La « Santa regola » |
1 Fratelli, la sacra Scrittura afferma categoricamente: « Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato » ( Lc 14,11 ).
2 Queste parole ci dimostrano che ogni esaltazione denota una specie di superbia,
3 da cui il Profeta ci tiene in guardia dicendo: « Signore, il mio cuore non si inorgoglisce e il mio sguardo non si leva in superbia, non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze » ( Sal 131,1 ).
4 Ecco, « se non nutro pensieri di umiltà, se il mio cuore s'inorgoglisce, mi tratterai come un bambino allontanato dal seno di sua madre » ( Sal 131,2 ).
5 Fratelli, se vogliamo raggiungere la più alta vetta dell'umiltà e arrivare velocemente a quella gloria celeste, che si ottiene con l'umiltà della vita presente,
6 dobbiamo innalzare con le nostre azioni la scala che apparve in sogno a Giacobbe e sulla quale gli angeli salivano e scendevano.
7 Senza dubbio, il loro salire e scendere significa solo questo: con la superbia si scende, con l'umiltà si sale.
8 Questa scala rappresenta la nostra vita quaggiù, che Dio, man mano che il nostro cuore si umilia, innalza verso il cielo.
9 I lati di questa scala sono il nostro corpo e la nostra anima: tra di essi il Signore ha collocato diversi gradini di umiltà e di condotta spirituale, affinché possiamo salirli.
10 Primo gradino di umiltà: L'uomo penetrato profondamente dal timor di Dio
11 ne ricorda continuamente i precetti, medita giorno e notte sull'inferno, dove soffrono eternamente i peccatori, e pregusta fin da quaggiù la vita eterna promessa a chi teme il Signore.
12 In tal modo in ogni istante egli si sforza di fuggire i peccati di pensiero, di lingua, di mani, di piedi, di volontà, come pure i desideri della carne.
13 Pensi l'uomo di essere continuamente osservato da Dio, e che le proprie azioni sono viste in ogni luogo dallo sguardo divino e continuamente riferite dagli angeli.
14 Ce lo dimostra il Profeta quando presenta un Dio sempre presente ai nostri pensieri, con queste parole: « Dio prova mente e cuore » ( Sal 7,10 );
15 e ancora: « Il Signore conosce i pensieri dell'uomo » ( Sal 94,11 );
16 e di più: « Tu penetri da lontano i miei pensieri » ( Sal 139,2 );
17 e: « Il pensiero dell'uomo si svelerà a te » ( Sal 76,11 ).
18 Il buon monaco, per mantenersi in guardia contro i pensieri cattivi, ripeta sempre in cuor suo: « Allora sarò puro davanti a lui, se mi saprò guardare dal mio peccato » ( Sal 18,24 ).
19 Per quanto riguarda la nostra volontà, la Scrittura ci proibisce di assecondarla, dicendo: « Non seguire i tuoi desideri » ( Sir 18,30 ).
20 E nel « Padre nostro » domandiamo che si faccia in noi la sua volontà.
21 Opportunamente dunque ci viene insegnato di rinunciare a noi stessi, affinché temiamo ciò che dice la Scrittura: « Vi sono vie che sembrano diritte all'uomo, ma sboccano nel profondo dell'inferno » ( Pr 16,25 ).
22 Ugualmente temiamo quanto si afferma dei negligenti: « Sono corrotti, fanno cose abominevoli » ( Sal 53,2 ).
23 Per quanto poi riguarda i nostri desideri cattivi, sappiamo che Dio è presente, poiché il Profeta dice rivolgendosi al Signore: « Davanti a te è ogni mio desiderio » ( Sal 38,10 ).
24 Bisogna quindi vigilare su ogni desiderio cattivo, poiché la morte sta in agguato proprio all'inizio del piacere peccaminoso.
25 Ecco allora l'avvertimento biblico: « Non seguire le tue passioni » ( Sir 18,30 ).
26 Dunque, fratelli, se « gli occhi del Signore osservano i buoni e i malvagi » ( Pr 15,3 ),
27 e « dal cielo il Signore si china sugli uomini per vedere chi è saggio o cerca Dio » ( Sal 14,2 ),
28 e se giorno e notte gli angeli custodi riferiscono a Dio tutte le nostre azioni,
29 allora dobbiamo in ogni istante preoccuparci che Dio - come dice il salmo - non ci veda « deviare verso il male e divenire buoni a nulla » ( Sal 14,2 ).
30 Se adesso egli ci perdona, poiché nella sua misericordia attende il nostro ravvedimento, tuttavia dobbiamo temere che un giorno ci dica: « Hai fatto questo e io ho taciuto » ( Sal 50,21 ).
31 Secondo gradino di umiltà: Non amare la volontà propria né compiacersi di realizzare i propri desideri,
32 ma mettere in pratica questa parola del Signore: « Io sono venuto non a fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato » ( Gv 6,38 ).
33 E un sacro testo aggiunge: « Il proprio volere merita la pena, mentre la costrizione dell'obbedienza procura il premio » ( Atti dei santi Agape, Chiona e Irene, Scena XII: PL 137, 1000 ).
34 Terzo gradino di umiltà: Per amor di Dio sottomettersi totalmente al superiore, imitando il Cristo di cui l'Apostolo dice: « Si fece obbediente fino alla morte » ( Fil 2,8 ).
