nazione. ( Gv 11,47-51 )

Tuttavia essi, vedendo il popolo andare dietro di lui, dissero: Quando morirà e perirà il nome di lui; cioè, quando lo uccideremo, ormai il suo nome non sarà più sulla terra, né un morto potrà più sedurre nessuno; ma nella stessa sua morte gli uomini comprenderanno che seguivano un uomo, e che non c'era in Lui speranza di salvezza; abbandoneranno il suo nome e più non sarà.

Ebbene è morto; ed il suo nome non è perito, ma è stato seminato; è morto; ma è stato il seme, che morendo, di continuo fa sorgere le messi. ( Gv 12,25 )

Quando dunque il Signore nostro Gesù Cristo fu glorificato, cominciarono molto di più ed in modo molto più numeroso gli uomini a credere in lui; e le sue membra cominciarono a udire ciò che udiva il Capo.

Ed essendo ormai il Signore nostro Gesù Cristo in Cielo, ed Egli stesso essendo travagliato in terra per noi, dissero ancora i suoi nemici: Quando morirà e perirà il suo nome.

Da qui infatti il diavolo ha scatenato persecuzioni contro la Chiesa per distruggere il nome di Cristo.

A meno che non crediate, fratelli, che quei pagani, quando incrudelivano contro i Cristiani, non si ripromettessero di distruggere il nome di Cristo dalla terra.

È perché morisse di nuovo Cristo, non nella Testa ma nel suo Corpo, che furono uccisi anche i martiri, ma il santo sangue sparso è stato capace di moltiplicare la Chiesa, e la morte dei martiri ha costituito una più vasta seminagione.

Preziosa al cospetto del Signore è la morte dei suoi giusti. ( Sal 116,15 )

Sempre di più si sono moltiplicati i Cristiani, e non è accaduto ciò che avevano detto i nemici: Quando morirà e perirà il suo nome.

Ancora oggi lo si dice.

Seggono i pagani e contano i loro anni, ascoltano i loro fanatici che dicono: Verrà un tempo in cui i Cristiani non ci saranno più; e pensano che si debbano adorare i loro idoli, che un tempo furono adorati, ed ancora dicono: Quando morirà, e perirà il nome suo.

Sconfitti due volte, almeno imparate la terza volta: Cristo è morto ed il suo nome non è perito: morti sono i martiri, e moltiplicata ancor di più si è la Chiesa, mentre si diffonde fra tutte le genti il nome di Cristo.

Colui che ha predetto la sua morte e la sua risurrezione, che ha predetto la morte dei suoi martiri e la loro corona, Egli stesso ha predetto il futuro della sua Chiesa; se per due volte ha detto la verità, avrà forse mentito la terza volta?

Vano è dunque ciò che voi credete contro di lui; è meglio che crediate in lui, affinché comprendiate ciò che riguarda il misero ed il povero; ( Sal 41,2 ) perché Egli si è fatto povero mentre era ricco, affinché voi diveniate ricchi con la sua povertà. ( 2 Cor 8,9 )

Ma ora, poiché è divenuto povero, è disprezzato e si dice: Egli era un uomo.

Che cosa era? È morto, è stato crocifisso; voi venerate un uomo, avete speranza in un uomo, adorate un uomo.

Ti inganni. Intendi che cos'è il misero ed il povero, per diventare ricco con la sua povertà.

Che cosa significa: intendi a proposito del misero e del povero?

Considera il Cristo misero e povero, il quale dice in un altro salmo: Io sono misero e povero, il Signore ha cura di me. ( Sal 40,18 )

Che significa intendere a proposito del misero e del povero?

Che Egli stesso si è annientato, assumendo la forma di servo, divenuto simile agli uomini, e dall'apparenza riconosciuto come uomo: ( Fil 2,7 ) ricco presso il Padre, e povero presso di noi, ricco in cielo, povero in terra, ricco come Dio, povero come uomo.

Questo dunque ti turba; che tu vedi l'uomo, che scorgi la carne, che vedi la morte, che deridi la croce?

Questo ti turba? Intendi dunque a proposito del misero e del povero.

Che cosa significa questo? Significa che tu devi capire questo: ove a te è stata mostrata la debolezza ivi si nasconde la divinità.

È ricco perché lo è; povero perché tu eri tale.

Ma tuttavia la sua povertà è la nostra ricchezza; allo stesso modo per cui la sua stoltezza è la nostra sapienza; e la sua condizione mortale è la nostra immortalità. ( 1 Cor 1,30 )

Osserva dunque che cosa significa esser povero per lui; non misurarlo con la povertà degli altri.

Egli che si è fatto povero è venuto a ricolmare la povertà degli altri.

Per questo apri il seno della fede: accogli il povero, se non vuoi restare povero.

2 - [v 2.] Cristo è morto come uomo, non come Dio

Beato colui che comprende il misero e il povero; nel giorno del dolore lo libererà il Signore.

