Discorsi sul Vecchio Testamento |
1 - Ringraziamento a Dio
2 - Pietre vive e pietre morte
3 - Insensatezza dei pagani
4 - Le Scritture non si contraddicono
5 - Ciascun membro del Corpo di Cristo faccia la sua parte
6 - Appello ad eliminare il paganesimo
7 - Dio si adira ed è misericordioso
Rendiamo grazie al Signore Dio nostro, tributiamo ampie lodi a quel Dio al quale si deve l'inno in Sion. ( Sal 65,2 )
Rendiamo grazie a lui, al quale abbiamo cantato con la devozione nel cuore e sulle labbra: Dio, chi è simile a te? ( Sal 83,2 ) perché vediamo il suo santo amore radicato profondamente nei vostri cuori, perché lo temete come deve temersi il Signore, perché lo amate come deve amarsi un padre.
Rendiamo grazie a lui, che viene desiderato prima di essere veduto, che viene percepito presente e si spera per il futuro.
Rendiamo grazie a lui, il cui amore non toglie il timore, il cui timore non impedisce l'amore.
Benediciamolo, onoriamolo, per voi e in voi.
Voi siete infatti il tempio santo di Dio. ( 1 Cor 3,17 )
Se in questa maniera vivono le pietre del suo tempio, ( 1 Pt 2,5 ) già potete farvi un'idea di quanto viva lui, di come viva.
Riflettete, fratelli, a quanto dite e a chi dite: Dio, chi è simile a te? ( Sal 83,2 )
I templi dicono al loro Dio: Dio, chi è simile a te?
Pietre vive dicono al loro abitatore: Dio, chi è simile a te?
Vengano in aiuto ai vostri cuori tutte le creature, la terra e quanto è sulla terra, il mare e quanto è nel mare, l'aria e quanto è nell'aria, il cielo e quanto è nel cielo.
Lui ha parlato e furono fatte, ha ordinato e furono create. ( Sal 148,5 )
Perciò, o Dio, chi è simile a te? dica ogni cuore fedele, dica ogni lingua obbediente, dica ogni pia coscienza, dica con certezza: Dio, chi è simile a te?
Lo dice infatti a colui di cui non si vergogna.
Questo è degno; questo si addice a pietre vive.
Oh! se le pietre morte sentissero quanto sono commiserate dalle pietre vive!
Parlando di pietre morte non intendo quelle con cui si innalzano queste costruzioni né quelle sulle quali ha lavorato lo strumento degli artisti né quelle che l'uomo ha scolpito perché fossero dèi, o meglio quelle che l'uomo ha scolpito non perché fossero dèi, ma perché fossero chiamate dèi.
Non intendo questo. Parlando di pietre morte intendo gli uomini, ai quali somigliano gli dèi. ( Bar 6,38 )
Pietre vive sono quelle di cui parla l'apostolo Pietro: Voi, fratelli, come pietre vive costruitevi in modo da formare il tempio santo di Dio. ( 1 Pt 2,5 )
O, fratelli miei, se le pietre morte sentissero quanto sono commiserate dalle pietre vive!
Qual è infatti la nostra preoccupazione?
Cosa partoriamo quando nel cuore proviamo o l'angustia o la dilatazione?
Che cosa dobbiamo curare, di che cosa interessarci, se non di liberare la pietra dalla pietra?
Le pietre vive infatti hanno occhi e vedono, hanno orecchi e odono, hanno mani e lavorano, hanno piedi e camminano. ( Sal 114,5-7 )
Infatti conoscono il loro Creatore, adorano il loro Artefice, danno lode a chi le ha scolpite.
Le pietre morte invece, serve di altre pietre, si occupano dei loro dèi, i quali non possono prestare loro attenzione, li adorano mentre questi neanche le conoscono, offrono loro vittime e diventano esse stesse vittime del diavolo.
Se avessero avuto gli occhi per vedere, fratelli, e le orecchie per ascoltare, ( Mt 11,15 ) quante possibilità avrebbero avuto di vedere che si adempivano le profezie di Cristo?
Quante possibilità di fare attenzione alle veraci Scritture e alle vere profezie?
Ma perché non vedono? Perché non odono? Perché la profezia ha detto anche questo: Siano come loro quelli che li fabbricano e chiunque in essi confida. ( Sal 114,8 )
Allora sono senza speranza e debbono disperarsi? No!
Ma che cosa si può sperare da pietre morte? Che cosa credete di poter sperare se non quanto abbiamo già nelle Scritture: Dio infatti anche da queste pietre è capace di suscitare figli ad Abramo? ( Mt 3,9 )
Perciò, carissimi, poiché sapete a quale Dio abbiamo detto: Dio, chi è simile a te? ( Sal 83,2 ) poiché di lui non ci vergognamo; poiché la sua iscrizione non la leggiamo su una pietra ma la portiamo nel cuore; poiché il suo nome è conosciuto da tutti ed è vivo in mezzo ai fedeli, abita negli umili e debella i superbi; poiché sappiamo a chi abbiamo detto: Dio, chi è simile a te?: per tutto questo non dobbiamo odiare gli uomini che Dio ha fatto, ma dobbiamo odiare ciò che nell'uomo, creato bene da Dio, ha fatto l'uomo stesso.
