Prima catechesi cristiana

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19.31 - Le due città

Non ci deve turbare neppure il fatto che molti uomini acconsentano al diavolo e pochi seguano Dio.

Perché anche il frumento, in confronto alla paglia, è in quantità di molto inferiore.

Ma come l'agricoltore sa cosa fare del gran mucchio di paglia, ( Mt 3,12; Lc 3,17 ) così la moltitudine dei peccatori è nulla dinanzi agli occhi di Dio che sa cosa farne, perché il governo del suo regno non venga turbato e deturpato da nessuna parte.

Perciò non si deve pensare che il diavolo sia vincitore per il fatto che ha tratto a sé molti uomini, insieme ai quali potrebbe essere vinto da pochi.

Pertanto, dall'inizio del genere umano fino alla fine del mondo si trovano ad esistere due città, una di ingiusti, l'altra di santi; presentemente sono mescolate quanto ai corpi, ma sono distinte quanto alle volontà di coloro che vi fanno parte; nel giorno del giudizio invece dovranno essere separate anche materialmente.

Infatti tutti gli uomini, tutti gli spiriti che con vano orgoglio e con ostentata arroganza amano la grandezza e il dominio di questo mondo e cercano la propria gloria nell'assoggettare gli altri, appartengono alla cerchia di una medesima società.

Anche se spesso costoro lottano l'un contro l'altro per il raggiungimento di queste cose, tuttavia sono trascinati giù nel medesimo abisso dal peso di un'ugual cupidigia, accomunati dalla somiglianza della loro condotta di vita e delle loro colpe.

Al contrario, tutti gli uomini e tutti gli spiriti che con umiltà cercano la gloria di Dio, non la propria, ( Gv 7,18 ) e che lo seguono con devozione, fanno parte di una stessa società.

E nondimeno Dio molto misericordioso è paziente con gli uomini empi ed offre loro l'opportunità di pentirsi e di correggersi. ( Rm 2,4 )

19.32 - Il diluvio. Ciò che il diluvio rappresenta

Quanto poi al fatto d'aver annientato con il diluvio tutti gli uomini, eccettuato un sol giusto con i suoi, che volle salvare nell'arca, ( Gen 6,5ss ) Dio certamente sapeva che essi non si sarebbero corretti.

Ciò nonostante, durante i cento anni in cui l'arca fu costruita, ( Eb 11,7; 2 Pt 2,5 ) era annunciato con tutta chiarezza che l'ira divina stava per abbattersi su di loro.

E che, se fossero tornati a Dio, Dio li avrebbe risparmiati.

Come risparmiò successivamente la città di Ninive che fece penitenza, ( Gv 3,1ss ) allorché le fu preannunciata, per bocca del profeta, l'imminente distruzione.

Così agisce Dio anche nei riguardi di coloro che egli sa che persevereranno nel male, dando loro il tempo di pentirsi, per esercitare la nostra pazienza e forgiarla sul suo esempio; donde apprendiamo con quanta tolleranza dobbiamo sopportare gli uomini malvagi, dal momento che ignoriamo come saranno in seguito: giacché Colui al quale nulla del futuro è nascosto li risparmia e permette loro di vivere.

Tuttavia, anche tramite il segno del diluvio, dal quale i giusti sono stati salvati per mezzo del legno, ( Gal 3,13 ) era preannunciata la Chiesa futura, che Cristo, suo Re e Dio, con il mistero della sua croce, riparò dai flutti travolgenti di questo mondo.

Dio infatti non ignorava che anche da coloro che erano stati salvati nell'arca sarebbero nati uomini malvagi, che avrebbero riempito nuovamente la faccia della terra di iniquità.

Nondimeno, egli diede un esempio del giudizio futuro e con il mistero del legno preannunciò la liberazione dei giusti.

