Esposizione dei Salmi

Indice

Salmo 97 (96)

Discorso al popolo

1 - Il piano salvifico nella profezia e nella realizzazione storica

Al cuore cristiano Dio fa ammirare degli eventi così meravigliosi che nulla può trovarsi di più giocondo.

Occorre, però, avere il palato della fede capace di gustare il miele di Dio.

Noi siamo persuasi che in tutti voi - i quali avete aderito con tutto il cuore alla fede nel nostro Salvatore - abiti lo Spirito Santo e che questo Spirito vi riempia di gaudio tutte le volte che vi si leggono delle profezie, pronunziate dai Santi in epoche remote e adempiutesi dopo anni e anni nella conversione delle genti.

Gli stessi santi profeti, vedendo in spirito non già adempiute ma in procinto di esserlo le cose che annunziavano, ne traevano vivissima gioia.

Grande senz'altro doveva essere il loro, godimento, ma accesi d'amore per noi ( che non conoscevano ma generavano spiritualmente ), se fosse stato loro consentito avrebbero voluto vivere in mezzo a noi in questo nostro tempo, per vedere adempiute le cose che profetizzavano animati dallo Spirito.

Ne parlava il Signore con i suoi discepoli testimoni degli inizi dell'era messianica.

Molti giusti e molti profeti, diceva, desiderarono vedere le cose che voi vedete e non le videro, e udire le cose che voi udite e non le udirono. ( Mt 13,17 )

I profeti vedevano in spirito questi eventi, tuttavia per loro erano realtà future e in certo qual modo in gestazione; per gli Apostoli invece erano realtà presenti in cui si avverava la predizione.

Simeone, quel famoso vecchio giusto, esultò moltissimo nel vedere il bambino Gesù; nel piccolo riconobbe l'immenso; in quel minuscolo corpo di carne seppe vedere il Creatore del cielo e della terra.

Grande fu quindi la sua gioia nel ricevere da Dio l'assicurazione che non avrebbe lasciato questo mondo senza aver veduto l'Autore della salvezza.

Lo vide, ne fu lieto e al colmo dell'esultanza esclamò: Adesso, Signore, lascia pure che il tuo servo se ne vada in pace, poiché i miei occhi hanno veduto la tua salvezza. ( Lc 2,25-30 )

Grande è dunque questa felicità, la cui origine è l'amore.

Mentre si cantava il salmo noi abbiamo gioito.

Tuttavia, quanto alle cose lette, alcune saranno state certo comprese da tutti, altre invece ( a nostro parere ) le avranno comprese solamente pochi o almeno non tutti.

Meditiamo dunque insieme il contenuto del salmo, prendendolo come tema del discorso, che fa parte del nostro ministero verso di voi.

Vedremo con quanta condiscendenza Dio ha voluto provvedere alla nostra gioia, presentandoci prima le sue promesse e mostrandoci poi la fedeltà nel mantenerle.

2 - [v 1.] Cristo attrae tutto a sé

Il salmo si intitola: Per David stesso, quando la sua terra gli fu restituita.

Riferiamo ogni cosa a Cristo, se vogliamo restare nella via di un'esatta interpretazione.

Se non vogliamo che la nostra mente costruisca solo un ammasso di macerie non allontaniamoci dalla pietra angolare. ( Ef 2,20 )

In essa trovi stabilità chi prima titubava e si muoveva con passo insicuro; su di essa si appoggi chi pencolava nell'incertezza.

Qualunque dubbio sorga nell'anima umana all'ascolto delle divine Scritture, non ci si deve allontanare da Cristo.

Quando in quelle parole avrà scoperto il Cristo, allora ritenga d'averle comprese, ma, finché non sia arrivata a scoprirvi il Cristo, non si ritenga sicura di averle comprese.

Fine della legge è infatti Cristo, a salute di ogni credente. ( Rm 10,4 )

Che vuol dire allora e come si può riferire a Cristo l'affermazione: Quando la sua terra gli fu restituita?

Che David rappresenti il Cristo è cosa facile a comprendersi.

Cristo infatti nacque da Maria e fu discendente di David.

E, siccome sarebbe dovuto nascere dalla sua stirpe, per questo nella profezia era simboleggiato col nome di David.

David, pertanto, è lo stesso che Cristo.

Anche perché la parola David significa " forte di mano " e nessuno è stato mai tanto " forte di mano " quanto colui che dalla croce sottomise il mondo.

Ripensiamo ai giorni dopo la resurrezione e l'ascensione.

Ricevuto lo Spirito Santo gli Apostoli si misero a parlare in varie lingue ( At 2,4 ) e fra coloro che avevano crocifisso il Signore una gran folla si sentì scossa e chiese un consiglio sui come salvarsi.

L'ottenne ed abbracciò la fede.

Furono loro condonate le colpe; fu rimesso loro il delitto di avere versato il sangue di Cristo; anzi questo stesso sangue fu loro somministrato come bevanda.

Ne erano stati i persecutori e ne divennero i seguaci; l'avevano crocifisso e credettero in lui; avevano scosso la testa dinanzi a lui in atto di scherno vollero che lui fosse il loro capo.

Ecco in che senso la sua terra fu a lui restituita, come asserisce il titolo del salmo.

Sua terra infatti è la Giudea; e questa Giudea era perita in tutti i suoi figli quando, ignorando la verità, come dei frenetici che se la prendono contro il medico e in preda alla pazzia ricusano la salute, avevano crocifisso il loro Signore.

La Giudea era, per così dire andata in rovina, tutta quanta.

Fino a che punto " tutta quanta "? Gli stessi Apostoli erano pieni di timore.

Pietro mosso da amore spavaldo volle seguire il Signore, tuttavia, vinto dal timore e dalla codardia, lo rinnegò tre volte.

Dopo la resurrezione, il Signore Gesù s'imbatté in certi suoi discepoli che strada facendo parlavano di lui.

Chiese loro di che cosa parlassero, ed essi risposero: Tu solo sei l'unico pellegrino che si trovi a Gerusalemme e che non abbia conosciuto le cose ivi successe in questi giorni.

Disse loro: Quali? Risposero: Quello che è capitato a Gesù di Nazareth, profeta potente in opere e parole dinanzi a Dio e a tutto il popolo.

E costui i sommi sacerdoti e i capi del popolo hanno condannato a morte e crocifisso.

Noi, veramente, speravamo che egli avrebbe liberato Israele. ( Lc 24,18-21 )

Avevano perduto la speranza in Cristo.

Non dissero, infatti: " Noi speriamo che egli liberi ", ma: Noi speravamo che egli avrebbe liberato.

Egli stava accanto a loro ma in essi non c'era la speranza in lui.

Più tardi si fece loro riconoscere; apparve anche agli altri discepoli.

Lo videro, lo toccarono, lo ritrovarono anche coloro che sembravano essersi smarriti e fu restituita a lui la sua terra.

Trascorsi poi quaranta giorni insieme con loro, egli ascese al cielo ( At 1,3.9 ), da dove - come ho accennato prima - inviò loro lo Spirito Santo, il quale, preso possesso dei discepoli, da uomini illetterati che erano li fece parlare nelle lingue di tutte le genti.

Non era stato detto inutilmente per loro: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )

Si sentirono scossi ( come dicevo ), cercarono la salvezza e fu loro suggerito di credere nel Cristo.

In un giorno credettero tremila, e un'altra volta cinquemila. ( At 2,41; At 4,4 )

In tutta la Giudea, dove era stato cocente lo smacco di Cristo, cominciò a propagarsi con fervore la Chiesa di Cristo; e così la sua terra fu a lui restituita.

Ma egli aveva detto: Ho ancora altre pecore che non fan parte di questo ovile.

Bisogna che io vi conduca anche quelle, affinché sia unico il gregge ed unico il pastore. ( Gv 10,16 )

In vista di ciò, ecco che gli Apostoli vengono inviati anche nel mondo pagano, là dove non erano stati inviati i profeti.

Coloro che non cercavano Dio furono da lui ricercati; coloro che nulla si attendevano furono ritrovati.

Non avevano le promesse di Dio; ottennero la redenzione di Dio.

I giudei conoscevano Dio e ne avevano le promesse, in quanto in mezzo a loro i profeti avevano annunziato e promesso il Cristo.

Ebbene, dopo averne udita la promessa, quando egli fu presente in mezzo a loro non lo riconobbero.

