Giuseppe

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Patriarca biblico

Figlio di Giacobbe e di Rachcle, è il protagonista di una lunga storia narrata in Genesi 37,2-50,26, redatta probabilmente verso il VI-V sec. a.C. Giuseppe, invidiato dai suoi fratelli, è venduto schiavo in Egitto; attraverso diverse vicende, nelle quali appare come un uomo retto e giusto, e grazie alla capacità, donatagli da Dio, di interpretare i sogni diventa viceré dell'Egitto.

Pur dentro l'oscura trama della malvagità e dell'invidia dei suoi fratelli, Giuseppe sa riconoscere l'azione di Dio, che lo ha salvato e ha fatto di lui uno strumento di benedizione e di salvezza anche per quelli che gli hanno fatto del male ( Gen 45,5; Sal 105,17-19 ), trasformando in bene il male ( Gen 50,20 ).

Giuseppe diventa nell'esegesi dei Padri della Chiesa prefigurazione di Gesù Cristo, primogenito di molti fratelli ( Rm 8,29 ), morto per gli uomini peccatori ( Rm 5,6-10 ).

Giuseppe, sposo di Maria

è detto figlio di Eli nel Vangelo di Luca e figlio di Giacobbe in quello di Matteo, ma per ambedue gli evangelisti appartiene alla stirpe di Davide.

Maria è fidanzata a Giuseppe e, secondo il diritto matrimoniale ebraico, soltanto un atto formale di divorzio può sciogliere la promessa di matrimonio.

Quando Giuseppe viene a sapere che Maria è incinta, in obbedienza alla legge decide di ripudiarla, ma intende farlo in segreto, mostrandosi al tempo stesso giusto e misericordioso.

Nella notte un angelo del Signore lo invita a prendere Maria quale sua sposa perché "ciò che è generato in lei viene dallo Spirito Santo" ( Mt 1,20 ).

Ed egli, uomo giusto, uomo di ascolto, obbediente alla volontà del Signore, accoglie come sua sposa Maria, diventa padre di Gesù davanti alla legge e agli uomini, inserendolo così nella discendenza di Davide e in quella di Abramo e mostrando come in questo bambino si compie la promessa fatta a Davide ( 2 Sam 7,8-16 ) e la profezia annunciata da Isaia ( Is 7,14 ).

In una seconda notte Giuseppe, avvertito che Erode sta ricercando il bambino per ucciderlo, prende con sé Gesù e Maria e fugge in Egitto.

Il racconto di Matteo viene letto dai cristiani alla luce del testo di Osea ivi citato: "Dall'Egitto ho chiamato mio figlio" ( Os 11,1 ).

Il "figlio" chiamato dall'Egitto è il popolo di Israele al momento dell'esodo, ma in questa rilettura cristiana è il suo Messia, Gesù, l'Emmanuele, che nella sua persona sintetizza le attese e la storia di Israele.

Dopo la morte di Erode, Giuseppe avvisato in sogno dall'angelo ( è la terza notte di Giuseppe ) ritorna in Israele e si stabilisce in un villaggio della Galilea, a Nazaret.

Gesù sarà chiamato "figlio di Giuseppe" ( Gv 1,45; Gv 6,42; Lc 4,22 ), "figlio del falegname" ( Mt 13,55-56; Mc 6,3 ).

Luca ricorda Giuseppe nell'episodio di Gesù tra i dottori del Tempio.

Ai genitori che lo hanno ritrovato dopo un'ansiosa ricerca Gesù risponde: "Perché mi cercavate?

Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?".

In tutti i racconti evangelici non viene mai riportata alcuna parola di Giuseppe: assolto il suo compito, egli scompare di scena.

Il suo silenzio è colmo di fede e di amore.

Come Simeone accoglierà Gesù tra le sue braccia, Giuseppe lo accoglie nella propria stirpe, accoglie come figlio questo bambino.

Giuseppe, il silenzioso, è il giusto che vive di fede ( Rm 1,17 ).

Giuseppe nella storia della Chiesa

La figura di Giuseppe ha goduto di scarsa attenzione nell'età patristica, durante la quale è stata studiata raramente e sempre in relazione al mistero di Cristo ( per esempio, da Giovanni Crisostomo e Girolamo ).

Il tema venne poi ripreso, dopo un lungo periodo di silenzio, dagli scrittori ecclesiastici nei secc. XII e XIII, ma il merito di aver riproposto e rivalutato la figura di Giuseppe va alla scuola francescana, per opera soprattutto di Bonaventura da Bagnoregio, di Pietro Olivi e Libertino da Casale.