Certo, anche dopo il diluvio, la malvagità non cessò di rigermogliare attraverso la superbia, la concupiscenza, le illecite scelleratezze, quando gli uomini, abbandonato il loro Creatore, si prostrarono non solo di fronte agli esseri che Dio aveva fatto, tanto da adorare al posto di Dio le sue creature, ( Rm 1,25; At 17,29 ) ma chinarono le loro anime anche di fronte ad opere plasmate da mano d'uomo e ad invenzioni di artefici, così che il diavolo e i demoni potessero trionfare su di loro nel modo più turpe: demoni che si rallegrano di essere adorati e venerati in tali immagini scolpite, mentre con gli errori degli uomini nutrono i propri errori.

19.33 - I Patriarchi e i Profeti

In vero neppure in quell'epoca mancarono uomini giusti, che cercavano Dio con atteggiamento devoto e vincevano la superbia del diavolo, cittadini di quella città santa salvati dall'umiltà futura di Cristo, loro Re, rivelata attraverso lo Spirito.

Tra questi fu scelto Abramo, ( Gen 18,3; Gen 12,1ss ) servo di Dio devoto e fedele, a cui fu rivelato il mistero del Figlio di Dio, ( Ef 1,9 ) affinché imitando la sua fede, tutti i fedeli di tutte le genti fossero chiamati suoi figli nel tempo a venire. ( Gal 3,7 )

Da lui è nato un popolo che avrebbe adorato l'unico Dio vero, ( Gv 17,3 ) che ha creato cielo e terra, ( Sal 124,8 ) mentre le altre genti servivano a simulacri e a demoni.

In questo popolo con tutta evidenza è stata prefigurata la Chiesa futura: indubbiamente comprendeva una moltitudine di uomini carnali che adoravano Dio per ottenere benefici visibili; ma comprendeva pure un piccolo numero di uomini che volgeva il pensiero alla pace futura e cercava la patria celeste. ( Eb 11,16 )

A costoro era rivelata, con la profezia, la futura umiltà di Dio, del Re e Signore nostro Gesù Cristo, perché attraverso una tal fede fossero risanati da ogni superbia ed orgoglio.

Di questi santi ( Os 1,2ss; Is 8,1ss ) che precedettero nel tempo la nascita del Signore, non solo le parole, ma anche la vita, i matrimoni, i figli e le azioni sono stati profezia del tempo presente in cui, per la fede nella passione di Cristo, la Chiesa è adunata da tutte le genti.

Tramite i santi patriarchi e profeti, al popolo carnale d'Israele, chiamato in seguito anche con il nome di popolo dei Giudei, erano amministrati benefici visibili, che esso per istinto della carne desiderava dal Signore, e castighi di pene materiali che servivano ad intimorirlo, secondo le circostanze, come conveniva alla durezza del suo cuore.

Eppure anche in tutti questi eventi venivano significati i misteri spirituali riguardanti Cristo e la Chiesa, della quale anche quegli uomini santi erano membri, benché vissuti prima della nascita secondo la carne di Cristo Signore.

Giacché lo stesso Figlio unigenito ( Gv 3,16 ) di Dio, Verbo del Padre, uguale e coeterno al Padre, per mezzo del quale tutte le cose sono state create, ( Gv 1,1.3; Col 1,16 ) si è fatto uomo per noi, per essere capo di tutta la Chiesa come di tutto un corpo. ( Col 1,18 )

Quando un uomo nasce succede talvolta che, nel venire alla luce, metta fuori dapprima una mano: ebbene essa è unita e coordinata a tutto quanto il corpo sotto la guida del cap. ( 1 Cor 12,12 )

Allo stesso modo alcuni tra i patriarchi, a segno di questa realtà, sono nati mettendo fuori dapprima una mano. ( Gen 25,26 )

Così tutti i santi vissuti sulla terra prima della nascita del Signore nostro Gesù Cristo, benché siano nati prima di lui, si sono congiunti sotto la guida del capo all'intero corpo di cui egli è il capo. ( Col 1,18 )

Mosè libera il popolo di Israele dalla schiavitù degli Egiziani attraverso il Mar Rosso

20.34 - Le prefigurazioni concernenti il Cristo futuro

Quel popolo dunque, deportato in Egitto, ( Es 1,8ss ) divenne schiavo di un durissimo re e, ammaestrato da insopportabili fatiche, cercò in Dio il liberatore.