A differenza dei pagani, i quali, senza averne sentita alcuna promessa, credettero, come era stato predetto di loro da parte dei profeti ( non si era loro rivelata la parola di Dio, ma di loro i profeti avevano parlato ).

Si mandarono dunque anche a loro degli evangelizzatori, come, per disposizione divina, voi avete or ora ascoltato.

Vi è stato infatti letto il brano degli Atti degli Apostoli in cui si narra la conversione del centurione Cornelio.

Questo centurione Cornelio non era un giudeo, tuttavia pregava digiunava faceva elemosine.

E sebbene appartenente al paganesimo, Dio non lo abbandonò, ma gli inviò un angelo per comunicargli che le sue elemosine e preghiere erano state gradite a Dio.

Mandò a chiamare Pietro e credette.

Forse che l'angelo non avrebbe potuto ammaestrarlo lui stesso?

Tuttavia preferì indirizzarlo a Pietro, in modo che la fede gli spuntasse in cuore per l'intervento d'un uomo. ( At 10 )

Essendosi infatti il Signore degnato di visitare gli uomini diventando uomo lui stesso, non disdegnava istruirci per mezzo di uomini.

Ecco in breve come la sua terra gli fu restituita: una parete proveniva di tra i giudei, un'altra di tra i pagani.

Fra queste due pareti provenienti da direzioni opposte s'è collocato lui quale pietra angolare, e in lui le pareti si sono unificate. ( Ef 2,20 )

3 - Ci sarebbe un'altra accezione della frase: Quando la sua terra fu a lui restituita.

Potremmo intenderla " Quando la sua carne fu risuscitata ".

Sarebbe un altro significato non in contrasto con l'insegnamento di Cristo.

" Terra restituita " - così ci balena ora alla mente - potrebbe corrispondere a " carne risuscitata ".

Le varie cose che cantiamo nel salmo si realizzarono, infatti, dopo la resurrezione del Signore.

Ascoltiamo, quindi, questo salmo ridondante di gioia per la restituzione della terra.

E il Signore nostro Dio voglia suscitare in noi un'attesa e un'esultanza che corrisponda alla grandezza degli eventi.

Egli ci sia guida nel nostro parlare in modo che risulti adeguato ai bisogni del vostro cuore.

Ciò che alla contemplazione di tante meraviglie riempie di godimento il nostro cuore, lo faccia salire sulla nostra lingua, e dalla nostra lingua passi ai vostri orecchi, e da qui nel vostro cuore e nella vostra vita.

4 - In tutto il mondo ci sono adoratori del Crocifisso

Il Signore ha regnato. Colui che dovette stare in piedi dinanzi al giudice, che fu schiaffeggiato, flagellato, coperto di sputi, coronato di spine, percosso, sospeso ad un patibolo, che fu insultato finché non morì, e che, morto in croce, fu trafitto dalla lancia e cacciato nel sepolcro, costui è risuscitato.

Il Signore ha regnato. Si accaniscano pure contro di lui i regni del mondo con tutte le loro forze: cosa potranno fare al re dei regni, al padrone di tutti i re, al creatore di tutti i secoli?

Lo si disprezzerà perché volle apparire tanto sottomesso, tanto umile?

Fu un tratto di misericordia, non un indizio d'impotenza: apparve umile perché noi lo accogliessimo.

Ma guardiamolo adesso! Il Signore ha regnato: esulti la terra, si allietino le molte isole!

Così veramente, poiché la parola di Dio è stata annunziata non solo nei continenti ma anche nelle isole che si trovano in mezzo al mare.

Pullulano anch'esse di cristiani, di servi di Dio.

Non costituisce, infatti, il mare una barriera per colui che creò il mare.

Dove possono giungere le navi non vi potranno arrivare le parole del Signore?

Le isole sono piene di cristiani.

Per " isole " poi, in un linguaggio figurato, si potrebbero intendere anche le varie chiese.

Perché isole? Perché sono attorniate dai flutti di ogni sorta di tentazioni.

Ma, osservate l'isola. Può essere sferzata dalle onde che le rumoreggiano tutt'intorno, ma non può essere squarciata; sarà lei anzi a squarciare le onde che le si avventano contro, e non le onde che squarciano l'isola.

Così è delle Chiese di Dio sparse in tutta la terra.

Hanno subito le persecuzioni degli infedeli, che rabbiosi si avventavano contro di loro da ogni parte; eppure, eccole salde, queste isole, e il mare si è ormai placato! Si allietino le molte isole.

5 - [v 2.] Cristo segno di contraddizione

Nubi e caligine lo circondano; giustizia e giudizio sono i supporti del suo trono.

Per chi ci sono nubi e caligine attorno a lui?

E per chi sono sostegno del suo trono giustizia e giudizio?

Nubi e caligine lo circondano in rapporto agli empi che non l'hanno compreso; giustizia e giudizio in relazione ai fedeli che hanno creduto in lui.

I primi infatti, ostacolati dalla superbia, non l'hanno veduto; gli altri invece, nella loro umiltà, hanno meritato di essere istradati da lui.

Eccoti pertanto le nubi e la foschia; eccoti la giustizia e il giudizio.

Io sono venuto in questo mondo, diceva il Signore, per fare il giudizio: in modo che quanti non vedono abbiano a vedere e quanti sono veggenti diventino ciechi. ( Gv 9,39 )

Che significa: I veggenti diventino ciechi?

Coloro che credono di vedere, che si reputano sapienti, che non ritengono essere loro necessaria alcuna medicina, questi tali diventeranno ciechi e non comprenderanno.

Chi sono al contrario coloro che non vedono e che riusciranno a vedere?

Coloro che riconoscono la propria cecità, e così meritano di essere illuminati.

Siano dunque attorno a lui le nubi e la caligine per coloro che non l'hanno riconosciuto; per coloro invece che si sono confessati ed umiliati siano la giustizia ed il giudizio i sostegni del suo trono.

Chiama " suo trono " le persone che hanno creduto in lui.

In loro infatti risiede la sapienza ( cioè il Figlio di Dio, che è la Sapienza di Dio ( 1 Cor 1,24 ) ) e così sono divenuti suo trono.

Da un altro brano scritturale abbiamo ascoltato una prova lampante a favore di questa interpretazione.

L'anima del giusto, dice, è sede della sapienza. ( Sap 12,13 )

Siccome, dunque, tali giusti sono coloro che credono in lui, tutti coloro che sono stati giustificati mediante la fede sono diventati trono di Dio.

Egli risiede in loro; da loro pronunzia i suoi giudizi e ne dirige i passi.

Perché? Perché li ha trovati maneggevoli come delle cavalcature docili, non recalcitranti, non smaniose di scuotersi dal loro collo superbo il giogo di lui, non riottose a subire le sue frustate.

Sono divenuti cavalcature del Signore, buone e mansuete, e così si sono meritati quel che è scritto in un altro salmo: Egli dirigerà i miti nella giustizia; ai mansueti insegnerà le sue vie. ( Sal 25,9 )

Pertanto, agli uni sarà come nubi e caligine, perché loro non sono retti; per coloro invece che sono mansueti, la giustizia e il giudizio saranno il sostegno del suo trono.

6 - [v 3.] La persecuzione arricchisce il giusto, danneggia il persecutore

Il fuoco lo precederà e incendierà i suoi nemici tutt'intorno.

Qual è, o fratelli, il fuoco del quale si dice che lo precederà e che incendierà i suoi nemici tutt'intorno?

Non penso che si parli di quel fuoco ove saranno cacciati gli empi con la sentenza del giudizio finale.

L'abbiamo letto nel Vangelo e lo ricordiamo: li porrà a sinistra, dopo averli separati dai buoni, e dirà loro: Andate nel fuoco eterno, che fu preparato per il diavolo e per gli angeli suoi. ( Mt 25,41 )

Non credo che si parli di questo fuoco.

Per quale motivo? Perché qui si parla di un fuoco che precede il Signore, prima che venga per il giudizio.

Testualmente: Il fuoco lo precede e incendia i suoi nemici, tutt'all'intorno, cioè per l'intero universo.

Il fuoco dell'inferno seguirà la sua [ seconda ] venuta, quest'altro fuoco, invece, va innanzi a lui.

Quale sarà, allora, questo fuoco? È un fuoco che ( così possiamo intenderlo ) opera nei malvagi come pena, e nei redenti come mezzo di salvezza.

In che senso è pena per i malvagi? Quando si cominciò a predicare il Cristo, le genti si irritarono e scatenarono persecuzioni.