35 Quarto giardino di umiltà: Nell'esercizio dell'obbedienza, incontrando difficoltà, opposizioni o addirittura ingiustizie, conservare in un silenzio interiore la pazienza
36 senza demoralizzarsi né indietreggiare, come dice la Scrittura: « Chi persevererà sino alla fine sarà salvo » ( Mt 10,22 );
37 e ancora: « Si rinfranchi il tuo cuore e speri nel Signore » ( Sal 27,14 ).
38 E per dimostrare che il monaco fedele deve per il Signore sopportare tutto, anche la contraddizione, aggiunge a nome di quelli che soffrono: « Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello » ( Sal 44,23 ).
39 I monaci, certi della ricompensa divina, perseverano nella gioia e dicono: « Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati » ( Rm 8,37 ).
40 A queste parole fa eco un altro testo sacro: « O Dio, tu ci hai messi alla prova; ci hai passati al crogiuolo come l'argento.
Ci hai fatti cadere in un agguato, hai messo un peso ai nostri fianchi » ( Sal 66,10-11 ).
41 E per indicare che bisogna sottomettersi ad un superiore, continua: « Hai posto uomini sulle nostre teste » ( Sal 66,12 ).
42 I discepoli mettono in pratica questo comandamento del Signore attraverso la pazienza di fronte alle opposizioni e alle ingiustizie: colpiti su una guancia porgono anche l'altra; a chi prende loro il vestito lasciano anche il mantello; richiesti di camminare per un chilometro, ne fanno due ( cfr Mt 5,39-41 );
43 assieme all'apostolo Paolo sopportano i falsi fratelli e benedicono quelli che li maledicono ( cfr 2 Cor 11,26 ).
44 Quinto gradino di umiltà: Da parte del fratello manifestare umilmente all'abate i cattivi pensieri che si affacciano al cuore e i peccati commessi in segreto.
45 A questo ci esorta la Scrittura dicendo: « Manifesta al Signore la tua via, confida in lui » ( Sal 37,5 );
46 e ancora: « Confessatevi al Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia » ( Sal 106,1 );
47 e altrove: « Ti ho manifestato i miei peccati, non ho tenuto nascosto il mio errore.
48 Ho detto: confesserò al Signore le mie colpe, e tu hai rimesso la malizia del mio peccato » ( Sal 32,5 ).
49 Sesto gradino di umiltà: Essere contento di ogni cosa ordinaria e spregevole, e di fronte a qualsiasi comando giudicarsi servo cattivo e indegno,
50 ripetendo le parole del Profeta: « Io ero stolto e non capivo, davanti a te stavo come una bestia, ma io sono con te sempre » ( Sal 73,22 ).
51 Settimo gradino di umiltà: Proclamarsi l'ultimo e il più indegno, non solo a parole, ma credersi tale anche nel più profondo del cuore,
52 dicendo con il Profeta: « Io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo » ( Sal 22,7 ),
53 « mi sono esaltato e sono stato umiliato e confuso » ( Sal 88,16 );
54 e ancora: « Bene per me se sono stato umiliato, affinché impari ad obbedirti » ( Sal 119,71 ).
55 Ottavo gradino di umiltà: Fare soltanto ciò che suggerisce la Regola del monastero o l'esempio dei più anziani.
56 Nono gradino di umiltà: Frenare la lingua e, conservando lo spirito del silenzio, non parlare fino a che non si è interrogati.
57 Infatti la Scrittura mostra che « nel molto parlare non manca la colpa » ( Pr 10,19 )
58 e che « il chiacchierone cammina sulla terra senza direzione » ( Sal 140,12 ).
59 Decimo gradino di umiltà: Non ridere facilmente e per qualsiasi motivo.
A tal proposito si trova scritto: « Lo stolto alza la voce quando ride » ( Sir 21,23 ).
60 Undicesimo gradino di umiltà: Quando si parla, farlo pacatamente, senza ridere, con umiltà e gravità, limitandosi a poche e assennate parole, senza alzar la voce.
61 Infatti leggiamo: « Il saggio si riconosce dalla brevità del parlare » ( cfr Qo 10,14 ).
62 Dodicesimo gradino di umiltà: Possedere l'umiltà non solo nel cuore, ma manifestarla anche all'esterno con l'atteggiamento modesto:
63 all'ufficio divino, nell'oratorio, in monastero, nell'orto, per strada, in campagna; quando si è seduti, si cammina o si sta in piedi, avere continuamente il capo chino e gli occhi fissi a terra,
64 sentendosi colpevoli dei propri peccati e vedendosi già davanti al tremendo giudizio di Dio.
65 Il monaco ripete allora continuamente in cuor suo le parole che disse il pubblicano del vangelo, mentre teneva gli occhi bassi: « Signore, non sono degno, io peccatore, di alzare gli occhi al cielo » ( Lc 18,13 );
66 e ancora dice il Profeta: « Mi sono piegato fino a terra umiliandomi, sempre » ( Sal 38,7 ).
67 ( Il monaco ), quando avrà salito tutti questi gradini di umiltà, giungerà presto a quell'amore di Dio che, quando è « perfetto, scaccia il timore » ( 1 Gv 4,18 ).
68 Grazie a questo amore, tutto ciò che prima osservava con paura, incomincerà a compierlo con naturalezza, come per abitudine,
69 non più per paura dell'inferno, ma per amore di Cristo e per il gusto del bene.
70 Per grazia dello Spirito Santo il Signore si degnerà di manifestare tutto ciò nel suo operaio, ormai purificato dai vizi e dai peccati.
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