Verrà infatti il giorno della sventura; tu lo voglia o tu non lo voglia, esso verrà; verrà il giorno del giudizio, giorno terribile, se tu non avrai capito il misero e il povero.

Quanto infatti ora non vuoi credere, alla fine sarà manifesto.

Ma non sfuggirai, quando sarà manifesto, perché non credi ora che è occulto.

Sei invitato a credere ciò che non vedi, se non vuoi arrossire quando vedrai.

Intendi dunque il misero ed il povero, cioè abbi l'intelligenza del Cristo, comprendi che stanno segrete ricchezze in Lui che tu vedi povero.

Sono in lui infatti nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza. ( Col 2,3 )

Poiché Egli è Dio, ti libererà nel giorno della sventura; poiché è uomo, ha risuscitato quello che in lui c'era di umano, lo ha mutato in meglio, lo ha innalzato al Cielo.

Egli che è Dio, che ha voluto avere una sola persona nell'uomo e con l'uomo, non può né decrescere né crescere, né morire, né risorgere.

È morto nella sua debolezza di uomo, ma non muore come Dio.

Dato che il Verbo di Dio non muore, non stupirti quando non muore neppure l'anima del martire.

Non udivamo del resto poco fa lo stesso Signore dirci: Non temete coloro che uccidono il corpo, ma che non possono uccidere l'anima? ( Mt 10,28 )

Morendo i martiri non sono dunque morte le anime dei martiri; e, morendo Cristo, morirà forse il Verbo?

Certamente il Verbo di Dio è molto più grande dell'anima dell'uomo; poiché l'anima dell'uomo è stata fatta da Dio; e se è stata fatta da Dio è stata fatta per mezzo del Verbo, poiché ogni cosa per suo mezzo è stata fatta. ( Gv 1,3 )

Dunque non muore il Verbo, in quanto non muore l'anima fatta per mezzo del Verbo.

Ma allo stesso modo per cui giustamente diciamo: è morto l'uomo, anche se la sua anima non muore, così giustamente diciamo: è morto Cristo, anche se non muore la sua divinità.

Morto perché? Perché misero e povero.

Non ti metta in imbarazzo la sua morte, né ti distolga dal contemplare la sua divinità.

Beato chi intende il misero e il povero.

Guarda i poveri, i bisognosi, gli affamati, gli assetati, gli esuli, gli ignudi, i malati, coloro che sono chiusi in carcere; e comprendi anche quel tale povero perché, se hai l'intelligenza di quel tale povero, intendi Colui che, ha detto: Ho avuto fame, ho avuto sete, ero nudo, esule, malato, in carcere. ( Mt 25,35.36 )

In questo modo nel giorno della sventura il Signore ti libererà.

3 - [v 3.] Anche in terra Dio non ti abbandona

E constata la tua felicità. Il Signore lo conserverà.

Il profeta desidera il bene per l'uomo che ha l'intelligenza del misero e del povero.

Questo desiderio è una promessa; sicuri attendano coloro che così si comportano.

Il Signore lo conserverà e lo vivificherà.

Che cosa significa: lo conserverà e lo vivificherà?

A che cosa si riferisce: lo vivificherà? Alla vita futura.

È vivificato infatti chi era morto.

Forse che un morto può capire il misero e il povero?

Ma egli ci promette quella vivificazione, della quale l'Apostolo dice: Il corpo certamente è morto per il peccato, ma lo spirito è vita per la giustizia; ma se Colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali grazie allo Spirito di lui che abita in voi. ( Rm 8,10.11 )

Questa è dunque la vivificazione che è promessa a chi ha l'intelligenza del misero e del povero.

Ma poiché l'Apostolo dice a Timoteo: Avendo la promessa della vita presente e futura; ( 1 Tm 4,8 ) affinché coloro che capiscono il misero ed il povero non credano che saranno sicuramente accolti in cielo ma trascurati in terra, e sperino soltanto ciò che accadrà nell'eternità, mentre credono che Dio non curi nei santi e nei suoi fedeli ciò che si riferisce al presente; laddove ha detto ciò che soprattutto dobbiamo aspettarci: il Signore lo conserverà e lo vivificherà, ha anche guardato a questa vita: e lo faccia beato in terra, dice.

Solleva dunque gli occhi con cristiana fede a questa promessa; Dio non ti abbandona in terra, e qualcosa ti promette in Cielo.

Infatti molti cattivi cristiani, indagatori delle tavole astronomiche, e ricercatori e osservatori delle stagioni e dei giorni, quando sono stati rimproverati da noi oppure da alcuni tra i buoni ed eccellenti cristiani perché così facevano, rispondono: Queste cose sono necessarie per la vita temporale; ma siamo cristiani in vista della vita eterna; per questo abbiamo creduto in Cristo, affinché ci dia la vita eterna; perché Egli non si occupa di questa vita temporale nella quale viviamo.