Quest'ira fu un fuoco, ma consumò più il persecutore che non il perseguitato.

Se noi ci imbattiamo in due persone, delle quali una è in preda all'ira mentre l'altra rimane paziente, voi potete ben giudicare chi sia colui che arda.

È facile osservare tra gli uomini scene di questo genere.

Raffiguratevi un istante l'uomo iniquo.

Eccolo con l'animo sconvolto, il volto truce, gli occhi di bragia, le parole taglienti.

Vuole la morte del suo rivale, è pronto a spogliarlo dei beni a offenderlo a ingiuriarlo.

Non sa dominarsi né trattenersi.

Dall'altro lato c'è un uomo che riceve con pazienza le parole, i maltrattamenti e tutto ciò che l'altro gli scarica addosso.

A chi lo percuote su una guancia presenta anche l'altra.

Da un lato vedi, insomma, le furie, dall'altro la dolcezza.

Là l'ira, qui la pazienza; là le fiamme, qui la calma.

E troverai difficile discernere chi dei due arda e sia tormentato?

Sarà forse colui che soffre nel corpo, o non piuttosto colui che ha l'anima sconvolta?

In tal senso anche il profeta Isaia ebbe a dire: Anche adesso il fuoco divora i nemici. ( Is 26,11 )

Che significa: Anche adesso? Prima ancora che venga il grande giorno del giudizio, già ardono a causa del loro furore coloro che poi bruceranno nella pena del fuoco eterno.

O non crederete mica, fratelli miei, che l'iniquità, quando ha occupato il cuore d'un uomo portandolo a danneggiare un suo simile, rechi danno a chi riceve il sopruso e non ne rechi a chi lo commette!

Ma come può capitare questo? Ecco, prendete una torcia e avvicinatela a un tronco umido e verde: il tronco non brucia, ma la torcia arde.

Così è del tuo nemico. Poni il caso di un miserabile che voglia tenderti insidie o prepararti una qualche molestia.

Egli è un ingiusto; ma se tu sei un legno verde ( se, cioè, sei ben alimentato dalla linfa spirituale e verdeggi nel cuore ), tu resisterai al fuoco della sua inimicizia, pregando per colui che ti perseguita.

Lui arde, tu rimani illeso; la malizia del malvagio nuoce a lui, non a te.

Se tu infatti pensassi che il danneggiato sei tu, per aver sofferto qualche molestia corporale mentre la tua anima s'è conservata paziente e rimane pronta per ricevere da Dio la corona dovuta a chi non s'è lasciato intaccare dalla colpa, ti sbaglieresti di grosso.

Tu, infatti, stai proprio seguendo l'esempio del tuo Signore, che volle subire i patimenti infertigli dai giudei.

Poteva non morire, eppure morì; come poteva anche non nascere, eppure nacque.

Tu, infatti, sei nato perché dovevi nascere, egli invece nacque perché volle nascere.

Così come muori perché devi morire, mentre lui morì per compassione verso di te.

A quel modo, dunque, che nessun danno recarono a Cristo i giudei con i loro maltrattamenti, così non ne recherà a te alcun nemico o persecutore.

Supposto sempre che tu voglia essere un membro di quel capo.

7 - La carità cristiana è spada e fuoco

Abbiamo compreso ormai in che modo il fuoco lo preceda e come questo fuoco sia da identificarsi con la pena che già nella vita presente subiscono gli increduli e i malfattori.

Cerchiamo di vedere adesso, se ci sarà possibile, come ci sia un fuoco che operi a salute dei redenti.

Anche questo infatti c'eravamo proposti.

Lo dice lo stesso nostro Signore: Io sono venuto per recare il fuoco sulla terra. ( Lc 12,49 )

Dice " fuoco " come altrove dice " spada ".

In un passo [ evangelico ] infatti affermava di non essere venuto a recare la pace sulla terra ma la spada. ( Mt 10,34 )

La spada separa, il fuoco brucia; ma tutt'e due giovano alla salvezza.

La spada della parola di Dio ci ha strappati a quanto nel nostro passato c'era di cattivo, e questo è stato certamente salutare.

Cristo recò la spada e separò i suoi fedeli, chi da suo padre che non aveva voluto credere in Cristo, chi da sua madre rimasta nell'incredulità, o, se si tratta di uno nato da genitori cristiani, l'ha separato dai suoi antenati più avanti nel tempo.

Non c'è, infatti, fra noi chi non abbia avuto il nonno o il bisnonno o qualche altro della sua famiglia che non sia stato pagano e non sia vissuto in quella incredulità che Dio abomina.

Un giorno fummo separati da ciò che eravamo stati.

Intervenne la spada e operò la separazione, non ci tolse la vita.

Allo stesso modo è stato del fuoco. Io sono venuto, diceva, a recare il fuoco nella terra.

Gli uomini che credettero in lui ne furono infiammati e la loro fiamma fu la carità.

Per questo motivo lo Spirito Santo, quando fu inviato agli Apostoli, apparve in forma di fuoco.

Si fecero loro vedere, dice, delle lingue, come di fuoco, che dividendosi andarono a posarsi su ciascuno di loro. ( At 2,3 )

Infiammati da un tal fuoco, si sparsero per il mondo e infiammarono e bruciarono tutto all'intorno i nemici del Signore.

Quali? Coloro che, allontanatisi dal vero Dio da cui erano stati creati, adoravano gli idoli fabbricati da loro stessi.

Attorno a questi idolatri si sviluppò insomma un incendio che, se erano cattivi, causava loro la distruzione; se invece erano buoni causava riabilitazione.

Da quel fuoco veniva bruciato l'incredulo ostinato, nel senso che, ascoltata la parola di Dio e diventatone peggiore, veniva arso e incenerito a causa della sua invidia; che se invece si convertiva e credeva, anche in questo caso c'era qualcosa che doveva bruciarsi.

Si bruciava la paglia, affinché l'oro venisse purificato: l'oro è la fede, la paglia è la concupiscenza carnale.

Ogni carne è erba, dice Isaia, e ogni avvenenza della carne come fiore dell'erba. ( Is 40,6 )

Tutte le bramosie vane e secolaresche che si trovano nell'uomo carnale sono paglia.

Quanti anche tra i nostri fratelli non saranno andati a teatro?

Sono stati guidati da ciò che è paglia: e non è bene augurar loro che il fuoco [ spirituale ] li investa, affinché la paglia ne sia bruciata e l'oro purificato?

La fede che essi hanno è come schiacciata sotto l'erba.

Buon per loro se saranno arsi da questo santo fuoco, in modo che, distrutta l'erbaccia, splenda il metallo prezioso che Cristo ha redento!

Il fuoco dunque lo precederà e brucerà i suoi nemici tutto all'intorno.

Alcuni sono stati bruciati per la salvezza e oggi sono suoi fedeli.

Erano suoi nemici, mentre oggi sono suoi seguaci.

Cerchi il nemico; non c'è più: è stato bruciato, incenerito.

L'amore ha distrutto in loro ciò che li portava a perseguitare Cristo e li ha purificati portandoli a credere in Cristo.

Tutt'intorno brucerà i suoi nemici.

8 - [v 4.] La potenza divina operante negli Apostoli

Le sue folgori apparvero sull'orbe della terra.

Grande esultanza! Non lo constatiamo noi stessi? Non è una cosa palese?

Le sue folgori sono apparse su tutta la terra: i suoi nemici ne sono stati incendiati e inceneriti.

Tutto ciò che era contrario è stato bruciato, e le sue folgori sono apparse sull'orbe della terra.

In che senso " sono apparse "? Sì da indurli a credere.

E da dove provenivano queste folgori? Dalle nubi.

E chi sono queste nubi di Dio? Gli evangelizzatori della verità.

Tu guardi il cielo e ci vedi una nube: è opaca, scura; eppure ha dentro un non so che di nascosto.

Se guizza fuori dalla nube, ne emana un bagliore.

Da una cosa insignificante se ne sprigiona un'altra, che ti atterrisce.

Ebbene, il nostro Signore Gesù Cristo inviò i suoi Apostoli, i suoi predicatori, che sono come le nubi.

Costoro si presentavano come semplici uomini e nessuno li apprezzava: come quando si vedono le nubi e non ci si bada, finché non si sprigioni qualcosa che ti lascia ammirato.

In primo luogo infatti essi erano uomini fatti di carne [ come noi ], e deboli per di più.

Erano poi degli illetterati, degli ignoranti, gente senza titoli nobiliari.

