Discorsi sui tempi Liturgici

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Discorso di Sant'Agostino sulla Pentecoste

1 - Ritengo che voi, carissimi, ben sappiate che oggi la Chiesa celebra la discesa dello Spirito Santo.

Il Signore infatti aveva promesso ai suoi apostoli che avrebbe mandato loro lo Spirito, ( Gv 14,16; Gv 15,26; Gv 16,7; Lc 24,49 ) e in conformità con la sua attendibilissima parola, egli adempì la promessa.

E se la resurrezione del Signore rafforzò nei seguaci la fede nella divinità di colui che si fece uomo per la nostra salvezza, ancor più questo fece la sua ascensione al cielo, e raggiunse la pienezza e la perfezione con il dono dello Spirito Santo, che egli mandò [ dal cielo ] e riempì i discepoli.

Diventati otri nuovi, essi poterono contenere il vino nuovo; ( Lc 5,38; Mt 9,17; Mc 2,22 ) e per questo motivo, siccome parlavano in [ diverse ] lingue, si disse che erano ubriachi e pieni di vino nuovo. ( At 2,13 )

Le parole degli ascoltatori furono testimonianza dell'affermazione del Signore, riferita dalla Scrittura, che aveva detto: Nessuno mette il vino nuovo in otri vecchi. ( Lc 5,37; Mc 2,22 )

Ora per questi otri nuovi egli stava preparando il vino nuovo.

Essi furono otri vecchi finche nei riguardi di Cristo ebbero opinioni carnali.

Nell'ambito di " otre vecchio " rientrava quell'espressione che l'apostolo Pietro in preda al timore per la morte di Cristo ebbe a pronunciare pensando che egli sarebbe finito come tutti gli altri uomini.

A lui però il Signore replicò: Va' lontano da me, satana! Tu mi sei di scandalo. ( Mt 16,23 )

Questa riluttanza di Pietro faceva parte della sua condizione di otre vecchio; ma ecco che il Signore risuscitò e si mostrò ai discepoli.

Essi toccarono ciò che nel pianto avevano visto pendere dalla croce: ( Lc 24,49 ) erano davanti ai loro occhi vive quelle membra che piangendo avevano viste morte e sepolte.

Furono fortificati nella fede e credettero in lui.

Poi ecco che egli ascende in cielo e comanda loro di riunirsi in un unico luogo e lì aspettare fino a quando non avesse inviato loro quel che aveva promesso. ( Lc 24,49; At 1,4 )

Si radunarono dunque in un luogo e pregando attesero il compimento della promessa.

In tal modo deposero l'antico e si rivestirono del nuovo. ( Col 3,9-10; Ef 4,22-24 )

Divenuti capaci [ del dono divino ], essi il giorno della Pentecoste ricevettero lo Spirito Santo.

Ecco il motivo per cui noi celebriamo il grande mistero odierno e facciamo festa in questo giorno celeberrimo.

Vogliate pertanto considerare, santi fratelli, il grande accordo esistente fra le Scritture del vecchio e del nuovo Testamento.

Nel primo la grazia veniva promessa, nel secondo è data; nel primo era simboleggiata, nel secondo raggiunge la completa pienezza.

VienE da pensare a un artefice che intende costruire delle figure con un metallo, ad esempio con il bronzo o l'argento.

Prima della fusione compone la forma in cera, e questa prima composizione provvisoria diventa un passaggio per la necessaria forma definitiva: l'artista cioè compone quelle prime forme per poi riempirle.

Allo stesso modo il Signore disegnò tutto in forme figurative e le diede al popolo nel vecchio Testamento, ma poi svuotò quelle forme e nel darle al nuovo popolo, le riempì con una perfettissima infusione.

Vogliate dunque, santi fratelli, considerare con un'attenzione un po' più impegnata quali sono state le antiche forme rappresentative e quale la loro realizzazione nel giorno della Pentecoste.

Vale la pena considerarle con attenzione.

Si apprende con frutto più abbondante quella parola che si ascolta con attenzione particolare.

Siate anche voi, è evidente, degli otri nuovi per poter contenere il vino nuovo a voi servito dal nostro ministero. ( Lc 5,38; Mt 9,17; Mc 2,22 )

2 - Spesso ci si chiede: " Se noi celebriamo la Pentecoste per la discesa dello Spirito Santo, per qual motivo la celebrano i giudei? ".

Infatti anche i giudei celebrano la Pentecoste.