Notevole è anche il Sermo de sancto Joseph ( Discorso su s. Giuseppe ) di Bernardino da Siena.

Impulso decisivo per lo sviluppo del culto e dello studio di Giuseppe è stato dato dai papi negli ultimi cento anni.

In primo luogo Pio IX 1'8.XII.1870 proclamò s. Giuseppe patrono della Chiesa universale e ne solennizzò la festa il 19 marzo.

Leone XIII nel 1889 emanò l'enciclica Quamquam pluries, il più ampio documento pontificio sulla sua figura, che spiega i fondamenti teologici dei privilegi concessi a s. Giuseppe e la sua missione nella Chiesa.

Sulla stessa linea procedettero gli altri pontefici, proponendo s. Giuseppe come modello degli operai, degli sposi e come difesa sicura nei confronti dell'ateismo militante ( Pio XI ).

Nel 1955 Pio XII consacrò il Primo Maggio con la festa liturgica di s. Giuseppe operaio.

Infine Giovanni XXIII il 19.III.1961, pose il concilio Vaticano II sotto la protezione di s. Giuseppe.

v. Maria

Congr. dei riti - Quemadmodum Deus - 8-12.1870

Bonum sane

Ma in modo particolare, poiché Egli è meritamente ritenuto come il più efficace protettore dei moribondi, essendo spirato con l'assistenza di Gesù e di Maria, sarà cura dei sacri Pastori di inculcare e favorire con tutto il prestigio della loro autorità quei pii sodalizi che sono stati istituiti per supplicare Giuseppe a favore dei moribondi, come quelli « della Buona Morte », del « Transito di San Giuseppe » e « per gli Agonizzanti ».

Motu Pro. Benedetto XV
25-7-1920
Sulla protezione di S. Giuseppe per il Conc. Ecum. Vaticano II Lettera Ap Giovanni XXIII
19-3-1961
Il 1° maggio cristiano auspice il grande Artigiano di Nazareth Catechesi Paolo VI
1-5-1965

Giovanni Paolo II - Lettera Redemptoris Custos - 15-8-1989

Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini.

In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione.

Angelus Benedetto XVI
18-12-2005

La sua grandezza, al pari di quella di Maria, risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell'umiltà e nel nascondimento della casa di Nazaret.

Del resto, Dio stesso, nella Persona del suo Figlio incarnato, ha scelto questa via e questo stile - l'umiltà e il nascondimento - nella sua esistenza terrena.

Angelus Benedetto XVI
19-3-2006

San Giuseppe annuncia i prodigi del Signore, testimoniando la verginità di Maria, l'azione gratuita di Dio, e custodendo la vita terrena del Messia.

Angelus Benedetto XVI
19-12-2010

Giuseppe era un uomo che dava sempre ascolto alla voce di Dio, profondamente sensibile al suo segreto volere, un uomo attento ai messaggi che gli giungevano dal profondo del cuore e dall'alto.

Angelus Francesco
22-12-2013

Questo significa, ha affermato il Papa, che Giuseppe « si è fatto carico di una paternità che non era sua: veniva dal Padre ».

E « ha portato avanti la paternità con quello che significa: non solo sostenere Maria e il bambino, ma anche far crescere il bambino, insegnargli il mestiere, portarlo alla maturità di uomo ».

Meditazione Francesco
18-12-2017

E Giuseppe abbracciò così, « nel silenzio », il suo ruolo di genitore che aiuta a crescere: « Cercò un posto perché il figlio nascesse; lo curò; lo aiutò a crescere; gli insegnò il lavoro: tante cose ... In silenzio ».

Meditazione Francesco
18-12-2018

Francesco - Lettera Ap. Patris corde - 8-12-2020

Schedario biblico

Giuseppe C 72
Cristo, mediatore B 57
Intronizzazione B 98
Vignaioli omicidi B 104
Sofferenza F 4

Concilio Ecumenico Vaticano II

Sua memoria nella Messa Sacrosanctum concilium 50

Catechismo della Chiesa Cattolica

Cristo 437
La predestinazione di Maria 488
La verginità di Maria 497
I Misteri della vita nascosta di Gesù 532
  534
Gesù e il Tempio 583
Il senso della morte cristiana 1014
« Credo la vita eterna » 1020
La Chiesa domestica 1655
La misericordia e il peccato 1846
L'Eucaristia domenicale 2177
Comp. 104

Summa Teologica

San ... III, q. 29, a. 2