Ma c'era in loro la forza della folgore, del baleno.

Ecco Pietro: un uomo, un pescatore. Si mette a pregare e risuscita un morto. ( At 9,40 )

L'aspetto umano era la nube, lo splendore del prodigio era il guizzo del fulmine.

Così nelle parole e così nelle opere; quando dicevano cose mirabili e quando compivano cose mirabili.

Apparvero le sue folgori sull'orbe della terra, e la terra vide e ne fu scossa.

Osservate se non sia vero! se tutta la terra non sia ormai cristiana e non gridi il suo Amen, scossa dalle folgori che si sprigionano dalle nubi!

La terra vide e ne fu scossa.

9 - [v 5.] Il mondo s'avvicina volente o nolente al cristianesimo

I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore. Chi sono i monti? I superbi.

Ogni altezza che si ergeva superba contro Dio, all'udire dei fatti di Cristo e dei cristiani cominciò a tremare e cadde a terra; e se ripeto la parola del salmo " si squagliò ", è perché credo che non si possa trovare parola più adatta.

I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore.

Dov'è ormai la sublimità dei potenti? dove l'ostinatezza degli increduli?

I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore.

Il Signore è stato per loro come un fuoco, ed essi si sono sciolti come cera dinanzi a lui.

Eppure, finché quel fuoco non fu loro avvicinato, erano stati ben duri!

Ogni altezza è stata abbassata: né più si osa bestemmiare Cristo.

Lo stesso pagano, che pure non crede in Cristo, non lo bestemmia più: non è diventato ancora pietra viva, ma la durezza del monte è stata intaccata.

I monti si sono squagliati come cera dinanzi al Signore, dinanzi al Signore della terra intera.

Non dei giudei soltanto, come dice l'Apostolo, ma anche dei gentili. ( Rm 3,29 )

Egli infatti non è soltanto il Dio dei giudei ma anche delle genti.

Signore di tutta la terra è il Signore nostro Gesù Cristo, il quale, se nacque in Giudea, non nacque per la sola Giudea.

Prima infatti di nascere era stato il creatore di tutti gli uomini, e come tutti li aveva creati, così tutti li volle riscattare.

Dinanzi al Signore di tutta la terra.

10 - [v 6.] Apostolato cristiano

I cieli annunziarono la sua giustizia e tutti i popoli videro la sua gloria.

Quali cieli annunziarono la sua giustizia? Quei cieli che annunziano la gloria di Dio. ( Sal 19,2 )

E chi sono questi cieli? Coloro che sono divenuti residenza di Dio.

Dio infatti come risiede nei cieli così ha la sua sede negli Apostoli, nei banditori del Vangelo.

Se lo vuoi anche tu sarai un cielo. Vuoi esserlo? Elimina dal tuo cuore la terra.

Se non hai bramosie terrene, se non rispondi a vanvera che hai in alto il cuore, sei un cielo.

Se siete risuscitati con Cristo ( è l'Apostolo che parla, rivolto a dei fedeli ), cercate le cose di lassù, dove è Cristo assiso alla destra di Dio; gustate le cose di lassù, non quelle della terra. ( Col 3,1.2 )

Se hai cominciato ad assaporare il gusto delle cose di lassù e a perdere il gusto delle cose terrene, non sei forse divenuto un cielo?

Sei rivestito di carne, ma col cuore già sei nel cielo. La tua dimora è nel cielo. ( Fil 3,20 )

E con una simile vita annunzia anche tu il Cristo.

Chi infatti tra i fedeli non è un banditore di Cristo? Mi comprenda la vostra carità!

Credete voi che Cristo lo annunziamo noi soli che stiamo qui a parlarvi, e non siate anche voi suoi araldi?

Ci sono persone che noi non abbiamo mai vedute né incontrate ed alle quali mai abbiamo parlato.

Vengono da noi e ci manifestano l'intenzione di diventare cristiani.

Come si spiega questo? Forse che hanno potuto credere senza che alcuno annunziasse loro il Vangelo?

Ma dice l'Apostolo: Come crederanno in colui del quale non hanno mai udito parlare?

Ma come ne udranno, se non c'è chi predichi? ( Rm 10,14 )

Tutta la Chiesa è dunque messaggera di Cristo; e in tal modo i cieli annunziano la giustizia di lui.

Sono cieli infatti tutti i fedeli che si preoccupano di portare a Dio gli increduli e ciò fanno mossi da amore.

Dal suo trono Dio incute nell'infedele il timore del giudizio; l'infedele s'intimorisce e spaventato abbraccia la fede.

Mostrate ai vostri simili quanto sia stata grande in tutta la terra la potenza di Cristo.

Parlatene loro e persuadeteli ad amare Cristo.

Quanti oggi hanno convinto degli amici a recarsi allo spettacolo comico o all'orchestrina?

Perché l'hanno fatto se non perché loro piaceva?

Ebbene voi amate Cristo, i cui spettacoli sono senza confronto.

Egli ha vinto il mondo; in lui nessuno può dirvi di aver trovato motivo di recriminazione.

Capita, infatti, talvolta nel teatro che uno parteggi per una persona ma debba, a causa del suo favorito registrare una sconfitta.

In Cristo invece non si è mai sconfitti; di lui non ci si dovrà mai vergognare.

Attirate, dunque, accompagnate, trascinate tutti coloro che vi sarà possibile.

State tranquilli! Li portate a uno che non deluderà quanti lo vedranno.

E pregatelo affinché li illumini e loro riescano a guardarlo per bene.

I cieli annunziarono la sua giustizia, e tutti i popoli videro la sua gloria.

11 - [v 7.] Il demonio, la sua sede e la sua abilità nel sedurre

Siano confusi coloro che adorano divinità scolpite.

Non è questo una realtà? Non sono stati forse, confusi? Non vengono confusi ogni giorno?

Divinità scolpite sono, infatti, gli idoli fatti a mano.

E perché si sentono confusi coloro che le venerano?

Perché tutti i popoli hanno veduto la gloria di Cristo e la professano apertamente.

Siano coperti di vergogna coloro che seguitano ad adorare le pietre.

Erano delle pietre morte le loro, mentre noi abbiamo scoperto la pietra viva.

Ma che dico? Le loro pietre mai hanno avuto una vita, per cui non le si può nemmeno chiamare pietre morte.

La nostra pietra al contrario è una pietra viva; egli vive da sempre presso il Padre.

Se un giorno volle morire, fu per rivivere; e ora vive in modo che la morte non abbia più ad esercitare su di lui alcun dominio. ( Rm 6,9 )

Conoscendo i popoli questa sua gloria, eccoli abbandonare i templi e correre alla chiesa.

Siano confusi coloro che adorano divinità scolpite!

Ci sarà ancora qualche nostalgico del culto idolatrico?

È successo che, mentre si ostinavano a non abbandonare gli idoli, gli idoli stessi li hanno abbandonati.

Siano confusi coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri.

Se non che, a un certo momento ti viene fuori il polemista che, dandosi delle arie di sapientone, comincia a dire: " Io non adoro quella pietra né alcuna effigie priva di vita.

Come quel vostro profeta poté rendersi conto che essi hanno gli occhi ma non vedono, ( Sal 114,5 ) così anch'io so bene che quella statua è senz'anima, non vede con gli occhi né ode con gli orecchi.

Né io presto il culto a tale statua. Pur prostrandomi dinanzi ad un oggetto visibile, io venero l'invisibile ".

" Ma chi è questo essere invisibile? " Risponde: " Un nume invisibile che è signore di quella statua ".

Giustificando in questa maniera i loro simulacri, credono d'essere delle persone acute perché riescono a dimostrare che non venerano gli idoli, mentre in realtà essi rendono culto ai demoni.

Così infatti, o fratelli, dice l'Apostolo: I sacrifici dei pagani non sono immolati a Dio, ma ai demoni.

E ancora: Non voglio che voi abbiate comunione con i demoni; infatti sappiamo che l'idolo è un nulla. ( 1 Cor 10,19-20 )

L'Apostolo espressamente dice: Sappiamo che l'idolo è un nulla; e i pagani quando immolano qualcosa, lo immolano ai demoni, non a Dio. ( 1 Cor 8,4 )

Dunque: Non voglio che voi abbiate comunione con i demoni.

Non cerchino di avanzare delle scuse dicendo che non prestano culto ad idoli senza vita.

Il loro culto è reso al demonio: e questo è cosa ancora più pericolosa.