E gli fu mandato un uomo proveniente dallo stesso popolo, il santo servo di Dio Mosè. ( Es 7,1ss )

Questi, in nome della potenza di Dio, atterrendo con grandi miracoli l'empia stirpe degli Egiziani, condusse fuori da quella terra il popolo di Dio attraverso il Mar Rosso, ( Es 14,16-21 ) le cui acque, separandosi, offrirono il passaggio a coloro che le attraversavano.

Gli Egiziani, al contrario, mentre li stavano inseguendo, sommersi dai flutti che ritornavano nella loro sede naturale, morirono.

In questo modo, come mediante il diluvio la terra fu purificata con le acque dalla malvagità dei peccatori, che allora vennero annientati dall'inondazione, mentre i giusti scamparono alla morte mediante il legno dell'arca, ( Gen 6,5ss ) così il popolo di Dio, uscendo dall'Egitto, trovò il passaggio tra le acque dalle quali furono distrutti i suoi nemici.

E neppure qui mancò il segno simbolico del legno.

Infatti perché si verificasse quel miracolo, Mosè percosse le acque con la verga. ( Es 14,16 )

Ambedue i fatti sono prefigurazione del santo battesimo, per il cui mezzo i fedeli passano a nuova vita, ( Rm 6,4 ) mentre i loro peccati sono annientati e distrutti come i nemici.

Più palesemente in quel popolo è stata poi prefigurata la passione di Cristo, quando gli fu ordinato di uccidere e di mangiare l'agnello e di segnare con il suo sangue gli stipiti delle porte e di celebrare questo evento ogni anno e denominarlo Pasqua del Signore. ( Es 12,3ss )

Certo la profezia molto chiaramente dice del Signore Gesù Cristo che come agnello è stato condotto per essere immolato. ( Is 53,7 )

Con il segno della passione e della croce di Cristo tu oggi devi essere segnato sulla fronte, come su di uno stipite; e tutti i cristiani sono ugualmente segnati.

20.35 - Il popolo d'Israele riceve la legge scritta dal dito di Dio su tavole di pietra

Di là quel popolo fu condotto attraverso il deserto per quarant'anni. ( Es 15,22ss )

Ricevette anche la legge scritta dal dito di Dio, ( Es 31,18; Es 8,15; Sal 8,4 ) espressione con cui è significato lo Spirito Santo, come è detto molto chiaramente nel Vangelo. ( Lc 11,20; Mt 12,28 )

Dio infatti non è circoscritto da una forma corporale, e di conseguenza non si deve pensare che abbia membra e dita come le vediamo in noi.

Ma poiché per l'azione dello Spirito Santo i doni di Dio sono partecipati ai santi, di modo che, pur avendo proprietà differenti, non si allontanino dalla concordia della carità; ( 1 Cor 12,4-11 ) e poiché, d'altra parte, nelle dita appare in maniera evidente una certa divisione, senza però che siano separate dall'unica mano, per questa o per altra ragione lo Spirito Santo è stato chiamato " dito di Dio ".

Tuttavia non si deve pensare, quando ascoltiamo questa espressione, alla forma di un corpo umano.

Il popolo giudaico dunque ricevette la legge scritta dal dito di Dio su tavole che erano di pietra, per significare la durezza del suo cuore, ( Mt 19,8; 2 Cor 3,3 ) poiché non avrebbe osservato la legge.

Desiderando dal Signore doni materiali, era dominato più dal timore carnale che dalla carità spirituale.

