Cristo

B 51

Cristo, Nuovo agnello

Rif.

L'immolazione di un agnello in primavera sembra sia stata un'antica festa paesana celebrata in tutto il Medio Oriente.
D 60
D'altronde, l'uso di cospargere col sangue di un animale offerto in sacrificio l'entrata di un locale abitato è attestato presso molti popoli antichi.
Questo rito, di valore più o meno magico, aveva per scopo di allontanare gli spiriti cattivi.
Gli Ebrei hanno adottato questo uso, ma l'hanno messo in relazione all'uscita dall'Egitto e gli hanno dato anche un significato nuovo.
È diventato la "Pasqua", "passaggio di Jahvè" che è "passato oltre" le case degli Ebrei, segnate dal sangue dell'agnello.
Ora questo agnello liberatore ha preso forma umana fin dall'A.T.: Geremia e il Servo sofferente
B 24
ne riprendono l'immagine, perché la loro immolazione personale serve come garanzia di espiazione e di liberazione.
Non è sicuro che il Battista pensi al Servo sofferente chiamato Cristo "Agnello".
Egli pensa solamente all'inaugurazione dell'era messianica senza peccato.
La Chiesa primitiva, rileggendo questo testo, ne cambierà la prospettiva in un senso di espiazione.

Testi

Rilievi

Rif.

Gv 1,36-37.41-45
Il titolo "Agnello di Dio" doveva avere un significato messianico abbastanza chiaro, se provocò subito delle adesioni.

Es 12,1-14.27
Es 13,8
Gv 1,29.36
Per chiamare Cristo "Agnello di Dio", Giovanni Battista dovette ricordarsi che l'immolazione di un agnello al 14 Nisan era il ricordo della Liberazione dei Padri dalla schiavitù d'Egitto.
D 60

Ger 11,19
Is 53,7-12
Gv 1,29.36
Sal 22
Geremia attorniato dai suoi nemici si è paragonato a un agnello condotto al macello.
Il Deutero-Isaia ha ripreso questa immagine per descrivere l'espiazione del Servo.
Giovanni Battista dovette pensarvi nello scorgere Cristo.
B 24

Es 29,38-42
Nm 28,3-8
Lv 6,2-6
Lv 14,24-25
1 Pt 1,18-20
Giovanni Battista sapeva infine che si immolano ogni giorno due agnelli al tempio per l'espiazione dei peccati del popolo e che un lebbroso guarito deve immolarne uno per la sua purificazione.
Ha fatto un accostamento tra i due?

Mt 3,11-12
Non è però nella prospettiva di Giovanni Battista presentare il Messia, che egli vede vendicatore e potente, come un Messia espiatore.

Gv 1,29-34
Is 42,1-2
Sembra più verosimile credere che il Battista abbia detto: "Ecco il Servo" ( allusione a Is 42 che fornisce al nostro testo anche le parole "eletto" e "spirito" ).
Poiché servo e agnello hanno la stessa espressione in aramaico ( talia ), la Chiesa primitiva ne avrebbe cambiato il senso in funzione della sua teologia dell'Agnello.

Gv 13,1
Gv 18,28
Gv 19,14.31-42
1 Cor 5,6-8
Giovanni vede in Gesù il vero Agnello.
Gesù muore nell'ora in cui si immolano gli agnelli della Pasqua mosaica.
Come a questi, a Gesù non si spezza neppure un osso.
B 92

1 Pt 1,18-19
At 8,32.35
Anche la Chiesa primitiva ha applicato a Gesù l'immagine dell'agnello.

Ap 5,6-13
Ap 7,2-17
Ap 12,11
Ap 19,1-9
L'Agnello risorto è in cielo, ritto in piedi, accompagnato dai segni della sua potenza, attorniato dal popolo che egli ha riscattato.
D 30

Ap 14,1-4
I cristiani sono segnati col suo nome, come i peccatori con quello della Bestia.  

Gv 1,29-34
Ez 36,25-30
Is 11,1-9
Ger 31,33-34
1 Gv 3,5-9
1 Gv 5,18
L'Agnello di Dio "toglie" il peccato ( 1 Gv 3,5 ), ossia dona agli uomini la forza di non peccare più; questa è una caratteristica dell'era escatologica. .
D 21
Si noti d'altronde che in Gv 1 e Ez, lo Spirito assicura questa sparizione del peccato.
Non c'è dunque necessariamente valore espiatorio in questa espressione, ma solamente l'indizio di una potenza messianica.
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