Se infatti si limitassero ad adorare gli idoli, non ne sarebbero né protetti né danneggiati.

Adorando invece il demonio e tributandogli un culto, il demonio diviene tuo padrone.

E chi è questo tuo padrone? È uno che ti invidia.

È una necessità che i demoni siano invidiosi della tua libertà, che aspirino sempre a impossessarsi di te e renderti tale che alla fine ti possano trascinare con loro.

In questi spiriti maligni è come innata la volontà di fare il male e lo sciagurato potere di nuocere.

Godono del male degli uomini e, se riescono a trarci in inganno, si inebriano del nostro errore.

E cosa cercano? Non persone su cui esercitare eternamente il loro potere, ma persone insieme alle quali essere eternamente dannati.

Come quando un assassino, mosso da malevolenza denunzia una persona innocente.

Poiché se uno è condannato ad essere bruciato vivo, forse che soffrirà di meno se sono in due ad ardere tra le fiamme?

O che uno muore di meno se muore in compagnia?

Non gli si riduce la pena; si soddisfa solo la sua smania di nuocere.

" Muoia con me! " dice, non pretendendo in tal modo di morire di meno ma per avere una soddisfazione dalla disgrazia di un altro.

Tale è il diavolo. Egli vuole sedurre gli uomini per farli punire com'è punito lui; e siccome sa che non potrà ingannare Dio giudice, non incolpa dinanzi a lui uno che è innocente, ma incita l'uomo al peccato per avere delle colpe reali da gettare addosso al giudicato.

Ecco a quali padroni si abbandonano coloro che adorano gli idoli e i demoni.

Difatti, i sacrifici immolati dai pagani sono immolati ai demoni e non a Dio.

Io però non voglio che voi abbiate comunione con i demoni.

12 - Non tributare alla creatura il culto dovuto al Creatore

Il Dio che abbiamo noi com'è? Ascoltate il seguito del salmo.

Ultimamente diceva: Restino confusi coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri; e dopo questo, nessuno oserà giustificare l'esistenza dei simulacri e dire che non presta il culto ai simulacri ma ai numi.

Quali sono in effetti questi numi che tu adori? Dimmelo!

Adori i demoni o gli spiriti buoni, quali sono gli angeli?

Esistono, infatti, gli angeli santi ed esistono gli spiriti maligni.

Te lo dico io: nei tuoi templi non si venerano se non gli spiriti del male.

Se i tuoi numi pretendono superbamente che loro si offrano sacrifici e vengano adorati come divinità, sono esseri cattivi e superbi.

Simili a loro sono anche degli uomini, certamente non buoni, i quali ricercano il loro prestigio personale e non si curano di dare gloria a Dio.

Notate, invece, il contegno degli uomini santi, e come essi somiglino agli angeli.

Se incontri un santo, uno che veramente sia servo di Dio, provati ad adorarlo e a prestargli un culto spettante a Dio.

Egli te lo impedirà. Non vuole arrogarsi un onore riservato a Dio.

Non vuole che tu lo metta al posto di Dio, ma vuol essere, come te, un servo di Dio.

Così fecero i santi apostoli Paolo e Barnaba.

Stavano annunziando la parola di Dio nella Licaonia e, avendo operato dei prodigi in quella regione, i cittadini presero delle vittime e volevano offrire un sacrificio in loro onore, ritenendo che Barnaba fosse Giove e Paolo Mercurio.

Essi però ne furono tutt'altro che rallegrati.

E penseremo, forse, che essi rifiutarono il sacrificio in loro onore perché aborrivano di essere paragonati ai demoni? No certamente!

Lo rifiutarono perché ebbero orrore alla vista d'un onore divino tributato a degli uomini.

Lo indicano chiaramente le loro parole, non sono nostre congetture.

Prosegue infatti il libro degli Atti e narra la loro reazione.

Paolo e Barnaba allora si stracciarono le vesti e dissero: Uomini fratelli! Che state facendo?

Noi siamo come voi, uomini mortali. ( At 14,13-14 )

Statemi attenti! Gli uomini giusti, se qualcuno vuol tributare loro onori divini, vi si oppongono e si adoperano affinché venga onorato ed adorato unicamente Dio.

Vogliono che il sacrificio lo si offra a Dio, non a loro.

Lo stesso è degli angeli buoni. Essi cercano la gloria di colui che amano e si adoperano di spandere questa loro fiamma, attirando tutti quelli che amano al culto di Dio, alla sua adorazione e contemplazione.

Essendo angeli ( cioè messaggeri ), annunziano agli uomini Dio, non loro stessi; fungendo da soldati, non intendono cercare altro onore se non quello del loro imperatore.

Se cercassero la loro gloria personale sarebbero tiranni e meriterebbero condanna.

Tale fu il diavolo, e tali i demoni, cioè gli angeli suoi partigiani.

Pretese per sé e per i suoi gregari un onore divino: infestò i templi dei pagani, suggerì l'idea dei simulacri e convinse la gente a offrirgli sacrifici.

Non sarebbe stato meglio [ per i pagani ] se avessero venerato gli angeli santi anziché i demoni?

Rispondono: " Noi non veneriamo i demoni.

Quelli che voi chiamate angeli, le potenze del Dio grande e i ministri del Dio grande, ecco cosa adoriamo anche noi ".

Oh, se davvero voleste venerare questi angeli!

Imparereste da loro, e con grande facilità, che non a loro si deve indirizzare il culto.

Ascoltate l'insegnamento di un angelo! Sta ammaestrando un discepolo di Cristo e gli mostra molti segni prodigiosi, come racconta l'Apocalisse di Giovanni.

Quel discepolo, alla vista d'un miracolo mostratogli in visione, rimase atterrito e si buttò ai piedi dell'angelo.

Ma l'angelo, che non ambiva ad altro che alla gloria del suo Signore, gli disse: Alzati! Cosa stai facendo? Adora lui.

Io infatti sono un servo di Dio come te e come i tuoi fratelli. ( Ap 19,10 )

E allora che diremo, miei fratelli? Nessuno ha da' temere che, se non venera come Dio l'angelo, questi gli si adiri.

Anzi, ti si adirerà se tu vorrai onorare lui soltanto.

Egli è buono ed ama Dio; e come i demoni si arrabbiano se si nega loro il culto, così gli angeli sono sdegnati se si presta loro il culto riservato a Dio.

A questo punto solo un'anima debole e paurosa potrebbe dire: " Se i demoni, quando non li si adora, vanno sulle furie, io ho paura di incorrere nell'ira dei demoni ".

Ma cosa potrà farti, fosse anche il loro principe, il diavolo?

Se avesse un qualche potere, nessuno di noi sarebbe risparmiato.

Non si dicono forse ogni giorno, tante ingiurie contro il diavolo per bocca dei cristiani?

Eppure la massa dei cristiani aumenta.

Quando esci in escandescenze contro un tuo servo perverso e insopportabile, non gli dài forse del " Satana " o del " diavolo "?

Così lo chiami e, forse sei in colpa perché un tal nome lo applichi a un uomo e ti lasci trasportare da ira incontrollata a svillaneggiare uno che reca l'immagine di Dio.

Comunque, i titoli che usi contro il tuo servo sono sempre presi da ciò che sommamente detesti.

Orbene, se il diavolo potesse vendicarsi non lo farebbe? Ma non gli è permesso.

Egli infatti tanto può quanto gli viene permesso. È il caso di Giobbe.

Il diavolo volle metterlo alla prova, ma dovette chiederne il permesso; ( Gb 1,11 ) se tale autorizzazione non gli fosse stata accordata, non avrebbe potuto fare nulla.

Perché, dunque, non vorrai adorare tranquillo il tuo Dio sapendo che senza il suo volere nessuno può nuocerti e, se col suo permesso ti capita qualcosa, è perché tu ti ravveda, non perché vada in rovina?

Se, infatti, il Signore tuo Dio permetterà che qualcuno ti danneggi, uomo o spirito che sia, è per rimetterti sulla buona strada e perché tu lo invochi: Il Signore certo mi ha trattato severamente, ma non mi ha abbandonato alla morte. ( Sal 118,18 )

Ebbene, siano confusi tutti coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri.

Adoratelo voi tutti, o angeli suoi! Imparino i pagani ad adorare Dio!

Se vogliono adorare gli angeli, imitino gli angeli e adorino colui che è adorato dagli angeli.

Adoratelo voi tutti, o angeli suoi! Lo adori quell'angelo che fu inviato a Cornelio.