Ne consegue, per dirla in breve, che si adora Dio a cagione della vita eterna, e il diavolo a cagione della vita presente.

Risponde a costoro Cristo stesso: Non potete servire due padroni. ( Mt 6,24 )

E se adori uno a cagione di ciò che speri in Cielo, ed un altro a cagione di ciò che attendi in terra, quanto meglio sarebbe che tu adorassi uno solo, cioè colui che ha fatto il cielo e la terra?

Colui che ha fatto sì che la terra fosse, trascurerebbe dunque la sua immagine in terra?

Orbene: Il Signore conserverà e vivificherà colui che capisce il misero e il povero.

Per di più, anche se lo vivificherà nell'eternità, lo faccia beato in terra.

4 - Le tentazioni del diavolo

E non lo abbandoni nelle mani del suo nemico. Quel nemico è il diavolo.

Nessuno consideri suo nemico l'uomo, quando ascolta queste parole.

Già forse pensava al suo vicino, a colui con il quale ha avuto una lite nel foro, a colui che vuol togliergli la proprietà, che vuole costringerlo a vendergli la sua casa.

Non pensate queste cose, ma pensate a quel nemico del quale così dice il Signore: Questo ha fatto l'uomo nemico. ( Mt 13,28 )

È lui che suggerisce di essere adorato a cagione delle cose terrene; poiché questo nemico non può sovvertire il nome cristiano; ha visto di essere stato vinto dalla fama e dalle lodi di Cristo, ha visto che nell'uccidere i martiri di Cristo, essi sono stati incoronati e Cristo ha trionfato; ha capito di non poter convincere gli uomini che Cristo è nulla; e poiché già difficilmente riesce ad ingannare offendendo Cristo, tenta di trarre in inganno lodando Cristo.

Prima che cosa diceva? Diceva: Chi adorate?

Adorate un giudeo morto, crocifisso, un uomo di nessuna importanza che non è stato capace di difendersi dalla morte.

Quando ha visto che, dietro al suo nome corre il genere umano, che nel nome del Crocifisso i templi sono rovesciati, gli idoli spezzati e si pone termine ai sacrifici, e che tutte queste cose predette dai profeti sono contemplate dagli uomini ricolmi di ammirazione, e che hanno ormai il cuore impermeabile contro chi offende Cristo, allora si è rivestito delle lodi di Cristo ed ha cominciato a distogliere dalla fede in un altro modo.

Grande è la legge cristiana, forte, divina, ineffabile; ma chi la adempie?

Nel nome del nostro Salvatore calpestate il leone e il dragone. ( Sal 91,13 )

Apertamente minacciando ruggiva il leone, astutamente lodando insidia il dragone.

Vengano alla fede coloro che dubitavano; non dicano: Chi la adempie?

Se essi presumono delle loro forze non la adempieranno.

Credano ripromettendosi aiuto dalla grazia di Dio, vengano con questa fiducia, vengano per essere aiutati, non giudicati.

Tutti i fedeli vivono nel nome di Cristo, ciascuno adempie i comandamenti di Cristo a seconda della sua condizione: gli sposati, i celibi, le vergini; vivono nel modo che loro dona il Signore di vivere, e non presume ciascuno delle proprie forze, ma riconosce che deve gloriarsi in lui.

Che cosa hai infatti che tu non abbia ricevuto?

Ma sei hai ricevuto perché ti glori come se tu non avessi ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )

Non dirmi: Chi adempie la legge? È Lui che la adempie in me.

Egli che è venuto ricco al povero; povero al povero, ma ricolmo di ogni bene a colui che non ne aveva.

Pensando queste cose, poiché capisce il povero ed il misero e non disprezza la povertà di Cristo, capisce le ricchezze di Cristo e diventa beato in terra; e non è abbandonato nella mano del suo nemico, il quale vorrebbe convincerlo che Dio si deve adorare per le cose celesti, e il diavolo per le cose terrene.

Non lo abbandoni nella mano del suo nemico.

5 - [v 4.] Valore ascetico delle sofferenze

Il Signore lo assista. Ma dove?

Forse nel Cielo, forse nella vita eterna, come se il diavolo continui a dover essere adorato per la miseria terrena, per le necessità di questa vita? Non sia mai.

Hai la promessa della vita presente e di quella futura. ( 1 Tm 4,8 )

È venuto a te in terra colui per il quale è stato fatto il cielo e la terra.

Osserva infine che cosa dice: il Signore lo assista sul letto del suo dolore.

Il letto del dolore è l'infermità della carne.

Non dire: non posso tenere e sopportare e frenare la carne mia; sarai aiutato perché tu lo possa.

Il Signore ti assista sul letto del tuo dolore.