Uomo è un nome ed è nome di una creatura.
Cerco l'artefice di questa creatura. È Dio.
Ma forse Dio è il creatore soltanto dell'uomo?
Non anche del bestiame, del pesce, del volatile, dell'angelo, del cielo, della terra, delle stelle, del sole, della luna, di tutte le cose create e ordinate al di sopra e al di sotto[ di noi ], dalle più basse alle più alte congiunte con il legame dell'unità: Dio non è l'artefice di tutti questi esseri?
Ma l'uomo l'ha fatto ad immagine e somiglianza sua. ( Gen 1,26 )
È detto che l'uomo ha una qualche somiglianza con Dio.
Ma quanta [ somiglianza ] e in riferimento a quale essere infinito?
Chi ha una qualche somiglianza, e in riferimento a chi? L'uomo in riferimento a Dio.
Che cosa è l'uomo, se non ciò che ti ricordi di lui? ( Sal 8,5 )
Diciamo perciò al nostro Dio, pur essendo uomini fatti a sua immagine e somiglianza, diciamo: Dio, chi è simile a te? ( Sal 83,2 )
Se l'uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, può dire giustamente e con verità: Dio, chi è simile a te? ed aggiungere: Ricordati che siamo polvere, ( Sal 103,14 ) è lungi dal somigliare a Dio; l'uomo è fatto a somiglianza di Dio: ma la stessa somiglianza è tanto distante che non è possibile neanche fare il paragone [ con Dio ].
Tuttavia un uomo, cristiano, che non può ammettere [ una simile frase]: "Al dio uomo", senza turbarsi legge: "Al dio Ercole".
Legge in alto [ l'iscrizione ] guardando però in basso [ alla statua ] e chiedendo all'iscrizione a chi si riferisca nel dire: "Al dio Ercole".
L'iscrizione veramente non parla, ma vi si legge: "Al dio Ercole".
Di chi è stato detto così [ cioè è dio ]?
Lo dica l'iscrizione di chi sia stato detto.
Ma ambedue [ sia l'iscrizione sia la statua ] sono mute, ambedue prive di sensibilità.
Sopra una menzogna, sotto una semplice figura.
L'iscrizione accusa chi l'ha compilata, fa arrossire chi adora la statua; l'iscrizione non inculca che quella pietra è un dio, ma rivela la stoltezza dell'uomo; l'iscrizione impone ad una statua il nome di Dio e cancella il nome del suo artefice dal libro dei vivi.
E si accorgerà quanta poca intelligenza abbia lui che non si accorge di adorare una cosa inanimata?
E tuttavia Dio è capace di suscitare da queste pietre figli ad Abramo. ( Mt 3,9; Lc 3,8 )
Osservi dunque quanto ha fatto nell'uomo Dio stesso, al quale abbiamo detto: Dio, chi è simile a te? ( Sal 83,2 )
Osservi quanto ha fatto Dio nell'uomo e distrugga quanto ha fatto l'uomo stesso in contrasto con colui che ha fatto l'uomo.
Colpisca e risani, uccida e vivifichi. ( Dt 32,39; 1 Sam 2,6 )
A colui al quale abbiamo detto: Signore, chi è simile a te? aggiungiamo di conseguenza: Non tacere, non calmarti, Dio. ( Sal 83,2 )
Che dunque? In questo cantico, fratelli miei, abbiamo incitato Dio all'ira, dicendogli: Non tacere, non calmarti, Dio?
Cioè: abbiamo incitato il Padre che ha mandato [ il Figlio ], o il Figlio stesso che è venuto e ha detto: Imparate da me che sono mite e umile di cuore? ( Mt 11,29 )
Cristo, il Figlio di Dio, è mite e umile di cuore.
Che dunque? Egli dice: Imparate da me che sono mite e umile di cuore e noi gli diciamo: Non tacere e non calmarti, Dio.
Ci risponderebbe: "Uomo, ti sembra poco che tu non impari da me ad essere mite, che vuoi insegnare a me a non essere mite?".
Osservate, fratelli, cercate di capire, aiutateci con la vostra devota attenzione, con la santa preghiera, aiutateci perché possiamo uscire nel suo nome da queste difficoltà.
A prima vista sembra che le divine parole siano in disaccordo fra loro.