Lo avete ascoltato voi che questa mattina eravate presenti alla lettura del libro di Tobia, che vi è stata proclamata nella memoria del beato Teogene.

Ivi è detto che nel giorno di Pentecoste [ Tobia ] si preparò un pranzo invitando alcuni suoi compatrioti che, essendo timorati del Signore, erano degni di partecipare alla sua mensa.

Dice: Nel giorno di Pentecoste, che è il più santo della settimana. ( Tb 2,1 LXX )

Infatti sette per sette fa quarantanove: al quale numero si aggiunge l'uno per significare l'unità e così poter tornare al principio.

L'unità infatti dà coesione a tutta la moltitudine; e mentre la moltitudine se non è cementata dall'unità è un agglomerato di gente rissosa e litigiosa, se invece è concorde forma un'anima sola.

Lo afferma la Scrittura, la quale, parlando di coloro che avevano ricevuto lo Spirito Santo, dice che avevano un'anima sola e un cuore solo protesi verso Dio. ( At 4,32 )

Così essi diventano il cinquanta, cioè il mistero della Pentecoste.

Ma allora perché celebrano la Pentecoste i giudei se non perché nella loro celebrazione era contenuta una qualche figura?

Statemi attenti! Voi sapete che presso i giudei si uccideva un agnello e così si celebrava la pasqua, come figura della Passione del Signore, che sarebbe avvenuta in seguito.

Non c'è cristiano che ignori quanto vi sto dicendo.

Sapete anche che fu loro comandato di trovarsi un agnello fra le capre e tra le pecore. ( Es 12,5 LXX )

Ma come si può trovare un agnello tra le capre e tra le pecore?

Quel comando però, in se impossibile, stava ad annunziare una possibilità che si sarebbe realizzata nel nostro Signore Gesù Cristo, il quale secondo la carne nacque dalla stirpe di Davide, ( Rm 1,3 ) e trae origine da peccatori e da giusti.

Nella genealogia del Signore, secondo le generazioni riportate dagli evangelisti, ( Mt 1,1-17; Lc 3,23-38 ) trovi molti peccatori e molti giusti.

Chiamò infatti anche costoro, cioè i peccatori, essendo venuto servendosi anche di peccatori; e da giusti e da peccatori raduna oggi la sua Chiesa, riservandosi di mandare i giusti nel Regno dei cieli, separando [ da loro ] i peccatori che si ostinano nel peccato e nella malvagità.

Ad ogni modo egli, venuto per caricarsi dei nostri peccati, non ha esitato a trarre origine da peccatori.

Ma in questo, cioè riguardo alla sua genealogia, ci sonO molte cose misteriose, che, se Dio ce ne concederà il tempo, spiegheremo alla santità vostra; adesso dobbiamo tornare all'argomento che ci proponevamo di trattare.

3 - Riguardo al giorno della Pentecoste, stavamo esponendo il motivo per cui lo celebrano anche i giudei.

Essi uccidono l'agnello, l'agnello pasquale.

E, come loro, così anche noi celebriamo la pasqua nella quale fu ucciso l'Agnello immacolato e senza colpa: ( Es 12,5; 1 Pt 1,19 ) quell'Agnello al quale Giovanni rese testimonianza dicendo: Ecco, l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. ( Gv 1,29 )

In memoria della sua passione noi celebriamo la pasqua.

Ai giudei fu datala legge [ che si basa ] sul timore, ai cristiani viene dato lo Spirito Santo, fonte di grazia.

Spinti dal timore essi non furono in grado di adempiere la legge, anzi proprio a causa della legge divennero trasgressori.

La legge è contenuta nei cinque libri, come cinque erano i portici che circondavano la piscina di Salomone: ( Gv 5,2-3 ) i quali potevano, sì, accogliere i malati ma non ne potevano guarire neppure uno.

I cinque portici accoglievano gli infermi, che però rimanevano distesi lì dov'erano.

Allo stesso modo nessuno veniva risanato mediante quei libri.

Perché nessuno? Per la superbia.

Convinti di poter adempiere il precetto con le loro sole forze, non riuscirono ad adempirlo, e così la legge divenne loro avversaria: per essa divennero trasgressori, e tali rimasero finche non proruppero nel grido del quale anche questa mattina abbiamo parlato alla vostra santità: Uomo miserabile che altro non sono!

Chi mi libererà da questo corpo mortale?

La grazia di Dio per l'opera di Gesù Cristo nostro Signore. ( Rm 7,24-25a )

Dunque, la legge smaschera i trasgressori, la grazia li libera dalla colpa; la legge minaccia, la grazia attira; la legge tende a punire, la grazia assicura il perdono.