Ora solo la carità adempie la legge. ( Rm 13,10 )

Per questo fu gravato di un gran numero di azioni rituali esteriori, perché fosse oppresso da un giogo servile ( Gal 5,1 ) nell'osservare regole concernenti i cibi, nell'offrire sacrifici di animali e in altre innumerevoli prescrizioni: azioni rituali che, nondimeno, erano prefigurazioni di realtà spirituali riguardanti il Signore Gesù e la Chiesa: allora erano compresi da pochi uomini santi come riferentisi al frutto della salvezza ed osservati secondo che conveniva a quel tempo, mentre dalla moltitudine degli uomini carnali erano solamente seguiti, non compresi.

20.36 - La Gerusalemme terrena figura della Gerusalemme celeste

Pertanto, quel popolo, attraverso molteplici e svariati segni di eventi futuri - che sarebbe lungo ricordare compiutamente e che vediamo compiersi ora nella Chiesa - fu condotto alla terra promessa ( Eb 11,9: Gen 12,7; Es 3,8.17 ) ove doveva regnare temporaneamente e materialmente secondo il suo desiderio.

Regno terreno che tuttavia rappresentò la figura del regno spirituale.

Là fu fondata Gerusalemme, quella famosissima città di Dio ( Eb 12,22 ) che, in condizione di servitù, vale a rappresentare quella città libera chiamata celeste Gerusalemme, ( Gal 4,26 ) parola ebraica che significa " visione di pace ".

Di essa sono cittadini tutti gli uomini santificati, quelli che furono, che sono e che saranno, come pure tutti gli spiriti santificati, pure quelli che, nel più alto dei cieli, obbediscono a Dio con pia devozione e non imitano l'empia superbia del diavolo e dei suoi angeli.

Di questa città è re il Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio, che governa gli angeli sommi; Verbo che assunse la natura umana, ( Gv 1,14 ) per governare anche gli uomini, che tutti insieme regneranno con lui nella pace senza fine.

Quale prefigurazione di questo Re, nel regno terreno del popolo d'Israele, si distinse grandemente il re Davide, dalla cui stirpe secondo la carne ( Rm 1,3 ) doveva discendere il Re per eccellenza, il nostro Signore Gesù Cristo, che è sopra ogni cosa Dio benedetto nei secoli. ( Rm 9,5 )

Nella terra promessa si sono compiuti molti avvenimenti quale prefigurazione di Cristo venturo e della Chiesa; avvenimenti che tu potrai imparare a conoscere a poco a poco nei Libri Sacri.

21.37 - La cattività in Babilonia del popolo d'Israele: essa prefigura la Chiesa di Cristo soggetta a schiavitù sotto i re di questo mondo

Con tutto ciò, dopo alcune generazioni, Dio mostrò un'altra figura particolarmente rispondente alla realtà che significava.

Infatti la città di Gerusalemme fu resa schiava e una gran parte dei suoi cittadini fu deportata a Babilonia. ( 2 Sam 24,10-16 )

Ora, come Gerusalemme simboleggia la città e la società dei santi, così Babilonia simboleggia la città e la società degli ingiusti, giacché si dice che il suo nome significhi " confusione ". ( Gen 11,9 )

Abbiamo già parlato poc'anzi di queste due città che, dall'inizio del genere umano fino alla fine del mondo, avanzano attraverso le diverse età senza che si possa distinguerle e che dovranno essere separate nel giudizio ultimo.

Che dunque quei prigionieri della città di Gerusalemme e che quel popolo, condotto a Babilonia, andassero in schiavitù fu ordinato dal Signore per bocca di Geremia, profeta di quel tempo. ( Ger 21,1-10; Ger 27,1ss )

E a Babilonia vi furono re sotto i quali essi erano in schiavitù; alcuni eventi prodigiosi, occasionati dalla loro presenza, scossero quei re di modo che conoscessero, venerassero ed ordinassero di venerare l'unico Dio vero, Creatore dell'universo. ( Dn 2,46ss; Dn 3,95-96; Dn 4,34; Dn 6,26ss )

Inoltre, fu ordinato a quel popolo di pregare Dio per coloro che lo tenevano in schiavitù e di sperare la sua pace nella loro pace, sì da generare prole, edificare case, piantare giardini e vigne.

