Galati |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
L'assemblea di Gerusalemme |
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1 Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito: |
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2 vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano. |
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3 Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere. | ||||
4 E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. |
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5 Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi. | ||||
6 Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. |
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7 Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi |
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8 - poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani - | ||||
9 e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. |
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10 Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare. |
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Pietro e Paolo ad Antiochia |
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11 Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. |
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12 Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. |
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13 E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. | ||||
14 Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: « Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei? | ||||
Il vangelo di Paolo |
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15 Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, | ||||
16 sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno ». |
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17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! | ||||
18 Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore. | ||||
19 In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. |
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20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. |
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21 Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano. |
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Indice |
2,1-10 | Paolo accolto dagli apostoli Paolo racconta la sua seconda visita a Gerusalemme, per mostrare in primo luogo che è stato accolto dagli altri apostoli, ai quali ha esposto la sua metodologia nell'annuncio del Vangelo ai pagani. Nel resoconto che egli fa dell'incontro con le colonne della Chiesa ( v. 9 ), Paolo pone l'accento sul fatto che non gli fu imposto nulla ( v. 6 ) e soprattutto che fu riconosciuto il suo ruolo di apostolo dei pagani. L'unico impegno, che Paolo si è preso a cuore di attuare, è la raccolta per soccorrere i poveri di Gerusalemme. Questa iniziativa da parte delle comunità paoline è una testimonianza di comunione con le Chiese di origine giudaica ( Rm 15,25-27; 2 Cor 8,14; 2 Cor 9,12-15 ). 2,1 Dopo quattordici anni: da contare sia dall'ultimo incontro con Pietro, sia, meglio, dalla conversione. Gli intervalli indicati di 3 e di 14 anni ( Gal 1,18 e Gal 2,1 ) possono superare di poco un anno e mezzo circa e 12 anni e mezzo, poiché gli antichi contavano, come anno intero, il primo e l'ultimo, anche appena incominciati. |
2,2 | invano: Paolo non dubita affatto della verità del suo vangelo; ma la fondazione delle chiese esigeva che non fosse rotto il legame con la chiesa madre, qui rappresentata dai tre « notabili », le « colonne » del v 9; ne deriva l'importanza, ai suoi occhi, della colletta per i « poveri » di Gerusalemme ( cf. 1 Cor 16,1+, vedi v 10 ). |
2,3 | Per Timoteo, di madre ebrea, Paolo si mostra meno intransigente (
At 16,3; cf. 1 Cor 9,20 ). |
2,5 | … per riguardo: secondo l'antica traduzione latina, che omette la negazione, Paolo dichiara invece di aver ceduto un momento. - Il papiro di Chester Beatty om.: « per riguardo ». |
2,6 | non fu imposto nulla di più: alla lettera: « non mi hanno esposto nulla di più » ( cf. v 2 ). |