Fu infatti adorando il Signore che egli inviò Cornelio da Pietro.

Adori il Cristo, signore di Pietro, lui che al pari di Pietro è servo di Dio. ( At 10,3ss )

Adoratelo voi tutti, o angeli suoi!

13 - [v 8.] La vocazione dei pagani

Sion ha udito e si è allietata. Che cosa ha udito Sion? Che tutti i suoi angeli lo adorano.

Che cosa ha udito? Eccolo! I cieli hanno annunziato la sua giustizia e tutti i popoli hanno veduto la sua gloria.

Siano confusi tutti coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri. ( Sal 97,6-7 )

Un tempo la Chiesa non si estendeva al mondo pagano.

Quelli che avevano creduto provenivano dalla Giudea ed erano in Giudea; e credevano, questi giudei divenuti cristiani, che loro soli appartenessero a Cristo.

Gli Apostoli invece furono inviati anche ai pagani; il Vangelo fu annunziato a Cornelio.

E Cornelio credette, si fece battezzare e con lui furono battezzati tutti i suoi di casa.

Come si giunse al loro battesimo voi lo sapete.

Il lettore, veramente, non è arrivato a tal punto, ma alcuni di voi se ne rammentano, e quelli che non lo ricordano vogliano ascoltarne da me un riassunto.

Un angelo fu mandato da Cornelio, esortandolo a recarsi da Pietro; Pietro venne da Cornelio.

Ma siccome questo Cornelio era un pagano, lui e i suoi di casa non erano circoncisi e poteva sorgere il dubbio se si dovesse annunziare il Vangelo a degli incirconcisi.

A togliere questo dubbio, ecco che, prima ancora che Cornelio e i suoi ricevessero il battesimo, lo Spirito Santo scese su di loro, li riempì, ed essi parlavano le lingue.

Fino a quel giorno lo Spirito Santo non era sceso se non su dei battezzati; su questi invece venne prima che li si battezzasse.

Pietro sarebbe potuto rimanere in dubbio se battezzare o meno degli incirconcisi; ma scese lo Spirito Santo e diede ad essi il dono delle lingue.

Il dono invisibile tolse ogni dubbio circa l'opportunità o meno del sacramento visibile, e tutti furono battezzati.

E a questo riguardo troviamo scritto: Gli Apostoli e i fratelli che erano in Giudea, udito che anche i gentili avevano accolto la parola di Dio, ne benedicevano il Signore. ( At 11,1 )

Questo fatto canta il salmista con le parole: Sion ha udito e si è allietata, e le figlie della Giudea ne hanno esultato.

Cosa ha udito Sion, e di che cosa si è rallegrata? Del fatto che i gentili hanno accolto la parola di Dio.

C'era già una delle pareti ma non ancora l'angolo.

Sion è la chiesa proveniente dalla Giudea: è a lei che propriamente qui ci si riferisce.

Sion ha udito e si è allietata, e le figlie della Giudea ne hanno esultato.

Così è scritto: Gli Apostoli e i fratelli che erano nella Giudea udirono.

Guardate se non abbiano esultato le figlie della Giudea.

Ma, cosa hanno udito? Che i gentili hanno accolto la parola di Dio.

Dove menziona questo evento il nostro salmo? I cieli hanno annunziato la sua giustizia, e tutti i popoli hanno veduto la gloria di lui.

E siccome i pagani, un tempo adoratori degli idoli, abbracciarono la fede, prosegue dicendo: Siano confusi tutti coloro che adorano divinità scolpite e si gloriano dei loro simulacri!

Sion ha udito e si è allietata, e le figlie della Giudea ne hanno esultato.

In un secondo momento alcuni circoncisi pretesero di censurare l'operato di Pietro e gli dissero: Perché sei entrato in casa dei pagani incirconcisi e hai desinato insieme con loro? ( At 11,3 )

Pietro spiegò loro il motivo per cui si era comportato così, e raccontò come, durante la preghiera, gli era apparso come un vassoio sospeso alle quattro estremità.

Quel vassoio, contenente ogni sorta di animali, raffigurava tutte le genti.

E proprio per questo era sospeso alle quattro estremità, perché quattro sono le parti del mondo da cui sarebbero provenuti i vari popoli.

Come pure quattro sono i Vangeli che annunziano il Cristo; e questo perché ci si convinca che la sua grazia è destinata a tutte e quattro le parti del mondo.

Orbene, tale era stata la visione apparsa a Pietro; per cui poté indicare e specificare a quei tali tutte le cose: come Cornelio aveva accettato la fede e come lo Spirito Santo era sceso su quel pagano, prima ancora che fosse battezzato.

Udite queste cose ammutolirono e, lodando Dio, dicevano: Dio ha dato veramente anche ai gentili la penitenza che conduce alla vita. ( At 11,18 )

Ecco Sion che ode e si rallegra, e le figlie della Giudea che hanno esultato per i tuoi giudizi, o Signore.

Quali sono questi giudizi? Che Dio non ha preferenze per alcuno.

Difatti, anche Pietro, vedendo che lo Spirito Santo aveva riempito l'animo del centurione Cornelio e di coloro che erano con lui, esclamò: In verità comprendo che Dio non fa distinzioni tra persona e persona.

Quindi, le figlie della Giudea hanno esultato per i tuoi giudizi, o Signore.

Che vuol dire: Per i tuoi giudizi? Ci si riferisce al fatto che a qualunque gente o popolo appartenga, chiunque renda a Dio il debito culto è a lui gradito. ( At 10,34-35 )

Poiché Dio non è solamente il Dio dei Giudei ma anche dei gentili. ( Rm 3,29 )

14 - [v 9.] Cristo esaltato al di sopra di tutte le creature

Vedete se non sia questo il motivo per cui hanno esultato le figlie della Giudea.

Hanno esultato le figlie della Giudea per i tuoi giudizi, o Signore; poiché tu sei il Signore, l'Altissimo, sopra tutta la terra.

Non soltanto sopra la Giudea, né soltanto sopra Gerusalemme o Sion, ma sopra tutta la terra.

Per tutta la terra si sono mostrati validi i giudizi di Dio, al fine di convocare a lui popoli da ogni parte.

Quei giudizi che non condividono quanti sono voluti rimanere staccati, non ascoltando le predizioni né vedendone l'adempimento.

Tu sei il Signore, l'Altissimo, sopra tutta la terra.

A dismisura ti sei innalzato sopra tutti gli dèi.

Che significa: A dismisura? Lo si dice di Cristo.

Che vuol dire quindi se non che egli è uguale al Padre?

E sopra tutti gli dèi, che significa? Chi sono questi dèi?

Gli idoli sono privi di sensibilità e di vita; i demoni sentono, vivono, ma sono esseri malvagi.

Che c'è di grande nell'essere Cristo superiore agli idoli?

Egli è al di sopra dei demoni, ma nemmeno questo rappresenta un gran che.

Demoni infatti sono le divinità del paganesimo; ma lui è oltre ogni misura superiore a tutti gli dèi. ( Sal 96,5 )

Anche gli uomini sono stati chiamati dèi.

Io affermo: Voi siete degli dèi; figli dell'Altissimo voi tutti.

E ancora: Dio sta nell'assemblea degli dèi; egli, nel mezzo, opera la distinzione tra gli dèi. ( Sal 82,6 )

Il nostro Signore Gesù Cristo è stato innalzato al di sopra di tutti gli esseri.

Non solo al di sopra degli idoli o dei demoni, ma anche al di sopra dei giusti.

Né basta, egli è innalzato al di sopra di tutti gli angeli.

Che vorrebbe dire, se no, il testo: Adoratelo voi tutti, o angeli suoi? ( Sal 97,7 )

A dismisura è stato esaltato sopra tutti gli dèi.

15 - [v 10.] Chi ama il Signore deve odiare il male

Quanto a noi che ci raduniamo attorno a colui che è stato oltre ogni dire innalzato al di sopra di tutti gli dèi, che dovremo fare?

Ci dà un precetto assai breve. Voi, che amate il Signore, odiate il male.

Il Cristo non merita che, insieme con lui, si ami l'avarizia. Se lo ami, devi odiare ciò che lui odia.

Facciamo il caso d'un uomo che ti sia nemico.

Egli è uomo come te, creati entrambi da uno stesso Creatore e nell'identica condizione di uomini; eppure, se tuo figlio si mettesse a discorrere con questo tuo nemico e si recasse a casa sua e si intrattenesse con lui in frequenti conversazioni, tu minacceresti di diseredarlo, perché appunto parla al tuo nemico.