Orbene, dopo settant'anni, gli è promessa la liberazione dalla prigionia. ( Ger 25,12; Ger 29,4ss )

Ora, tutti questi eventi significano simbolicamente che la Chiesa di Cristo con tutti i suoi santi, che sono cittadini della Gerusalemme celeste, ( Eb 12,22 ) sarebbe stata soggetta a schiavitù sotto i re di questo mondo.

Infatti l'Apostolo, nel suo insegnamento, ammonisce che ogni anima sia sottomessa alle autorità sovrane, ( Rm 13,1 ) e che sia reso tutto a tutti, a chi il tributo, il tributo, a chi le tasse, le tasse; ( Rm 13,7 ) e il resto che, fatto salvo il culto dovuto al nostro Dio, si deve rendere a chi presiede le istituzioni umane : dal momento che il Signore stesso, per offrirci l'esempio di un salutare insegnamento, ( 1 Tm 1,10; 2 Tm 4,3; Tt 1,9; Tt 2,1 ) non disdegnò di pagare il tributo ( Mt 17,24ss ) dovuto dalla persona umana di cui si era rivestito.

Per di più anche agli schiavi, divenuti cristiani e buoni fedeli, è prescritto di servire con pazienza e con fedeltà i loro padroni su questa terra; ( Col 3,22; Ef 6,5ss ) padroni che essi giudicheranno se li avranno trovati ingiusti fino alla fine; o con i quali regneranno da pari a pari se anche costoro si saranno convertiti al Dio vero.

Per tutti vale però il precetto di servire le autorità umane e terrene fino a quando, dopo il tempo prestabilito, significato dai settant'anni, la Chiesa, allo stesso modo di Gerusalemme, non sia liberata dalla confusione di questo mondo, come dalla cattività babilonese.

In occasione di questa cattività, anche gli stessi re di questa terra, abbandonati gli idoli in nome dei quali perseguitavano i cristiani, conobbero l'unico vero Dio e Cristo Signore e lo adorarono; e per loro l'apostolo Paolo raccomanda di pregare, anche quando perseguitassero la Chiesa.

Dice infatti così: Ti scongiuro, pertanto, innanzitutto che siano fatte suppliche, preghiere, intercessioni e azioni di grazie per i re, per tutti gli uomini e per tutti coloro che sono costituiti in dignità, perché possiamo trascorrere una vita sicura e tranquilla con tutta pietà e carità. ( 1 Tm 2,1-2 )

Così attraverso i re di questa terra fu concessa alla Chiesa pace, benché temporale, temporale tranquillità, per edificare in senso spirituale case, piantare giardini e vigne. ( Ger 29,5 )

Ed ecco, proprio con questo discorso, edifichiamo e piantiamo anche te.

E questo accade in tutto il mondo, con la pace mantenuta dai re cristiani, secondo le parole del medesimo Apostolo: Voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio. ( 1 Cor 3,9 )

21.38 - La liberazione da Babilonia dei Giudei dopo settant'anni: essa preannuncia la venuta del Signore Gesù Cristo

E appunto, dopo i settant'anni che Geremia ( Ger 25,12; Ger 29,10 ) aveva profetato in senso simbolico per prefigurare la fine dei tempi, si cominciò a Gerusalemme la ricostruzione dell'edificio del tempio di Dio, ( Ag 1,1ss; Ag 2,1ss; Esd 6,13ss ) affinché lo stesso simbolo ricevesse compimento.

Ma poiché tutto avveniva in figura, la pace e la libertà restituite ai Giudei non erano stabili.

