Galati

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Capitolo 2

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

L'assemblea di Gerusalemme

1 Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito:
At 11,30+
At 15,1+
At 4,36+
2 vi andai però in seguito ad una rivelazione.
Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano.
2 Cor 2,13+
Gal 5,7
3 Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere.
4 E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi.
Rm 6,15+
5 Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.
6 Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più.
Dt 10,17+
7 Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi
At 15,3s.12
Rm 15,17-19
8 - poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani -
9 e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi.
Gal 1,19+
At 12,17+
10 Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare.
1 Cor 16,1+

Pietro e Paolo ad Antiochia

11 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto.
At 15,1+
12 Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi.
At 10,1+
13 E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
14 Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: « Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?

Il vangelo di Paolo

15 Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori,
16 sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno ».
Sal 143,2
Rm 3,20+
17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile!
18 Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore.
19 In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio.
Rm 7,1+
Rm 6,11+
20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.
Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Rm 8,10-11
Fil 2,21
Col 3,3-4
21 Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.
Ef 5,2.25
2 Cor 5,14
Gal 5,4
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Abbreviazioni
2,1-10 Paolo accolto dagli apostoli
Paolo racconta la sua seconda visita a Gerusalemme, per mostrare in primo luogo che è stato accolto dagli altri apostoli, ai quali ha esposto la sua metodologia nell'annuncio del Vangelo ai pagani.
Nel resoconto che egli fa dell'incontro con le colonne della Chiesa ( v. 9 ),
Paolo pone l'accento sul fatto che non gli fu imposto nulla ( v. 6 )
e soprattutto che fu riconosciuto il suo ruolo di apostolo dei pagani.
L'unico impegno, che Paolo si è preso a cuore di attuare,
è la raccolta per soccorrere i poveri di Gerusalemme.
Questa iniziativa da parte delle comunità paoline è una testimonianza di comunione con le Chiese di origine giudaica ( Rm 15,25-27; 2 Cor 8,14; 2 Cor 9,12-15 ).
2,1 Dopo quattordici anni: da contare sia dall'ultimo incontro con Pietro,
sia, meglio, dalla conversione.
Gli intervalli indicati di 3 e di 14 anni ( Gal 1,18 e Gal 2,1 )
possono superare di poco un anno e mezzo circa e 12 anni e mezzo,
poiché gli antichi contavano, come anno intero, il primo e l'ultimo,
anche appena incominciati.
2,2 invano: Paolo non dubita affatto della verità del suo vangelo; ma la fondazione delle chiese esigeva che non fosse rotto il legame con la chiesa madre,
qui rappresentata dai tre « notabili », le « colonne » del v 9;
ne deriva l'importanza, ai suoi occhi, della colletta per i « poveri » di Gerusalemme
( cf. 1 Cor 16,1+, vedi v 10 ).
2,3 Per Timoteo, di madre ebrea, Paolo si mostra meno intransigente ( At 16,3;
cf. 1 Cor 9,20 ).
2,5 … per riguardo: secondo l'antica traduzione latina, che omette la negazione,
Paolo dichiara invece di aver ceduto un momento.
- Il papiro di Chester Beatty om.: « per riguardo ».
2,6 non fu imposto nulla di più: alla lettera: « non mi hanno esposto nulla di più »
( cf. v 2 ).
2,9 Giacomo, Cefa e Giovanni: varianti: « Giacomo, Pietro e Giovanni »
o « Pietro, Giacomo e Giovanni », o: « Giacomo e Giovanni ».
- pagani … circoncisi: ripartizione di ordine geografico più che etnico:
