Scisma
Deriva dal greco skhizo, "spacco", "lacero", che pare connesso con un sanscrito "spezzare" e con il latino scissus. È lacerazione dell'unità della Chiesa: nei primi tempi per rottura dei rapporti con il vescovo locale, poi di quelli con la Chiesa universale. L'eresia è perversione della fede con conseguente isolamento dall'ortodossia; lo scisma è frattura disciplinare che spezza la comunione fraterna. Sebbene si tratti di due colpe diverse, finiscono alla lunga per confluire, in quanto lo scisma, per giustificarsi, è portato ad avanzare proprie peculiarità anche teologiche. |
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Il concetto greco esprime l'idea di spezzare, dividere. In linguaggio ecclesiale, scisma è spezzare l'unità della Chiesa, contrapponendosi direttamente a chi la guida, oppure fondando una specie di partito ecclesiale autonomo, con proprie tradizioni, staccato dal resto della grande Chiesa e ad essa contrapposto ( setta ). |
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Il termine, ( dal greco schisma: lacerazione, divisione ) designa la formale separazione dalla Chiesa di un gruppo di fedeli originata da dissensi di carattere disciplinare o dottrinario, ma non necessariamente su verità di fede ( elemento, questo, che distingue lo scisma dall'eresia ). Le vicende del cristianesimo sono punteggiate da scismi. Così s. Agostino accusò i donatisti del peccato di scisma, perché avevano abbandonato - in seguito a divergenze sull'idea della grazia divina e sulla prassi del battesimo - l'unico corpo di Cristo, erigendo propri altari e celebrando un proprio culto eucaristico. Particolare rilievo storico rivestì lo scisma tra Oriente e Occidente, datato in modo convenzionale al 1054, ma frutto di precedenti divaricazioni nella mentalità e nella spiritualità ( v. ortodossia ), poi acuite all'epoca delle crociate ( v. ). Nei secc. XIV-XV ebbe grande risonanza lo scisma d'Occidente, che vide la contemporanea presenza di due, o anche tre pontefici dovuta a elezioni tumultuose, influenzate dall'intreccio degli interessi e dei poteri politici. Dal 1378 al 1417 la Chiesa latina si divise sul riconoscimento del papa legittimo, con drammatici riflessi sul prestigio spirituale del papa e sull'intera compagine ecclesiale; insieme, quale contraccolpo, si svilupparono forti istanze di riforma ( v. Riforma cattolica ). Nel sec. XVI ebbe luogo la separazione tra protestanti e cattolici ( v. Riforma protestante ). Tra le altre lacerazioni scismatiche si possono ricordare quella delle piccole Chiese che rifiutarono il concordato francese del 1801; la separazione dei vecchi cattolici ( v. ) dopo il concilio Vaticano I nel 1870; e nel '900 la situazione di alcune comunità tradizionaliste ispirantesi al vescovo Marcel Lefebvre, che non hanno voluto applicare le riforme decise dal concilio Vaticano II. La nuova visione della Chiesa elaborata dallo stesso concilio Vaticano II, sotto il segno dell'integrazione più che dell'esclusione, non evidenzia ne lo scisma ne l'eresia, ma considera piuttosto "sorelle" le Chiese orientali, e "separate" quelle incluse nell'orbita della Riforma protestante, impegnandosi con tutte nel dialogo ecumenico. |
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Schedario biblico |
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Scisma | C 27 |
Chiesa, riunione | C 33 |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Le ferite dell'unità | 817 |
La fede | 2089 |
Codice Diritto Canonico |
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definizione | 751 |
pene per gli scismatici | 1364 |
Summa Teologica |
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II-II, q. 39 |