Il letto portava te, non portavi tu il letto, poiché eri dentro paralitico; ma c'è Chi ti dice: Prendi il tuo lettuccio e vai a casa tua. ( Mc 2,11 )

Il Signore lo assista sul letto del suo dolore.

E allora si volge al Signore, come se chiedesse: Perché dunque, mentre Dio ci assiste, soffriamo tante sciagure in questa vita, tanti scandali, tante fatiche, tante inquietudini della carne e del secolo?

Volge se stesso a Dio e, come se esponesse a noi il consiglio che dà la medicina di lui, dice: Tutto il suo letto hai rivolto alla sua infermità.

Che significa: Hai convertito tutto il suo letto nella sua infermità?

Per letto si intende qualcosa di terreno.

Ogni anima debole cerca per sé in questa vita qualcosa di terreno ove riposare; poiché difficilmente può sopportare di continuo la tensione della fatica e dell'anima protesa verso Dio; cerca qualcosa in terra ove riposarsi e godere in qualche modo di una certa pausa.

Anche gli innocenti ricercano questo.

Non dobbiamo infatti parlare ora dei desideri dei malvagi, poiché molti trovano riposo nei teatri, nel circo, nell'anfiteatro, nel giuoco, nei piaceri delle osterie, molti nelle voluttà dell'adulterio, molti nelle violenze delle rapine, molti nell'inganno e nelle truffe; in tutte queste cose gli uomini trovano riposo.

Che significa trovano riposo? Significa che in tali cose trovano piacere.

Ma allontaniamoci da tutte queste cose, e veniamo all'uomo innocente; egli si riposa nella sua casa, nella sua famiglia, nella sposa, nei figli, nella povertà, nella sua piccola proprietà, nell'ultima seminagione fatta con le sue mani, nella casa costruita con il suo lavoro; gli innocenti si riposano in queste cose.

Ma tuttavia Dio, volendo che noi nutriamo amore soltanto per la vita eterna, anche in queste innocenti gioie mescola l'amarezza; e affinché anche in queste cose noi soffriamo tribolazioni, ha volto in infermità tutto il nostro letto.

Hai convertito tutto il suo letto nella sua infermità.

E dunque non si lamenti quello che possiede innocentemente queste cose, quando soffre qualche tribolazione.

Gli è insegnato ad amare le cose migliori per mezzo dell'amarezza che danno quelle inferiori, affinché il viandante che va verso la patria non preferisca l'albergo alla sua casa.

Hai convertito tutto il suo letto nella sua infermità.

Sull'esempio di Cristo accettiamo le sofferenze.

6 - [v 5.] Le sofferenze di Cristo e della Chiesa …

Ma perché tutte queste cose? Perché flagella ogni figlio che accoglie. ( Eb 12,6 )

E perché? Perché all'uomo peccatore è stato detto: Nel sudore del tuo volto mangerai il tuo pane. ( Gen 3,19 )

Ecco perché l'uomo deve riconoscere che per colpa dei suoi peccati patisce queste punizioni nelle quali tutto il nostro letto si è volto nella nostra infermità; si converta a Dio, e dica quanto segue: Io ho detto: Signore abbi pietà di me; risana l'anima mia, perché ho peccato contro di te.

O Signore, rafforzami nelle tribolazioni; giudichi degno di punizione ogni figlio che accoglierai, tu che non hai risparmiato neppure il Figlio unico.

Certamente egli è stato punito senza aver peccato; ma io dico: Abbi pietà di me; risana l'anima mia, perché ho peccato contro di te.

Se è stato inciso colui che non aveva putredine, se la stessa nostra medicina non rifiuta come rimedio il fuoco, dovremo sopportare con impazienza il medico che brucia e taglia, cioè che ci mette alla prova con ogni genere di tribolazioni, e ci risana dal peccato?

Affidiamoci senza esitazione alla mano del medico; perché egli non erra in modo da incidere il sano al posto del malato; sa ciò che vede, conosce il vizio, poiché egli stesso ha creato la natura; e sa discernere quello che Egli stesso ha creato da ciò che alla natura ha aggiunto la nostra cupidigia.

Sa di aver dato all'uomo sano il comandamento, affinché non precipitasse nella malattia, sa di aver detto nel paradiso: mangia questo e non toccare quest'altro. ( Gen 2,16.17 )

Il sano non ha ascoltato il precetto del medico, rivolto a far sì che non cadesse; lo ascolti dunque il malato, per risorgere.

Io ho detto: Signore abbi pietà di me; risana l'anima mia, perché ho peccato contro di te.

Nelle mie azioni, nei miei peccati, non accuso la fortuna, non dico: questo mi ha fatto il destino; non dico: Venere mi ha fatto diventare adultero, Marte mi ha fatto diventare ladrone, Saturno mi ha fatto diventare avaro.

Io ho detto: Signore, abbi pietà di me; risana l'anima mia, perché ho peccato contro di te.