Nondimeno le cose prescritte nella legge sono identiche a quelle prescritte nella grazia; e per questo si dice che la legge fu scritta con il dito di Dio. ( Es 31,18; Dt 9,10 )

Così infatti troviamo scritto.

4 - Cerchiamo nel Vangelo cosa sia il dito di Dio, e lo troveremo.

Che significa " dito di Dio "?

Nella verità delle cose infatti Dio non ha questo membro corporale come lo abbiamo noi.

Ma per caso egli avrà la vista da una parte e non dall'altra?, o di lui si potrà forse delimitare la forma delle membra, mentre egli è tutto in ogni luogo ed è presente dinanzi a tutti?

Cos'è dunque il dito di Dio? Lo Spirito Santo.

Statemi attenti! Come lo dimostriamo? Dal Vangelo.

C'è infatti un passo in cui quello che un evangelista dice in figura un altro lo dice in forma esplicita.

È quel passo del Vangelo dove i giudei affermano che il Signore cacciava i demoni in nome di Beelzebub. ( Mt 12,24; Mc 3,22; Lc 11,15 )

Rispondendo il Signore disse: Se io scaccio i demoni nel dito di Dio, è certamente giunto a voi il Regno di Dio. ( Lc 11,20 )

Un altro evangelista riferisce lo stesso avvenimento dicendo: Se io [ faccio questo ] nello Spirito Santo, vuol dire che è giunto a voi il Regno di Dio. ( Mt 12,28 )

Siccome dunque un evangelista parla di " dito di Dio ", ecco che l'altro chiarisce l'espressione mostrandoci che " dito di Dio " è lo Spirito Santo, per cui in Dio non dobbiamo cercare dita carnali ma comprendere il motivo per cui con il nome " dito " si designa lo Spirito Santo.

È perché ad opera dello Spirito Santo gli apostoli ricevettero la diversità dei doni, ( 1 Cor 12,4 ) ed è nelle dita che la mano appare in forma diversificata, tant'è vero che con le dita si fa il conto e la spartizione.

Ma allora perché i giudei celebrano la Pentecoste?

Mistero grande e veramente stupendo, fratelli!

Imprimetevi nella mente che nel giorno della Pentecoste i giudei ricevettero la legge, scritta con il dito di Dio, e nello stesso giorno di Pentecoste discese lo Spirito Santo.

5 - Occorre determinare la natura della legge [ del Signore ].

I giudei la ricevettero in tavole di pietra, e con ciò si raffigurava la durezza del loro cuore, ma essa era scritta con il dito di Dio, ( Es 31,18; Dt 9,10 ) e pertanto tutte le prescrizioni contenute nella legge obbligano anche i cristiani.

Ora però, come dice l'Apostolo, non sono scritte in tavole di pietra ma nelle tavole del cuore che sono di carne. ( 2 Cor 3,3 )

Ecco dunque la differenza: la legge finche rimase scritta nei cuori induriti dei giudei, non fu osservata; la stessa legge, data ai cristiani, trova cuori dotati di fede e così diventa facile e dura in eterno.

Essi erano pietra; invece i cuori dei cristiani erano terreno fertile, quindi furono in grado di produrre frutti. ( Mt 13,5.8; Mc 4,5.8; Lc 8,6.8 )

Ci rifacciamo al Vangelo, quando al Signore fu presentata quella donna che era stata sorpresa nell'adulterio.

Stando alla legge, i giudei la volevano lapidare, ( Gv 8,3-6 ) il Signore invece voleva solo che non continuasse a peccare, pronto a perdonarle il peccato commesso.

E a coloro che volevano colpirla con le pietre, mentre erano loro stessi di pietra, disse: Chi tra voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei. ( Gv 8,7 )

Detto questo chinò il capo e con il dito cominciò a scrivere in terra; ma quei tali, esaminando la propria coscienza, se ne andarono uno dopo l'altro, dal più anziano al più giovane, e rimase lì soltanto la donna. ( Gv 8,8-9 )

Il Signore alzò il capo e le disse: Cos'è questo, donna? Nessuno ti ha condannata?

Rispose: Nessuno, Signore. E il Signore: Nemmeno io ti condanno. Va' e non peccare più. ( Gv 8,10-11 )

Cosa significava questa larghezza nel perdonare? La grazia.

E quella durezza che cosa significava? La legge data su pietre.