2,9 | Giacomo, Cefa e Giovanni: varianti: « Giacomo, Pietro e Giovanni » o « Pietro, Giacomo e Giovanni », o: « Giacomo e Giovanni ». - pagani … circoncisi: ripartizione di ordine geografico più che etnico: « la circoncisione » designa particolarmente gli ebrei della Palestina e Paolo si è sempre rivolto prima agli ebrei della diaspora ( At 13,5+ ). |
2,11-21 | Ad Antiòchia: contrasto fra Paolo e Pietro Si ignorano la data e le circostanze di questo contrasto fra Paolo e Pietro ad Antiòchia. Nella comunità cristiana di Antiòchia, formata da Ebrei e pagani convertiti, Pietro sceglie, a un certo momento, di stare con i giudeo-cristiani. Questa condotta di Pietro provoca una scissione, che Paolo considera pericolosa e soprattutto in contraddizione con la verità del Vangelo ( v. 14 ). Da qui Paolo prende lo spunto per presentare la dottrina della giustificazione per mezzo della fede in Gesù Cristo. 2,11 Per sè il comportamento di Pietro si poteva giustificare; Paolo agirà allo stesso modo in altre circostanze ( At 16,3; At 21,26; 1 Cor 8,13; Rm 14,21; cf. 1 Cor 9,20 ). Ma qui, un tal modo di agire faceva capire che solo gli ebrei convertiti che praticavano la legge erano veri cristiani e tendeva a costituire due comunità, estranee l'una all'altra anche nella cena eucaristica; e soprattutto questo comportamento « dissimulava » ( v 13 ) i veri sentimenti di Pietro, proprio quando avrebbe dovuto manifestarli. |
2,12 | Giacomo di Gerusalemme è un punto di riferimento anche per i giudeo-cristiani di Antiòchia. pagani: i pagani convertiti, come nel v 14; anche i « circoncisi » del v 12 e gli ebrei del v 13 sono ebrei convertiti. |
2,15-21 | Paolo si rivolge qui ai giudaizzanti di Antiochia e soprattutto a quelli di Galazia, più che a Pietro. 2,15 L'espressione non è senza ironia; ma Paolo non ha mai negato i privilegi d'Israele ( Rm 1,16+; Rm 3,1; Rm 9,4-5+ ), sebbene temporaneamente infedele ( Rm 11,12-15 ). |
2,16 | Da uno stato di ingiustizia, cioè di peccato, l'essere umano passa a quello di giustizia o di santità, grazie all'azione interiore di Dio, che elimina il peccato e conferisce una vita nuova. Questo cambiamento è frutto della redenzione compiuta da Gesù Cristo; e quindi è la fede in lui che rende giusti, non l'osservanza della legge di Mosè. Paolo trova una conferma nelle parole di Sal 143,2. |
2,19 | Diverse sono le interpretazioni di questo versetto: per la legge dello Spirito, Paolo è morto alla legge di Mosè ( Rm 8,2 ); mediante la legge di Mosè, che ha condannato Cristo a morte, Paolo è morto a questa Legge; il credente battezzato, unito intimamente a Gesù crocifisso, è morto alla Legge e ora vive per Dio ( Gal 2,20; Rm 6,6; Rm 7,4 ). Il senso generale è tuttavia chiaro: Paolo ha trovato nella stessa Legge le ragioni per morire alla Legge e vivere per Dio. In realtà mediante la legge io sono morto alla legge: formula oscura per la concisione e spiegata in modi diversi. Crocifisso con il Cristo, il cristiano è, con lui e in lui, morto alla legge mosaica ( cf. Rm 7,1s ), anche in virtù di questa legge ( Gal 3,13 ), per partecipare alla vita di resuscitato del Cristo ( Rm 6,4-10; Rm 7,4-6 e le note ). Altri intendono che il cristiano ha rinunziato alla legge per obbedire all'AT ( Gal 3,19.24; Rm 10,4 ), oppure che egli è morto alla legge mosaica per un'altra legge, quella della fede o dello Spirito ( Rm 8,2 ). |
2,20 | Paolo si identifica con Cristo a tal punto da poter dire che è crocifisso con Cristo e che Cristo ora vive in lui. Per questo egli è giudicato dallo Spirito del Signore ( 1 Cor 2,10-12 ) e fa proprie a ogni momento le scelte di Gesù ( Gal 5,22-25 ). vive in me: per mezzo della fede ( Rm 1,16 ), il Cristo diventa in qualche modo il soggetto di tutte le azioni vitali del cristiano ( Rm 8,2.10-11+; Fil 1,21; cf. Col 3,3+ ). Sebbene ancora nella carne ( Rm 7,5+ ), la vita del cristiano è già spiritualizzata con la fede ( cf. Ef 3,17 ); circa questa condizione paradossale, cf. Rm 8,18-27. - nella fede del Figlio di Dio: i codici B e D hanno: « la fede in Dio e nel Cristo ». |
2,21 | Non annullo dunque la grazia di Dio: ritornando alla legge ( cf. Gal 3,17 ). |