Forse dice questo Cristo? Forse lo dice quel nostro Capo che è senza peccato?

Forse lo dice Colui che pagò ciò che non aveva rubato? ( Sal 69,5 )

Lui, il solo libero tra i morti? ( Sal 88,6 )

È libero tra i morti perché è senza peccato; perché chiunque commette peccato è servo del peccato. ( Gv 8,34 )

E forse è lui dunque che parla?

È lui, ma nelle sue membra, poiché la voce delle sue membra è la sua voce, in quanto la voce del nostro Capo è la nostra voce.

Eravamo in lui quando disse: Triste è l'anima mia fino alla morte. ( Mt 26,38 )

Non certo temeva la morte Colui che era venuto a morire; né rifiutava di morire, Colui che aveva il potere di dare la sua vita e il potere di riprenderla di nuovo; ( Gv 10,18 ) ma parlavano le membra nel Capo, e parlava il Capo per conto delle membra.

Troviamo dunque in lui la nostra voce: risana l'anima mia, perché ho peccato contro di te.

In lui eravamo quando disse: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ( Mt 27,46 )

In quel salmo stesso al cui inizio si trova questo versetto, è detto in seguito: Le parole dei miei peccati. ( Sal 22,2 )

Di quali peccati in lui, se non che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso insieme con lui, affinché fosse privato di consistenza il corpo del peccato, e noi non fossimo più servi del peccato? ( Rm 6,6 )

A lui e in lui diciamo: Io ho detto: Signore, abbi pietà di me; risana l'anima mia, perché ho peccato contro di te.

7 - [v 6.] I miei nemici hanno detto male di me: quando morirà e perirà il suo nome.

Di questo abbiamo già parlato, da qui abbiamo preso le mosse; e per occuparci del resto, non è il caso di ripetere quel che con così recente discorso si è bene impresso nelle vostre orecchie e nei vostri cuori.

8 - [v 7.] E entravano per vedere.

Ciò che ha sofferto Cristo, soffre anche la Chiesa; ciò che ha sofferto il Capo, soffrono anche le membra.

È forse il servo maggiore del suo Signore? oppure il discepolo è da più del Maestro?

Dice: Se mi hanno perseguitato, perseguiteranno anche voi.

Se hanno chiamato Belzebub il padre di famiglia, quanto più i suoi domestici? ( Mt 10,24; Gv 15,20 )

Entravano per vedere. Quel Giuda era presso il nostro Capo, e si avvicinò al nostro Capo per vedere, cioè per sondare; non per avere di che credere, ma per trovare di che tradire.

Ecco egli entrava per vedere, e questo esempio è proposto nel nostro Capo.

E che accadde alle membra di lui dopo l'assunzione del nostro Capo?

Non dice forse l'apostolo Paolo: E ciò a motivo di falsi fratelli intrusi, i quali si sono introdotti per attentare alla nostra libertà? ( Gal 2,4 )

Dunque anche costoro entravano per vedere, e sono ipocriti, malvagi simulatori che si uniscono con falsa carità, che colgono ogni atteggiamento, ogni parola dei santi, tentando in ogni cosa di tendere dei lacci.

E che cosa accade loro? Vedete ciò che segue: Inutilmente ha parlato il loro cuore.

Cioè hanno parlato con falso amore, e vano è ciò che hanno detto, non è vero, non è concreto.

E, poiché essi stanno attenti per cogliere di che accusare, che cosa dice?

Hanno accumulato contro di sé l'iniquità.

Poiché i nemici inventano calunnie, si credono grandi perché hanno di che accusare.

Hanno accumulato contro di sé l'iniquità.

Contro di sé, dice, non contro di me.

Allo stesso modo Giuda agì contro di sé, non per Cristo, e così agiscono i traditori della Chiesa contro di sé, non contro di noi; perché di essi anche altrove è detto: e l'iniquità ha mentito a se stessa. ( Sal 27,12 )

Hanno accumulato contro di sé l'iniquità.

E poiché sono entrati per vedere, uscivano fuori e parlavano.

Colui che entrò per vedere usciva fuori e parlava.

Volesse il cielo che fosse rimasto dentro, e avesse detto il vero!

Non sarebbe uscito fuori per dire il falso.

È traditore e persecutore, colui che esce fuori e parla.

Se tu appartieni alle membra di Cristo, vieni dentro, stai stretto al Capo.

Sopporta la zizzania se sei buon grano; sopporta la paglia, se sei frumento; ( Mt 13,30 ) sopporta i pesci cattivi dentro la rete, se sei un buon pesce.

Perché te ne sei andato prima del tempo della vagliatura?

Perché hai sradicato con te il frumento prima del tempo della messe?

Perché hai strappato la rete prima di giungere alla riva? Uscivano fuori e parlavano.