Per questo il Signore scriveva con il dito, ( Gv 8,6.8 ) ma scriveva in una terra da cui poteva raccogliere frutti!

Se al contrario si semina qualcosa sulla pietra, la pianta non viene fuori perché non può mettere le radici. ( Mt 13,5-6; Mc 4,5-6 )

Distingui dunque dito di Dio e dito di Dio: il dito di Dio con cui fu scritta la legge e il dito di Dio che è lo Spirito Santo.

6 - Nel giorno di Pentecoste fu data la legge, nel giorno di Pentecoste venne lo Spirito Santo.

Ma vi avevamo promesso di dimostrarvi come i giudei ricevettero la legge cinquanta giorni dopo la Pasqua, che anche noi celebriamo.

Tieni presente al riguardo che ad essi fu ordinato di uccidere l'agnello per la celebrazione della Pasqua il quattordici del primo mese. ( Es 12,6.18 )

Mettendo nel computo lo stesso giorno quattordici in cui comincia la Pasqua, di quel mese restano diciassette giorni.

Si arrivò quindi al deserto, al luogo dove fu data la legge; e la Scrittura si esprime così: Nel terzo mese da quando il popolo era stato condotto fuori dall'Egitto ( Es 19,1 ) il Signore parlò a Mosè dicendo che quanti avrebbero ricevuto la legge si purificassero in vista del terzo giorno, nel quale sarebbe stata data la legge. ( Es 19,10-11 )

Dunque all'inizio del terzo mese si ingiunge di purificarsi per il terzo giorno; e comincia la Pasqua …

Statemi attenti, perché non succeda che i numeri vi portino, per così dire, fuori pista e addensino nubi sul vostro intelletto.

Per quanto ci è possibile, con l'aiuto del Signore vogliamo chiarirvi la cosa.

Se mi sosterrete con la vostra attenzione, scorgerete fraternamente quel che intendo dirvi; se questa attenzione mancherà, quanto io vi dirò vi rimarrà oscuro anche se ve lo esponessi nella forma più elementare.

Or dunque, ecco che per [ celebrare ] la Pasqua si fissa il quattordici del mese e si prescrive la purificazione per ricevere la legge, data sul monte e scritta con il dito di Dio, ( Es 31,18; Dt 9,10 ) quel dito di Dio che è lo Spirito Santo.

Ricordatevi di questo. Ve lo abbiamo dimostrato in base al Vangelo.

Per la purificazione si fissa il terzo giorno del terzo mese.

Al primo mese dunque togli dodici [ giorni ] per cominciare con il quattordicesimo: ne restano diciassette.

Se a questi aggiungi l'intero secondo mese arrivi a quarantasette, e se prosegui contando dal giorno stesso della purificazione per arrivare al terzo giorno, ecco che si ha cinquanta.

È quanto mai chiaro, lampante: i giudici ricevettero la legge nel giorno di Pentecoste.

7 - Essendo induriti, [ la legge ] fu per loro un gravame; essendo induriti, fu per loro un peso.

Viene però il Signore arrecando la grazia, e grida: Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.

Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime.

Poiché il mio giogo è soave e il mio carico leggero. ( Mt 11,28-30 )

Come mai il suo giogo è soave?

La legge minaccia, egli attira; la legge dice: " Se non fai questo o quello, io ti punirò "; Cristo dice: " Qualsiasi peccato abbia tu fatto, io te lo perdono; d'ora in avanti guardati dal peccare ". ( Gv 8,11 )

Pertanto il suo giogo è soave, il suo peso leggero. ( Mt 11,30 )

Occorre però che noi diventiamo otri nuovi ( Lc 5,38; Mt 9,17; Mc 2,22 ) e, rivolti con l'animo verso di lui, ne attendiamo la grazia.

Saremo copiosamente riempiti di Spirito Santo e attraverso lo Spirito santo verrà in noi la carità.

In tal modo saremo riscaldati dal vino nuovo e ci inebrieremo al suo calice scintillante e colmo di ebbrezza, ( Sal 23,5 ) al punto che dimenticheremo le cose terrene che prima ci tenevano schiavi.

In questo modo se ne dimenticavano i martiri quando si avviavano al supplizio.

Dimenticavano i figli e le mogli, dimenticavano i genitori anche quando si cospargevano la testa di polvere e perfino le madri che dinanzi a loro scoprivano il seno e rinfacciando il latte che avevano succhiato, tentavano di distoglierli dal cibo [ della vita ].

Tutto essi dimenticavano, e non badavano nemmeno ai loro cari.