Sembra che abbiano significati contrapposti, se non ne raggiungessimo la comprensione, ricevendola da colui al quale abbiamo detto: Dio, chi è simile a te? ( Sal 83,2 )
Questo poi è quanto ci ha detto lui stesso: Ti darò l'intelligenza. ( Sal 32,8 )
Sappiamo che Cristo ha detto: Vi dò la mia pace ( Gv 14,27 ) perché i cristiani abbiano la pace fra di loro.
Come possono imitarlo? Come possono seguirlo se le stesse parole divine non sono in accordo fra di loro?
Prestate attenzione, osservate come le frasi che sembrano contrastanti sono in realtà una l'eco dell'altra.
Venite a me ( Mt 11,28 ) e Imparate da me. ( Mt 11,29 )
Che cosa? Anzitutto: chi chiama? chi è chiamato? per che cosa chiama?
Ascolta chi chiama: Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto è stato dato a me dal Padre mio. ( Mt 11,25-27 )
Ecco chi chiama: Tutto è stato dato a me dal Padre mio, e: Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo. ( Mt 11,27 )
Immensa grandezza e ineffabile profondità!
Tutto è stato dato a me - dice - dal Padre mio.
Solo io lo conosco, da lui solo sono conosciuto.
E che? E noi? Non conosciamo? E che cosa significa: Colui al quale il Figlio lo voglia rivelare?
Il vostro sentimento, l'interesse per la fede, l'ardore della carità, l'abbondanza del santo zelo per la casa di Dio ( Sal 69,10 ) sono apparsi nelle vostre grida, che hanno manifestato con molta evidenza il vostro cuore.
Lasciate che si manifesti anche l'approvazione, nei riguardi di questa vostra volontà, da parte di quei fedeli di Dio che vi governano.
Voi infatti, fratelli, siete popolo di Dio, come egli stesso ha detto, e gregge del suo pascolo. ( Sal 95,7 )
Avete dei pastori che vi guidano in nome di Dio, che sono servi del Pastore e membri del Pastore.
Il sentimento della moltitudine e la volontà di fare qualche cosa potrà essere manifestata da queste grida.
La premura però che quei pochi che vi guidano debbono avere per voi deve manifestarsi non con le parole ma con i fatti.
Perciò, fratelli, poiché quanto spettava a voi l'avete già fatto gridando, lasciate che vi proviamo se siamo capaci di compiere con i fatti quanto spetta a noi.
Noi vi abbiamo approvato.
Voi giudicateci se, dopo queste vostre voci che manifestano il vostro cuore e il vostro desiderio, noi saremo pigri nel fare quanto sarà opportuno fare.
Non ci accada che mentre voi vi comportate bene, noi ci comportiamo male.
Ma poiché la volontà di agire riguardo a quelle cose sulle quali vertevano le vostre acclamazioni è comune a noi e a voi - anche se il modo concreto di agire non può essere identico - crediamo, carissimi, essere necessario che da parte vostra ci sia questa volontà e da noi ci si aspetti la decisione di compiere la vostra volontà.
Perché le membra di Cristo non siano in contrasto tra loro, tutti coloro che formano il suo corpo compiano ciascuno il proprio ufficio.
L'occhio, posto nella parte superiore, faccia quanto riguarda l'occhio, l'orecchio quanto riguarda l'orecchio, la mano quanto riguarda la mano, il piede quanto riguarda il piede, affinché non vi siano divisioni nel corpo, ma unità, e le membra siano sollecite le une verso le altre.
Ci rallegriamo perciò e ci congratuliamo con la vostra Carità, perché, in ciò che questa mattina vi ha detto, avete obbedito al santo signore e nostro collega, vostro vescovo.
Continuate a fare così, non deviate da questa via per non perdervi.
Dio infatti viene incontro ai vostri desideri, se farete quanto vi ha comandato.
Che cosa è infatti l'uomo? ( Sal 8,5 ) ogni uomo, come avevo sopra cominciato a dire?
O che cosa è la vita degli uomini che, come è stato scritto, come fumo apparisce per un poco? ( Gc 4,15 )
Pensate pertanto, fratelli, alla nostra fragilità, alla nostra miseria, alla condizione carnale [ in cui ci troviamo ], all'effimero passaggio dello stesso mondo, e vi accorgerete che allora si avrà il nostro bene quando tutta la nostra speranza sarà riposta in colui nel quale soltanto può essere saldamente posta.
Ma come possiamo dire che lì è riposta la nostra speranza, se non obbediamo ai suoi comandamenti?
Forse diremo: "Smettete di volere quel che ora volete?".
Anzi, ringraziamo anche il Signore perché volete quello che anche Dio vuole.
Infatti Dio vuole che venga eliminata ogni superstizione dei pagani e dei gentili, Dio lo ha comandato, Dio lo ha profetizzato, Dio ha già cominciato a farlo e in molti luoghi della terra in gran parte l'ha già fatto del tutto.