Ma perché? Avanzeresti la ragione, da te ritenuta giusta: " Tu sei amico del mio nemico, e pretendi qualcosa del mio patrimonio? "

Allora, sta' attento! Tu ami il Cristo; ma, se l'avarizia è ( come lo è ) nemica di Cristo, come fai a colloquiare con essa?

Non dico del parlare semplicemente con lei, ma dico: Come puoi essere al suo servizio?

Difatti, Cristo ti ordina molte cose e tu non le metti in pratica; te le ordina l'avarizia e subito le esegui.

Cristo ti ordina di vestire il povero e tu non lo fai; l'avarizia ti ordina di commettere una frode e questo subito lo fai.

Se davvero le cose stessero così, se tu fossi veramente un uomo siffatto, non essere troppo fiducioso di conseguire l'eredità di Cristo.

Ma tu ribatti: " Io amo Cristo ". Ebbene, voi che amate il Signore, odiate il male.

Prova del fatto che tu ami il bene sarà l'odio che tu avrai per il male.

Voi che amate il Signore odiate il male.

16 - Dio si perde solo per la libera decisione della volontà

Quando avremo cominciato a odiare il male, ci piomberanno addosso le persecuzioni.

Noi odieremo il male e subito si leverà l'uno o l'altro dei persecutori a dirci: " Fagliela in barba. Adora gli idoli. Offri incenso ai demoni ".

Ma noi abbiamo ascoltato le parole: Voi che amate il Signore, odiate il male.

Le abbiamo ascoltate; però se non l'accontenteremo, quel tale andrà sulle furie.

Ma fin dove potrà spingersi il suo furore? Cosa potrà toglierti? Rispondi!

Per quale scopo sei cristiano? Per conseguire l'eredità eterna o una felicità terrena?

Esamina a fondo la tua fede; poni la tua anima sul cavalletto della tua coscienza e, atterrito dal giudizio di Dio, non risparmiarti tormenti.

Rispondi: " In chi hai creduto? " e: " perché hai creduto in lui? ".

Mi dici: " Io ho creduto in Cristo ". Ma Cristo cosa ti ha promesso, se non ciò che ti ha mostrato nella sua persona?

Che cosa, cioè? La sua morte, la sua resurrezione e ascensione al cielo.

Vuoi seguirlo? Imitane la passione e aspettane la promessa.

E allora, quando tu avrai cominciato ad odiare il male per amore del Signore, il nemico anche più furibondo cosa potrà toglierti?

Ti strapperà il patrimonio; ma potrà forse rapirti il cielo?

Ma ammettiamo pure che egli riesca a toglierti tutto ciò che Dio ti ha dato ( se Dio non volesse, non ti toglierebbe nulla; se invece Dio vuole, potrà toglierti ciò che egli ti aveva dato, meno lui stesso che non vuol dipartirsene da te ).

È certo però che non ci sarà persona che riesca a toglierti Dio.

Tu solo puoi privartene, se fuggi lontano da lui.

17 - Non va perduta la vita immolata per il Signore

Potresti, forse, rispondermi: " Io non mi preoccupo affatto del patrimonio.

Sono in grado di dire: Il Signore me l'aveva dato e il Signore me l'ha tolto.

Come era volontà di Dio, così è accaduto. ( Gb 1,21 )

Temo però che lui mi uccida; ecco tutto ". Ascolta allora come il salmo ti consoli.

Il Signore custodisce le anime dei suoi servi.

Sopra aveva detto: Voi che amate il Signore, odiate il male; adesso, per escludere da te ogni timore che, odiando tu il male, il nemico possa ucciderti, immediatamente soggiunge: Il Signore custodisce le anime dei suoi servi.

Ascolta come il Signore custodisce le anime dei suoi servi.

Dice: Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima. ( Mt 10,28 )

Uno che abbia su di te un potere illimitato potrà, al massimo, uccidere il tuo corpo.

E che ti ha fatto con ciò? Ciò che fecero al Signore tuo Dio.

Come aspiri ad avere la ricompensa di Cristo, se temi di subire i patimenti di Cristo?

Egli venne a partecipare alla tua vita temporale, misera, soggetta alla morte.

Quanto a te, temi pure di morire, se sei in grado di sfuggire la morte.

Ma, se per la tua condizione naturale non puoi evitarla, perché non volerla subire anche per amore della fede?

Ti tolga pure il nemico minaccioso questa tua vita: Dio te ne darà un'altra.

Egli ti ha dato anche la vita presente e, se egli non volesse, nessuno te la toglierebbe.

Che se, invece, vuole che ti sia tolta, ha con che commutartela.

Non temere pertanto di venirne spogliato per suo amore.

Hai difficoltà a deporre codesta tua veste stracciata? Egli ti darà il manto della gloria.

Ma quale manto?, mi chiederai. È necessario che questo essere corruttibile si rivesta d'incorruzione, e questo essere mortale si rivesta d'immortalità. ( 1 Cor 15,53 )

E nemmeno il tuo corpo andrà perduto.

Il nemico potrà infierire fino ad ucciderti, ma non ha poi altro, potere, né sull'anima né sul corpo: poiché, anche se volesse farne scempio, non ne potrebbe impedire la resurrezione.

A quei tali che temevano per la sorte della propria anima cosa rispose il Signore?

Tutti i capelli della vostra testa sono contati. ( Mt 10,30 )

Temi che vada perduta la tua anima se non va perduto un tuo capello?

Dinanzi a Dio tutte le cose sono computate, e colui che tutto ha creato tutto rinnoverà.

Quando nulla esisteva, Dio creò l'universo.

Ora che le cose sono, egli non sarà in grado di restaurarle? Credetelo con tutto il cuore, o miei fratelli; e voi tutti che temete il Signore, odiate il male. Siate forti.

E questo non soltanto nell'amare Dio ma anche nell'odiare il malvagio.

Che nessuno vi intimorisca! Potente è colui che vi ha chiamati, anzi onnipotente.

È più forte dei più forti; è più eccelso dei più eccelsi. Il Figlio di Dio è morto per noi.

Siine sicuro! Avendo già in mano il pegno, cioè la morte di Cristo, riceverai anche la vita di lui.

Per chi, infatti, è morto il Signore? Forse per i giusti? Interroga Paolo.

Cristo è morto per gli empi. ( Rm 5,6 )

Eri un empio ed egli è morto per te; ora che sei giustificato, potrà egli abbandonarti?

Colui che ha dato all'empio la giustizia potrà abbandonare il giusto?

Voi che amate il Signore, odiate il male. E che nessuno si spaventi!

Il Signore custodisce le anime dei suoi servi e le libererà dal potere dei peccatori.

18 - [v 11.] La luce divina inonda l'anima del giusto

Ma tu dirai: Dovrò perdere questa luce! Al giusto è sorta una luce.

Quale luce temi di perdere? Temi di restare al buio?

Non temere di perdere la luce; o meglio temi che, mentre ti preoccupi di non perdere questa luce materiale, abbia a perdere la vera luce.

Noi sappiamo a chi sia donata la luce che tu temi di perdere, con chi ti sia comune.

Forse che soltanto i buoni vedono il sole materiale che Dio fa sorgere sui buoni e sui cattivi, come fa piovere sui giusti e sugli ingiusti? ( Mt 5,45 )

La luce materiale, insieme con te, la vedono i malvagi, gli assassini, i lussuriosi, anzi anche le bestie, le mosche, i vermi.

Qual è, allora, la luce che tiene in serbo per i giusti colui che a tutti gli esseri dona la luce materiale?

Molto opportunamente, sorretti dalla fede, i martiri fissarono gli occhi su questa luce.

Essi non tennero in alcun conto la luce del mondo; ma, per disprezzare questa luce, dovevano vederne un'altra che li accendeva di desiderio.

Al giusto è sorta una luce, una felicità ai retti di cuore.

Non crediate che, quando venivano incatenati, essi fossero veramente nella miseria.

Spazioso era il carcere ai fedeli; lievi le catene ai confessori di Cristo.

Stesi sul cavalletto, essi dovevano provare della gioia se in mezzo ai tormenti annunziavano le lodi di Cristo.

Al giusto è sorta una luce. Quale luce? La luce che mai spunta per l'iniquo; e nemmeno la luce che Dio fa sorgere sui buoni e sui cattivi.