Perché ti stupisci se il martire non si ferma a considerare i propri familiari?

È un ubriaco. Ma ubriaco di che? Di carità.

E la carità da dove gli è venuta? Dal dito di Dio, dallo Spirito Santo, da colui che discese il giorno di Pentecoste.

8 - Come dimostriamo che si adempie la legge mediante la carità, dono dello Spirito Santo? ( Rm 13,8c )

Lo dice l'Apostolo: Pieno adempimento della legge è la carità; ( Rm 13,10b ) e in un altro passo: L'amore del prossimo non opera il male. ( Rm 13,10a )

Infatti i precetti " Non commettere adulterio ", " non rubare ", " non uccidere ", " non desiderare " e tutti gli altri si compendiano in questa parola: " Amerai il prossimo tuo come te stesso". ( Rm 13,9 )

Ecco perché la carità adempie la legge. ( Rm 13,8c )

E come dimostriamo che la carità proviene dallo Spirito Santo?

Ascolta l'Apostolo che dice: Noi ci gloriamo della tribolazione. ( Rm 5,3a )

Sottoposti a tribolazione i giudei venivano costretti ad adempiere la legge, ma non vi riuscivano; i cristiani dalle tribolazioni non venivano allontanati dalla legge ma piuttosto sospinti a correre verso la legge.

Badate a ciò che dico, fratelli.

Ai giudei era irrogata la pena che chiunque avesse offerto sacrifici agli idoli doveva essere lapidato o crocifisso, ed essi si astenevano dal farlo perché erano pressati dal timore, non trattenuti dall'amore.

Non temevano [ la trasgressione ] perché erano sopraffatti dal desiderio illecito ed andavano dietro agli idoli tutte le volte che incombeva su di loro la crocifissione o si minacciava loro la morte o la lapidazione.

Tutte queste pene non riuscivano a trattenerli [ dal male ].

Più tardi, ecco venire l'amore insieme con il timore: sopraggiunse la carità.

Il Vangelo fu predicato ai pagani, e per indurli a sacrificare agli idoli si prese a minacciare loro il fuoco, le croci, le belve.

Tutte queste pene venivano loro minacciate e gli imperatori le infliggevano, ma i cristiani sopportavano tutto, e il loro cuore non si piegò ad adorare gli idoli.

Dalle pene i giudei non ottennero d'essere distolti dagli idoli; dalle stesse pene i cristiani non si lasciarono indurre a venerare gli idoli.

Questo perché era in essi la carità, dono dello Spirito Santo.

Dice l'Apostolo: Anzi, noi ci gloriamo delle tribolazioni sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virtù provata ( Rm 5,3-4a ) - e noi vogliamo ora dimostrare che la carità con cui si adempie la legge proviene dallo Spirito Santo.

Orbene, eccolo qua: la tribolazione [ produce ] la pazienza, la pazienza la virtù provata, la virtù provata la speranza; la speranza non resta delusa poiché la carità di Dio è stata riversata nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo, che ci è stato dato. ( Rm 5,3b-5 )

9 - Noi dunque celebriamo oggi l'annuale festa della discesa dello Spirito Santo; ma lo Spirito Santo dobbiamo averlo nel cuore tutti i giorni.

Non dobbiamo pensare che la solennità odierna debba durare soltanto per oggi e non in tutti gli altri giorni.

Non celebriamola per un giorno solo ma in ogni tempo, se vogliamo essere non riprovati ( 1 Cor 9,27 nel testo di Agostino ) ma approvati dal Signore nel giorno della sua venuta. ( 1 Ts 5,2; 2 Pt 3,10 )

Avendoci in antecedenza dato il pegno, ( 2 Cor 1,22; 2 Cor 5,5 ) ci voglia condurre al possesso eterno [ dei beni ].

Cristo infatti ha sposato la sua Chiesa e ha mandato a lei lo Spirito Santo.

Lo Spirito Santo è come l'anello nuziale; e chi le ha dato l'anello le darà anche l'immortalità e il riposo.

Lui amiamo, in lui speriamo, in lui crediamo.

Nel pomeriggio venite un po' prima per poter cantare inni a Dio.

Gli estranei si ubriacano con il vino della vite di questa terra per soddisfare la lussuria; noi inebriamoci dei cantici divini.

Lodiamo il Signore con i canti della salvezza ( Ef 5,18-19 ) e, una buona volta, dimentichiamo la terra, per meritare di essere elevati dalla terra al cielo.

Ce lo conceda il nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna con Dio Padre.

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