Se il vostro desiderio cominciasse a realizzarsi da questa città e cercaste di eliminare anzitutto qui le superstizioni dei demoni, l'impresa potrebbe essere non poco difficile, ma non disperata.
Ora se queste cose si sono potute fare, e con successo, dove sono state fatte per la prima volta, dove non c'erano degli esempi precedenti, con quanto maggiore successo dobbiamo credere che si possa fare la stessa cosa, nel nome del Signore e con l'aiuto del suo braccio, quando già sappiamo esserci stati fatti analoghi precedenti?
Voi avete gridato: "Come Roma così anche Cartagine!".
Se ciò è avvenuto anzitutto nella capitale del mondo, le membra non la seguiranno?
Riflettete, fratelli, volgete lo sguardo agli stessi libri dei pagani, fate attenzione a quei libri nei quali sono conservati solo i rimasugli della loro infelice religione; ascoltandola o leggendola prendete conoscenza della loro produzione letteraria, e vedrete che quegli stessi dèi sono chiamati romani.
Perciò anche i nostri dèi sono chiamati romani.
Quando i cristiani venivano costretti, dal rabbioso furore dei pagani, ad adorarli, siccome si rifiutavano, dovevano sottostare alla loro crudeltà fino all'effusione del sangue.
E appariva chiaro che tutta la colpa dei martiri, di cui veniva sparso il sangue, era che non volevano adorare gli dèi romani, che rifiutavano i culti romani, che non supplicavano gli dèi romani.
E tutto il furore, tutto l'odio era in nome degli dèi romani.
Se pertanto gli dèi romani sono spariti da Roma, perché sono rimasti qui?
A questo, fratelli, a questo fate attenzione, questo ho detto, non permettetelo.
Se gli dèi romani, gli dèi romani - lo ripeto ancora - gli dèi romani sono spariti da Roma, perché sono rimasti qui?
Se potessero camminare, si potrebbe dire che di là sono fuggiti qui. Ma non sono fuggiti.
Quindi rimasero lì, a Roma? [ No! ]
Colui che una volta era chiamato dio Ercole, a Roma ora non c'è più.
Qui invece ha voluto avere anche la barba dorata.
Là non c'è più e qui ha voluto avere anche la barba dorata.
Ho errato chiaramente dicendo: "ha voluto avere".
Che cosa può volere infatti una pietra inanimata?
Lui in realtà niente ha voluto, niente ha potuto volere.
Ma coloro che vollero venisse indorato, arrossirono una volta sbarbato.
Non so quale idea sia passata in mente al nuovo giudice.
Che cosa ha fatto? Non ha fatto sì che una pietra venisse onorata dal cristiano, ma che quel cristiano si adirasse contro la superstizione per cui gli si rase la barba.
Non ha costretto nessuno a piegarsi per rendere omaggio alla statua, ma ha spinto a vendicarsi in tale maniera.
Fratelli, credo sia stato più ignominioso per Ercole tagliargli la barba che staccargli la testa.
Quanto era stato posto con errore dei pagani, fu tolto con loro disonore.
Si è soliti chiamare Ercole dio della forza.
Tutta la sua potenza era nella barba: si è vista nell'infortunio capitatogli!
Poiché non brillava della luce del Signore, brillò non per il bagliore ma per il lutto.
Tacciano, dunque; guardino ora a quale Dio i fedeli dicano leggendo: Dio, chi è simile a te?
Non tacere e non calmarti, Dio. ( Sal 83,2 )
Avevo iniziato a spiegare che non calmarti è da intendere nel senso di abbattere non gli uomini ma gli errori.
Non si calma, quindi si adira. Ma è Dio, perciò è anche misericordioso.
Si adira ed è misericordioso. Si adira per castigare, è misericordioso per risanare. ( Dt 32,39 )
Si adira per dare la morte, è misericordioso per dare la vita. ( 1 Sam 2,6 )
Fa questo in uno stesso uomo. Non che ad alcuni dà la morte e ad altri dà la vita, ma nei confronti delle stesse persone e si adira ed è misericordioso.
Si adira per gli errori, è misericordioso una volta cambiata condotta.
Sono io che ferisco e che risano; sono io che faccio morire e risuscito. ( Dt 32,39 )
Abbatté e risollevò lo stesso Saulo, poi divenuto Paolo. ( At 9,1-30 )
Lo abbatté infedele, lo risollevò suo fedele.
Lo abbatté persecutore, lo risollevò suo predicatore.
Se Dio non si adirasse, come [ avvenuto che ] è stata rasata la barba di Ercole?
Lo ha fatto lui tramite i suoi fedeli, tramite i suoi cristiani, tramite le autorità da lui ordinate e già sottomesse al giogo di Cristo.
Pertanto, fratelli, accogliete con animo lieto queste cose e, con l'aiuto del Signore, speratene di più favorevoli. Amen.
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