« la circoncisione » designa particolarmente gli ebrei della Palestina
e Paolo si è sempre rivolto prima agli ebrei della diaspora ( At 13,5+ ).
2,11-21 Ad Antiòchia: contrasto fra Paolo e Pietro
Si ignorano la data e le circostanze di questo contrasto fra Paolo e Pietro ad Antiòchia.
Nella comunità cristiana di Antiòchia, formata da Ebrei e pagani convertiti,
Pietro sceglie, a un certo momento, di stare con i giudeo-cristiani.
Questa condotta di Pietro provoca una scissione, che Paolo considera pericolosa e soprattutto in contraddizione con la verità del Vangelo ( v. 14 ).
Da qui Paolo prende lo spunto per presentare la dottrina della giustificazione
per mezzo della fede in Gesù Cristo.
2,11 Per sè il comportamento di Pietro si poteva giustificare;
Paolo agirà allo stesso modo in altre circostanze ( At 16,3; At 21,26; 1 Cor 8,13;
Rm 14,21; cf. 1 Cor 9,20 ).
Ma qui, un tal modo di agire faceva capire che solo gli ebrei convertiti che praticavano la legge erano veri cristiani e tendeva a costituire due comunità, estranee l'una all'altra anche nella cena eucaristica;
e soprattutto questo comportamento « dissimulava » ( v 13 )
i veri sentimenti di Pietro, proprio quando avrebbe dovuto manifestarli.
2,12 Giacomo di Gerusalemme è un punto di riferimento anche per i giudeo-cristiani di Antiòchia.
pagani: i pagani convertiti, come nel v 14; anche i « circoncisi » del v 12
e gli ebrei del v 13 sono ebrei convertiti.
2,15-21 Paolo si rivolge qui ai giudaizzanti di Antiochia e soprattutto a quelli di Galazia,
più che a Pietro.
2,15 L'espressione non è senza ironia; ma Paolo non ha mai negato i privilegi d'Israele ( Rm 1,16+; Rm 3,1; Rm 9,4-5+ ),
sebbene temporaneamente infedele ( Rm 11,12-15 ).
2,16 Da uno stato di ingiustizia, cioè di peccato, l'essere umano passa a quello di giustizia o di santità, grazie all'azione interiore di Dio, che elimina il peccato e conferisce una vita nuova.
Questo cambiamento è frutto della redenzione compiuta da Gesù Cristo;
e quindi è la fede in lui che rende giusti, non l'osservanza della legge di Mosè.
Paolo trova una conferma nelle parole di Sal 143,2.
2,19 Diverse sono le interpretazioni di questo versetto:
per la legge dello Spirito, Paolo è morto alla legge di Mosè ( Rm 8,2 );
mediante la legge di Mosè, che ha condannato Cristo a morte,
Paolo è morto a questa Legge;
il credente battezzato, unito intimamente a Gesù crocifisso,
è morto alla Legge e ora vive per Dio ( Gal 2,20; Rm 6,6; Rm 7,4 ).
Il senso generale è tuttavia chiaro: Paolo ha trovato nella stessa Legge le ragioni per morire alla Legge e vivere per Dio.
In realtà mediante la legge io sono morto alla legge: formula oscura per la concisione e spiegata in modi diversi.
Crocifisso con il Cristo, il cristiano è, con lui e in lui, morto alla legge mosaica
( cf. Rm 7,1s ),
anche in virtù di questa legge ( Gal 3,13 ),
per partecipare alla vita di resuscitato del Cristo ( Rm 6,4-10; Rm 7,4-6 e le note ).
Altri intendono che il cristiano ha rinunziato alla legge per obbedire all'AT
( Gal 3,19.24; Rm 10,4 ),
oppure che egli è morto alla legge mosaica per un'altra legge,
quella della fede o dello Spirito ( Rm 8,2 ).
2,20 Paolo si identifica con Cristo a tal punto da poter dire che è crocifisso con Cristo
e che Cristo ora vive in lui.
Per questo egli è giudicato dallo Spirito del Signore ( 1 Cor 2,10-12 )
e fa proprie a ogni momento le scelte di Gesù ( Gal 5,22-25 ).
vive in me: per mezzo della fede ( Rm 1,16 ),
il Cristo diventa in qualche modo il soggetto di tutte le azioni vitali del cristiano
( Rm 8,2.10-11+; Fil 1,21; cf. Col 3,3+ ).
Sebbene ancora nella carne ( Rm 7,5+ ),
la vita del cristiano è già spiritualizzata con la fede ( cf. Ef 3,17 );
circa questa condizione paradossale, cf. Rm 8,18-27.
- nella fede del Figlio di Dio: i codici B e D hanno: « la fede in Dio e nel Cristo ».
2,21 Non annullo dunque la grazia di Dio: ritornando alla legge ( cf. Gal 3,17 ).