C'è un'altra luce la quale brilla soltanto agli occhi dei giusti e della quale, proprio perché non l'hanno vista sorgere, diranno alla fine gli empi: Sì, veramente abbiamo deviato dal vero.

La luce della giustizia non è spuntata per noi, né per noi si è levato il sole. ( Sap 5,6 )

Amando il sole materiale, si sprofondarono nelle tenebre del cuore; e allora, cosa giovò loro l'aver visto con gli i occhi risplendere il sole creato, se con la mente non videro il sole increato?

Tobia era cieco, eppure era in grado di indicare al figlio le vie di Dio.

È un episodio che voi conoscete. Istruendo suo figlio gli diceva: Figlio, fa' l'elemosina, poiché facendo l'elemosina non camminerai nelle tenebre. ( Tb 4,7.11 )

Chi diceva così era lui stesso nelle tenebre.

Vedete come c'è un'altra luce che spunta esclusivamente per il giusto, e come i retti di cuore hanno una loro felicità?

Era senz'occhi, e diceva a suo figlio: Fa' l'elemosina, e così non camminerai nelle tenebre!

Non temette che suo figlio in fondo al cuore gli replicasse: " Ma, forse che tu non hai fatto molte elemosine?

Perché, allora sei cieco? Le tue elemosine ti hanno portato alla cecità e vieni a dire a me: L'elemosina non ti farà camminare nelle tenebre? ".

Perché mai poteva dire con tanta sicurezza tali cose il vecchio Tobia, se non perché mirava un'altra luce?

Il figlio teneva per mano suo padre, affinché potesse camminare; il padre insegnava al figlio la via della vita.

Ben altra è, dunque, la luce che brilla al giusto.

Al giusto è sorta una luce; una felicità ai retti di cuore.

Vuoi sperimentarla? Sii retto di cuore!

E che significa: " Retto di cuore "? Non presentarti a Dio con il cuore in disordine!

Non opporre resistenza alla sua volontà, pretendendo che egli si pieghi alle tue voglie, mentre sei tu che devi raddrizzarti conformandoti a lui.

Se ti comporterai così, proverai la felicità che assaporano tutti coloro che hanno il cuore retto.

Al giusto è sorta una luce, una felicità ai retti di cuore.

19 - [v 12.] Gaudi spirituali e gioie terrene

Rallegratevi, o giusti. Qualche cristiano, sentendo che ha da stare in allegria, penserà forse ai banchetti, comincerà a provvedersi di bicchieri, aspetterà la stagione delle rose.

Questo perché gli si dice: Rallegratevi, o giusti.

Ma nota come prosegue: Nel Signore. Dice: Voi, giusti, rallegratevi nel Signore.

Aspettavi forse la primavera per rallegrarti.

Ebbene, la tua allegrezza è il Signore, e il Signore è sempre accanto a te, né è soggetto alle variazioni del tempo.

Ce l'hai di notte, come ce l'hai di giorno. Sii retto di cuore, e sempre potrai attingere in lui la felicità.

La felicità mondana, invece, non è vera felicità.

Ascolta il profeta Isaia: Non c'è godimento per gli empi, dice il Signore. ( Is 48,22; Is 57,21 )

Ciò che gli empi chiamano godere non è godere.

Ma lui, che contesta agli empi i loro godimenti, che sorta di godere avrà mai esperimentato?

Prestiamogli fede, fratelli. Egli certo era un uomo, ma conosceva tutt'e due le specie di piaceri.

Come uomo, aveva certamente assaporato il piacere del bere, del mangiare, dell'usare del matrimonio.

Conosceva questi godimenti mondani ove domina la voluttà e, pur conoscendoli, poteva affermare senz'ombra di incertezza: Non c'è godimento per gli empi, oracolo del Signore.

Non è un uomo che l'afferma. Lo dice il Signore, ne va di mezzo la verità del Signore.

Non c'è godimento per gli empi. Essi hanno l'impressione di godere, però: Non c'è godimento per gli empi, dice non un uomo, ma il Signore.

Osservando poi da vicino queste gioie, quell'altro [ profeta ] diceva: Il giorno dell'uomo io non l'ho desiderato, tu lo sai. ( Ger 17,16 )

Tu mi fai conoscere un giorno ben diverso, tu mi riveli un'altra luce, mi inondi di ben altre gioie e mi fai intravedere in fondo al mio cuore ben altri valori; tu mi hai impedito di desiderare il giorno degli uomini.

Isaia vedeva certamente gli uomini darsi al bere e alla lascivia, frequentare teatri e spettacoli; vedeva tutto il mondo ricercare il piacere nelle più impensate stravaganze; eppure esclamava: Non c'è godimento per gli empi, dice il Signore.

Ma, se tutto questo non è godere, quale godimento doveva egli vedere, in confronto al quale il resto era nulla?

Fa' conto che tu abbia visto il sole. Se ti imbattessi in uno che ( senza averlo visto ) venisse a magnificarti lo splendore di una lampada, tu gli diresti: " Ma codesta non è una luce! ".

" Ma perché non è una luce? " L'altro la ritiene per non so quale cosa strabiliante, ne gode, ne esulta, e tu gli dici che non merita affatto di chiamarsi luce.

Ancora. Immagina un uomo preso da meraviglia di fronte alla bellezza di una scimmia.

Tu gli fai osservare: " Macché! la bellezza è tutt'altra cosa ".

Che se l'altro fosse davvero preso d'ammirazione per l'ordine secondo il quale sono disposte le membra di quella bestia e per l'armonia che vi regna, tu, che sei al corrente di altre forme di bellezza, gli contesteresti quanto dice a proposito della scimmia e gli negheresti che essa abbia una vera bellezza.

Perché gli dici così? Perché tu conosci un'altra bellezza.

Mi replicherai: " Ma io, la bellezza che era nota ad Isaia, non la conosco ".

Credi e la vedrai. Può darsi, infatti, che tu non abbia mezzi adatti per vederla, poiché occorre un occhio speciale per vedere una tal luce.

Com'è per l'occhio carnale con cui si vede la luce fisica, così è per l'occhio del cuore che dà modo di contemplare le gioie dello spirito.

Forse questo tuo occhio è malato, è sporco, è turbato dall'ira, dall'avarizia, dalla cupidigia o da una pazzesca smania di piaceri carnali.

Se il tuo occhio è così intorbidito, non sarà certo in grado di vedere quella luce.

Prima di vedere, credi; così sarai guarito e riuscirai a vedere.

Al giusto è sorta una luce; la felicità ai retti di cuore.

20 - Il cristiano non si riprometta una vita comoda

Dice: Voi, o giusti, rallegratevi nel Signore, e date lode alla memoria della sua santità.

Lieti ormai nel Signore, ripieni di gioia nel Signore, tributategli la lode, poiché, se egli non avesse voluto, noi non avremmo potuto godere in lui.

Lo diceva di sua bocca il Signore: Vi ho detto queste cose, perché in me abbiate la pace, mentre nel mondo avrete la tribolazione. ( Gv 16,33 )

Se siete cristiani, in questo mondo attendetevi le tribolazioni.

Non vi ripromettete tempi migliori e più tranquilli. Vi ingannereste, o fratelli.

Ciò che il Vangelo non vi promette, non ve lo ripromettete da voi stessi.

Ciò che dice il Vangelo voi lo sapete. Noi parliamo a cristiani e non vogliamo travisare la fede.

Il Vangelo dice che alla fine dei tempi ci saranno molti mali, molti scandali, molte tribolazioni e che la malvagità raggiungerà limiti eccezionali.

Ma chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo.

Dice ancora che la carità di molti si raffredderà. ( Mt 24,3-13 )

Occorre quindi perseverare ed essere ferventi nello Spirito, secondo il detto dell'Apostolo: Ferventi nello Spirito. ( Rm 12,11 )

Così la carità non si raffredderà, poiché la carità divina viene diffusa nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo che ci è stato donato. ( Rm 5,5 )

Nessuno, ripeto, si riprometta cose che il Vangelo non promette: " Ecco verranno certamente tempi migliori e io farò questo, comprerò quello ".

È meglio che tu volga lo sguardo a colui che non ti inganna, come non ha mai ingannato nessuno: il quale, però, non ti ha promesso la felicità in questa vita ma in se stesso.

Lascia passare le cose di quaggiù e spera di regnare con lui in eterno.

E che non ti succeda che, mentre vuoi prepararti un regno qui sulla terra, ti sfugga la felicità presente e non raggiunga quella avvenire.

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