9 - [v 8.] … che Dio trasforma in bene

Insieme contro di me sussurravano tutti i miei nemici.

Contro di me tutti insieme; quanto meglio se fossero stati insieme con me?

Che significa: contro di me insieme? Significa con un solo consiglio, con una sola cospirazione.

Dice dunque loro Cristo: vi siete accordati contro di me, accordatevi con me; perché contro di me?

Perché non con me? Se sarete sempre insieme non sarete divisi da scismi : Dice infatti l'Apostolo: Vi scongiuro, fratelli, affinché diciate ogni cosa insieme e non siano fra voi divisioni. ( 1 Cor 1,10 )

Insieme contro di me sussurravano tutti i miei nemici; contro di me macchinavano per me mali.

Per sé, piuttosto che per me in quanto hanno accumulato contro di sé iniquità; ma anche per me, perché dovranno essere soppesati a seconda della loro intenzione.

Non hanno potuto far niente contro di me, ma non perché non hanno voluto.

Infatti anche il diavolo ha bramato distruggere Cristo, e Giuda ha tentato di ucciderlo; ma Cristo è stato ucciso e risuscitato, e noi siamo stati vivificati; tuttavia al diavolo e a Giuda è stata pagata la mercede della loro malvagia volontà, non della nostra salvezza.

Infatti, affinché sappiate che è secondo l'intenzione che ciascuno dovrà essere giudicato ai fini della retribuzione o del premio o della pena, troviamo uomini che hanno augurato un bene a uno, un bene quale noi stessi lo desideriamo, e tuttavia sono stati definiti maldicenti.

Perché quando quel cieco, ormai illuminato nel corpo e nel cuore, lo mostrava ai Giudei, che vedevano con il corpo ma erano ciechi nel cuore, egli, ormai veggente, disse loro: Forse che anche voi volete essere suoi discepoli?

Ed essi, narra il Vangelo, lo maledissero dicendogli: sii tu suo discepolo. ( Gv 9,27.28 )

Voglia il Cielo che capiti a noi tutti di essere ciò che essi maledicendo dicevano.

Queste parole sono definite maledizione per il malevolo errore di coloro che le dicevano, non perché vi sia in esse qualche parola cattiva; definendo l'espressione una maledizione, il narratore osserva con quale intenzione essi le hanno dette, non che cosa hanno detto.

Contro di me macchinavano mali per me.

E quali mali per Cristo, quali per i martiri? Dio ogni cosa volge in bene.

10 - [v 9.] I Sacramenti sgorgati dal costato trafitto di Cristo

Una parola perversa hanno tramato contro di me.

Quale parola perversa? Fai attenzione al Capo stesso: Uccidiamolo, e nostra sarà l'eredità. ( Mt 21,38 ) Stolti!

In qual modo sarà vostra l'eredità? Perché lo avete ucciso? Ecco, lo avete ucciso, e l'eredità non sarà vostra.

Forse che colui che dorme non si volgerà per risorgere?

Quando voi avete esultato per averlo ucciso, Egli dormiva; dice infatti anche in un altro salmo: Io dormii.

Essi incrudelivano e hanno voluto ucciderlo. Io dormii.

Infatti se non lo avessi voluto, non avrei certo dormito.

Io dormii perché ho il potere di dare la mia vita ed ho il potere di prenderla di nuovo. ( Gv 10,18 )

Io dormii, e presi sonno e mi levai. ( Sal 3,6 )

Incrudeliscano dunque i Giudei, sia consegnata la terra in mano agli empi, ( Gb 9,24 ) la carne sia data nelle mani dei persecutori, essi la appendano alla croce, la trafiggano con i chiodi, la trapassino con la lancia: forse che Colui che dorme non si volgerà per risorgere?

Perché dormiva? Perché Adamo era figura di Colui che doveva venire; ( Rm 5,14 ) e Adamo dormiva quando dal suo fianco fu tratta Eva. ( Gen 2,21 )

Adamo è figura di Cristo, Eva è figura della Chiesa; per questo è chiamata la Madre dei Viventi.

Quando fu creata Eva? Mentre Adamo dormiva.

Quando sono sgorgati dal costato del Cristo i sacramenti della Chiesa? Quando Egli dormiva sulla croce.

Forse che colui che dorme non si volgerà per risorgere?

11 - [v 10.] Il povero membra di Cristo

E perché dormiva? A causa di quello che era entrato per vedere, e aveva accumulato per sé l'iniquità.

Infatti l'uomo della mia pace, nel quale speravo, che mangiava il mio pane, stese su di me il calcagno; levò su di me il piede; cercò di calpestarmi.

Chi è quest'uomo della sua pace? È Giuda.

E in lui Cristo sperava, dato che ha detto: nel quale speravo? Forse che non lo conosceva fin dall'inizio?

Forse non sapeva prima ancora che nascesse quel che sarebbe accaduto?