Così in seguito essi furono vinti dai Romani e resi soggetti al tributo.

In vero dal tempo in cui ricevettero la terra promessa e cominciarono ad avere dei re, perché non ritenessero che la promessa del Cristo liberatore si compisse in qualcuno dei loro re, in modo assai evidente, attraverso molte profezie fu preannunciato il Cristo non solo da Davide nel libro dei Salmi, ma anche da altri grandi santi e profeti, fino al tempo della cattività babilonese.

E durante la stessa cattività vi furono profeti che predissero la venuta del Signore Gesù Cristo liberatore di tutti gli uomini.

E dopo che, trascorsi i settant'anni, il tempio fu ricostruito, i Giudei soffrirono così grandi tribolazioni e calamità inflitte loro da re gentili, da comprendere che il liberatore non era ancora venuto.

Ma non comprendevano che li avrebbe liberati spiritualmente e desideravano che venisse per liberarli in senso materiale.

22.39 - Le prime cinque età del mondo. La sesta età

Si compirono dunque le cinque età del mondo.

Di queste la prima va dall'inizio del genere umano, cioè da Adamo, primo uomo creato, fino a Noè, che costruì l'arca al tempo del diluvio; ( Gen 6,14 ) la seconda va fino ad Abramo, scelto quale padre davvero di tutte le genti ( Gen 17,5.6 ) che avrebbero imitato la sua fede; ( Gal 3,7 ) e pure, per diretta discendenza carnale padre del futuro popolo dei Giudei, il solo che tra tutti i popoli della terra, prima della diffusione della fede cristiana tra i gentili, ha adorato l'unico Dio vero; popolo dal quale doveva venire Cristo salvatore, secondo la carne.

Queste articolazioni delle due età appaiono in maniera ben visibile nei libri dell'Antico Testamento.

Le articolazioni delle altre tre età sono poste in chiara luce anche dal Vangelo, laddove è ricordata la genealogia terrena del Signore Gesù Cristo: ( Mt 1,17 ) la terza età va da Abramo fino al re Davide; la quarta da Davide fino alla prigionia per la quale il popolo di Dio trasmigrò in Babilonia; la quinta età va da quella trasmigrazione ( Mt 1,11-12 ) fino all'avvento di nostro Signore Gesù Cristo.

Dal suo avvento corre la sesta età: perché la grazia dello Spirito, che nelle età precedenti era nota all'esiguo numero dei patriarchi e dei profeti, ormai si manifestasse a tutte le genti; perché nessuno adorasse Dio se non gratuitamente, desiderando da lui non premi visibili per la propria sottomissione, non la felicità nella vita presente, ma solo la vita eterna, nella quale godere di Dio stesso; perché nel corso di questa sesta età lo spirito dell'uomo si rinnovasse ad immagine di Dio, ( Col 3,10 ) come nel sesto giorno l'uomo è stato fatto ad immagine di Dio. ( Gen 1,26.27 )

È questa l'età in cui, infatti, anche la legge si adempie, ( Rm 13,10 ) per il fatto che ciò che è prescritto si compie non per desiderio di beni temporali, ma per amore di Colui che lo prescrive.

Ora, chi non s'impegnerà nel rendere l'amore a Dio infinitamente giusto e misericordioso, che per primo ha amato a tal punto gli uomini del tutto ingiusti e superbi da mandare per loro il suo unico Figlio, ( 1 Gv 4,19; 1 Gv 4,9.10; Gv 3,16 ) per mezzo del quale ha creato tutte le cose, ( Gv 1,3 ) che non mutando la sua natura, ma assumendo quella umana ( Fil 2,6.7 ) si è fatto uomo, ( Gv 1,14 ) non solo per poter vivere con gli uomini, ma anche per poter essere ucciso per loro e da loro?

