Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se la consacrazione di questo sacramento sia riservata al sacerdote

Supra, q. 67, a. 2; In 4 Sent., d. 13, q. 1, a. 1, sol. 1, 2

Pare che la consacrazione di questo sacramento non sia riservata al sacerdote.

Infatti:

1. Questo sacramento, come si è detto sopra [ q. 78, a. 4 ], viene consacrato in virtù delle parole che ne costituiscono la forma.

Ma queste parole rimangono le stesse sia che le dica un sacerdote, sia che le dica chiunque altro.

Perciò non solo il sacerdote, ma chiunque altro può consacrare questo sacramento.

2. Il sacerdote consacra questo sacramento in nome di Cristo.

Ma un laico santo è unito a Cristo per mezzo della carità: quindi anche un laico può consacrare questo sacramento.

Il Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 43 ] infatti afferma che « ogni santo è sacerdote ».

3. L'Eucaristia, come si è visto sopra [ q. 74, a. 1; q. 79, a. 2 ], è ordinata alla salvezza degli uomini allo stesso modo del battesimo.

Ma secondo le spiegazioni date [ q. 67, a. 3 ] un laico può battezzare.

Quindi non è proprio del sacerdote consacrare questo sacramento.

4. Questo sacramento si compie nella consacrazione della materia.

Ma consacrare le altre materie, cioè il crisma, l'olio santo e l'olio benedetto, è competenza esclusiva dei vescovi, sebbene queste consacrazioni non siano di così grande dignità quanto la consacrazione dell'Eucaristia, dove è presente Cristo nella sua integrità.

Quindi non è proprio del sacerdote, ma solo del vescovo, consacrare questo sacramento.

In contrario:

In un'epistola riferita dal Decreto [ di Graz. 1,25,1 ] S. Isidoro scrive: « Spetta ai presbiteri consacrare il sacramento del corpo e del sangue del Signore sull'altare di Dio ».

Dimostrazione:

La dignità di questo sacramento è così grande, come già si è notato [ q. 78, aa. 1,4 ], che esso non può essere compiuto se non in persona di Cristo.

Chi compie però qualcosa in nome di un altro deve aver ricevuto il potere da lui.

Ora, come al battezzato viene concesso da Cristo il potere di ricevere l'Eucaristia, così al sacerdote viene conferito nell'ordinazione il potere di consacrare questo sacramento in persona di Cristo: infatti con l'ordinazione uno viene posto nella classe di coloro ai quali il Signore disse: « Fate questo in memoria di me » [ Lc 22,19 ].

Quindi è proprio dei sacerdoti consacrare questo sacramento.

Analisi delle obiezioni:

1. La virtù sacramentale risiede in più elementi e non in uno soltanto: la virtù del battesimo, p. es., sta nelle parole e nell'acqua.

Perciò anche la virtù di consacrare non risiede solo nelle parole, ma anche nel potere conferito al sacerdote nella sua consacrazione o ordinazione, quando gli viene detto dal vescovo: « Ricevi il potere di offrire nella Chiesa il sacrificio tanto per i vivi quanto per i morti ».

Infatti la virtù strumentale risiede nei molteplici strumenti per mezzo dei quali agisce l'agente principale.

2. Un laico giusto è unito a Cristo spiritualmente per mezzo della fede e della carità, ma non per mezzo del potere sacramentale.

Possiede perciò il sacerdozio spirituale per offrire le ostie spirituali di cui parlano sia il Salmista [ Sal 51,19 ]: « Uno spirito contrito è sacrificio a Dio », sia S. Paolo [ Rm 12,1 ]: « Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente ».

Per cui anche S. Pietro [ 1 Pt 2,5 ] parla di « un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali ».

3. La partecipazione a questo sacramento, come si è già notato [ q. 65, aa. 3,4; q. 80, a. 11, ad 2 ], non è così necessaria come la ricezione del battesimo.

Quindi, sebbene in caso di necessità un laico possa battezzare, non è però in grado di consacrare questo sacramento.

4. Il vescovo riceve il potere di agire in persona di Cristo sul suo corpo mistico, cioè sulla Chiesa: potere che non viene dato al sacerdote nella sua consacrazione, sebbene gli possa essere delegato dal vescovo.

Perciò le cose che non riguardano il governo del corpo mistico non sono riservate al vescovo: come ad es. la consacrazione di questo sacramento.

È competenza invece del vescovo dare non solo ai fedeli, ma anche ai sacerdoti le cose necessarie all'esercizio del loro ufficio.

E poiché la benedizione del crisma, dell'olio santo, dell'olio degli infermi e delle altre cose che vengono consacrate, p. es. dell'altare, della chiesa, delle vesti e dei vasi sacri, conferisce una certa idoneità per la celebrazione dei sacramenti che competono all'ufficio dei sacerdoti, così tali consacrazioni sono riservate al vescovo, come al principe di tutto l'ordine ecclesiastico.

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