Forse non aveva detto a tutti i suoi discepoli: Io ho scelto voi dodici, e uno di voi è il diavolo? ( Gv 6,70 )

Come dunque ha sperato in lui se non perché egli è nelle sue membra, e, siccome molti fedeli in Giuda hanno sperato, in lui si è trasfigurato il Signore?

Quando infatti molti che avevano creduto in Cristo vedevano Giuda camminare in mezzo ai dodici discepoli, alcuni speravano in lui; perché egli era tale e quale gli altri.

Orbene Cristo era nelle sue membra che così speravano, così come era in costoro, che avevano fame e avevano sete, allo stesso modo in cui disse Ebbi fame, così disse: Ho sperato.

Ne consegue che se gli diciamo: Signore, quando sperasti?, allo stesso modo in cui a lui è detto: Signore, quando avesti fame?, come ci ha detto: Ciò che avete fatto a uno di questi miei piccoli, avete fatto a me, ( Mt 25,37.40 ) così può dire: ciò che una dei miei piccoli ha sperato io l'ho sperato.

In che cosa hai sperato? L'uomo della mia pace, nel quale speravo, che mangiava il mio pane.

In qual modo le parole contenute in questa profezia si riferiscono alla sua Passione?

Egli designò [ il traditore ] per mezzo del pezzetto di pane, ( Gv 13,26 ) affinché apparisse chiaramente come detto di lui: quello che mangiava il mio pane.

E di nuovo, quando venne colui che lo avrebbe tradito, gli dette un bacio, ( Mt 26,49 ) perché fosse chiaro che a lui si riferiscono queste parole: l'uomo della mia pace.

12 - [v 11.] Cristo ha risuscitato se stesso, perché Dio

Ma tu, Signore, abbi pietà di me.

Queste parole dice nella natura di servo, nella natura di misero e di povero.

Infatti beato colui che ha l'intelligenza del misero e del povero.

Abbi pietà di me e risuscitami e renderò loro la retribuzione.

Vedete quanto è stato detto, e che già si è compiuto.

I Giudei hanno ucciso Cristo per non perdere il paese; ( Gv 11,48 ) morto Cristo hanno perduto il paese, sradicati dal regno sono stati dispersi.

Risuscitato egli ha retribuito loro la tribolazione; li ha ripagati per ammonirli, non ancora per condannarli.

Infatti, quella città nella quale fremette il popolo, come leone che rapisce e ruggisce, esclamando: Crocifiggilo, crocifiggilo, ( Lc 23,21; Gv 19,6 ) sradicati da essa i Giudei, è piena di cristiani, e non più abitata da alcun Giudeo.

È stata piantata la Chiesa del Cristo là dove sono state sradicate le spine della Sinagoga.

Ne consegue che veramente è divampato il loro fuoco, come accade per le spine; ( Sal 118,12 ) mentre il Signore era come legno verde.

Egli stesso dice questo quando alcune donne piangevano nell'imminenza della sua morte: non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli, preannunziando con questo le parole: risuscitami, e renderò loro la mercede.

Ma se nel legno verde fanno questo, per quello secco che cosa accadrà? ( Lc 23,28.31 )

Quando mai il legno verde può essere consumato dal fuoco delle spine?

Essi sono arsi infatti come fuoco di spine.

Il fuoco consuma le spine, e se lo si appicca a un legno verde, difficilmente si accende perché l'umore del legno resiste alla fiamma lenta e fiacca, che tuttavia è idonea a consumare le spine.

E risuscitami e renderò loro la mercede.

Non crediate, fratelli, che il Figlio sia meno potente del Padre, per il fatto che ha detto: Risuscitami, come se non potesse risuscitare da se stesso.

Ha risuscitato infatti ciò che poteva morire; cioè la carne è morta, la carne è risuscitata.

Ma perché non crediate che Dio, Padre di Cristo, abbia potuto risuscitare Cristo, cioè la carne del Figlio suo, mentre Cristo pur essendo il Verbo di Dio uguale al Padre non avrebbe potuto risuscitare la sua carne, ascoltate il Vangelo: Distruggete questo tempio, e io in tre giorni lo ricostruirò.

E l'evangelista aggiunge, per fugare ogni dubbio, che egli diceva questo del tempio del suo corpo. ( Gv 2,19.21 )

E risuscitami, e io renderò loro la mercede.

13 - [v 12.] Il Crocifisso esempio di pazienza, strumento di vittoria

In questo ho capito che mi hai amato, perché il mio nemico non si rallegrerà su di me.

I Giudei si sono rallegrati quando hanno visto il Cristo crocifisso, hanno creduto che fosse soddisfatta la loro volontà di fargli del male; hanno visto compiuto il frutto della loro crudeltà nel Cristo pendente dalla croce; ed hanno scosso il capo dicendo: Se è il figlio di Dio, discenda dalla croce. ( Mt 27,39.40 )

Non discendeva colui che lo poteva; non dimostrava la potenza, ma insegnava la pazienza.