22.40 - La manifestazione del Vangelo. Il Signore Gesù Cristo: vita, morte e resurrezione

Pertanto ha reso manifesto il Nuovo Testamento della sua eredità eterna ( Eb 9,15 ) nel quale l'uomo, rinnovato per l'azione della grazia di Dio, conducesse una vita nuova, ( Rm 6,4 ) una vita cioè spirituale.

Con ciò Dio ha mostrato essere invecchiato il primo Testamento, in cui il popolo carnale, agendo sotto il dominio dell'uomo vecchio ( Rm 6,6 ) - eccettuato l'esiguo numero dei patriarchi e dei profeti che giunsero alla vera conoscenza e di alcuni santi che rimasero ignoti - e vivendo secondo la carne, desiderava dal Signore Dio premi materiali e li riceveva come simbolo dei beni spirituali.

Perciò Cristo Signore, fatto uomo, ebbe in spregio tutti i beni terreni, per insegnarci che si devono aver in spregio.

E sopportò tutti i mali terreni, per raccomandarci che si devono sopportare, affinché non si cercasse in quelli la felicità, né si temesse in questi l'infelicità.

Nato da una madre che, sebbene mai toccata da uomo, concepì e rimase vergine ( Lc 1,27ss ) sempre - nel concepimento, nel parto e fino alla morte -, anche se era stata sposa di un artigiano, ( Mt 1,16.18; Mt 13,55 ) Cristo Signore rinunciò ad ogni orgoglio di nobiltà di sangue.

Inoltre, nato nella città di Betlemme, ( Mt 2,1; Mt 2,6; Lc 2,4; Gv 7,42; Mc 5,1-2 ) che tra tutte le città della Giudea era così insignificante da essere chiamata villaggio - come ancor oggi -, Cristo Signore volle insegnarci che nessuno si deve gloriare dello splendore di alcuna città terrena.

Si fece anche povero, ( 2 Cor 8,9 ) lui al quale tutto appartiene e per il cui mezzo tutte le cose sono state create, ( Col 1,16 ) perché nessuno, credendo in lui, osasse esaltarsi a motivo delle ricchezze terrene.

Non volle essere fatto re dagli uomini, ( Gv 6,15; Gv 18,36-37 ) perché voleva mostrare la via dell'umiltà agli sventurati che la superbia aveva allontanato da lui, sebbene l'universa creazione attesti il suo regno eterno. ( Dn 7,27 )

Ebbe fame, ( Mc 11,12 ) lui che nutre ogni creatura; ebbe sete, ( Mt 25,35 ) lui per il cui mezzo è stata creata ogni bevanda; lui che è spiritualmente pane degli affamati e fonte degli assetati. ( Gv 6,51; Gv 4,10ss; Ap 21,6 )

Si affaticò nel camminare per le vie terrene, ( Gv 4,6 ) lui che si fece nostra via verso il cielo. ( Gv 14,6 )

Fu come muto e sordo davanti a coloro che lo insultavano, ( Mt 26,63; Is 53,7 ) lui che fece parlare il muto ( Lc 11,14; Mt 9,32-33; Mt 15,31; Mc 7,32ss ) ed udire il sordo. ( Mc 7,32ss )

Fu legato, ( Mt 27,2 ) lui che liberò dai legami derivanti dalle infermità. ( Lc 5,15; Is 53,4 )

Fu flagellato, ( Mt 27,26 ) lui che allontanò dai corpi degli uomini i flagelli di tutti i dolori.

Fu crocifisso,( Mt 27,32ss ) lui che mise termine ai nostri tormenti, morì, ( Mt 27,50 ) lui che risuscitò i morti. ( Mt 27,52; Mt 9,25; Mc 5,41-42; Lc 7,11-15; Gv 11,43 )

Ma è anche risorto ( Mt 28,9 ) per non morire mai più, ( Rm 6,9 ) affinché non si apprendesse da lui a disprezzare la morte, come se non si dovesse mai più essere.

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