Se infatti fosse disceso dalla croce alle parole di quelli, sarebbe sembrato cedere a coloro che lo insultavano, e si sarebbe creduto che, vinto, non poteva tollerare le ingiurie; più che mai è rimasto sulla croce di fronte a coloro che lo insultavano, saldo mentre essi vacillavano.

Ecco perché agitavano il capo, poiché non riuscivano a stare uniti al vero Capo.

È chiaro dunque che egli ci ha insegnato la pazienza; poiché ha fatto poi cose ben più grandi di quelle che non ha voluto fare quando i Giudei lo provocavano.

È segno di potenza molto maggiore risorgere dal sepolcro anziché discendere dalla croce.

Perché il mio nemico non si rallegrerà su di me.

Si sono rallegrati allora; è risorto Cristo, Cristo è stato glorificato.

Ora vedono che nel suo nome si converte il genere umano: lo insultino ora, agitino ora il capo; o meglio tengano fermo il capo; oppure se lo agitano lo facciano per lo stupore e l'ammirazione.

Ora dicono infatti: è forse Costui quello di cui parlarono Mosè e i profeti?

Perché di lui i profeti dissero: Come pecora è stato condotto al macello, e come agnello senza voce di fronte al tosatore, egli non ha aperto la sua bocca; ma dalle sue ferite siamo stati risanati. ( Is 53,5.7 )

Vediamo infatti che questo crocifisso trascina dietro di sé il genere umano; e senza ragione dissero i nostri padri: Uccidiamolo, affinché il mondo non vada dietro di lui. ( Gv 12,19 )

Forse non andrebbe dietro di lui se non fosse stato ucciso. In questo ho capito che mi hai amato, perché il mio nemico non si rallegrerà su di me.

14 - [vv 13.14.] Nella Chiesa si sono avverate le Scritture

Ma per la mia innocenza mi hai accolto.

Verace innocenza: integrità senza peccato, restituzione senza debito, castigo senza colpa.

Per la mia innocenza mi hai accolto, e mi hai confermato al tuo cospetto in eterno.

Mi hai confermato in eterno, e mi hai reso debole per breve tempo; mi hai confermato al tuo cospetto e mi hai reso debole al cospetto degli uomini.

Che dire? Lodi a lui, gloria a lui. Benedetto il Signore Dio di Israele.

Egli è infatti il Dio di Israele, il nostro Dio, il Dio di Giacobbe, il Dio del figlio minore, il Dio del popolo più giovane.

Nessuno dica: ha detto queste cose dei Giudei, non sono io Israele.

I Giudei piuttosto non sono Israele.

Perché il figlio maggiore, cioè il popolo più anziano, è stato condannato; il minore è il popolo diletto.

Il maggiore servirà al minore: ( Gen 25,23 ) ora ciò si è realizzato.

Ora, fratelli, i Giudei ci servono, sono come nostri schiavi, portano a noi i libri per studiare.

Ascoltate in che cosa i Giudei ci servono, e non senza motivo.

Caino, il fratello maggiore che uccise il fratello minore, fu segnato affinché non fosse ucciso, cioè affinché sussistesse questo popolo. ( Gen 4,15 )

Presso di loro sono i Profeti e la Legge: in questa Legge e in questi Profeti è preannunziato Cristo.

Quando trattiamo con i Pagani, e dimostriamo che accade ora nella Chiesa di Cristo quel che è stato predetto prima a proposito del nome di Cristo, del Capo e del Corpo di Cristo, affinché essi non credano che noi abbiamo inventato quelle predizioni e pensino che noi abbiamo scritto le cose che sono accadute come se fossero future, noi mettiamo loro avanti i Libri dei Giudei.

I Giudei sono a noi avversi, eppure noi con i libri degli avversari convinciamo l'avversario.

Ogni cosa dunque il Signore ha distribuito, ogni cosa ha ordinato per la nostra salvezza.

Ha preannunziato prima di noi, ha adempiuto al tempo nostro, e ciò che ancora non ha adempiuto, adempirà.

Così abbiamo Chi restituirà, affinché crediamo al debitore; perché anche quelle cose che non ha ancora dato, darà; così come le cose che prima non aveva ancora dato, successivamente ha dato.

Se qualcuno vuole trovare dove sono scritte queste cose, legga Mosè e i Profeti.

Se qualche nemico strepita, e dice: Voi vi siete inventate le profezie, si mostrino a lui i Libri dei Giudei, perché il maggiore servirà al minore.

Leggano ivi queste predizioni, che ora noi vediamo realizzarsi, e diciamo tutti: Benedetto il Signore Dio d'Israele nei secoli dei secoli.

E dica tutto il popolo: Così sia, così sia.

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